domenica 30 dicembre 2007

La vita del teatro (versione 2)



La vita del teatro
L'artista e la lotta del popolo
di Julian Beck


1.

Esiste una povertà del corpo e una povertà della mente, e anche se le stelle, ogni volta che le guardiamo, potessero versarci nettare in bocca, e l'erba diventare pane, l'umanità sarebbe ugualmente triste. Viviamo in un sistema che produce dolore, riversandolo fuori dalle sue fabbriche, le acque del dolore, oceano, tempesta, dove noi affoghiamo, morti, troppo presto.

Il teatro è come una barca, è soltanto grande così, ma la rivolta è il rovesciamento del sistema, la rivoluzione è il capovolgersi della marea.

Ouro Preto (Brasile), 6 maggio 1971.

2.

Sono lo schiavo fuggito dall'Egitto. Ho una mentalità da schiavo. Fuori dalla casa della servito, dentro la casa dell'impiego. Che illusione tremilacinquecento anni fa, quando passammo da una cultura all'altra, pensando che da quel momento in poi saremmo diventati padroni di noi stessi! Ci liberammo di un padrone politico, ma eravamo troppo inesperti per riconoscere la vera funzione dell'Ufficiale Pagatore, del Capo della Polizia, le Colonne della Società.

La profezia (quando danzammo intorno al Vitello d'Oro): pietre preziose, navi da guerra, spreco, distruzione, ecc. Non abbiamo ancora smesso di ballare intorno a quel falso dio, metallo, insensibile, Mammone, idolo di ricchezza, ecco perché siamo ancora nel deserto. Quando arrivammo nella Terra Promessa portavamo con noi il Vitello d'Oro, non sulle nostre spalle, ma dentro i nostri cuori, così abbiamo trasformato la Terra Promessa in un deserto, l'unico luogo dove il Vitello d'Oro sarà per sempre: poiché lo splendore dell'oro (radiazione) inaridisce il fogliame, fa seccare i fiumi (il sangue), e i capillari del cuore. II Vitello d'Oro è la falsa promessa.

Ci sono molti fra i miei confratelli che sognano bagnati dal piacere delle ottocento pene e umiliazioni, io sono l'altra specie; io sono lo schiavo che sogna fughe dopo fughe, sogno solo di fuggire, di rivoltarmi, sogno i mille possibili modi di far un buco nel muro, di liquefare le sbarre, fuggire, ruggire, incenerire, se necessario, l'intera prigione.

Croissy-sur-Seine (Francia), aprile 1970.

3.

Frankenstein, atto III.

La rivoluzione violenta esplode nella prigione del mondo. È la
soluzione finale di Victor Frankenstein, il suo ultimo disperato tentativo di risolvere il problema dì come poter porre fine alla sofferenza umana. Il mondo intero viene distrutto col fuoco e dalle ceneri la Creatura prende nuovamente forma e minaccia il mondo intero con un riflettore e una rete. Improvvisamente, mutazione: la Creatura getta il riflettore e la rete, solleva entrambe le braccia al cielo, alza la testa, l'Umanità vive, è la speranza. Poiché noi crediamo che in qualche modo il miracolo dovrà avvenire. Perché se nel fare la rivoluzione, bruceremo il mondo con la violenza, allora solo un miracolo, la mutazione, potrà provvedere la vita.

La Creatura, alla fine del primo e terzo atto, è formata dai cadaveri delle vittime della struttura sociale. La Creatura che rinasce formata dai corpi carbonizzati alla fine del terzo atto è davvero noi stessi; ma come saremmo alla fine di una rivoluzione violenta, carbonizzati, sfregiati, sfigurati, pronti a aggredire, salvabili solo grazie a una mutazione.

Questa immagine di speranza, fra tanta disperazione, è obbligatoria nel catechismo della rivoluzione. Perché la disperazione annienta ogni atto.

Brooklyn (New York City), ottobre 1968.

4.

La Creatura che si forma alla fine del primo e terzo atto di Frankenstein non soltanto minaccia il pubblico, ma è il pubblico stesso. Simultaneamente la Creatura minaccia la civiltà e è la civiltà, la civiltà che minaccia se stessa.

Cioè, noi siamo allo stesso tempo la civiltà e il mostro che la minaccia, e dentro di noi abbiamo la creatura che solleva le braccia e respira, che cambia e si trasforma, pregando per il prossimo sviluppo dell'umanità.

Lausanne (Svizzera), 10 gennaio 1968.

5.

1 : L'immaginazione come survival-kit* del cervello.(ed. equipaggiamento d'emergenza)

2: Il lavoro dell'artista come creazione di soluzioni attraverso l'esercizio dell'immaginazione.

Stiamo aspettando risposte sicure. Ma i nuovi artisti dicono che non possono esserci leader. Fine di Mosè. Scomparsa di Lao-tze fra il popolo.

L'olio della mia immaginazione è la mia mentalità di schiavo.

Questo libro riguarda il ruolo dell'artista nella rivoluzione.

Croissy-sur-Seine (Francia), aprile 1970.



6.
Meditazione. 1961. New York City.

Non sono un uomo interessato al teatro. I divertimenti che degradano il nostro essere. La disseminazione di menzogne. Il divertimento è distruttivo, mentre la gioia crea. Eric Gutkind.

Si sogna la vita. Un antico miraggio fintanto che viviamo nel deserto. Tutta la mia vita è un sogno. Strindberg. Ci sognammo l’un l'altro. A ogni momento entriamo e usciamo dall'esistenza. Voglio e sono voluto. Ogni giorno conosco sempre di meno. Questa è la mia gloria.

II teatro del nostro tempo pretende di saper troppo. La maggior parte di quanto crediamo di capire è falso. Non abbiamo abbastanza fatti, la visione è troppo limitata, non siamo liberi di vedere. Né di pensare. Quando l'attore è libero, come ogni altro uomo, è capace di creare, tuttavia andiamo a teatro e tolleriamo di vedere degli attori incatenati dalla follia della borghesia, folle nelle leggi che sono la sua vita stessa, una vita dì denaro che è anche una legge e rende pazza l'umanità. La libertà è adesso alla prima infanzia e potrà morire ancora in fasce, e la civiltà appena bambina, come l'universo, in rapida espansione, ancora bambina può morire. Il 1961 non è il culmine. O date che non possiamo nemmeno immaginare. Andremo sempre avanti per quanto la morte esista. Esiste anche il suicidio; scegliere la vita. Se voglio preservare il mondo devo rendere immortale la mia vita. Finché vivrà l'umanità così sarà per noi tutti.

Visione ristretta. La gente cambia. Baracche e torrette. Riso e telefoni. E nessun uomo è più diverso da un altro quanto da se stesso in qualche altro tempo. Pascal.

II teatro è un sogno. È, come un sogno, un'immagine del mondo. Il mondo mi interessa. «Il signor Dalì, - disse il suo compagno, - si interessa di ogni cosa». «Perché il suo lavoro è così coinvolto con la povertà? — chiese sporgendosi sulla tavola Dalì a Allen Ginsberg, - non è l'oro la misura del genio? » II genio si, pochi creatori fra noi collaborano alla costante creazione del mondo, ma è il popolo che lo mantiene nutrito.

La mia coscienza vacilla sotto l'urto del ciclo ebraico e della bandiera dei rabbini dove è proclamato che il mondo è in processo di creazione e è sacro dovere dell'umanità assistere Dio in questo processo.

Buber parla dì «vicinanza a Dio» come «differenza fra la vera esistenza e il semplice essere consapevoli».

Vedere tutti i lati di una cosa allo stesso tempo. Livelli. Simultaneità.

La grande preoccupante scoperta del XX secolo. Senza di essa l'unificazione è impossibile. Uomini divisi non troveranno mai la radiosa risposta. La mia unica vita.

Una sola vita. Povero me. Scelta. Andrò nel Gaspé* (ed. Provincia del Nord-Ovest canadese.) Sarò un venditore o un compratore. Coltiverò la terra, nutrirò Ì poveri, farò conti per mercanti e amici, o distruggerò il mondo, ridurrò in polvere i pennacchi, ridurrò rocce e ruscelli in sangue in decomposizione, infanticidio, germicidio, pastorizzerò il latte, dipingerò bambole che scoreggiano, dormirò con uomini, dormirò con donne, disturberò, tranquillizzerò, bestializzerò, amerò, sacrificherò, scriverò, tormenterò, aumenterò, abbraccerò, annaffierò o marcirò. Invecchierò o diventerò saggio.

Non ho scelto di lavorare nel teatro, ma nel mondo. II Living Theatre è diventato la mia vita, il teatro vivente. Ci divoriamo a vicenda. Non posso distinguere l'uno dall'altro. In esso Judith e io ci uniamo. Altri con noi. Degli attori vi sono aggrappati come i pidocchi all'aquila di Jeffers. Ci sono attori che sono i miei occhi e dei tecnici che sono le nostre ali. Il nido che costruiamo forse brulicherà di vermi. Le uova generano carnivori. II mio teatro. Tengo Io specchio finché le braccia mi fan male. Cade sulle teste degli spettatori lasciandoli feriti e sanguinanti. Oppure non succede nulla. Tengo uno specchio che è soltanto una crollante icona di merda, e io vi sono sepolto sotto. Un cumulo di letame sulla scena dove nessuno può guardare. Una vita unica dì niente.

Come posso dire. Tutto quanto posso fare è preoccuparmi, mai dire.

Sulla scena c'è vita. Un attore che riporta dalle sue avventure un momento di penetrazione comunicabile è un eroe, la luce delle nostre vite.

Vado a teatro invece che alla sinagoga. Non per venerare ma per scoprire la via alla salvezza. Potrei trovare l'esperienza della mia vita. Spiccherò il volo, leviterò realmente come Horatio in The Dead of Spring di Paul Goodman. Lui mi ha insegnato.

Venerazione non assomiglia a salvezza.

Osservando ciò che è bello possiamo impararne il significato. Judith.

Discesa dall'incanto di Dio, espressa da Dio, diretta a Dio, perfezionata da uomini destinati alla gloria. Gli antichi recitavano alla luce del sole, noi alla luce elettrica, la luce è l'abito della gloria, per quanto pure l'oscurità abbia il suo giorno.

Passione. Agonia. Disperazione. Lavoro. Il lavoro, i martelli, la persistenza, le scope, Ì chiodi mi uniscono all'umanità. Altrimenti sarei soltanto poesia e volo. Da solo non sarei capace. Il teatro è un esercizio in pura comunità. Nessuno può farlo da solo, fatto da molti, per molti. Ma la vita nel kibbutz è dura. Tutti si lamentano. Io più di tutti. Per questo non c'è rimedio, ma è perfetto come il tempo, sempre bello come un calendario, sempre terribile, il giorno muore sempre, il sole sparisce, il vento è selvaggio e viene da occidente.

Risolvo la mia vita nel teatro. Con Judith, l'angelo della mia vita, senza la quale non ci sarebbe mai stato Living Theatre.

]e ne trouve pas, je cherche.

7.
Meditazione. 1962. New York City.

Un giorno dovremo rendere conto della nostra morte prematura. Artaud.

Bisogna entrare nel teatro attraverso il mondo. È la missione sacra che redime il teatro.

Tutto esiste, nulla ha valore. Senza valore si hanno errori, peccati, perdite.

Nei quartieri segreti, nell'underground, nel Greenwich Village, a Saint-Germain, fra gli studenti che nei campus preparano sit-in e marce di liberazione, nei quartieri nascosti dell'Africa, dovunque venga iniziato un cambiamento, nella musica dei mutamenti, nella marcia verso il mare, nei picchetti dì fronte alle ambasciate, si proclama il valore del mondo. Nei loft invisibili dove gli anarchici e i pacifisti sfidano il denaro e la struttura della società, dove vengono esaminate e rovesciate le menzogne, alleate della morte, qui si trova la poesia che è il linguaggio di Dio.

Nella pazzia che è la forza la quale ci lancia ai margini della sfera in cui siamo rinchiusi, la sfera in cui moriamo, la sfera che galleggia nell'incalcolabile universo che ci è negato finché non permetteremo la visione della follia-forza, Ginsberg, aiutaci a passare attraverso la parete della sfera, a sbucare, nella creazione di cui abbiamo solo udito rumori archetipi. Quando la follia-forza avrà compiuto la sua opera e noi avremo imparato a respirare.

Non dobbiamo difendere il nostro sistema di vita, il sistema della morte prematura, morte da governo, morte da armi, morte da oppressione, morte da classe, morte da arruolamento, morte da povertà, morte da stivale razzista, morte da legge, morte da polizia, morte da fallout, veleno nell'aria, morte da educazione, la terribile morte nel frigorifero, morte da benessere, morte da possesso, morte da falsità, il mio dolore allo stomaco, il cancro alla schiena, le pestilenze che distruggono corpi sempre pili malfatti per amare, la perdita dell'esistenza.

La falsità degli ideali. Morte da Broadway. Abiti ideali, conversazione ideale. Morte da compromesso. Morte sicura da lusso e da mancanza dello stesso. Aspetti della scena che non rappresentano il mondo ma vanità. "È contro questa vanità della scena che ci siamo trincerati, ancora senza sapere che utensili usare, né come usarli, insicuri, senza spirito, armata scalza di sbandati.

II teatro di Broadway non mi piace perché non sa come dire ciao. Il tono della voce è falso, i manierismi sono falsi, il sesso è falso, ideale, il mondo hollywoodiano della perfezione, l'immagine asettica, i vestiti ben stirati, il culo ben strofinato, inodore, inumano, dell'attore di Hollywood, della star di Broadway. E il terribile falso sporco di Broadway, i bassifondi di uno sporco imitato, impreciso.

La recitazione del Living Theatre è stata disprezzata per anni, particolarmente dagli altri attori. Judith e io abbiamo lavorato a costruire una compagnia senza i manierismi, le voci, la buona dizione, la coloratura protettiva degli attori che imitano il mondo della Casa Bianca e che rappresentano le stupidità e le sofferenze della borghesia. Il mondo dell'esperienza consapevole non è abbastanza.

Gli attori del Living Theatre sono impacciati, ineducati, inconsciamente disprezzano le convenzioni rappresentative della gente che vi ve in democrazia, in modo razionale, per bene, equilibrato, e pronunciando versi da museo. Gli attori del Living Theatre vogliono aver a che fare con la vita e con la morte.

La recitazione del Living Theatre è solo un gesto esitante, un'implicazione di ulteriori sviluppi, come se le braccia potessero diventare ali, le gambe pinne, i corpi qualcosa di ancora non sognato. Qualcos'altro. II teatro di Broadway cerca quello che desidera vedere. La realtà di quello che esiste supera ogni illusione. «Accuratezze». William Carlos Williams.

Si entra nel teatro attraverso il mondo, mondo che è sacro, mondo che è imperfetto, si entra nel teatro attraverso la consapevolezza di una bruttezza indistruttibile. La bruttezza della vita. Si abbraccia questa bruttezza e si dimentica ciò che è bello. La strada della trascendenza. L'Acropoli, tutto quel lottare, tutto quel lottare per il mito della perfezione, si dissolverà nella massa dell'esistenza che è bontà.

Non posso preoccuparmi di nient'altro.

Teatro Migliorativo. In cui è possibile scoprire senza imbarazzo qualcuno seduto sul gabinetto.

Rifiuto di tutti coloro che proclamano attraverso la convenzionalità del loro far teatro, la convenzionalità della civiltà, la via a una morte prematura. Tutto o niente.

Nel migliore dei casi il Living Theatre è una contraffazione, debole, velleitaria, corrotta, motivata-dal-potere, dittatoriale, arrogante, noncomunitaria, non aspetta altro che il giorno di scomparire. In questo consiste la sua opposizione a Broadway, demone del mondo superiore, demone dei cambiavalute che cercano di aumentare il valore del dollaro, che accettano un mondo di morte prematura. Sono gli «uomini in catene» di Errico Malatesta (gente così abituata a muoversi in catene da non credere che sarebbe più facile senza).

Tutte le piacevolezze devono quindi esplodere.

Le Rappel à l'ordre. Tutte le pseudoorganizzazioni devono essere disperse. E quando il vento del Greenwich Village avrà terminato la sua opera, dopo la rottura dell'illusione, i frammenti potranno penetrare, bucare la sfera esterna dell'universo dove la morte non è più la risposta e la fine.

Ogni volta che il sipario si leva su una commedia di Broadway mi colpisco la fronte con il palmo della mano, 100 000 dollari per questo? Harold Rosenberg.

Una scenografia che è «in ordine», il cui «ordine» nega l'ordine delle cose allo stato in cui sono, il cui design più avanzato riflette nel migliore dei casi uno spiritoso equilibrio, un colore sentimentale. Sentimento, che è la sostituzione di falsa emozione per la realtà (quando non si può provare più nient'altro).

Forma eccellente è menzogna.

Troppa perfezione a Broadway. I fabbricatori di idoli, tutti assieme, non sanno niente, le loro cose che tanto apprezzano non servono a nulla. I loro testimoni non vedono, non sanno niente, tanto sono svergognati. L'artefice in ferro lo ha prodotto con il suo strumento, lo fa passare nei carboni, lo sottomette a colpi di martello, lo riduce a forza dì braccia; ha fame, è sfinito, non beve e è spossato. Taglia i cedri; ma ne fa anche un dio, che poi adora, ne fa un proprio idolo, al quale si prostra. Non sanno, non capiscono nulla, non possono vedere. Chi si pasce di cenere ha il cuore sedotto, è fuorviato. Non si salva e non dirà mai: Nella mia destra non vi è forse menzogna. Isaia.

«Teatro Migliorativo. Per fare qualcosa di utile». Judith.

Fare qualcosa di utile. Nient'altro interessa. Nient'altro interessa il pubblico, il grande pubblico. Servire il pubblico, istruirlo, stimolare sensazioni, iniziare un'esperienza, risvegliare la consapevolezza, far battere il cuore, circolare il sangue, colare lacrime, dar voce a grida, girare intorno all'altare, nel riso i muscoli si muovono, il corpo prova sensazioni, essere liberati dai metodi di morte, deterioramento nelle comodità. Provvedere l'elemento utile a aiutarci. Aiuto.

8.
Meditazione I. 1963. New York City.

Sogni di una società libera.

All'interno di tale società libera il sogno di un teatro che sia utile. Il sogno di cose utili in un'epoca congestionata da cose inutili. Avendo abbastanza tempo tutto diventa interessante. Fin quando è interessante. John Cage. Ma non c'è abbastanza tempo.

Produzione inutile, leggi inutili, forme inutili. Il mondo intero prigione del denaro, prigione dei salari, una vita a comprare cose non necessarie, a produrre cose non necessarie, a acquistare e consumare devastare le nostre capacità. Interessante ma non abbastanza. La mia canzone.

Teatro inutile. Cominciamo dall'esame dell'architettura. E questo forse un posto per esseri umani, questa insinuazione di lusso e ori, la pompa di queste scale, l'ingannevole grandiosità di questo candelabro, questo moderno teatro un'opera d'arte? O architettura dei potentati! O puzza di denaro! È qui che ha volato l'Uccello dello Spazio? Dove sono i facchini, gli operai tessili, ì meccanici? Non ci sono contadini qui, nessuno di coloro che costruirono questo edificio, nessuno che abbia coltivato alimentari, qui non ci sono neri, nessuno che pulisca le fogne, nessuno che cucia nei laboratori. Per chi è questo palazzo? Dov'è il popolo? Che cosa si fa qua dentro che non li riguarda? Il tappeto è fatto per pallidi piedi patrizi, le poltrone pro¬curano una comodità che aliena all'azione, che ostacola la partecipazione, che indulge alla passività del corpo. Muri di separazione! O possa questa nostra sonora arringa far tremare e cadere i muri, crollare prigioni, abbattere le fortezze della falsa industria, e tutte le case di divisione. Unità. La sì ha, quando le persone stanno insieme e non si mettono una contro l'altra, esiste quell'armonia che dissipa la disperazione, estende l'essere e rende possibili tutte le speranze più impossibili.

Quando mi siedo nella poltrona di velluto, circondato da fibre aceti-che, se una persona grida, se un uomo muore è solo un'interruzione. Non sono preparato a reagire alla vita. Osservo soltanto. Circondato da gelidi compagni in un'atmosfera d'inganno, siedo nella fastosità. Son venuto qui per morire congelato? Come posso prorompere in emozioni? Investito di una regalità di rayon. Come posso trascendere in un ambiente di velluto, come posso trovare la chiave nell'oscurità di questa sala? Solo sognando. Ma questo sogno è menzogna, non sento nulla. È tutto menzogna, non ho carne, sono essenzialmente asessuato. E lutto questo avviene a causa della mia presenza qui.

Lo stato comanda l'artista e chiunque altro. Buono cattivo deve non deve. La democrazia finge di disprezzare tutto ciò; comunque il teatro capitalista non è libero. Le sbarre del denaro, il potere del finanziatore, il voto dello spettatore conformista. Se vogliamo un teatro libero dobbiamo renderlo gratuito. Innanzi tutto gratuito per lo spettatore, senza la misura dì Mammone, finalmente la vita.

Il teatro di esclusione dove non viene nessun nero, dove abbiamo pensieri bianchi e sensazioni congelate. So di non essere superiore, ma noi produciamo un'esperienza che esclude i poveri, contenti del fatto che i poveri non la vogliono. Quando vado a teatro sono separato dai poveri. C'è qualcosa di sbagliato quando vado a teatro, dal momento che la sua sfera dovrebbe essere il mondo intero, e che invece di essere portato più vicino al mondo ne rimango tagliato fuori.

Siamo gente senza sentimenti. Se potessimo veramente sentire, il dolore sarebbe tanto grande da farci mettere fine a ogni sofferenza, Se potessimo sentire che ogni sei secondi una persona muore di fame (e mentre si verifica questo mio scrivere, questo leggere, qualcuno sta morendo di fame), lo impediremmo. Se veramente potessimo sentirlo negli intestini, nell'inguine, nella gola, nel petto, andremmo fuori nelle strade e porremmo fine alla guerra, fine alla schiavitù, fine alle prigioni, fine agli assassini, fine alla distruzione. Ah, potrei imparare cos'è l'amore.

Gioia. La virtù amata da santa Teresa. Gioia. In teatro potremmo provarla nell'unione reciproca. Non vorrei dare pièces di dolore, di problemi, di idee difficili, ma di gioia, piacere, riso, esultanza, non risate crudeli, niente satira, ma gioia. Ma è faticoso provare gioia, e quindi ancora più faticoso conoscere la gioia, quando si è pallidi e il mondo è estraneo e moribondo. Desiderio di un teatro diverso, che valga ciò che siamo realmente, speranza che il teatro cambierà, ma quel che vogliamo davvero è cambiare noi stessi, cambiare tutti insieme, e che cambiando cambi il mondo.

9.
Meditazione II. 1963. New York City.

quanto sta succedendo succede perché il nostro teatro
accetta le modalità di procedura di una società omicida
e le fa apparire meravigliose
fa gran caso di banalità
in una vita di tribolazioni
fa apparire tollerabile l'intollerabile
fa sembrare la vita piacevole e divertente e da facili risposte
e quando chiedo perché il pubblico permetta a ciò di accadere
mi accorgo tristemente che è davvero
perché questa vita che meniamo sta diventando insopportabile
e l'inganno sulle scene
è una consolazione
anche se nessuno ci crede
ma la gente preferisce far finta che sia vero perché allora le cose
forse non sono tanto brutte
così il teatro del nostro tempo diventa un luogo di frode
e travisamento
quel che succede lì è inganno per il ceto medio e l'aristocrazia
cui piace essere ingannati
se vuoi vedere la verità devi essere pazzo abbastanza pazzo
da affrontare l'orrore

Esperienze, autobiografia : se vuoi conoscermi vieni a vivere con me.

Primi progetti per un teatro - a venti, ventun anni. Non interessati al teatro di quel tempo, ritratto di persone subumane, e tutto patriottismo, il patriottismo è il passatempo degli sciocchi, quando non è quella passione per il paese e il suo popolo che è l'ardore dell'amante. Sebbene la semplice immagine del teatro contemporaneo fosse già sufficiente al precipitare di una rivoluzione.

Iniziammo con rabbia. Tutto il teatro sano di quel tempo era aldisotto della dignità di donne incinte e uomini validi. All'altezza dello spettatore c'era solo qualcosa di folle, gesti cavati fuori dalle viscere degli attori, inconsci come i movimenti di un bruco, appendici palpitanti come spilli che entrano nel torace, mani di annegati, messaggi anonimi ricevuti nel sonno.

Cercavamo cose spinte dalla miccia dell'immaginazione sfrenata, fuggita via. Furono queste le cose, le sole cose che mostrassero la luce delle dimore dove risiedono gli immortali.

Prendere il suggerimento. Andare al manicomio per trovare la verità: nello squilibrio dell'ordine delle cose, nella perversione del vero amore, nelle cisti scoppianti della mente. Non più inganni. Se vuoi vedere com'è, devi essere pazzo, capace di porti di fronte all'orrore.

Andavamo a teatro continuamente, Judith e io. Tutto ci interessava e ci infuriava. Due tre quattro volte la settimana. In questo modo, nel 1946, Judith già sapeva di non voler lavorare in quel teatro. Io continuavo a dipingere in quel periodo, mi occorsero sei mesi per arrivarci; decidemmo di costituire un teatro che avrebbe fatto cose diverse. Ora, quindici anni dopo, sappiamo di non esserci riusciti. Credevamo anche che ci fosse una specie di ritardo sociologico nello sviluppo del teatro. Cioè, leggevamo Joyce e Pound, Breton, Lorca, Proust, Patchen, Goodman, Cummings, Stein, Rilke, Cocteau, und so weiter. 1944: la pittura di Pollock e De Kooning implicava una vitalità sconosciuta al teatro, un livello di consapevolezza e inconsapevolezza raro a trovarsi sulla scena. Judith studiava con Piscator, lui sapeva che politica radicale e azione sociale erano la Strada. Parlavamo di Anarchia, Marxismo, mitologìa e metrica greca, sogni e Freud, discorsi giovanili, camminavamo nei boschi lungo Palisades [*Boschi lungo la costa del New Jersey di fronte Manhattan], andavamo molto al mare, bellezza da spiaggia. Probabilmente la nostra valutazione più profonda: che gli anni '40 non furono l'apogeo del successo umano, ma che tuttavia in quel decennio si ebbe, dispera¬sa, tutta la gloria che il mondo potrà mai contenere. Il problema di trovare, ordinare, ricostituire la materia, sentire, e essere. Un teatro per tutto questo.

Sei quel che mangi e non mangerai più.

Ho mangiato un intero fazzoletto, pezzo per pezzo, a sei anni, durante una rappresentazione di Hansel e Gretel al Metropolitan. È un'opera che riguarda molto il mangiare, case dì marzapane, bambini affamati, croste di pane, Hansel e Gretel all'ingrasso, una strega cannibale che mangia bambini. Mio padre pensava che mangiassi perché ero nervoso, ed era vero, ma mangiavo anche insieme a Hansel per identificarmi con lui, l'orribile fazzoletto insapore - e poi non ho più dovuto mangiarlo, tutti i bambini erano liberi, fuori dal forno, non mangiati, vivi, ancora da crescere. Tutto quanto ho fatto in teatro è un tentativo di realizzare il desiderio di liberazione dalla prigione-gabbia della strega, datami dall'esperienza di Hansel e Gretel. L'avvenimento mi convinse di tre necessità per l'esperienza totale in teatro: partecipazione fisica dello spettatore, narrazione, trascendenza-che-è-rivoluzione.

La narrativa è importante nel teatro perché se il teatro deve essere il mondo non può trascurare quanto avviene, la transizione da un momento all'altro. Particolari esperienze come spugne dì inchiostro blu lanciate contro un vetro verde possono incantare l'occhio, ma la persona che lancia la spugna è sempre più interessante dell'inchiostro che schizza. II problema è fare un teatro in cui questo sia chiaro. La tua mano che porta alle labbra la familiare tazza di caffè è qualcosa di più che una bistecca vermiglia nel cielo della sera: qualunque cosa tu faccia supera ogni paesaggio, bisogna chiarirlo. Se vogliamo sopravvivere al paesaggio.

Quando andammo da Robert Edmond Jones* [ed. Famoso scenografo, legato alle prime messe in scena dei lavori di O'Neil] nel 1947 per parlargli del nostro teatro lui rimase molto entusiasta e ci chiese di tornare nuovamente.

Lo facemmo, io gli porrai ì miei progetti scenici e parlammo dei lavori che ci proponevamo di fare. Parlammo molto, ma ci sembrava molto triste e gli chiedemmo perché. All'inizio, disse, pensavo che aveste la risposta, che foste veramente sul punto di creare il nuovo teatro, ma vedo che state solo facendo domande. Quanti soldi avete? 6000 dollari, risposi. Peccato, disse, vorrei che non aveste proprio denaro, assolutamente niente, allora forse potreste creare il nuovo teatro, costruire il vostro teatro con spaghi e cuscini di poltrone, farlo in studi e soggiorni. Dimenticate i grandi teatri, disse, e l'ingresso a pagamento, là non succede niente, niente altro che istupidimento, non verrà mai fuori niente di li. Se volete prendetevi questa stanza, disse, offrendoci il suo studio, se volete iniziare di qui potete averla.

Solo quattro anni più tardi, incapaci di trovare un teatro in cui lavorare, decidemmo di dare alcuni lavori nel nostro soggiorno senza far pagare o spendere un centesimo. Funzionò, aveva ragione. Ma non avevamo ancora capito completamente. Per cui abbiamo avuto teatri con pubblicità commerciale, prezzo d'ingresso e pagamento di tasse. Come se da questo potesse accadere qualcosa, la glorie, forse. Dentro la trappola. Nel riconoscere di esserci dentro abbiamo almeno iniziato a discutere le strategie per uscirne fuori.

c'è qualcosa di strano quando i quadri di picasso
e la musica di schoenberg
sono ostentati sui blasoni dell'elite dei potenti
rockefeller colleziona de kooning
a wall street leggono ginsberg
jacqueline kennedy adora manet
stanno portando via tutto

Malraux e Frost hanno venduto la loro primogenitura nel servire lo stato con la scusa di divulgare l'arte nazionale. Lo stato non desidera portare l'arte al popolo, cerca brillanti per la sua corona. È quel che sta realmente succedendo, ora che l'EIysée ha chiamato un'aragosta col nome di Claudel, e che l'arte viene derubata, le tagliano le palle e la servono come cioccolata. La Spagna ora adesca i turisti con le immagini dei suoi grandi artisti, Picasso, ma non Guernica, non Sogni e menzogne di Franco; Lorca, ma non l'intero suo corpus ne il suo corpo. Cocteau ha detto che l'artista rivoluzionario viene prima ignorato, poi beffeggiato, e quando questo non funziona cercano di sopprimerti coprendoti di onori.

teoricamente non dovresti essere capace di amare de kooning e costruire rifugi antiatomici (come fa rockefeller)
non sì può ammirare yevtushenko e ammassare bombe (come fa khruschev)
l'arte deve opporsi allo stato o distruggere la propria forza vitale
quando lo stato accatasta onori sull'arte è un sistema per dire che
questa arte non pone in pericolo la classe dirigente
guardati dall'approvazione e dal supporto ufficiale
dorothy day del catholic worker ha passato trent’anni vivendo
in povertà volontaria nutrendo vestendo e alloggiando i poveri
e quando il fondo per la repubblica una sezione della fondazione
ford le offri 10 000 dollari credo forse mi sbaglio la cifra può anche essere stata maggiore ma non inferiore
il catholic worker la rifiutò
perché non volevano accettare denaro di sangue
ossia non volevano prendere denaro che fosse stato estorto al popolo attraverso espedienti di interesse e investimento e produzione di guerra e crudeltà del lavoro di fabbrica
e usare quel denaro per nutrire ì poveri perché accettandolo
avrebbero mitigato il senso dì colpa del sistema che ci sta uccidendo e che produce le miserie che i catholic workers stanno cercando di alleviare
nella nostra difficile società in questi tempi duri è difficile per il popolo capire questo
ho persi no conosciuto gente che ha espresso rabbia come se dorothy day (e non la natura malvagia del denaro) avesse rubato il pane dei poveri a causa che rifiuto del catholic worker di accettare denaro sanguinante
questo perché la gente pensa sempre all'utile
senza sapere che non si può proprio ottenere il bene attraverso il male
ed è anche per questo che la gente ritiene che un teatro che le dia qualcosa da pensare, il teatro intellettuale oggi popolare,
sia una cosa buona
ma un teatro che accetta sovvenzioni da una società che
si oppone incessantemente al
cambiamento
è il teatro dei traditori
è un meccanismo per rendere una cosa cattiva più penetrante e cattiva
il paziente sta morendo e noi gli mettiamo cerotti sulle ferite
la gente dovrà ancora sopportare molto finché non potrà più
sopportare
in teatro stiamo cominciando a raggiungere questa fase
la fase di quando non si può più sopportare
e dovrà succedere qualcos'altro

10.
domande. 1963.

finisco con domande perché non ho risposte

questa è la terza delle tre trasmissioni sulla vita del teatro effettuate alla stazione wbai* new york city [ed. l'unica stazione-radio di informazione alternativa esistente a New York, reità grazie al sostegno degli ascoltatori]

qual è la differenza fra domande e risposte?

le domande di amleto sono la sua gloria o Li sua tragedia?

perché vai a teatro?

è importante andare a teatro?

è importante leggere?

la gente che va a teatro è differente dalla gente che non ci va?
cosa ti succede quando vai a teatro?

quando lasci il teatro sei cambiato cioè siccome vieni cambiato da ogni attimo di esperienza dopo tre ore sei naturalmente diverso ma intendo trasformato in maniera attiva?

vuoi essere cambiato attivamente?

sei soddisfatto?

è bene cambiare?

c'è qualcosa di sufficiente?

di cosa sto parlando?

vai a teatro per avere delle risposte?

hai nessuna domanda ?

quanto è lunga una vita?

ti importa quel che sta succedendo?

ti importa quanto viviamo?

ti importa come viviamo?

perché sto facendo queste domande semplici che ognuno dovrebbe porsi continuamente è perché credo che tu non te le poni?

cosa ci sta succedendo?

cosa succede a teatro?

vai a teatro per scoprire qualcosa della vita?

è più facile osservare la vita in teatro o per strada?

hai provato gioia a teatro?

hai provato gioia per strada?

cosa ti piace?

provi impressioni sensuali a teatro?

vai a teatro per avere stimoli sessuali?

ti piace strofinarti alla persona accanto?

vai a teatro per degli esercizi intellettuali?

vai a teatro per sapere se hanno scoperto cosa sta succedendo?

vai a teatro perché forse possono dirti la verità?

è verità ogni cosa che esiste?

sono verità i giornali?

gli autori teatrali registrano la verità meglio dei giornalisti?

i giornali mentono gli autori mentono gli attori mentono?

mentono deliberatamente gli autori gli editori gli attori?

vai a teatro per vedere quanto abilmente un attore si possa mascherare in qualcun altro?

pensi che gli attori debbano provare a impersonificare l'esistenza perfetta?
cos'è l'esistenza perfetta?

può un attore mostrarti l'esistenza perfetta?

può un attore mostrare l'esistenza perfetta solo quando recita faust?

cos'è l'intuito?

lo usi il tuo intuito?

è facile fare domande?

cosa disse aristotele a proposito della catarsi?

vai a teatro per purificarti?

ricordi di essere mai stato purificato a teatro?

vai a teatro con attesa e speranza?

il teatro è un sistema per imparare cose che non conosci?

a cosa serve imparare?

sei sicuro di ogni risposta?

tutte le cose sono uguali?

c'è qualcosa che abbia valore?

è giusto uccidere talvolta?

che differenza c'è fra un elefante e un fazzoletto?

uccidi qualcuno per difendere la tua proprietà?

metteresti qualcuno in prigione?

prendi in giro gli omosessuali?

pensi che i neri siano un tantino inferiori?

pensi che i bianchi stiano decadendo fisicamente e mentalmente?

dici bugie?

importa se dici bugie?

quante volte menti al giorno?

pensi di dover mentire per andare avanti nel mondo?

sei soddisfatto domando di nuovo?

ti soddisfa qualunque cosa?

hai rapporti sessuali soddisfacenti?

voglio dire ti piace quando li hai?

ne hai abbastanza?

sai come amare?

ami?

sei amato?

sai come odiare?

odi?

perché per quanto ami piacere preferisco un teatro disturbante a un teatro piacevole?

chi siamo da dove veniamo dove andiamo? gauguin.

chi sono i re con brillanti negli occhi che fanno smorfie fra le nostre ombre private? barker.

dobbiamo amarci o morire? auden.

qual è il dilemma? shakespeare. stein.

lo sai che ho raggiunto le mie budella e le ho sparpagliate per la scena in forma di domande?

lo sai che non so cos'altro fare?

lo sai che ho bisogno di te e sto morendo e morirò senza di te?

cos'è utile?

cos'è una buona domanda?

qual è il metodo per trovare risposte?

chi abbatterà i muri delle prigioni?

qual è la strada?

qual è la relazione fra attore e spettatore?

cos'è la dizione?

qual è la ricerca importante?

abbiamo tempo per fare tutte le domande?

quali vuoi fare?

vuoi farle ora?

cosa abbiamo bisogno?

come possiamo ottenerlo?

come possiamo metterci in contatto uno con l'altro?

come farlo avvenire?

come possiamo fare un teatro che faccia l'amore l'amore ora?

come possiamo fare un teatro che valga la vita dei suoi spettatori?

come possiamo fare teatro quando non abbiamo alcuna risposta ma solo vaghi accenni su come porre domande?

finisco con domande perché non ho risposte

ma quel che voglio sono risposte

11.
domande. 1968.

come nutrire tutti?

come arrestare tutte le guerre?

come aprire le porte di tutte le prigioni?

come disintegrare la violenza?

come obliterare il razzismo?

come liberarci del denaro (capitalismo)?

come distruggere la morte precoce?

come finirla col militarismo?

come porre fine ai sistemi autoritari?

come finirla con questa storia del sistema di classe?

come trovare le risposte a queste domande?

come farlo ora?

12.

Ai. Aiooo. Penetrare. Taglio. Ogni giorno filo spinato, muri a ogni ora, barriere innaturali, prigione mondiale, tutti incastrati geografica¬mente, economicamente, psicologicamente, rinchiusi in classi, proprietà privata, discriminazioni, la società delle porte, intrappolati in consapevolezza inferiore, rinchiusi dalla conoscenza e da tutte le sue menzogne, rinchiusi dai limiti della conoscenza e dalla mancanza di conoscenza e da tutte le sue attitudini, rinchiusi dai fiumi, dalla gravita, dagli ufficiali d'immigrazione...

Ogni giorno sono spinto a dire TU al mio amico più vicino, e mi trovo inadeguato al compito. Qualcuno mi fa una domanda ma lo sforzo per strapparmi una risposta è troppo grande, e, un sorriso incapace mi trema sulla faccia, mormoro qualcosa di inadeguato e entrambi moriamo un po'. Sono intrappolato da quello che sono, da quello che sono diventato, da quello che diventerò se non ne esco fuori.

Non sto morendo di fame, son rivestito di privilegi. Perché sto soffrendo?

Riuscire a penetrare. In te. La nostra battaglia è smantellare la macchina della morte. La macchina della morte è il capitalismo. La struttura sociale è la prigione del mondo. La nostra battaglia è penetrare dentro le possibilità dell'essere.

Nulla è più naturale del cambiamento. L'anarchia non è nient'altro che questo. L'anarchia deriva semplicemente dal riconoscere tale fatto, esattamente come il corpo cambia da secondo a secondo, come le stagioni, come l'età dell'uomo, come questo pianeta dalla preistoria attraverso la preistoria marxiana, la storia fino a oggi, fino alla successiva evoluzione. Dinosauri e uccelli dodo arrivano e spariscono, e noi? L'anarchico vuole creare le condizioni in modo che il processo, il processo dell'universo, continui fino al massimo sviluppo effettivo della vita e della gioia.

Un principio dell'anarco-comunismo: se cambi l'economia cambierà anche la mentalità, quando vivremo in comunità noi tutti saremo diversi.

Il combattimento: un viaggio da luoghi dove ci sono libri ma non luce per vedere, dove ci sono risorse ma non macchinario sufficiente per lo sfruttamento agricolo. Tutta la mia vita è stata una ricerca di sistemi adeguati per la produzione di cibo e del pensiero in modo da essere adeguatamente nutriti, frutti.

Dieci anni fa eravamo rinchiusi, sotto assoluta sorveglianza,, questo è il film di un'evasione, questa vita del teatro.

II rivoluzionario cammina sul filo di una lama. Buber.

La mia vita è segnata da lavori teatrali e azioni, la vita del teatro è il processo di andare da uno all'altro, a metà strada lungo il cammino della vita, perduto nella foresta scura, nella foresta in fiamme della notte, la fornace, la fossa, l'abisso, ballando la soluzione.

Questo libro è un film realizzato in dieci anni. II processo di rompere le barriere che ci bloccavano dieci anni fa e il modo in cui ne stiamo uscendo fuori, aldilà c'è il codice in cui è scritto.

Il corpo vagante, la mente vagante. Le grandi tenibili battaglie meravigliose che sono la nostra gloria.

Penetrare, sopravvivere alla tempesta, verso terra, fuori da questa morte-nella-vita, verso di te.

Croissy-sur-Seine (Francia), 17 febbraio 1970.

13.
Tre Meditazioni sulle Strategie.

Uno.

La rottura del linguaggio equivale a una rottura di valori, dei sistemi dì discernimento, della ragione malata. Rottura del linguaggio significa invenzione di nuove forme di comunicazione. Rottura del linguaggio significa rottura dei calcolatori elettronici. Rompi il linguaggio delle forze in controllo e romperai la loro stanca logica, romperai la loro struttura ermetica. Scuoti le cose, cambia, abbandonati alle cose che non comprendiamo, ciò che crediamo di capire non lo capiremo in nessun modo, la nostra logica è falsa, è rigida e sistematica, aprila. Respira.

Liberare il linguaggio (pensiero) dai limiti della ragione socratica, che è ora l'arma polente della democrazia imperialista dominante. Togliamo via alla classe dominante il linguaggio per sottoporlo all'immaginazione, turbolenza della mente. Breton. Questa negli anni '20 fu chiamata Rivoluzione della Parola, ma ora non la limitiamo solo alla letteratura. Libera associazione, come l'ordine del futuro, come opposizione all'associazione irreggimentata della struttura societaria che domina il corpo e lo spirito del nostro tempo.

Terminologia come Ammazza il Porco: una parafrasi per Morte al Tiranno, l'inverso di Lunga Vita allo Zar.

Il commercio degli schiavi ora è mascherato. La lunghezza della freccia. Quando la freccia è troppo lunga l'asse si rompe. La percentuale è indicata da numerali. Le frecce volano col vento. Calma. La mente soffia da nord-est 20 per cento. Da ovest 1 per cento. Da sud via SSE 18 per cento. Cammini attraverso anni passati. Marea di mezzogiorno. Terrore.

Vengono mostrate posizioni, profitti, le linee tratteggiate blu indicano perdite, approssimazioni, considerati i flussi delle marce, approssimazioni. Debole, variabile, l'asse solido. Grande è la portata delle maree. La rete d'acqua. L'influenza del continente. Le frecce con assi solide. La mente vagante fluttua via dalla carta. Movimento d'acqua. Genitali, ritorni da cui eravamo oscurati, dispersi in strati. I biologi non capiscono completamente il meccanismo della vescica natatoria che diffonde il suono.

Ora la ricerca tende a localizzare meglio i bersagli. Ordinare gli strati possibili. Portare a casa campioni, provviste, evitare i bassifondi, misurare l'energia acustica del nuovo linguaggio.

Un giorno potrà essere tracciata la carta di questi stessi strati. Quando avremo altri strumenti, teste libere.

Finché non ci pensiamo mai, non con questa testa questa mentalità ebrea, non con questo occhio oceanico, al posto del confuso vascello, con minuti oscillatori striscianti, non con linee elettriche e letture, ma con registratori e videotape che possano ricordare per no: senza bisogno di aver tutto riposto nel liquido spinale, non che gli strati questi strati un giorno non saranno tracciati, probabilmente gli verranno date circostanze favorevoli, mani libere, ma non con queste parole, non con questa poesia, ma con il nuovo metodo di tracciare le carte. Io urlo. Ma tu, Achmed, devi smetterla di ruminare.

Dove è indicato «zero», possono aversi tempeste e si paleserà la futilità di fragili cammini e steli di liana. Non ruminare su questo. Procedere al prossimo chakra, meditare, agire.

Ogni ampia deviazione dalla pressione normale può rivelare dei disturbi futuri e indicare un prossimo scorrere via dopo di che non si potrà trovare nessuna traccia di depressione né in me né in te, tu che credi di essere così furbo, mezzo immortale, perché sai così poco di assistenza alla navigazione, di vitalità costruttiva? Affogare non è inconsueto. Specialmente nell'aria. Soffocamento. Lavoro degli osservatori che collaborano con noi apprezzato.

Un cambiamento assai scarso è avvenuto nella frequenza dei rospi. C'è un gruppo oggi. Se vi interessate ai venti, soffiatevi le menti. Da un lato della rete, sbatti nuove conclusioni. Taglia. Una nuova informazione sta iniziando a sfondare. Iniziò a diffondersi circa venticinque anni fa, ma lo scorso luglio... sta cominciando a sfondare. Le creature sono estremamente delicate e hanno alta percentuale di mortalità. Non ti senti già meglio con questo vento nella testa? Respira, non mancare di respirare.

Rio de Janeiro, 20 ottobre 1970.

Due.

Meditazione sull'Azione. 1967.

abbiamo molto bisogno di realtà nel nostro tempo

una generazione infuria: non votare non pagare tasse sfida la polizia brucia il denaro fora pneumatici sollevati distruggi l'intera cultura liberati del passato caca su tutto piuttosto che la sterile pulita macchina del potere mangia meno vesti meno lavora meno non far nulla che non contribuisca direttamente alla poesia della grande trasformazione fa' a pezzi ogni legge rompi i marciapiedi cammina sulla terra trova un'altra vita togli i tuoi figli dalla scuola trasforma bandiere in sacelli di farina distruggi ogni governo lo spreco dì tempo ferma gli orologi colpisci colpisci colpisci incuti sacro terrore nei nostri cuori rivolta la peristalsi caccia via i cambiavalute metti in fuga le banche proibisci le bombe e tutto il loro ingranaggio smantella spalanca gli occhi dissolvi sviluppa pinne vola metti a fuoco da' da mangiare trasuda luce dagli occhi bellezza dalle orecchie esultanza notturna è una delle strade per la salvezza batti spacca urla sbircia guazza chiava striscia va a carponi vomita succhia apri il tetto alla pioggia apri i polmoni il sangue le cellule nelle piante alta canapa dalle cinque dita luminosa coca il languido papavero i segreti del cactus le magiche formule della terra sono la nostra guerra chimica contro gli assassini ricrea tutto disloca il cervello che uccide a destra e a sinistra revoca la spietata mente moderna allunga questo elenco con ogni varietà dì azione fin quando ogni essere cosciente possa mangiare a destra e a sinistra rompere la barriera dell'amore lasciar cadere la rabbia, la vendetta sessuale vendetta sessuale su ogni cosa

leccalo tutto

comincia da capo

fra dusseldorf e hamburg parma e perugia, marza 1967

Tre.

accuso le istituzioni e la struttura di costringere l'immaginazione a andare a nascondersi
e perciò creare molta frustrazione tanta frustrazione da far crescere enormemente il cancro del mondo accuso noi di attuare rivoluzioni che alimentano tutto il popolo ma ci rendono schiavi di tecnocrazia industriale che procura innecessari impulsi materiali e non vede il bisogno visto dall'antico proverbio: pane non è abbastanza
la totale rivoluzione: di desiderio e bisogno.

non c'è tempo per discutere. dobbiamo nutrire tutta la gente immediatamente e essere certi di non
inaugurare un progetto in cui la mente inaridisca.

fra porto ategre e sao paulo (brasile), 13-14 febbraio 1971.

14.

Pausa e ricomincia da capo. Patchen

RESPIRAZIONE: Note per la Prima Lezione

«Quando siano insufficientemente forniti di ossigeno, il tessuto nervoso, e specialmente le cellule delle divisioni superiori del sistema nervoso centrale cessano di funzionare». K. M. Bykov, Testo di Fisiologia, Casa Editrice Lingue Estere, Mosca 1960.

La posizione rigida, inflessibile, in cui teniamo la spina dorsale e la gabbia toracica: la posizione militare della gente orgogliosa e caparbia: petto in fuori, vita stretta, mantenuta artificialmente risucchiando i muscoli dello stomaco e trattenendo il respiro, fatalmente.

Come entra l'aria nella trachea, e successivamente penetra nei passaggi bronchiali. Come non riusciamo a inalare abbastanza aria da riempire il resto dei polmoni. Come, di conseguenza, ci manca l'ossigeno necessario a nutrire adeguatamente le cellule. Come soffoca il corpo. Come il cervello marcisce.

Come abbiamo paura di prendere un respiro. Come siamo intrappolati in rigidità e paura. Spaventati di muovere un muscolo, il diaframma. Come dobbiamo allenarci a osar respirare. Prana Yoga. Esercizi per riempire i polmoni, per aumentare la consapevolezza dell’apparato fisico, usare la consapevolezza per superare le conseguenze della repressione psicofisica.

Respirazione: qualcosa che il rivoluzionario può usare e che non potrà essere recuperato dalle forze del governo: in quanto comincia con l'innalzare la mente aldisopra delle regioni inferiori, sollevandola, libera l'immaginazione, la comprensione, la visione, la speranza, l'ingegno, Io spirito, la forza fisica, prolunga la longevità, è maschile e femminile, questo respirare dentro e fuori, riduce l'inibizione sessuale, e ne consegue una consapevolezza liberata inutile per le autorità che vogliono tenerci rigidi, spaventati, stupidi, in fuga.

Rituale: santificazione del corpo: il ripetere certe azioni prescritte allo scopo di innalzare approfondire allargare la comprensione della essenza sacra: rendere consapevole la santità: rendere la respirazione un rituale consapevole, non lasciar sfuggire la forza vitale.

Sulla meditazione: una combinazione di consapevolezza fisica esaltata e di conoscenza intensificata: mentre il corpo riposa, respirando accuratamente, nutrendo e pulendo le cellule in maniera tale da farle funzionare produttivamente, la mente viaggia aldilà dei limiti imposti dai signori delle nostre disgrazie.

15.
Meditazione. 1966.

Emergenza! i cavalieri caricano su di noi! ci stiamo consumando! deperimento! ci tocchiamo a vicenda e esplodono bombe, peste, peste, le gambe affamate che non possono ballare, gli stornaci rigonfi, i bambini, le speranze cadute, il saccheggio della gente, spazzati via dal sistema per l'intera esistenza, il sistema che è peste, aiuto, aiuto, ti chiamo ma tu sei nascosto nel tuo angolo, ti chiamo e ti vedo negli occhi spauriti pensare che io ti porti folli pene, la peste delle battaglie, la peste del cambiamento, sono il pazzo dell'apocalisse, la peste allo stadio finale, epidemia di disperazione, spessa aria fetida, morendo, diamo un'occhiata allo specchio, carne imputridita, sappiamo che moriremo senza aver amato e senza essere stati amati, la peste dell'incapacità dì esprimere l'amore che sentiamo, la terribile peste nodo di. amore inesprimibile s'indurisce nei miei fianchi fino al punto che posso a stento trascinarmi in strada, paralisi, peste, carne inespressa che mangia se stessa, cancro, nasconditi, zitto, spegni le luci, polizia, nemici, bersagli, peste di guerra, gli strumenti di tortura dell'imperialismo, piaghe infestate, plutocrazia, dinastie, peste di potenza, acque impestate, pesti di fabbriche, emergenza, emergenza, peste della compiacenza, della complicità, delle maniere aristocratiche, peste della pulizia, merda, teatro placebo*(ed. Sostanza chimica inefficace sperimentata invece di reale medicina a scopo di ricerca su soggetti-cavia non informati), teatro veleno, martelli sottomarini, assalto di discorsi a vuoto, intelligenza smaltata, peste sull'uomo nero, sfruttamento, condiscendenza, repressione, debilitazione, sconfitta, povertà, errore, e la peste dell'egoismo, la gente divisa, messa nel sacco, teste incappucciate, corde al collo, trascinati, ci urtiamo, inciampiamo per tutta la durata della vita finché cadremo per sempre, affamati, colpiti, corrosi, troppo giovani, morti nel letto esauriti dalla peste, una volta flessibili ora spaccati, incompiuti, storti, come vecchie travi, inutilizzate, scheggiate, morte. Infelicità!

Tutto questo lo sappiamo.

Questa è la vita quotidiana. Ma non ce ne rendiamo conto e non riusciamo a vedere quel che siamo: ecco perché è un'emergenza.

Applichiamo la parola emergenza quando si accelera. Siamo in un periodo di questo tipo.

Sappiamo tutto questo ma non lo sentiamo. Ecco perché nel l'unico teatro possibile è il teatro di emergenza.

Qualsiasi cosa faccia adesso sono un dottore. Ho preso la mia laurea nel riconoscimento delle cose quali sono.

Guardo il paesaggio magnifico, la luce del sole, provo l'impulso di amare, vedo Io splendore dell'architettura di Venezia, ho studiato Euclide, e letto le Proposizioni, e i sonetti, le realizzazioni mistiche dei Chassidim, la perfezione della calligrafia cinese, i paraventi, gli archi dei ponti, il talento audiovisivo del Carpaccio, il gamelan, il Partenone, i colori, ho ascoltato con cura i linguaggi umani, ho contemplato pelle messicana, seni ebrei, ho leccato ogni singola parte dell’uomo e della donna, ho esplorato la Sierra Nevada, ho visto il punto dove Eschilo frantumò la roccia in parole, pioggia, arcobaleno, neve in Svezia, l'Atlantico, il mare, il destino, vetro, artigianato, masse, processioni, dogane, costumi, acrobati, film, invenzioni, navi, riconosciuto tutte le glorie, la bellezza non mi sfugge, sono sempre all'erta, misuro la libertà dovunque vada, la lunghezza del terreno che una persona può percorrere, quanto lontano ci sì può spingere col pensiero, quanto lontano si possa andare coi giochi del corpo.

Vedo tutto il pericolo, il disinganno, non sono soddisfatto, riconosco l'emergenza in ogni luogo o cosa.

1966: non è ciò che non sappiamo, è ciò che non sentiamo.

Il Teatro dell'Emergenza è il teatro della sensazione.

Per una società insensibile, sensazioni.

Per gente divisa, unità.

Realizzazione. La gente come una, uno.

Non un teatro per il popolo, ma unito al popolo.

Riparare la frattura fra la natura umana e la mente umana. Stein. Sappiamo cosa sia odio di classe e odio razziale, ma non possiamo spingerci a fare nient'altro che insignificanti gesti liberali perché veramente non sentiamo quel che crediamo. Per cambiare il mondo.

Teatro del cambiamento. Dell'emergenza. Della sensazione.

Quando sentiamo, sentiremo l'emergenza: quando sentiamo l'emergenza, agiremo: quando agiamo, cambieremo il mondo.

Un teatro di azione.

La mia vocazione è il teatro, la mia vita è nel mondo, dunque un teatro di azione mondiale. L'arte non è una professione, ma un cammino verso la verità sia per il creatore che per lo spettatore. Ajit Mooker jee, Tantra Art.

Non puoi continuare a produrre separazioni. Quel sistema è finito. La peste della separazione. Non puoi parlare di cambiamento e restare immutato. Dunque ciò che mostri sulla scena devi viverlo. Altrimenti è completamente privo di valore. La peste della menzogna. Arte come anti-menzogna.

Può essere la sola funzione valida per quest'emergenza.

Il teatro dì emergenza, della sensazione, del cambiamento, dell'azione svela la menzogna che gli spettatori sono morti, provandone l'attività. Lo spettatore diviene attore, il teatro diventa vita, l'emergenza è la verità.

Taormina (Sicilia), 13 marzo 1966.

16.
Per Abbattere la Struttura. Teatro di Polizia I.

Se vogliamo abbattere la struttura, dovremo attaccarla da tutti i lati, lutti e diecimila.

Per la polizia: lavori teatrali che incrementino il dubbio, che mostrino ordine senza legge, Lavori che producano la consapevolezza di classe, lavori sessuali, crisi sessuali, prise sexuelle, lavori che colpiscano in diecimila forme diverse. Il progetto si chiama Mordere. Senza provocare reazioni selvagge, il lavoro che lì liberi finalmente dalla loro autorità.

Non trascinarli come squali, fuori dal mare per morire arenati sulla spiaggia, né atterrirli con impressioni di castrazione, ma un lavoro che finalmente li liberi dalla loro autorità, evocando istinti sacri, il lavoro che traduca chimica sadica in carne umana.

17.

Essendo verticale, innalzandomi in alto, homo erectus: questo atto di innalzarmi, di sollevarmi, è un atto di sfida alla natura: sorgere dal profondo del naturale al soprannaturale.

L'opera del mondo è la formazione della natura, per risolvere i problemi dell'essere che vengono posti dall'universo al genere umano. È non inchinarsi, non sottoporsi alla gerarchia degli elementi, della carestia, della morte, dell'essere soggetto abietto all'oppressione della natura, la violenza.

L'opera del mondo è la trasformazione dell'energia naturale, violenta quand'è allo stato naturale, quand'è oltre e sopra alla vita; creativa quando l'umanità diventa creatrice. Prostrato, ognuno di noi è vittima, abitante del mondo inferiore, un cavernicolo; in piedi zumiamo nella luce, sfidando il peso oppressivo dell'ombra, voliamo via.

18.

Quando si libererà l'energia sessuale del popolo, si romperanno le catene. Quando si libererà l'immaginazione del popolo, il popolo stesso, non l'artista, o chi lo guida o rappresenta, troverà il metodo e lo farà funzionare. Quando l'anima del popolo verrà demistificata, agirà con una potenza che supererà di gran lunga ogni tecnocrazia. L'artista non possiede la pianta del futuro. È il popolo che da il segnale. Solo un'azione di massa può produrre quel che si dovrà fare. Strategicamente questa è la scoperta pili importante del nostro tempo. Indica che cos'è l'opera dell'arte. I socialisti e comunisti che hanno speso mezzo secolo a proclamarlo l'hanno distorto col proporre che l'artista debba creare per appoggiare Io stato burocratico. Mentire è la natura del padrone.

19.

Ci sono sempre stati arresti banali, seguiti da scene meschine in tribunale. Una prova de Le Serve, a Parigi nella nostra camera d'albergo, ottobre 1964. E un albergo beat, Hotel Normandie, Rue de la Huchette, pago quattordici franchi, sette al giorno per persona, ogni mattina quando scendo. Devo andare a Berlino, Judith sta provando con Bill Shari, Luke Theodore e Tom Lillard. Il direttore bussa, «Madame, violation de domicile! Vous ne pouvez pas rester dans la chambre avec des inconnus sans que votre mari soit presenti Si ces messieurs ne quittent pas la chambre tout de suite, je serai contraint d'appeller la police! » Nessuno si muove, cosi lui chiama la polizia, e vengono tutti arrestati. Diverse ore più tardi, dopo essere stati sbattuti di qui e di là e picchiati, vengono rilasciati. Di fronte alla gendarmerie c'è il Bar Hong Kong, di cui parla Gènet nelle Serve quando Monsìeur, appena liberato di prigione, telefona a Madame.

A Stoccolma vogliamo andare a mangiare dopo lo spettacolo. Ma a Stoccolma tutti i ristoranti sono chiusi dopo le 9 di sera. Chester Kallman ci aveva avvertito alla vigilia della nostra partenza. «Fate attenzione, aveva detto, non troverete nulla da mangiare a Stoccolma dopo le 9 di sera». Tuttavia scoprimmo che c'era un ristorante aperto la notte, il Rode Rummet, riservato a chi lavora la notte. Nel freddo di dicembre facciamo la coda per entrare (siamo abituati a mangiare dopo lo spettacolo). Finalmente viene il nostro turno. «Voi non potete entrare qui», dice il direttore. «Ma noi lavoriamo, lavoriamo in teatro», spieghiamo. «No, voi non potete entrare qui». Rifiutiamo di andarcene. Lui chiama la polizia. Che arriva picchiando. Ci afferrano per la gola, questa è la tecnica svedese, e ci trascinano via. Non usciamo di prigione che la sera successiva.

A Rotterdam prenotiamo l'albergo, ma quando arriviamo il direttore non ha le camere che ci aveva promesso, quindi ce ne andiamo, «Siete troppo sporchi per il mio albergo, avreste dovuto andarvene in ogni caso», ci dice lui. Così facciamo, ma qualcuno si porta via un asciugamano, viene chiamata la polizia che ci arresta tutti. L'asciugamano viene restituito, ma il direttore dell'albergo non vuole che la polizia ci lasci andare, vuole che siamo perseguiti a pieni termini di legge, per togliercelo di dosso sono occorse le lacrime di diverse donne alla stazione di polizia.

A Trieste in un tableau vivant, durante i Mysteries un attore in piedi nudo immobile nella luce, i suoi begli organi sessuali risplendenti davanti a 2000 occhi nei 3 brevi secondi di illuminazione. I tableaux vivants consistono di 72 flash: le luci si accendono: 4 persone sono in 4 posizioni davanti a 4 scomparti: luci spente di nuovo per 4 secondi, e accese ancora per 3 secondi, le 4 persone sono in 4 posizioni diverse, luci spente, accese, spente accese. Qualcuno «pensa» di aver visto un uomo nudo, e cosi chiamano la polizia, che carica dentro il teatro e cerca di fermare lo spettacolo, noi semplicemente continuiamo, perché chi cazzo sono, e terminiamo il lavoro, ma dopo Io spettacolo ci arrestano tutti, proibendoci di ripeterlo la sera successiva. Questi sono alcuni dei nostri molti arresti.

La borghesia ha organizzato le cose in modo tale da poter chiamare la polizia ogni volta che lo desideri.

I poliziotti sono i loro servi. Leggere Strindberg: i servi trovano metodi per dominare i padroni in decadenza. Arrivano come vampiri. Ma vivono ancora nella casa degli orrori di Strindberg. I servi si identificano con i padroni. Génet. È questo il loro problema.

I poliziotti non sono i nostri servi. La polizia non serve la popolazione, ma le classi privilegiate. Sono i nostri fratelli ma non lo sanno e noi neppure.

20.

Il grande assassino. Il grande annegatore. Che ci annega nei suoi fluidi. II grande direttore. I grandi divisori. I grandi proprietari. Il sangue che hanno rubato. Ali. Mi colpiscono sulla schiena. Cosa posso fare. Apro la porta. Li faccio entrate. Povero me. Ho venduto me stesso. Sono diventato un oggetto. Marx. E loro, i grandi affogatoti, ci possiedono. Abbiamo anche noi la gran paranoia con cui inventiamo teatri contro di loro, i grandi prenditori.

II teatro come una cerimonia per l'esorcismo dei demoni. Pratico. Perché quando la cerimonia è finita i partecipanti hanno impersonificato la gente importante.

Gautama si tagliò le palpebre quando la sua consapevolezza si addormentò. Questo pianeta ha occhi e palpebre. Quando non vuoi prendere l'azione non vuoi respirare.

Roma, giugno 1967, Cefalù (Sicilia), aprile 1963.

21.
Teatro di Polizia II.

Colpito in piena bocca dal suo pugno destr(ista), la mano della libera borghesia : il pugno del poliziotto. Questa è la Francia, ma lasciatemi ricordare l'Irak dove la settimana scorsa hanno impiccato quattordici contrabbandieri di droga! Lasciami ricordare la tua gloria, o Signore, e la gloria dell'umanità e la macchia della nostra goffaggine, la decadenza immorale, i buchi in cui la nostra civiltà ci precipita come un impiccato. Lo stato di polizia. In questo paese possono trattenerti fino a dodici giorni per niente, per niente, per «controllo d'identità», per «investigazioni»: più di tre o quattro persone che si trovino in gruppo per strada (o in Metrò) costituiscono una riunione e possono quindi venire arrestati per manifestazione illegale. In questo modo le masse in Francia non possono parlare; tuttavia la borghesia - e perfino i poveri — sono stati indottrinati a credere che la Francia sia libera. Ma ti vediamo per quello che sei, sottile neofascismo, Francia, tu e tutte le tue sorelle.

Parigi, 2 febbraio 1970. La storia: le tariffe del Metrò aumentano di nuovo, un aumento del 90 per cento in due anni! Chi paga per questo? Chi ci guadagna?

Un lavoratore è andato al lavoro ogni giorno in Metrò, avanti e indietro, 12 volte la settimana, 12 ore la settimana, 600 ore all'anno, in 30 anni 18 000 ore nel Metrò! Quante nel corso della vita? 700 giorni di ventiquattro ore, 2 anni interi in queste volte sotterranee, 2 anni della sua vita nelle caverne della terra, i cavalieri delle caverne, il mondo inferiore!

Tre giorni fa la Cellula d'Azione del Living Theatre è andata all'Università di Vincennes per tenere un corso. Tenere un corso? Questi tempi son finiti. Allora diciamo: piuttosto che scambiare idee sotto forma di discussione (Un Buon Metodo per Asciugare Tutto), cerchiamo di usare questo tempo per creare un lavoro insieme. E cosi iniziamo.

1. «Non abbiamo bisogno di lavori teatrali, ci serve l'azione». D'accordo. «La gente impara attraverso l'azione». D'accordo.

2. Qual è la questione scottante? Risposta: «L'aumento delle tariffe del Metrò».

3. Qual è Io scopo? È che il popolo si sollevi e rifiuti di pagare? È che la gente abbia un lampo e realizzi di essere sempre stata spinta dal sistema a far cose contrarie al suo tornaconto. Comincerà la rivoluzione? Qual è la meta?

Lo scopo è che gli addormentati si sveglino. Gli addormentati sono il popolo.

La vita è un sogno. È sveglio solo chi ha messo da parte il mondo. Lo scopo è risvegliare lo spirito addormentato della rivoluzione, questo è seguito da luce del mattino, chiarificazione rivoluzionaria e eventualmente (presto) azione rivoluzionaria. Creare agitazione, un atteggiamento critico. Il primo traguardo verrà raggiunto quando il popolo stesso comincerà a prepararsi.

Studente: «In questa stanza non si può parlare perché ci sono troppi agenti. Tutto quanto possiamo fare è parlare in termini generici». «Possiamo quindi dividerci in cellule per parlare in termini specifici?» D'accordo. Ma mi è chiaro che già lo si è saputo. Sicuramente ci sono agenti qui, come dappertutto, STATO DI POLIZIA. L'intera operazione di lunedì verrà accuratamente osservata e controllata. Ma da questo impareremo.

Vengono formate le cellule. Ciascuna cellula fa il suo lavoro. La Cellula d'Azione del Living Theatre fa il suo lavoro. I suoi progetti per la Rappresentazione Metrò: Morte da Metrò.

Ci lavoriamo due giorni. Il pezzo dura quaranta secondi. Se tutto va bene potremmo farlo 20, 30 volte in 20, 30 stazioni per l'intera giornata, lunedì...

Progettiamo quindi la strategia. Preimmaginando tutte le possibilità.

Lunedì mattina prima di fare Morte da Metrò due di noi vanno a osservare un altro gruppo in azione.

Facciamo la fila per comprare i biglietti. Le sette del mattino. È chiaro che sto vedendo facce che non vedrò mai dentro un teatro. Che diritto ho di presumere che il teatro possa interessare a chiunque?

Interessa a chi ha ricevuto quel genere di condizionamento che rende il teatro di qualche interesse per loro. Ma neppure il vecchio teatro potrebbe interessare quelle persone. Perché dovrebbero essere interessati alle passioni dì Faust o di Fedra? L'aristocrazia intellettuale borghese crede universale ciò che lo è soltanto per se stessa, eppure la struttura sociale ci fa credere che nessun teatro possa venir creato aldifuori del suo dominio. Crede in se stessa come Eden finale, un'autoillusione che è stata forzatamente iniettata nella consapevolezza generale. Ma ci si libera di tale insolenza grazie alle danze e ai rituali delle società primitive. La risposta è un'estetica diversa. L'aristocrazia ha codificato la bellezza in base alla propria immagine. La sessualità viene palesemente repressa. Studi (Kinsey) di abitudini sessuali in classi diverse mostrano che quando i proletari fanno l'amore si hanno meno preliminari. Vanno direttamente ai centri dei chakra? Se ne sbarazzano più rapidamente? Hanno una disposizione minoro? Sono troppo stanchi? La bellezza che vedono è differente, ha diversi colori, l'intero campo di riferimento è qualcos'altro?

«È probabile che il processo di civilizzazione, il processo intellettuale e l'acquisizione, ci abbiano portato all'abissale zona delle possibilità dove non si può più sperimentare Dio. La nostra civiltà ci ha reso gente senza dio. A questo grado di civiltà non possiamo credere in Dio». R. D. Laing.

Che genere di teatro per persone che passano fra 700 e 1000 giorni della loro vita in gallerie. Loro...

Andiamo all'appuntamento n. 1, prendiamo il Metrò per l'appuntamento n. 2. Aspettiamo. Stiamo perdendo troppo tempo. Nervosi. All'appuntamento n. 3. Aspettiamo troppo. I compagni Q & R arrivano. È il segnale. Q & R si dirigono verso la cabina della stazione per impadronirsi del sistema di altoparlanti. Gli altri cominciano a distribuire volantini. La polizia! Dispersione. Pierre B. e io ci muoviamo lentamente per non destare sospetti. Dopotutto, siamo solo osservatori «en passage». Poliziotto mi afferra per il gomito sinistro, mi rigira, sangue di Beck macchia dimostrazione pacifica.

Che la gente possa sapere. Tutta la conoscenza al popolo.

«Per porre fine alla divisione del lavoro e della conoscenza». Comitato d'Azione del 13° Arrondissement, Programma Politico approvato dall'Assemblea Generale del 25 maggio 1968.

Come possono le masse trasformarsi in qualcosa di più che una massa amorfa?

«Le idee della classe al potere sono in ogni epoca le idee dominanti: ossia, la classe che è forza dominante della società è allo stesso tempo la forza intellettuale dominante, la classe che ha a sua disposizione i mezzi di produzione materiale, ha allo stesso tempo il controllo sui mezzi della produzione mentale». Marx, citato da Danìel e Gabriel Cohn-Bendit.

«Per questo un anno di rivoluzione diede al proletariato russo il genere di educazione che anni di lotta parlamentare e sindacale non riuscirono a dare al proletariato tedesco», Rosa Luxembourg, citata dai Cohn-Bendit.

Dodici arrestati. Nel cellulare il poliziotto che mi ha colpito ci vomita addosso insulti:

«Mi fate rimpiangere di non essere stato nelle SS, allora sì che mi sarei potuto occupare di voi e della vostra specie. La gente vi odia! Non vogliono la vostra merda! Non fate altro che fomentare disordini! Ecco perché dobbiamo occuparci dì voi!»

Un giovane operaio arrestato con noi ribatte:

«Ecco perché dobbiamo occuparci di voi!»

Pugno Grosso: «Sei troppo giovane per romperti i denti. Sei troppo giovane per aver denti falsi. È più difficile mangiare con denti falsi».

Operaio-Attivista-Anarco-Sindacalista: «Non c'è mica tanto da mangiare».

Dopo quattro ore ci lasciano andare. Ufficialmente «dodici dimostranti sono stati fermati per controllo d'identità», dice la radio. Questa è la sottile copertura che la Polizia francese usa per sconvolgere il teatro di strada.

Teatro di Guerriglia. Dove? Come? E non ci resta molto tempo.

Croissy-sur-Seine (Francia), 3 febbraio 1970.

22.

«Per tradizione la polizia odia gli studenti francesi, che vengono considerati come i figli viziati della borghesia - in verità nel loro modo fascista, si attua la loro partecipazione alla lotta di classe». Daniel e Gabriel Cohn-Bendit. Le Gauchisme. (Obsolete Communism, the Left-Wing Alternative).

Teatro di Polizia III.

Fanno sempre il loro. La loro stessa presenza è il momento culminante. Sono sempre in costume, perfino quando sono in borghese. Infatti, in borghese recitano realmente un ruolo quale noi intendiamo nei termini del vocabolario teatrale classico: assumono un personaggio diverso dal loro, si travestono, mettono la maschera, imitano abitudini e caratteristiche, cercano una posa, uno sfondo contro cui possano muoversi come personaggi. George Demmerle, un fascista, lavorò pagato dall'FBI per quattro anni circa, cooperando con gli attivisti di sinistra, mettendo perfino bombe a New York - United Fruit Company, Edificio della General Motors, della Chase Manhattan Bank, l'Armeria della 69" Strada, 1969 - quei sensazionali attentati che scossero la calma mondiale. Tutto il tempo mascherato da pazzo di sinistra. E successivamente informò L’FBI in modo che furono effettuati degli arresti* (ed. Sam Melville, uno degli arrestati principali, fu massacrato dalla Guardia Nazionale durante la la volta del penitenziario del Attica, settembre 1971, di cui venne considerato uno dei promotori.) e il pubblico rimase soddisfatto. Recitò la sua commedia, la commedia della spia, informatore, provocatore dì destra, vendicatore.

È notevole che per quattro anni Ì suoi amici di sinistra furono incapaci di smuoverlo dalla sua realtà: non lo convinsero con la forza del loro amore, la bellezza dei loro principi, la persuasione della loro passione, a attraversare la linea, a recitare la commedia di traditore della sua classe, la Polizia, a vendicare se stesso, e diventare effettivamente quello che impersonificava, a diventare un rivoluzionario. Non sappiamo fino a che punto avesse contribuito a costruire e collocare quelle bombe: forse interpretò un ruolo del tutto particolare: quello della schizofrenia che dice: «A farvi fottere, terroristi, a farti fottere, borghesia - (Bombardo i vostri edifici) - a farti fottere, polizia - (Io aiuto la sinistra), a farsi fottere la mia anima eterna - Io succhio la linfa di ciascuno! »

Cosa ci insegna questo come attori. Che uno deve recitare tutto con una tal convinzione da fare si che la forza della verità, la forza dell'amore e la forza della vita siano irresistibili per tutti gli altri attori con noi sulla scena, in maniera tale da trascinarli nel rituale magico di girare la ruota e riportare la terra al suo gioioso stato di cambiamento creativo.

La polizia è sempre nel dramma. Sempre recitando l'Eroico Protettore della Classe Dirigente, che persino la Classe Dirigente detesta (alla mentalità dei ricchi, la prigione fa più spavento che ai poveri, o al rivoluzionario che se l'aspetta a ogni momento). «II Sig. Antropus è una persona veramente per bene, marito e padre eccellente, una colonna della chiesa, che tiene a cuore i migliori interessi della comunità. Naturalmente ogni volta che incontra un poliziotto i suoi muscoli si irrigidiscono». Thornton Wilder.

Ogni volta che siamo andati alla porta del teatro alla fine di Paradise Now abbiamo trovato la polizia in attesa per impedirci di uscire nella strada. Ci hanno mostrato chiaramente che il nemico della libertà è evidente nel corpo del poliziotto. Liberare la strada: non puoi: almeno finché il potere della polizia non sarà distrutto, esaurito, trasformato. Come? Ecco cosa intendo quando parlo di teatro di polizia.

Bisogna scrivere una sceneggiatura, bisogna trovare un metodo per penetrare nella polizia in modo che possano disertare, come i soldati, l'esercito. Sogni a occhi aperti. Vani, inutili. Comprendono la vita solo in termini di crudeltà, una formula che si conclude sempre con la punizione.

Un suggerimento per la sceneggiatura: richiamarsi ai loro sogni, le speranze soppresse, i loro desideri reali. (Con ostilità e pietre attacchiamo la loro consapevolezza, e dì conseguenza li spingiamo a rinforzare le difese). Ci occorre il raggio invisibile che giri intorno intorno agli angoli, una controcultura, che penetri nello scroto. Strategia per liberare la mente.

L'obiettivo è dì offrire al poliziotto ruoli che superino in piacere il ruolo del poliziotto. Creare un nuovo spettacolo per appagare il suo ego e il suo cazzo bramoso.

23.
Teatro di Polizia IV.

Come evitare un bagno di sangue quando le forze della reazione si muovono con i loro eserciti, con la polizia? La bella rivoluzione non violenta? Come?

Immaginiamo che gli operai occupino una fabbrica e vadano a dire al padrone, «Ecco come stanno le cose ora. Se vuoi unirti a noi fallo, lavora con noi, ma non come padrone, come uno di noi, nel lavoro di produzione, nel consiglio di fabbrica, quando sarà il momento - ogni sei mesi circa formiamo un nuovo consiglio e prendiamo le decisioni, prima o poi ognuno partecipa al consiglio».

E il padrone dice, «No! La fabbrica non è vostra! » e chiama la polizia (o l'esercito o la marina). La polizia arriva. Ma i poliziotti sono, -dopotutto, figli della classe operaia o del lumpenproletariato, e loro stessi classe lavoratrice; per anni l'opera della rivoluzione lo renderà chiaro, sempre più chiaro...

La polizia arriva in fabbrica e gli operai dicono, «Fratelli, non sparateci!» E la polizia risponde, «Fratelli!» e non sparano... Questa è la rivoluzione non violenta.

24.

Il liberale dice: «Non si può rifiutare il dialogo con nessuno, perciò devi parlare con me. Nel mio teatro». Sofismi del liberalismo.

Polemica. I liberali cercano di vivere al confine fra due mondi, il mondo della reazione e il mondo della rivoluzione. Naturalmente nessuno si fida di loro. Ciò che tessono di giorno disfano la notte. A volte pagano la cauzione per tirarti fuori di prigione. A volte ti nascondono quando arriva la polizia. Qualche volta pagano il tipografo per i manifesti, Votano. Pagano le tasse. Partecipano a blande azioni. Cercano di riformare il sistema, ma non di rifarlo. Sperano in una lenta trasformazione che non sconvolga le loro case. Gradualismo. Quando arriverà la rivoluzione alcuni liberali cadranno in una direzione, altri nell'altra. Tempo di tracciare la linea. Le carte in tavola. Fare teatro per loro ha un'utilità, ma non provocherà la rivoluzione senza cui tutta l'arte, la magia, la filosofia, la religione e tutte le scienze e tutto il progresso tecnologico non saranno altro che deboli impulsi spasmodici dì un pianeta mostro estinto.

25.
Meditazione. 1969.

questo libro riguarda
il ruolo dell'artista nella rivoluzione:

non e sufficiente scrivere poemi per illuminare gli intellettuali: per 400 anni ho penato sulla base della falsa teoria che si può rivoluzionare la consapevolezza della borghesia o dell'aristocrazia attraverso il veicolo dell'arte, e successivamente loro avrebbero trasformato il mondo intero...

I filosofi spiritualisti hanno fatto lo stesso errore. Il concetto che «sapere», arte «superiore» e «profondo» pensiero esistano solo per gruppi privilegiati - e non per il popolo - nega/degrada il senso di arte e scienza come sacra bellezza. Come abbiamo fatto a non accorgerci di questo?

Siamo stati ingannati (noi gli artisti di élite) allo stesso modo in cui viene gabbato il popolo?

Capitalismo e Stato costruiscono teatri grandiosi per contenere la cultura teatrale. Allo stesso tempo in questi luoghi l'arte libera la consapevolezza, la stretta dei demoni si restringe.

A cosa servono le opere complete di Strindberg, Tolstoj, o Eschilo se simultaneamente lo spettatore viene sempre più incatenato dalla schiavitù del sistema.

A cosa servono gli orgasmi lirici se devi pagarli con... il tuo sangue... la tua morte... la tua anima in ghiaccio...

Se devi pagare, chi è la prostituta.

Sono la prostituta, sotto amfetamina, il tuo compenso paga per la mia droga, mettimelo in culo. Se io sono la prostituta, lo sai cosa sei tu, Charlie. Pensi che possa andare avanti sempre cosi?

Noi, attori, non indosseremo più questi viola turco indiani per attirarti nel palazzo profumato della sicurezza. Dichiariamo l'indipendenza dell'attore. Libertà dalla degradazione per il lavoratore-interprete. Fuori dai graziosi bordelli-prigione. Nelle strade. Il mondo. Abbandoniamo le arene delle puttane. Ah, la magia delle puttane, la perversione del possesso da parte di padroni mascherati, Oh, no.
Comitato di Liberazione degli Attori

Cosa sarà il prossimo spettacolo verrà stabilito quando usciremo dalla gemmata scatola-carcere, questa Prigione Dorata. I prigionieri non sanno cosa faranno quando usciranno fuori dal carcere. Sognano soltanto.

Sono spinto dalla follia della mia sanità mentale.

Per quarant'anni sono stato educato a essere un artista, a servire la cultura in qualità di artista. Sto cambiando quello che avrebbe dovuto essere il mio destino. Mi dicono che non saprò come spuntarla, là fuori, per strada. Vedremo.

Per venticinque anni una magnifica cortigiana. Ora a battete la strada. Vedremo.

Il Teatro dei Cambiamenti.

Vocazione di essere fra l'avanguardia, insieme ai matti e agli eroi, ecco dov'è l'estasi, ecco dove voglio andare, ecco dove riesco a vivere.

Mi piace dove c'è azione. Se è utile...

Parlo sempre di nutrire tutti. Io che non ho mai dato da mangiare a nessuno. Solo pietre.

Improvvisare con il pubblico mi ha fatto scoprire che non tutti sono esibizionisti o estroversi (la timidezza ha una gran bellezza) ma che ognuno è un artista creativo. La repressione Io nasconde.

Lo scopo di portare il teatro nella strada è distruggere la repressione. Disconnettere l'arte e il pubblico (la gente) dalle arti repressive della civiltà, quelle arti che servono le forme repressive della società, le rinforzano, le rappresentano. La parola è liberazione. Nessuno che non sia libero di mangiare è liberato.

Ho la pianta? No. 1969. Aspetta qualche anno.

Nelle strade dove l'attore più importante è probabilmente Pane, il superobiettivo dell'attore-artista-attivista è l'utilità.

Ma insisto che sia sempre grande arte. Judith.

Grande arte significa che sarai spazzato fuori, come dal vento (forze invisibili), dalle solitarie celle delle prigioni della sofferenza. Grande arte come chiave per l'evasione. Grande arte non solo come creazione, ma come chiave per la creazione. Grande arte è una specie di liberazione.

Sempre la più bella risposta per la domanda più bella. Cummings.

Come può il teatro dar da mangiare a tutti e non uccidere nessuno?

Sempre la stessa bella domanda. 1969.

Come derubare la morte del suo potere? Gutkind.

Come effettuare la bella rivoluzione anarchica non violenta?

Sempre la stessa bella domanda.

Urbino (Italia), 12 novembre 1969).

26.
Meditazione su Recitazione e Anarchia.

Il problema della posizione autoritaria del regista. Non essendoci nessuna funzione più importante di un'altra in una società libera. In quanto tutte le diverse funzioni compongono l'intera cosa. Senza un dito sono vivo. Senza un cuore.

I Mysteries non hanno avuto regista. Li creammo in meno di quattro
settimane, effettuando cambiamenti di tanto in tanto nei mesi successivi. Alcuni membri della compagnia hanno contribuito più di altri. Cosa significa?

«In una creazione collettiva
si devono dare diversi contributi.
Di peso differente
e differente importanza:
ciò non significa che siano tutti uguali
o che quell'opera non sia collettiva».
Joe Chaikin
Sao Paulo, 9 agosto 1970.

Judith e io ancora in posizione di governo. Ci sentiamo a disagio. Ci dimettiamo senza che se ne accorgano. È bellissimo.

Frankenstein variò di più. Judith e Julian sempre primi alla carica. Alle nostre segnalazioni altri spinsero più forte. Collaborazione totale: regia testo recitazione luci scenografia costumi tutti gli elementi.

L'azione è evocare reciprocamente Io spirito di se stessi, e in se stesso capire il genio degli altri, e successivamente esprimerlo. Comunicazione.

Il momento di apoteosi quando un collettivo di individui diventa se
stesso. Dov'è il regista? Lui-lei sono degli splendidi partecipanti, non
più alienati dagli attori, gli attori dal regista.

Frankenstein rifiutò la coerenza fra tempi assegnati e i rigidi orari del regista.

Frankenstein minacciò di inghiottirci. Diverse volte. Il pubblico di Venezia e Berlino nel 65, Cassis nel 66, applaudì degli annegati. Siamo affogati e tornati indietro molte volte.

Sono volato in alto *(ed. I got high »ha un preciso riferimento al linguaggio nel1a droga. Per questo, anche in seguito in casi analoghi, si è sottolineato l'equivalerne, e non così diffuso, termine italiano)per vivere.

E alla fine non puoi più, non vuoi andare a dormire, subentra la fatica, il Mistral amante folle, la stanchezza, l'intossicazione più alta. Michaux.

A Reggio Emilia, lavorando su Frankenstein, abolimmo tutte le discussioni.

Fu necessario controllare un progetto di cui non eravamo stati capaci di misurare i bisogni. Dominò il suo stesso destino. Tuttavia, i registi, J & J, stavano costruendo lo spettacolo per il talento di una compagnia dì attori che conoscevano intimamente. Gli attori diressero se stessi per mezzo del regista.

Northeim (Germania), 19 agosto 1966.

27.

E allora Mogador diventò pericolosa e tutto il mondo diventò pericoloso, pericoloso ogni minuto. E tu cominci a lavorarci contro. A volte significa la creazione di un nuovo concetto necessario per sopravvivere.

E una corsa, esamina il percorso dove si svolge: lame di spade, un pò di semi di papavero, parassiti, ombre, metà della gente sì comporta come se fosse sepolta nel cemento fino alla vita, come puoi riuscire a smuoverla. Attenzione ragazzo, la disperazione non è il nostro gioco, è sempre dalla parte di chi perde. Non c'è garanzia dì sicurezza. Morte bastarda. Scegli la vita. Porta scarpe con ali d'argento. Corri.

È un mio lusso parlare della corsa quando le mie sorti quotidiane di sopravvivenza e avanzamento sono garantite dal sistema. Sarò protetto, fino a un certo punto, dalla mia classe.

Cosa ne faccio? Cos'è colpa per me? Non posso viverci. Colpa sono le Furie. La mia intera vita, e la vostra, consisterà nel calmarle. L'unica possibilità. Quando noi rivoluzionari saremo abbastanza. Stiamo cercando di arrangiare le cose in modo che grazie al numero accada finalmente un'azione consapevole. Seguire la direzione generata da una struttura cellulare in espansione.

Attacca da tutte le parti.

Sono diviso da te e tu da me fino alla morte, e niente unione. Perché dovrebbe essere altrimenti? Che vantaggio se non ci fosse un burrone fra noi? Ma conosci la tristezza del mio cuore che salta i battiti. Tutti separati. Sbagliato. Ognuno differente, ognuno un individuo, ma tutti in relazione uno con l'altro, reciprocamente dipendenti.

Senza di te non esisto.

Prove: Punizione estrema: essere separati dalla vita. Nello Yemen giustiziano gli omosessuali gettandoli da una rupe. Questa è l'antica legge. Oggi li buttano da un aereo. Oggigiorno in California Caryl Chessman giustiziato nella camera a gas per aver commesso «atti sessuali innaturali». Punizione estrema: segregazione cellulare.

L'essere umano, perfino con la nostra povera impercettibile espressione blesa, i nostri deboli tentativi di comunicazione, il nostro corpo totale difetto e fallimento, HA BISOGNO, della presenza metafisica, la vicinanza di altri esseri viventi. Un cane. Un gatto. Un uccello. Una formica. Un topo. Un uomo. Una donna.

(La prima cosa in prigione è essere tagliati fuori dal sesso. L'esperienza eterosessuale è automaticamente abolita, e i contati omosessuali sono perseguiti, snidati, proibiti, strettamente sorvegliati, presi, puniti).

Ho bisogno di te. Sei il mio dottore, il mio agente guaritore.

II nemico è: mancanza di armonia: l'armonia è repressa dal sistema: pace non vuoi dire un mondo senza conflitti, ma senza violenza. Danilo Dolci. Vivere in armonia non è senza conflitti, ma le decisioni sì succedono come stagioni, naturalmente.

Brescia (Italia), 24 ottobre 1969.

Di più. Attacca da tutti i lati, sai come.

Chi produce il mio cibo, coglie il mio chicco di caffè, fa musica nel mio orecchio, pone cavi transatlantici, pulisce la mia fogna, fa inventare alla civiltà crowfoot [Una delle prime nazioni indiane d'America che abbiano realizzato una vita comunitaria] il sogno di comunità, chi inventa la Cina, la lingua cinese, chi fa scarpe per i miei piedi, chi è il culo arabo per la mia lussuria. Dipendo da tutti.

Chi dipende da me?

Chi sono io per il peruviano che carda lana, per la donna dì Hong Kong che dipinge la mia bambola che scoreggia, per il giapponese che secca alghe, per chi dorme nelle strade di Bombay, per chi zappa colline rocciose. Succhio il loro miele e li pago con abbastanza topi da mangiarli vivi. E qual è la mia azione di equilibrio. La carta è il Giocoliere. Gioca.

Lo sfondo e un treno primitivo, costruito dalle Ferrovie inglesi alla fine del xix secolo o all'inizio del xx, America latina, miseria. Bambini indifferenti, fatalmente condannati. Le vecchie con le piaghe, il morso della notte gelida, l'orina persistente, della gente pulita interrata nella sporcizia, i sedili di legno e il treno che traballa continuamente, lo spiare interno, fame. Ah, un uomo che vende sandwich di formaggio e prosciutto, pasto di stile nordamericano, passa periodicamente lungo il corridoio, ma nessuno ha denaro per acquistarli. II treno non ferma mai, interminabile treno notturno per Mogador. La maggior parte del pericolo non vale la pena. Ma questo sì.

Chi si aspetta un atteggiamento santo? Nessuna responsabilità. Mi dico soltanto: qualcosa fa male, che cos'è, cosa si può fare per guarirlo.

Chi dipende da me. lo dipendo da tutti. Come posso reciprocare la relazione. Cosa restituisco all'operaio tessile? La mia arte?

Nel grado in cui si effettua la relazione reciproca fra le parti: armonia, equilibrio, pace ecologica, e l'organismo, cioè il nostro mondo, sia in uno stato di espansione creativa, o di disintegrazione distruttiva.

Milano (Italia), 28 ottobre 1969.

Senza dottori, 1962, per pomparmi l'aria fuori dal polmone bucato (dopo essere stato picchiato dalla polizia durante una dimostrazione di protesta in Times Square contro la decisione del Presidente Kennedy di riprendere gli esperimenti nucleari nell'atmosfera), non sarei sopravvissuto. Dipendo dai dottori. Sei un dottore? II pianeta muore. Un suicidio... Quando sono tagliato via da te. Dichiaro il mio grande amore dipendente.

Sono un portatore d'acqua indostano sono riso sulla groppa di un asino messicano sono il prodotto dei datteri libici sono Intolleranza Russa sono Orgoglio Americano sono Repressione Islamica, sono oasi sono attore e spettatore.

Lavoro in teatro per aprire le porte del granaio, aguzzo la consapevolezza, taglio i sipari, sipari dell'inganno, ballo, così insieme passeremo aldilà, dove nessuno può andare da solo.

Milano, 31 ottobre 1969.

Attaccandolo da ogni angolo.

E' il teatro della fuga. Dalla morte.

I vampiri succhiano via via la nostra energia e pietà finché diventiamo inutili: prevedo il Museo del Pianeta Terra che gli esploratori di un'altra galassia scopriranno e visiteranno un giorno come noi studiamo lo Yucatan o gli Imperi del Nilo.

Milano, 1° novembre 1969.

II passato e sempre stato contrario al presente. La continua lotta per liberarci dal passato produce la nuova vita dei tempi futuri. Affinché la vita si perpetui, ossia, per restar vivi, la vita deve cambiare.

Attaccarsi - non attaccarti all'onda - al passato e necrofilia, genera corruzione, morte. E' un affare amoroso sterile, e insicurezza, perpetua sempre la morte.

E ora, tardo secolo, le cose avvengono più presto, più presto, più gente, più consapevolezza per mille, più chimici, fisici, ingegneri, poeti, visionari e rivoluzionari per mille, più idee per mille, più bucature dell'involucro che ci circonda, Alfred Whitehead, più opposizione, più rigidità. Bisogna muoversi rapidamente. Lo stiamo facendo.

Ma non abbastanza velocemente. Si profilano visioni di finimondo. Gli indiani del Nord America videro la fine della loro civiltà, del loro popolo. E ballarono le loro Visioni di Morte e Resurrezione, fecero la Danza degli Spiriti nelle Grandi Pianure, nella neve, avvolti in coperte, fra freddo e disperazione, ballarono la visione dell'annientamento dell'Uomo Bianco e la riapparizione del Nobile Selvaggio e delle sue mandrie di bufali, il suo granturco rosso nero e giallo. E vediamo anche il barlume di qualcos'altro come se le nostre anime mozze sorgessero e corressero libere, nell'abbondanza e nella bellezza del luogo, e tutto lo splendore spirituale che ora riempie il paesaggio come membra amputate. La gamba della sedia su cui sono seduto è la gamba del taglialegna che la tagliò?

Ripeto: se potessimo sentire allora sentiremmo il dolore e il dolore sarebbe così enorme che lo faremmo finire. Artaud. Siamo pazzi perché sopprimiamo le nostre sensazioni, ecco perché Mogador è diventata pericolosa.

Finire la separazione. Finire il dolore. Questo ci porta all'anarchia.

Milano (Italia), 1° novembre 1969.

28.

«Le rivoluzioni vengono come un ladro nella notte. Sono prodotte dalla forza delle cose. Si preparano a lungo nelle profondità della coscienza istintiva delle masse popolari - quindi esplodono, spesso apparentemente attivate da cause futili». Bakunin.

29.

I nomadi vivono vite più brevi ma la vasta portata della loro esperienza è il loro compenso.

Dentro e fuori dai teatri. Caricando e scaricando le macchine, dentro e fuori dagli alberghi, neve, pioggia, ghiaccio, nessuna base, è come essere un postino, una carovana, una rotta di rifornimento. In un periodo in cui lo sciovinismo domina la gente è un piacere che rida la vita attraversare frontiere, anche se i doganieri hanno cominciato a frugarci nelle tasche, nei buchi del culo e nelle rilegature dei libri cercando qualcosa di sovversivo. Per quanto abbiano torto hanno ragione poiché io voglio sovvertire questa prigione. Ma il respiro comincia a mancarmi, i muscoli si irrigidiscono, tremo e consumo le ghiandole della paura. Mi tolgono una o due ore di vita semplicemente cercando, ma impiegano anni, e coll'accumularsi del mio sdegno, sdegno irreprensibile, tolgono ancora più tempo alla mia vita. Mi stanno condannando a morte un pò più presto. A causa delle trasformazioni che mi fanno subire. Questo è quanto fanno le guardie di confine. Il nazionalismo è una delle prime cose da far sparire dopo il sorgere del sole, compagni.

Non vogliono proprio che uomini coi capelli lunghi viaggino da un luogo all'altro. In alcuni paesi come il Messico non ti fanno neppure entrare, in altri paesi come il Marocco tentano di farti tagliare i capelli alla frontiera. Vanno anche a caccia di letteratura: qualunque cosa con la parola «anarchia», che sia in vendita o no nei negozi del paese in cui entri, li mette in movimento. Suppongono di poter impedire alla mente di respirare e di espandersi, stan diventando matti.

Ma il sacro corpo dell'essere umano non è proprietà dello stato, né dei beni immobili. Sono nato su questo pianeta, è tutto nostro, su questo pianeta sono nato, non in questo o quel paese; leggi d'immigrazione, visti, passaporti, linee artificiali, possesso e controllo, lutto questo appartiene al mondo inferiore, il mondo della reificazione.

Governo Mondiale è Illusione Mondiale. La guerra diventerà guerra civile, un presidente comanderà con la forza ora distribuita fra 150, la Legge rimarrà in piena gloria, tutti i demoni, proprietà, denaro, polizia, carte d'identità, passaporti e ispettori ufficiali serviranno per controlli di sicurezza.

Propongo di usare il teatro per diminuire la dipendenza dell'io sin dei cittadini che della polizia dal nazionalismo, originato dal possesso perverso, sadico. Propongo di usare il teatro come una forza per diffondere l'esperienza del cosmo, per cacciare dall'universo i nostri pensieri morti come foglie appassite per affrettare la nuova nascita.

Propongo di usare il teatro per finire la separazione, per distruggere le perverse barriere del possesso che dividono la terra, nostra madre, e impediscono il fluire continuo di cibo e di Me e Te.

Croissy-sur-Seine, Rio de Janeiro, Ouro Preto, 10 marzo 1970 - 21 maggio 1971,

30.
Note per una Dichiarazione sull'Anarchia e il Teatro.

Lo scopo del teatro è di servire ai bisogni del popolo. Il popolo non ha servitori. Il popolo serve se stesso.
Il popolo ha bisogno della rivoluzione, di cambiare il mondo, la vita stessa. Perché il mondo in cui stiamo vivendo è troppo pieno di dolore e di insoddisfazione. Fatalmente doloroso per molte persone. Per tutti noi.
Questo è un periodo di emergenza. Quindi il teatro dell'emergenza è il teatro della consapevolezza.
La prima cosa e nutrire ognuno, finirla con la violenza, e liberarci
tutti. Questo è il significato dell'anarchia nel nostro tempo.
Il teatro dell'anarchia è il teatro dell'azione.
La schiavitù del denaro deve finire. Questo significa che l'intero sistema monetario deve finire. Una società di beni liberi, liberamente prodotti, liberamente distribuiti. Prendete quel che avete bisogno, date quel che potete. Il mondo è vostro per amare e lavorarci. Niente stato, niente polizia, niente denaro, niente baratto, niente confini, niente proprietà. Tempo e disponibilità per cercare i beni, per cercarsi l'un l'altro, per fare viaggi nella profondità della mente, e sentire, per scoprire cosa sia avere un corpo, e cominciare a usarlo e a trame gioia.
II teatro deve lavorare con la gente per distruggere i sistemi della
civiltà che proibiscono lo sviluppo del corpo e della mente. Per lavorare in molte fabbriche bisogna impedire alla mente di funzionare affinché non muoia per l'umiliazione o l'offesa. Bisogna impedire al corpo di sentire affinché durante il giorno non abbia dei sussulti di consapevolezza.
Questo è il compito del teatro.
Il teatro deve finirla di essere un prodotto comprato e pagato dalla
borghesia. L'era del comprare e vendere deve finire. Il teatro deve finirla di essere il servo di un sistema in cui le sole persone che vanno a teatro sono quelle che possono pagarlo.
I poveri sono diseredati. Bene, artisti attivisti reciteranno nelle strade.
Andremo a dirgli cosa sta succedendo, e quanto sia orribile.
E cosa possono fare per cambiare le cose.
E qual è la destinazione - l'obiettivo della rivoluzione -
E come arrivarci:
come fare la rivoluzione, metterla in essere, e cosa fare quando l'abbiamo realizzata e come portarla avanti.
L'artista rivoluzionario troverà metodi per inzuppare la gente in una tale bellezza che faranno a pezzi le bandiere e sovvertiranno gli eserciti, formeranno comuni e cellule e una società in cui vi sia una possibilità di esistere.
Perché la società borghese non dice alla gente cos'è la bellezza. I ricchi si sono appropriati dei segreti con la loro educazione esclusiva, con la loro avidità, e la gente viene avvelenata dal mercurio dei mass media.
La gente che lavora rileverà i mezzi di produzione, occuperà le industrie e le trasformerà tutte in fabbriche di cibo abbigliamento protezione calore amore e mente allargata.
Questo succederà.
E noi faremo questo esorcizzando ogni violenza, e le cause della
violenza, il bisogno di violenza, la violenza in tutte le sue forme, violenza delle mani, dei denti, delle bombe, della polizia, dell'esercito, dello stato, della legge, della terra, dei beni immobili, della proprietà, dell'educazione, sociale, politica, morale e sessuale.

Questo è il compito del mondo.
E questo compito del mondo è l'unico compito del teatro:
perché il teatro è prima di tutto il luogo dove balla il popolo
e quindi dove gli dei ballano in estasi soltanto tra il popolo.
E perciò indirizziamo questo teatro a Dio
e al popolo
che sono la destinazione della più sacra
sacra sacca rivoluzione.

Avignon (Francia), 7 giugno 1968.

31.
Esercizi di Recitazione: Note per una Lezione Elementare (1).

Non sottoporsi a una lezione di recitazione qualora non sia chiaro il suo scopo specifico. Il corpo, qualora non sia stimolato da un impeto ispiratore, non reagisce con interesse. I movimenti, e conseguentemente l'espressione, sono vuoti in quanto privi di significato.

Il Living Theatre a volte lavora così: troviamo un'idea che vogliamo esprimere fisicamente. Successivamente facciamo quanto è necessario per realizzarla. Se richiede speciali esercizi, poi li facciamo.

Ogni volta che lavoriamo fisicamente scopriamo cose che non avremmo mai potuto trovare se non avessimo fatto altro che pensare.

Raramente siamo riusciti ad aver tempo sufficiente per fare esercizi. C'è appena tempo per fare Io stretto necessario. Emergenza.

Sapendo in ogni momento che se non si vive fisicamente i poteri della mente diminuiscono.
Facciamo dunque yoga sempre individualmente, nel corso della giornata, mentre compiamo altre cose controlliamo regolarmente il respiro, la posizione, i movimenti. E la consapevolezza che il corpo ha di quanto lo circonda, e dello spazio.

Per addestrare il corpo a espandere le sue normali capacità. Per espandere immaginazione e intelletto. Gli esercizi non devono servire per educare il corpo a esprimere banalità. Vogliamo cose ancora sconosciute alla consapevolezza controllata che ci sta rovinando. Se la sensibilità non viene innalzata dall'esercizio, e sì esprimono solo banalità, resteremo quello che siamo, frustrati, insoddisfatti, storpiati.

Esercizi senza scopo rafforzano l'accessibilità del banale.

Allo stesso tempo è importante nutrire il corpo con l'uso. Il corpo lo capisce, ma degli esercizi senza obiettivo confondono la mente.

Esercizi di Recitazione; Note per una Lezione Elementare (2).

Joe Chaikin:

« Ci sono due generi di Gruppi:

1. Incontro:
per scoprire, sfidare, conoscersi,
a tale scopo non c'è mai fine,
non c'è mai fine per conoscersi combattersi l'un l'altro.
2. Un Gruppo di lavoro;
una collaborazione:
per effettuare, penetrare, costruire, creare qualcosa.
Questo gruppo richiede relazioni ma è quasi senza rapporti con i rapporti cercati dal primo gruppo.

Rapporto: se ci guardiamo intensamente
ori teniamo vicini
o ci tocchiamo in modi d'amore
ciò non vuoi dire che avremo un rapporto.

Quel che potrà attuarlo è qualcos'altro.

Una distinzione di intenti:
Alcuni gruppi sono psicologici, e altri gruppi
hanno come obiettivo definitivo:
creare qualcosa.

L'improvvisazione ha i suoi requisiti indipendentemente da te. Se non conduci, sei trascinato.

Esercizio:
Apri un cammino dove non c'è cammino
e questo cammino
non serve a niente
altro che a
portarti dove stai andando.
Mai prima e mai più.

E' il principio dell'invenzione:
L'Unico Cammino.
Prima lo scopo:
la via per arrivarci la scopri:

E' questo. II Tentativo.
Unico. Mai prima e
Mai più.
Il Principio dell'Invenzione».

Sao Paulo (Brasile), 9 agosto 1970.

32.

Corpo.

Nel teatro fuori moda del nostro tempo il corpo viene sempre più rinchiuso in uno stato di reificazione. Ci dobbiamo ribellare perché stiamo combattendo per le nostre vite. Nel teatro fuori moda, seduti immobili e in silenzio nel buio, il processo di atrofizzazione si intensifica.

Il teatro del prossimo sviluppo degli esseri umani dovrà dirigersi verso la creazione di condizioni in cui il pubblico possa sentire fisica-mente se stesso, esaminare il suo essere, il suo particolare essere fisico, il suo corpo sacro, individualmente e collettivamente.

«Ogni autentico corpo non può essere altro che un ricettacolo dì santità. Solo ciò che è puro può incarnarsi. Il corpo è un essere etico, non un "nemico" (quanto è puro è Kasckar - ciò che e a fuoco).

Il corpo impuro non può resistere; marcisce. Ha una parvenza di vita in quanto l'impuro può in parte divorare ciò che è puro e quindi sostenersi per un pezzo». Gutkind, L'Assoluto Collettivo.

Artaud vide nella famosa bellezza del teatro orientale un movimento che riempi d'invidia la sua immaginazione. Ma Artaud era intrappolato dalle immagini, il grande tabù degli ebrei che nella comprensione trascendentale sanno la seduzione dell'occhio così forte e penetrante da minacciare l'uomo di distruzione; struggendosi lui stesso per la Grande Liberazione, Artaud non sapeva ancora come noi, circa trent'anni più tardi, che l'occhio non è il maggiore organo percettivo del corpo. Il Teatro Oltre l'Occhio. Il Teatro del Corpo Che Non Soltanto Vede Ma... Il Teatro Che Si Muove. Fa' attenzione. Muoviti.

Osservare soltanto e non agire: essere ridotti a meno che vita: naturalmente la società della lettura lineare tende in questa direzione. È tempo di muoversi.

II Teatro Dionisiaco che induce la gente a ballare, alla caccia selvaggia (lo chiamiamo muoversi nel mondo in cerca di quel che meritiamo), a chiavare, indica a cosa miriamo. Ma ora non dobbiamo riferirci soltanto a questo suggerimento estraneo alla storia umana, ma passarci attraverso e trovare il suo doppio: altri aspetti del teatro del corpo, sacro contatto e uso. Ma è difficile parlare di ciò che non sappiamo. Il continente perduto, il corpo, un'altra galassia.

Trovo il coraggio di viaggiare poiché ho ricevuto messaggi su quel che desidera ardentemente il mio corpo. Li ricevo quaranta volte al giorno. Barlumi. Occhiate. Ma fugaci. Perciò questo nuovo genere dì teatro in cui attori e spettatori si dissolvono l'uno nell'altro, nella creazione collettiva.

Fisico. Il corpo perduto riscoperto. II corpo intorpidito dalla civiltà industriale. Il corpo inchiavardato dalla morale capitalista, il corpo fottuto dalla miseria. Il corpo liberato dal nutrimento e dalla poesia della rivoluzione. Il corpo vivo nell'azione.

Come se nel corso di questo spettacolo confrontassimo il problema sociale che perseguita la comunità nel mondo postrivoluzionario: Come uscire da questo involucro in cui siamo iscatolati e entrare nel successivo. Scorrere nel processo, la vita in espansione. Nuotando. La sensazione di essere bellezza, sacri. Fluttuazione abissale.

Corpi nudi in questo teatro che è il mondo in movimento che sente aldilà del bene e del male aldilà della metafora oltre la vita e la morte.

«cos'è la morte?»


è una domanda stupida per il corpo della donna
 nel vagone di terza classe il corpo del cui bambino indifferente non ha avuto cibo da tre giorni, Dàlle
tutto il tuo denaro, piangi, ma la donna e la morte
non vanno mai via finché il corpo
non avrà quanto gli è dovuto: Rivoluzione.

33.

Rompere la resistenza sia dell'attore che dello spettatore, l'essenza della teoria di Grotowski. Soprattutto la resistenza al cambiamento? Soprattutto.

Quando l'intero processo si combina e congiura contro di noi. L'inconscio collettivo non accetta forse il dominio presente, il patriarcato? Non siamo trafitti da famiglia, affari, legge, con tutti Ì valori preconcetti, come se fossero eterni? Eterni per noi che dovremo morire prima che vengano a essere alterati. Ora, quanto è vivo cambia: quanto è inorganico, pietra, può soltanto venire cambiato, per se stesso non può cambiare. Rimane fisso, resistenza all'alchimia. Processo in cui l'immaginabile (che è limitato) è possibile, e in cui l'immaginato (che è possibile) viene respinto come impossibile per conseguenza della resistenza al cambiamento piuttosto che in base a un valido senso della realtà (conoscenza di quanto sia possibile). Estendere l'immaginazione, funzione primaria della poesia. Poesia come pozione magica: gli spettatori immaginano l'inimmaginabile (resistenza numero uno superata), provano desiderio in tutto il corpo (resistenza numero due), accettano la speranza - rigettano la disperazione - (resistenza numero tre), sono sedotti dallo spirito dell'azione (resistenza numero quattro), sollevano le braccia (resistenza numero cinque), rompono le catene.

34.

L'attore è sempre in stato di trance.

Lo stato di trance dell'attore.

Questo è vero per il teatro convenzionale, danza, jazz, rock, opera, music hall, ogni forma. Questo è vero nella strada quando si tratta di teatro di strada, in dimostrazioni e confronti. Questo è vero per il rivoluzionario che fa la rivoluzione.

Il metodo di Stanislavskij è una pratique per indurre trance. Giusto come un partecipante in rituali primitivi riceve lo spirito di un altro essere, e ne assume quindi il carattere, Stanislavskij ha formulato un'elaborata teoria di tecniche che permettano all'attore - con un processo razionale di pensiero accumulativo, empatia, sensazione, ricordo, studio, osservazione, identificazione fisica e psicologica - di assumere l'identità e le caratteristiche mistiche narrative di qualcun altro, di solito la creazione dell'immaginazione di uno scrittore. A questo punto l'interprete raggiunge il punto in cui «vive la parte». Questa è la trance indotta razionalmente.

Ogni azione di confronto col pubblico induce automaticamente trance poiché si altera lo stato chimico del corpo. Per fronteggiare le necessità della situazione sono richiesti poteri sopra-ordinari. Si «perde» il controllo, un misterioso controllo ti controlla, una forza che non è l'ordinario io nel suo solito stato, vengono attivati altri aspetti della personalità dell'interprete, tu diventi un altro, solo perché è ora in controllo una sfaccettatura dell'io espressa più raramente, ma che esiste. Il significato di trance: consapevolezza senza consapevolezza, uno stato in cui abitualmente sei «posseduto» da un altro essere. Nel teatro classico l'interprete è «posseduta» da Elettra, a volte diciamo persino è Elettra. Nei rituali di possesso, in Brasile, i medium sono posseduti da spiriti e demoni, e diventano essi stessi il mezzo di espressione per loro: fisicamente, spiritualmente, vocalmente, si impadroniscono dei gesti, e spesso indossano costumi e usano corredi che designano specificamente gli spiriti o i demoni da cui sono posseduti. Sono in trance perché sono posseduti, come da un Dybbuk.

Nel rappresentare teatro politico per esempio, aiutato dallo stato di trance dell'interprete, divento capace di parlare direttamente (con amore), sia alla classe oppressa che a quella dominante. Ordinariamente non sono equipaggiato a farlo. In quanto «non» sono me stesso, posso comunicare con gente con cui non posso venire in contatto quando sono nel mio stato abituale, chiuso, alienato, inibito. Un linguaggio consapevole parlerà della mia alta intossicazione dì interprete. Quando puoi volare alto sopra le barriere, alcune barriere.

Ecco perché recito, ecco perché mi drogo. Perché è una via fuori dagli stretti confini della mia classe sociale.

Quando la gente recita il Teatro della Rivoluzione verrà posta in uno stato di trance, agirà spinta dallo Spirito della Rivoluzione, posseduta dallo Spirito Creatore, volando fuori dagli stretti confini delle classi sociali.

Rio de Janeiro, 11novembre 1970.

35.
Riflessioni su interpretazioni.

Paradise Now. Rabbia e violenza. Passione, piuttosto. II furore e il delirio portano spesso l'interprete a un livello di poesia e creatività, allo scatenarsi di forze che conoscono le parole d'ordine per aprire passaggi sigillati, alla creazione di cambiamenti psichici che penetrano l'armatura della mente.

Più che ogni altra cosa la rappresentazione è un viaggio, uno stato d'essere. Il cambiamento originato da The Brig {1963): la narrativa vista come una parentesi nella storia dell'arte: la fine della recitazione. Nel rappresentare Paradise Now l'attore sì pone a confronto con se stesso. Ai più alti e più bassi livelli. Tentando tutte le possibilità di penetrazione.

Allo stesso tempo sto cercando di penetrare dentro me stesso. Mi premo contro uno specchio. Non riesco a penetrarci. Non voglio arrivare all'altro lato dello specchio. Voglio penetrare dentro di me. Sto premendo contro la mia stessa immagine. Non va. Niente funziona. Voglio penetrare dentro di te.

Sto parlando di forme di rappresentazione.

Urlo perché non puoi sentirmi, sto urlando, è l'urlo collettivo di chi soffre e è in collera, sono un medium per la rabbia degli oppressi muti. Grido davanti a te tentando di penetrare: urla! Qualcosa succede, lo spezzarsi della tranquillità. Più forte! Sto cominciando a udirti. I 
succhi stanno cominciando a scorrere. Fertilizzazione.

Guàrdati dal razionale. Ci tradisce continuamente. I monarchi razionali col metallo nei cervelli, i generali razionali che ci lanciano granate nell'inguine, la razionale tavola di conferenze delle società anonime che strabocca di operai uccisi da tortura che ti fanno a pezzi, i corpi succhiati dei raccoglitori di banane che nutrono il capitale e Io stato. Razionale. Calmo. Non c'è niente per cui essere calmi stanotte.

Infurio: agitando le braccia: semaforo metafisico: sto interpretando: infurio, ammattisco, flash-out, agonia, gemito, insulto, tirata, vecchie tecniche imprestate da Seneca e Racine, sono fuori di testa, finalmente acceso, come carbone, emano calore: brucerò il mio passaggio dentro dite: questo è il mio numero.

Lear e Crimilde non avevano relativamente granché di cui infuriarsi. Il contadino senza terra ha qualche motivo di rabbia. C'è molto per
cui arrabbiarsi. Dobbiamo negare al popolo le battaglie mortali delle
grandi tragedie - le folli scene, le tirate, le riconciliazioni, l'estasi?
 Ora parliamo di un teatro della rabbia, rabbia come espressione di
 reali sentimenti.

Qual è la differenza fra la violenza del morire di fame e la violenza di urlarlo a qualcuno? In Paradise Now abbiamo imparato a non confondere la violenza di persone tranquille impersonali di buone maniere che sfruttano... strangolano... affamano gli affamati... e la violenza di chi urla. Ancora diciamo, «È il sistema, non gli uomini». L'interprete deve trovare quelle forme di rottura, che ci disarmano: è disperato: dobbiamo passare aldilà. La grande arte dell'Io e Tu.

Sono un amante e questa è la mia passione.

I Mysteries: Parigi 1964, non abbiamo più recitato ruoli, ma noi stes
si. Nelle cerimonie di possesso in Brasile, nei rituali dell'Umbanda,
 i medium sono posseduti per esempio dagli spiriti dei Pretos Velbos, i
vecchi schiavi negri. I corpi dei medium si contorcono con spasimi
violenti, lo spirito di un «Vecchio Negro» li penetra, e loro grugnen
do, curvi da lombaggini, piegati dai lavori forzati, rappresentano la
natura dei vecchi schiavi da cui sono posseduti; gli spiriti dei vecchi
schiavi gli danno poteri miracolosi: grande saggezza, la facoltà di rispondere a domande e dare consigli utili, sapienza che trascende quel
la dei colonizzatoti bianchi. Qui «la recitazione» del ruolo trascende
la sua copia teatrale «più raffinata». Nella copia teatrale raffinata l'interprete enuncia solo la sapienza scritta dal grande poeta che fu posseduto dallo Spirito Creatore scrivendola. Ma l'evento è rimosso dalla
vita. È il mondo irreale.

L'ossessione di Stanislavskij per il realismo, per l'illusione del reale fu parte dì un tentativo di recuperare il potere di questa realtà. L'importanza della realtà è più chiara nei rituali delle tribù africane che agli interpreti del vecchio teatro, che, dopotutto, nelle loro vite quotidiane, lontani dalla terra e dalla produzione del necessario alla vita, sono già nel mondo dell'irrealtà.

Ora ci stiamo muovendo rapidamente più vicino a una civiltà in cui tecnologia, popolazione, scienza, gli inganni della repressione, ci portano sempre più lontano dalla realtà della terra nutrice e produttrice. II rituale in cui i medium sono posseduti da attributi diversi dai loro
 può essere un modo per aggrapparsi a una realtà che viene strappata
dalla loro esistenza. I Mysteries ci insegnarono giusto il piacere di 
essere noi stessi. Gli interpreti, come la maggior parte delle persone,
 hanno avuto paura di essere se stessi. Fino a questo momento.

L'Establishment teme la rivelazione della realtà e desidera che il popolo sia qualcos'altro dì quello che è. Marx. I Mysteries rivelarono, i Mysteries aprirono la porta a una tecnica sovversiva, il coraggio di non essere incastrati in un ruolo.

Frankenstein: il teatro del personaggio è finito: quando rappresentammo nel secondo atto le leggendarie figure dei Miti Greci (Dedalo, Pasife, Icaro, Arianna, Teseo), quando rappresentammo la vita di Gautama e Yasodhara, o i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse (Guerra, Carestia, Peste, e Morte), fu chiaro che stavamo agitandoci nel mondo disonesto dove la mente e quindi il corpo accettano i miti schiaccianti del personaggio. Questi miti, con tutte le loro seduzioni, in realtà ci derubano dell'esperienza universale in quanto ci impediscono di essere noi stessi. Viviamo per immagini.

E neppure lo spettatore dovrà indossare una maschera quando entra in azione: malgrado tutto il potere e la bellezza delle maschere, incantevole illusione, dovrà impersonare se stesso senza maschera quale amante o eroe, benefattore o inventore, quale iniziato o guida, posseduto, si, posseduto dallo Spirito Creatore: così che i vigneti scoppino dalle nostre dita e che il grano sprizzi dai nostri semi.

Iowa City (Iowa), Rio de Janeiro, 21 gennaio 1969 -11 ottobre 1970.

36.

Televisione. Non importa che grado di informazione fornisca, indebolisce sempre chi la vede, gli toglie ogni potere, li rende sempre spettatori passivi, non li porta a un'altra vita, a un'altra percezione, retino e tutto, aspetti freddi e tutto, diminuisce la consapevolezza, dice sempre: sono la gran macchina, il miracoloso trasportatore di immagini attraverso l'aria, sono magica e quindi credi in me (dato che la magia sì basa sulla credenza). Sono forte e tu sei debole, sono potenza e tu sei carne, sono intelligente e tu sei stupido, io parlo e tu ascolti, io sono e tu osservi, non ti vedo, non ti sento, non mi importa di te, ti trasformo in un sacco per ricevermi, ti converto alla società dei consumi, consuma il mio messaggio, sei una cosa per comprare, sei una borsa per le mie insipide informazioni, non voglio toccarti, non voglio coinvolgerti, voglio che tu sieda li, che sia condizionato dalla tua stessa passività, indebitati per possedermi, senti la tua debolezza, senti la mia forza, adorami, desiderami, diventa mio schiavo.

Un antidoto è il coinvolgimento degli spettatori, per cui la gente non osservi semplicemente eroi e eroine nel corso della rappresentazione, ma intraprenda essa stessa azioni e diventi eroica. Poiché Io spettacolo-evento funziona soltanto - e la soluzione di quel che sarebbe altrimenti una tragedia, viene solo scoperta - al momento in cui le persone non sono più schiave di immagini che gli sfilano davanti, al momento in cui sono invece possedute dallo Spirito Creatore e mettono in atto impulsi creativi.

Quando il teatro aggira il campo della narrativa artificiale, il vecchio sistema viene messo in cortocircuito. Lampo, shock, rivelazione. Nuove condizioni.

Il museo uccide l'arte come esperienza a causa della forma e del comportamento richiesti al visitatore. Sii tranquillo, represso, inespressivo, bene educato, parla a bassa voce, cammina con attenzione, rispetta il viaggio intimo degli sconosciuti, trattieniti, non ridere con la pazzia e la gloria di ciò che percepiscono i tuoi sensi, tienilo dentro, uccidilo.

Non è necessario che gli individui desiderino il denaro per perpetuare il sistema monetario. Lo fanno le società astratte. Irradiano controllo, vogliono il denaro. II prestigio è la società e il suo simbolo, la sua odiosa firma, il marchio di fabbrica.

Cominciano a manifestarsi molti segni di morte... cagionati dalla tecnologia, le società anonime, i musei, la televisione.

Tuttavia attraverso la tecnologia, l'anarchia diventa sempre più realizzabile. In democrazia è diverso. In democrazia, la tecnologia controlla. Nell'anarchia la tecnologia serve. Poiché gli individui sono consapevoli. La democrazia con la delega dei poteri, sottosviluppa la consapevolezza.

Boston (Massachusetts), Granville (Ohio), Rio de Janeiro, novembre 1968 -11 october1970.

37.

Star? Eroi e Adorazione dell'Eroe: ruoli principali - ruoli secondari: il culto della personalità. Questo è tutto quel che c'è da dire dello Star System.

Le galassie
sono come puntini bianchi dipinti su un pallone
gonfiato rapidamente. è l'uni
verso in espansione. il ma
le storico comincia a sparire
quando il
 processo rivoluzionario comincia, il processo di
auto emancipazione.
 il pallone per caso esplode ? «ci
dicono che il sole sì consumerà interamente
in due milioni di anni e la
terra congelerà,
signorina hayes», disse uno dei miei compagni di classe di 8 anni
in terza elementare. «ciò non ci riguarda
saremo tutti morti»,
disse la signorina hayes, e 1'intera classe rise,
fino a quaranta anni
fa gli astronomi pensavano non ci fosse
nulla oltre la nostra galassia,
è un favoloso
viaggio
passo al compito successivo non perché abbia dimenticato di essere energia ma perché ricordo il voluttuoso piacere questo viaggio favoloso deve proseguire tutta la notte per sempre ma non avverrà a meno che noi
calcoliamo come poterlo
proseguire
se non è già troppo tardi.
a haiti gli anni di durata media della
vita sono 38. cento anni
non significano nulla per la signorina hayes.
non credi die il processo storico
proceda come lento lento movimento
e che tu sarai
morto
può essere accelerato se ti
piace la rivoluzione più
degli aerei o
dell'evoluzione dei frigoriferi due
oggetti utili che
attualmente sono prodotti da un
sistema doloroso
noi troviamo strade
per cambiare le cose
e se no
soffriamo
e continuiamo ;i lottare
per cambiare le cose: «più combatti più intensa
è la vita, ancora più fantastico
il viaggio», kropotkin. per
migliaia di anni abbiamo lavorato su questo poema, ora è vita e ci
stiamo ancora lavorando. la
sofferenza non arresta la bellezza
e la bellezza non
arresta la sofferenza
risponde alla distruzione. rexroth.

la carne sofferente la vita che trabocca più intensa la lotta più intensa è la vita. intensità intensità quale comprensione-estensione del tempo. il pallone finalmente scoppia se troppo rigido

Sao Paulo (Brasile), 18 gennaio 1971.

la situazione qui è critica, come ovunque. visioni apocalittiche all'avvicinarsi dell'anno 2000. qui la durata media della vita non è molto alta, le nascite sì. l'emergenza nel cielo. nelle capanne di stracci, nella cintura militare, la stretta che strangola, nuota nell'arcobaleno, lo sforzo dell'arcobaleno, il Movimento Arcobaleno, avvicinarsi di molti colori. luce bianca, oscuri paesi, tempo oscuro, tempo di bellezza anche. bellezza che intensifica la vita ma non arresta l'emergenza, la rapida perdita di sangue. Ferite che esplodono, stelle che esplodono.

SaoPaulo (Brasile), 22 gennaio 1971.

Allo stesso tempo tenti di vivere in modo che la tua vita sia poesia. Questa generalizzazione fa comprendere che il vero lavoro non è commercio, arte, scienza o amore bastardo: si deve cambiare tutto: liberazione: questa è la nostra vocazione, il nostro viaggio favoloso, come stelle sopra alle stelle.

38.

Non puoi dire a un attore di muoversi verso destra o fare un passo verso il proscenio. È lui che deve far qualcosa. Non si possono dare direttive tecniche agli attori. Deve esserci una motivazione; deve essere più importante che mettersi da una parte o riempire uno spazio. Qualsiasi cosa faccia l'interprete deve creare qualcosa altrimenti spreca la sua vita. Lo stato e il capitale ripetono continuamente alla gente di circolare o riempire spazi, le loro direttive non sono creative e nessuno degli interpreti del gran dramma del mondo non fa altro che sprecare la propria vita. Ecco perché dobbiamo cambiare la mise-en-scène.

Paris, Granville (Ohio), ottobre 1967 - dicembre 1968.

39.

L'eroico viaggio degli interpreti. In che modo uscire dal labirinto della consapevolezza inferiore.

E poi, quando i partecipanti (chiamati erroneamente spettatori) diventano gli eroi e le eroine della vita che gli interpreti dichiarano con la loro arte, e gli interpreti intraprendono l'eroico viaggio nella vita che implicano con la loro arte... e la gente... fuori dal labirinto dell'arte... fuori dai sotterranei... aria... vita... comincia a succedere...

Il viaggio degli interpreti in altri personaggi: dimostrano per gli spettatori l'abilità dell'essere umano di capire la gente e gli avvenimenti fuori da se stessi. Andiamo a teatro giusto per provare questo, per ascoltare la persona che ode il grido dell'affamato, il dolore della gente, !a pena nera. L'interprete intonato i cui muscoli s'identificano col contorcersi dei neri sotto i piedi dei bianchi, la cui anima come sensibile tornasole reagisce alla nausea e potenza nera, è l'inizio della prova che la lotta del contadino e dei miserabili del ghetto può venire estesa oltre le barriere di classe. È quindi evidente che l'unificazione, l'integrazione delle razze, ti riunirsi di diverse forze sono possibili: il segreto dell'arte nera dei l'interprete.

Quando parliamo di sollevare tutti in modo che possano entrare nel teatro della vita, come interpreti, attori del gran dramma, cerchiamo anche la liberazione che potrà permettere alla razza-bianca-dominante di capire la miseria e lo splendore della gente sfruttata nelle strade, e rappresentarlo in ogni suo colore. I bianchi verranno forzati a questo in ogni modo dalla rivoluzione dal basso. Devono fare una rivoluzione interiore. Un problema storico è:

Domande 1971:

Come può la classe dominante effettuare questa rivoluzione interiore prima che il popolo si sollevi e agisca?

Che posizione assume questo nell'ordine di priorità?

Paris, Rio de Janeiro, Ouro Preto, ottobre 1967 -maggio 1971.

40.
I Sette Imperativi del Teatro Contemporaneo:

1. Nella Strada: fuori dai limiti economico-culturali del teatro istitu
zionalizzato.

2. Gratuito: Rappresentazioni per il proletariato, il lumpenproletariato, i poveri, i più poveri dei poveri, niente prezzo d'ingresso.

3. Partecipazione Aperta: Rottura, Unificazione: Creazione Collet
tiva.

4. Creazione Spontanea: Improvvisazione: Libertà.

5. Vita fisica: Corpo: Liberazione Sessuale.

6. Cambiamento: Aumento della Consapevolezza Consapevole: Ri
voluzione Permanente: Ideologia Sciolta (Flessibile, Libera).

7. Recitare come Azione.
1970-71.

41.

La scenografia. Una volta mi sembrava molto importante. Inchiodato a essa ho consumato anni della mia vita.

L'Arte del Progetto Scenico. Usare gli occhi per accrescere la comprensione. Visualizzare i segreti del dramma, affascinare mille occhi con il mistero della vista e dei sensi, mandare messaggi allo spettatore, la parola spettatore usata accuratamente. Mi sono educato guardando il mondo, la prospettiva delle città, l'armonia di tutte le cose, gli ornamenti, ho fatto collezione di immagini mentali, ho tenuto un archivio in testa, ho raccolto bizzarri pezzi di legno, trofei di plastica dai depositi d'immondizia, li ho conservati nel mio studio per il momento giusto, per il lavoro teatrale giusto. Ogni regista ha la perfetta tovaglia Cechov che aspetta nell'armadio, disse John Boyt.

Volevo fare sculture nello spazio scenico in modo che l'attore e l'occhio potessero vagarci dentro, e il regista potesse lavorarci come un romanziere muove i personaggi, una scena che potesse tremate di splendore o brulicare di vermi, di cui gli spettatori potessero servirsi come in sogno, svelando l'interdipendenza delle cose come immagine produce immagine. Questo lavoro era un piacere per me.

All'inizio lavoravo lentamente e velocemente verso la fine.

Lavoravo direttamente sulla scena, in rapporto con lo spazio teatrale come uno scultore o un pittore. Molte volte ho fatto delle cose, o l'intero scenario, per poi demolirle e ricominciare da capo, e spesso ancora una volta di nuovo, e di nuovo, e di nuovo, seduto in silenzio nel teatro con lo sguardo fisso sulla scena cercando la soluzione: come far dire allo scenario quel che voleva dire il testo. L'intero procedimento mi fece ammattire, occhi vitrei, impegno ossessivo, mi tuffai nel lavoro come in un oceano, poi nuotai come per salvarmi la vita, senza dormire per giorni, per settimane, la fatica mi trasportò provvedendo il suo invisibile carburante, adrenalina, accendendo idee, sempre più velocemente verso la fine, la pressione del tempo e del denaro mi spingeva fuori gli occhi, spremendo le soluzioni, delirio, permisi ai demoni del terrore di inseguirmi, li inventai, li invocai, corsi, come Sacher-Masoch fu frustato verso la gloria, quindi la dea, era un rituale pagano, sarebbe apparsa, e la rappresentazione sarebbe iniziata. Cosa sapevo allora della Morte? Ancora non sceglieva i compagni negli spettacoli in cui ero, io ero giovane.

L'obiettivo era sempre evitare di usare denaro, trasformare objets-trouvés - vecchio legname, aquiloni di carta, ruote di biciclette, vetro, parti di automobili, qualunque cosa - in qualcosa di utile, perlomeno fino al punto in cui divenissero elementi magici della scena. Cose abbandonate diventavano nuovamente utili. Resurrezione. Credevo fosse una reale battaglia per la verità, per frantumare l'attitudine del teatro commerciale a cui piace abbagliare il pubblico con stravaganze, non dell'immaginazione ma delle spese. Così il pubblico può essere sicuro dì aver ottenuto l'equivalente del suo denaro. Mi feci a pezzi il corpo, con piacere. Perché lo spettatore potesse guardare il palcoscenico e imparare che non era necessario spendere un sacco di soldi per creare uno spettacolo.

Sarebbe stato meglio avere...

C'erano sempre alcune direttive:

a) Se la scenografia non può dire allo spettatore qualcosa che la
scena nuda può dir meglio, non farla: l'ornamento superfluo
distoglie la concentrazione dal centro, la maggior parte dei ma
nierismi e dei princìpi morali del ceto medio sono ornamenti
destinati a distogliere la concentrazione dal centro delle cose.
b) Fare la scenografia sempre come una scultura: farla sulla scena,
 così che le relazioni spaziali vengano risolte dal tocco umano.
c) Evitare le convenzioni artificiali del palcoscenico: praticabili e sfondi dipinti.
d) La scena è interessante solo quando è il Doppio di quel che sta avvenendo.

Sarebbe stato meglio avere...

Niente più carinerie, solo la bellezza che può spingerci fuori dalla condizione umana.

Sarebbe stato meglio avere...

Dobbiamo lavorare con scarsità di mezzi, perché è con scarsità di mezzi che dobbiamo porci di fronte alle forze istituzionalizzate, dovremo farle cadere con l'ingegno e l'inventiva, con la nostra intelligenza superiore, e la nostra bellezza convincente.

Sarebbe stato meglio avere... praticato meno l'illusione.

42.

Ramakrishna: se l'uomo agisce come un servo di Dio, non farà male a nessuno.

Ma dobbiamo smetterla di agire come servi.

Meister Eckhart. Plotino. Traherne; Per l'umanità amare è naturale come per il sole risplendere. Niebuhr parla di «uomo morale in una società immorale».

«Uomo» è un termine generico che si riferisce a un certo genere di «ideale». Il termine non designa realmente la gente, addirittura anzi quasi non include le donne.

«L'Uomo» crea la società. Se essa è immorale, Niebuhr, è «l'uomo» che ha permesso di farla cadere in quella direzione. Uomo morale e uomo consapevole. Egli deve essere a conoscenza di quando permette al suo mondo di decadere. La Moralità senza consapevolezza delle realtà quotidiane è astratta, niente.

Santità, Dio, l'anima, amore, pace, bene: come se - se ognuno diventasse veramente santo - fosse possibile risolvere tutti i nostri problemi. Ma la gente non può avere relazioni sacre, quando tutti i rapporti sono rapporti padrone-servo. Denaro vuoi dite lavoro forzato.

Nella struttura piramidale in cui viviamo ognuno serve o è servito, eccetto quelli più in basso che non sono serviti da nessuno e quelli più in alto che non servono nessuno. Eccetto Dio: per questo è stata elaborata la nozione di servire Lui (maschile).

È difficile essere santi quando il controllo sessuale crea rabbia, violenza e sensazioni corrotte. È difficile essere santi inscatolati da leggi che limitano il pensiero e l'azione. («Il possesso è nove decimi delle leggi»). L'incessante propaganda del capitale e dello stato deforma la psicologia e condiziona tutti i processi del pensiero.

Cosa si può fare? La rivoluzione spirituale sarà sempre corrotta dal regime, a meno che il regime subisca cambiamenti rivoluzionari allo stesso tempo in cui avviene la rivoluzione spirituale. Simultaneamente. Le due rivoluzioni devono avanzare insieme.

Lenin dice, «Vogliamo la rivoluzione (socialista) con la natura umana come è ora». Questa dichiarazione, urgente, obbligante, è un centro nervoso di tutto il pensiero di Lenin: dobbiamo prima concentrarci sulla rivoluzione politico-sociale; il cambiamento spirituale (morale), il cambiamento del carattere, seguirà più tardi.

Ma, Vladimir Ilyc, cos'è che impedisce alle due cose di avvenire contemporaneamente? La rivoluzione esterna-anarchica-comunista e la rivoluzione interna-spirituale-sessuale. Dobbiamo esaminare ogni precetto rivoluzionario nel contesto specifico dei nostri tempi.

Nel nostro tempo infatti questo sta già cominciando a succedere. La rivoluzione politica attiva già viene circondata da considerazioni morali. Le persone dello stile-di-vita-amore-psichedelico, senza una dottrina, sono sull'orlo della politicizzazione. Attento.

La gente non si fiderà mai di una rivoluzione finché ne sarà lasciato fuori qualcosa. La gente sa che la vita include tutti gli elementi. Così anche il rivoluzionario.

In volo London-Paris, 27 marzo 1970.

43.
Lettera sulla Rivoluzione. Judith Malina a Carl Einhorn.

Croissy-sur-Seine
sabato 28 marzo '70.

Mio caro Carl,
Sono appena tornata in questo momento da Londra e è veramente il primo minuto che ho per scriverti... Voglio togliermi dai piedi tutti i lavori di casa e iniziare il vero lavoro. Non ho ancora letto il ciclostile che mi dici importante - sebbene l'abbia guardato - lo studierò accuratamente, ma intanto già so che se questa è la direzione in cui il nostro popolo si sta muovendo non possiamo riposare, non possiamo fermarci, non possiamo parlare altro che di cambiare la situazione.
...Dobbiamo portare speranza e piatti concreti e proposte utili per dar da mangiare al popolo, che non ne implichino l'asservimento a piccole cricche con bombe e fucili.
Per favore abbozza SUBITO le tue proposte più pratiche e mettile in forma leggibile.
Dobbiamo riunire le nostre idee più costruttive: E se non ne abbiamo - allora dovremo cominciare con la realtà che non ne abbiamo proprio.
Non è sufficiente stabilire «comunicazioni» fra «rivoluzionari» che non hanno nessuna proposta rivoluzionaria eccetto... la strada allo stesso mondo autoritario.
Dobbiamo portare alla gente alternative sensate... ovviamente «lavoreremo con quello che c'è» E CREEREMO QUELLO CHE NON C'È E «ANCORA NON C' È» E «QUELLO CHE NON È MAI STATO» (LE VECCHIE FORMULE SONO STANTIE E MORTE) E «QUANTO È RILEVANTE». Ma è «rilevante» solo se ci porta a qualcosa di più umano per il popolo e il proletariato che il sogno di diventare «dittatori» come nella «dittatura del proletariato».
Parlo con tutti e chiedo cosa pensino si possa fare e tutti arrivano davanti allo stesso muro e fanno cilecca.
Un progetto utile cui il popolo possa volgersi con la speranza che possa dare energia -
Sono convinta che questo sia l'unico lavoro valido -
Dobbiamo innalzare una bandiera che mostri la strada. Deve essere economicamente valida, umanamente pratica, tenendo in considerazione le debolezze del comportamento umano, non può essere un sogno utopistico - deve essere spiegabile passo per passo. Hai detto che nella vecchia Rivoluzione americana e in quella francese nessuno aveva un programma - ma guarda cos'è successo! La Rivoluzione americana ci ha portato all'Amerika, e quella francese all'incoronazione di Napoleone Imperatore - e la russa, che aveva progettato «la fase socialista provvisoria» in cui tu hai tanta fede, ci ha condotto a Stalin.
Parliamo di Cuba e della Cina - ma parliamo di cosa succederà dopo Castro e Mao - esiste un sistema che possa sopravvivere la morte del grande «filosofo-re» l'ideale sovrano platonico che questi due uomini rappresentano con la loro saggezza e il loro talento?
Possiamo avere delle scuse per la storia, o dire che le cose sono cambiate, ma non possiamo rigettare tutte le sue lezioni. Come direbbe Patrick Henry: «Gesù ebbe il suo Paolo e Lenin il suo Stalin e Mao e Castro... ("Tradimento, tradimento!")... possono approfittare del loro esempio».
Fanne il meglio che credi,
Abbiamo bisogno di una nuova forma.
C'è gente migliore di me per trovarla.
Ma non stanno facendo il lavoro. E bisogna farlo. Hillel: «E se non io, chi? E se non adesso, quando? E se io non sono per me stesso, chi sarà per me? »
Seguirò chiunque chiarirà la destinazione - ma se nessuno lo fa -chiederò loro di ascoltarmi e la chiarirò io - altrimenti svelerò le debolezze di ogni ideologia attuale - distruggerò le illusioni per lasciare solo ciò che è reale - umano, significativo, pratico e bello.
E a chi dirà che non può essere fatto dirò merda e proverò, il contrario.
Tu da che parte sei?
Io sono dalla parte di quelli che ti credono quando dici:
1 più 2 0 più 1
«(1) Basta con gli Assassini = (2) Nutrite tutti».
I Maoisti hanno ragione per la seconda parte, ma sono molto incasinati per quanto riguarda la parte 1.
I Pacifisti hanno ragione per la prima parte ma non sanno come realizzare efficacemente entrambe.
E se scambi le clausole, o l'ordine delle clausole, come vorresti tu, mio caro Cari, non trovi davvero la soluzione, la rinvii e forse questo è quanto di meglio tu possa fare.
Ma io sono dalla parte che può far meglio.
Que faire? Troviamo un modo di farlo funzionare.
Un abbraccio cameratesco e amore dì sorella.
Tutto il potere al popolo.
Armarsi è far male!
Ci sono forze più forti
dei fucili
Per fare un nuovo mondo!
Trovale!
AMORE
Judith

La forsizia dietro la casa è giallo brillante, aldilà della strada è fiorito un albero di ciliegio - ma Brecht disse, «Viviamo in un'epoca in cui parlare di alberi è quasi un crimine». Amore.

Poscritto: ho letto adesso attentamente il piccolo manifesto degli operai di Detroit. Hai ragione, è interessante. Dobbiamo prestare la massima attenzione a queste tendenze. L'autore indica diversi punti importanti. L'appello emotivo nella descrizione della vulnerabilità strategica delle città, o il peana sulla validità dell'eroico «combattimento ravvicinato», sono innegabili. Ma questa è eccitazione pseudo-politica. Per esempio, se combattimento ravvicinato significa baio-nettare un uomo nelle budella, parlarne «con gran gioia» mi sembra discutibile. Ma la retorica dell'autore nasconde che: comincio a vedere gli usi del loro strano gergo «gloriosa Armata Popolare», o come dice l'opuscolo «Guerra Popolare di Salvezza Nazionale...» È un modo di distorcere i valori semanticamente - poiché l'autore l'ha considerato in profondità - e il lettore no - e questo gergo approfitta dì ogni vulnerabilità intellettuale, applica cioè i mortali effetti di privazione del condizionamento sociale -
Parlo della terribile fame intellettuale dei poveri - le loro menti affamate che cercano, combattono, e ancora ingoiano famelicamente tutto quel che gli viene offerto - e questo gergo è la copertura zuccherata!
Dobbiamo raschiare via tutta la colorazione artificiale, sia rossa, o nera, o oro, e vedere cosa significa: «il partito comanda il fucile...», i collegamenti dell'autore tra anarchia e nichilismo con il «guerriglismo» (o «Guevarismo» come Io chiamano i suoi amici), la descrizione dello stato di controllo dell'Esercito-Partito che ci dà un torvo barlume del Mondo Post-Rivoluzionario dell'autore. A questa triste descrizione segue rapidamente un pezzo eccitante sulla vulnerabilità delle città e questo fa prontamente bollire il sangue con una descrizione della borghesia negli Usa...
Una bella abilità - questo non è il lavoro dì un comitato - questa è una persona molto astuta. È una persona che parla per una tendenza crescente - che dice giustamente: «Dobbiamo distruggere la linea revisionista di "tutta politica, niente guerra", e l'opportunismo del " tutta guerra, niente politica"».
Ma aggiungo: «Dobbiamo distruggere lo "Stato fatto da corpi di Uomini Armati"». Ci stiamo preparando. Vorrei poterne parlare.
Judith

44.
II lavoro urgente:

Una Proposta Gioiosa per una Rivoluzione Anarchica Non Violenta.
Una Proposta Pratica: Come Realizzarla: Come Funziona il Comunismo Anarchico Non Violento.
Un Compendio di Formule Tecniche e di Dati che Sostengano, Convalidino e Incoraggino le Proposte Gioiose e Pratiche.
Una Varietà di Tecniche per disseminare questa informazione fra la gente.
Una rete di cellule, quadri, per portare a compimento queste tecniche e fare tutto il lavoro-base necessario per le Proposte.

Il popolo farà il resto.
Diventeremo tutti popolo.

Cefalù (Sicilia), marzo 1968.

45.

L'improvvisazione è connessa all'onestà e l'onestà è connessa alla libertà e la libertà è connessa al mangiare.

Improvvisazione: alcuni precursori:
1912 Duchamp: Objets trouvés
1916 Arp: Collage di Pezzi di Carta Sistemati Secondo la Legge delle Probabilità 1924 Breton: 1° Manifesto Surrealista: il principio della composizione automatica
1942 la Scuola dell'Action Painting di New York: John Cage: Music of Changes 1962 Allan Kaprow: Happenings

Questa sera si recita a soggetto di Pirandello: il Living Theatre diede per la prima volta questo spettacolo nel 1955, venticinque anni dopo che era stato scritto. Nel lavoro c'era ben poco di realmente improvvisato; Pirandello aveva scritto tutte le «improvvisazioni»; ma fu eseguito e diretto in maniera tale che gli spettatori pensassero spesso che fosse realmente improvvisato. Many Loves di William Carlos Williams applicò lo stesso genere di trucchi. Lo stesso fece Jack Gelber sia in The Connection che in The Apple.

Storicamente: mentre avevamo questi lavori in repertorio, ci illuminò una folgorazione di quel che stava succedendo. Mentire al pubblico ci diventò offensivo. Onestà.

In realtà non stavamo improvvisando. Ci furono momenti occasionali nella libera mise-en-scène di Judith per The Connection che lasciarono agli interpreti spazio per muoversi e scambiare osservazioni a soggetto, specialmente nelle fasi di jazz durante le quali infatti gli interpreti potevano muoversi liberamente.

Jazz. Jazz è l'eroe, è il jazz che ha permesso una precoce rottura verso l'attuale improvvisazione. C'era un legame con la scrittura automatica del surrealismo. Cronologicamente i voli nell'improvvisazione dei musicisti jazz sono anteriori agli esperimenti di Dada e del surrealismo. Ascoltammo Charlie Parker stupefatti: stava spingendo l'improvvisazione jazz molto lontano. Creava dentro le nostre orecchie. Come David Tudor suonando la Musica dei Cambiamenti. Ci ispirò, ci mostrò che col diventare realmente impegnati e lasciandosi poi andare poteva verificarsi il gran volo dell'uccello.

Con The Brig venne la prima importante scoperta del Living Theatre sull'arte-del-recitare. Kenneth Brown aveva scritto un lavoro in cui l'azione era totalmente delimitata da regole, ma entro queste regole l'improvvisazione era l'unica cosa possibile. Ci forni una situazione in cui l'improvvisazione era essenziale. Fu reale.

Gli attori che recitavano in The Brig riferivano che lassù, sulla scena, nella «gabbia», stava succedendo qualcosa di speciale, qualcosa che non era mai successo in altri lavori. Per tutti questi anni in cui gli interpreti hanno parlato di reinventare ogni momento (l'intera pila di testimonianze compilate da Stanislavskij e dalla sua scuola), abbiamo ingannato noi stessi. Renderlo reale, bisogna: il vero viaggio, fisico, inventato di momento in momento, realtà, realtà che cambia e si ricrea continuamente, il bisogno di realtà (vita) in questo periodo di alienazione; improvvisazione come il respiro che fece vivere la realtà sulla scena. Non ci sarebbe più stato possibile non improvvisare. Avremmo dovuto costruire pièces dalle forme sufficientemente flessibili da permetterci di continuare a scoprire come creare la vita, piuttosto che ripeterla semplicemente.

Centimetro per centimetro, passo a passo, attraverso il labirinto verso la realtà. I Mysteries, 1964: 1) improvvisazione all'interno di limiti fissi (come The Brig) 2) esercizi per liberare il corpo e la voce (organizzazione dell'espressione) dai limiti delle idee ristrette dei linguaggio.

Improvvisazione, realtà, libertà: c'era qualcosa in comune col mangiare : a quei tempi (1963-64) facevamo solitamente arringhe per strada durante le manifestazioni pacifiste, «Ogni sei secondi qualcuno muore di fame e questa è VIOLENZA ECONOMICA»; ma non l'avevamo ancora collegato abbastanza strettamente con il lavoro dell'artista nel suo viaggio alla scoperta della libertà, e adesso, 1970, qualcuno muore di fame ogni due o tre secondi, la repressione cresce ogni attimo, e l'arte sta diventando più libera. Ma lo è?

Viaggio laborioso. Il processo di realizzazione è troppo lento. L'establishment conosce l'esistenza di questa relazione sovversiva fra improvvisazione, libertà e distribuzione del cibo? Può questo spiegare le barriere alla comprensione che hanno così a lungo impedito questo viaggio verso la verità?

Non puoi essere libero se sei contenuto dentro la narrativa. La realtà e stata spazzata via; stiamo vivendo il mito di noi stessi: dobbiamo creare la realtà.

La ricerca rivoluzionaria di libertà, libertà di espressione, libertà del corpo, libertà di possibilità: queste sono le libertà cercate dagli intellettuali. Gènet dice che vengono dopo altre libertà: dopo che c'è la libertà dall'oppressione fisica, come la libertà che i neri cercano ora negli Usa e in altri paesi. Li chiama ordini di priorità. E naturalmente ha ragione. Nutrire Tutti è la prima cosa. Basta con gli Assassini è la prima cosa.

C'è qualche collegamento fra la lotta per liberarsi dall'oppressione fisica e la lotta per liberarsi dall'oppressione sessuale e intellettuale? Se si, quale? Realtà: la spinta, fondamentale, per tutta la vita, di provare la vita libera: perché conosciamo per istinto che la vita fiorisce nella libertà, trovando i metodi per preservarsi e svilupparsi.

Passando attraverso schermi, sopra muri, scivolando oltre le sentinelle, così da renderlo possibile nel 1964, noto il passaggio del tempo, ciò che si muove, da e per dove, aritmetica di come avviene, moltiplicazione e divisione, la storia insegna, la conoscenza aumenta, la percezione va più lontano, e finalmente nel 1964 arrivammo per la prima volta al Teatro Libero, era il pezzo finale dei Mysteries.

Teatro libero: niente regole, niente fine. Finisce quando se ne vanno tutti, quando ognuno decide di finirlo.

Ma a quel tempo, 1964, non ci sentivamo sicuri a recitare Teatro Libero.

Preferivamo concludere i Mysteries con la Peste. La volta successiva che facemmo Teatro Libero fu a Milano, nel giugno 1966.

Teatro Libero significa che ognuno può fare qualsiasi cosa voglia. Significa «qualunque cosa uno faccia è perfetta».

Ci chiesero di fare qualcosa in occasione di una rappresentazione speciale per una rivista italiana, Sipario. Avremmo potuto fare qualunque cosa volessimo, pezzi da Mysteries, non importa cosa.

Judith suggerì di fare Teatro Lìbero. Scrisse alcune parole da distribuire fra il pubblico in modo che si sapesse cosa stava succedendo.

Nel ciclostile che venne distribuito era scritto:

TEATRO LIBERO
Questo è Teatro Libero. II Teatro Libero è inventato dagli attori mentre recitano. II Teatro Libero non è mai stato provato. Abbiamo tentato di fare Teatro Libero. Qualche volta non riesce. Niente è mai la stessa cosa.
Il Living Theatre

La serata ebbe luogo durante una festa nel piccolo teatro elegante di Palazzo Durini. La festa era acid-rock, non politica. Babilonia.

Teatro Libero: quando fu il momento di iniziare ci riunimmo sulla scena. Nessuno degli ospiti prestò molta attenzione. A ogni modo la scena era già affollata. Restammo lì. Assorbivamo le vibrazioni e la situazione. Meditando su tutto. Ognuno di noi stava cercando di fare quel che gli sembrava la cosa più rilevante. Senza parlarci, formammo un nucleo compatto con Ì nostri corpi. Silenzio. Ci stringemmo vicino senza muoverci o parlare. John Cage ci ha insegnato a ascoltare il silenzio, anche Wagner ha giocato col silenzio ma quello era dramma, i silenzi di Cage sono metafisica e ricerca sonora. L'intensità aumentò. L'occhio italiano vede ogni cosa un po' come una potenziale fotografia per una rivista scandalistica; ci guardavano in quel modo, la stretta vicinanza di fiche e labbra, cazzi e dita in quell'ammasso dì corpi. Gli ospiti diventarono pesanti, poi cominciarono a arrabbiarsi. «Fate qualcosa!» urlavano. Si misero a spingere, urtare, tastare, iniziarono a fare Teatro Libero. Trovarono insopportabile la nostra risposta al loro isterismo. La nostra risposta fu immobilità e silenzio.

Sì arrabbiarono di più, cominciarono a picchiarsi. La polizia stava arrivando, lo sapevamo, ce ne andammo, la polizia arrivò.

La volta seguente che facemmo Teatro Libero fu in Paradise Now. Fu chiaro fin dall'inizio che il Teatro Libero sarebbe dovuto essere parte integrale della struttura di Paradise Now. Ma «come» rimase oscuro per molto tempo nell'intero procedimento di costruzione dello spettacolo.
Sarebbe stato impossibile fare un lavoro teatrale chiamato Paradise Now e 1) non essere liberi, 2) non liberare ognuno che non lo fosse. (Fino al punto, ahimè, dove tracci la linea o fino a cui, ahimè, la linea viene tracciata).

Per ottenere questo: in Paradise Now chiamammo in azione forze misteriose: l'influenza del colore, la sapienza del Libro dei Mutamenti, il viaggio fisico-spirituale di Kundalini, l'eccitazione dell'energia che risiede nei chakra, la sacra immagine del mondo dei Chassidim, le visioni supreme della Kabbala, avevamo dato energia al corpo segmento per segmento, inventato rituali, movimenti, suoni, visioni e cadenze che portarono gli attori (le guide) e il pubblico a un trance. In trance, in una condizione fuori-nello-spazio, forse avremmo potuto entrare nel Teatro Libero.

Paradise Now fu un viaggio in forme più libere, finché, uscimmo alti nella strada e rientrammo nella Prigione del Mondo.

Il Teatro Libero è illuminato dai suoi fallimenti. Dove c'è libertà il fallimento è tollerabile e assume altre qualità, e la gioia di essere liberi — «Non far nulla, Fa' qualunque cosa. Sii». — sostiene tutto.

Ma la situazione in Paradise Now era ermetica, giusto perché si era dentro un teatro - con o senza ingresso a pagamento - la vita di denaro minacciava tutti in ogni momento, la polizia dentro il teatro e l'esercito fuori, e in cantina l'operaio della manutenzione.

Teatro Libero: in definitiva teatro libero è improvvisazione scatenata.

Teatro Libero: una situazione in cui interpreti e pubblico assaggiano la libertà...

Teatro Libero: azione libera: non c'è Teatro Libero finché ci saranno prigionieri nel mondo...

Il Teatro Libero può dipendere dal nostro recitarlo nella vita...

Teatro Libero: niente denaro...

Teatro Libero come arma segreta dell'artista militante...

46.

Creazione collettiva: I primi Mysteries a Parigi, ottobre 1964, furono la nostra prima esperienza con questo procedimento. Avvennero naturalmente, senza sforzo.

Tutte le nostre esperienze successive furono lunghi sforzi stritolanti.

A Parigi quasi non eravamo ancora consapevoli di quel che stavamo facendo. Ci inciampammo contro.

Più tardi l'avremmo riconosciuto.

«Ogni volta che dipingo qualcosa c'è sempre un'immagine; a volte so cos'è, a volte no». William Bazoties.

Una forza misteriosa, era in atto qualcosa di più forte della consapevolezza delle nostre intenzioni. Questa forza misteriosa creò un lavoro logico e controllato.

Judith chiamò la serata Mysteries and Smaller Pieces. In quel momento il significato diventò un pò più chiaro.

Avevamo creato dei misteri senza sapere cosa fossero. Avevamo eseguito il nostro primo esperimento di creazione collettiva senza saperlo. Il modo di lavorare ci risultò organico.

Creazione collettiva.

Un gruppo di persone che viene insieme. Non c'è l'autore su cui adagiarsi che ti strappa l'impulso creativo. Distruzione delle soprastrutture della mente. Così arriva la realtà. Seduti in circolo a parlare per mesi, assorbendo, rigettando, creando un'atmosfera in cui non solo ci ispiriamo a vicenda ma dove ogni singolo si sente libero di dire qualunque cosa voglia. Enorme palude giungla, un paesaggio dì concetti, anime, suoni, movimenti, teorie, fronde di poesia, stato selvaggio, deserto, vagare. Quindi raccogli e riordini. Nel corso del procedimento si presenterà una forma. La persona che parla di meno può essere quella che ispira chi parla di più. Alla fine nessuno sa più chi in realtà sia responsabile di che cosa, l'io individuale scivola nell'oscurità, ognuno è soddisfatto, ognuno prova una soddisfazione personale maggiore del piacere solitario dell'«Io». Una volta che l'hai provato - il procedimento di creazione artistica in collettivo - il ritorno al vecchio ordine sembra una retrocessione.

La Creazione collettiva è un esempio di Procedimento di Autogestione Anarchico-Comunista che per il popolo ha maggior valore dì un lavoro teatrale. Creazione collettiva come arma segreta del popolo.

Nel collettivo crei sia attraverso te stesso che attraverso gli altri: inter-ispirazione. Superflash.

Allo stesso tempo il processo è tedioso, noioso, un lavoro duro. Devi penetrare attraverso la noia. La noia, le difficoltà sono le leve. Crea la noia. Crea la difficoltà. Creiamo uno spazio in cui diventare così pazzi da dove trovare la porta, la via d'uscita. Questa è una tecnica.

Provare una noia così profonda da uscirne fuori in un altro luogo. Cage.

Noia, degradazione, oppressione, monotonia, privazione: le masse stanno ora passando attraverso la noia, la sofferenza.

Creare un ambiente che attragga l'ispirazione. La Musa. Può anche accadere facilmente, come per Mysteries. O a Kronstadt.

Queste sono le tecniche dì creazione collettiva.

47.

Non puoi fidarti dell'ispirazione, Non si può costruire una strategia per la creazione basata su qualcosa di tanto incerto. Judith.

Ouro Piero (Brasile), 5 dicembre 1970.

48.

La chimica del corpo provvede le sostanze per il teatro alchemico. Alchimia sono questi misteriosi cambiamenti, metabolici, elettrochimici, ghiandolari, neurologici, del flusso sanguigno.

Paradise Now: la ricerca per formule alchemiche: in aggiunta a incantesimi: procedura scientifica: dialettica.

Crowley: Magister Therion
«Non c'è grazia: non c'è peccalo:
Questa è la legge: FA' CIO' CHE TU VUOI».

«Il Mago deve inventare per se stesso una determinata tecnica pur distruggere il "male". L'essenza di tale pratica consisterà nell'educare la mente e il corpo a affrontare cose che provocano paura, dolore, disgusto, vergogna e simili. Deve imparare a sopportarle, quindi a diventarvi indifferente, poi analizzarle finché non diano piacere e istruzione, e finalmente apprezzarle per se stesse, quali aspetti della verità. Quando questo sarà fatto, dovrà abbandonarle se sono realmente dannose alla salute e al benessere. Per esempio, si può avere una relazione con una brutta vecchia fin quando sì ammira e si ama la stella che è; ma sarebbe troppo pericoloso sforzarsi a borseggiare per vincere l'avversione alla disonestà. L'amore è una virtù: diventa più forte più puro e meno egoista se applicato a quel che aborre, ma rubare è un vizio in quanto implica l'idea-dello-schiavo, che il nostro vicino possa essere superiore a noi stessi».

Quale magia, quali trasformazioni alchemiche, inaspettate, ancora sconosciute all'uomo, possono produrre uno stato di libertà in una società in cui è impossibile a ciascuno essere libero fino a che non siamo tutti liberi?

In Paradise Now abbiamo cercato dei catalizzatori illogici con cui far precipitare l'età della libertà. Abbiamo consultato gli oracoli, usato gli archi dei nostri corpi, le nostre menti vacillanti, gli incantesimi, abbiamo innalzato e abbassato il calore del corpo, il respiro, vento, contatto umano, disegni di luce, sortilegi, rituali, visioni, sogni. Il Doppio dì ciò che è chiamato «magia», «il teatro dell'illusione»: in cui avviene l'impossibile.

I cambiamenti necessari per trasformarci e trasportarci in uno stato di benessere ( libertà - essere libero è essere libero di mangiare) hanno la qualità dell'impossibile. Poiché la libertà non può ancora venire sperimentati] nel nostro mondo: miriamo ad essa, come miriamo all'unione con Dio, l'Onnipotente, l'Eterno, il Tutto, il Tutto in Ogni Cosa, il Cantare, il Ballare.

Dato che abbiamo usato solo degli accenni su come far precipitate questa condizione, chiamo la formula cui siamo giunti in Paradise Now «magia» o «alchemia»; è stato il nostro tentativo (1968) di creare un teatro alchemico. Il teatro è sempre stato chiamato - e in verità Io è sempre stato - un luogo di illusioni. Il grado in cui l'illusione del teatro diventa realtà è la misura della sua magia. Il grado in cui trasforma le scorie del corpo in energia è la misura della sua alchemia.

Formule alchemiche, Rivoluzione, che trasformeranno l'oro in pane, il ferro del cuore in carne irresistibile, e le menti apatiche di uomini e donne (la massa) in energiche sorgenti di invenzione.

49.

«I vecchi teatri non sono altro che una seduzione per i valori borghesi». Judith, in conversazione.

«L'arte è dispensabile. Lo scopo dell'arte è distruggere il bisogno dell'arte, lo scopo dell'arte è abolire l'arte». Piscator, citato da Judith.

«Gli artisti mettono la loro morale nella loro arte. Gli amanti dell'arte fanno lo stesso. Il loro standard nell'arte è alto. Ma non hanno uno standard nella vita. In arte possono fare differenze fra bello e brutto, fra giusto e sbagliato, fra amore e odio, in arte possono distinguere cosa è sacro, cosa ha significato, e dove sia la verità. Nella vita sono freddi e stupidi». JM (Judith Malina) in una prova.

Illuminazione: il bisogno di una morale secolare?

Per me la borghesia è sempre là, sempre, termine di confronto, perché io lo sono, borghesia, in lei, di lei, e Io so, perché è mia, e ne canto a me stesso. Poiché sto cantando la mia via d'uscita con un coltello.

L'intera prima parte della mia vita, quarantacinque anni, è stata spesa a indirizzarmi alla borghesia. Ora, delle persone del ceto medio con aspirazioni intellettuali possono essere convinte del bisogno dì liberare i neri e i bambini del terzo mondo. Possono diventare anarchiche per principio o Marxiste, o Democratiche Jeffersoniane, e arrivare a credere, dandovi abbastanza evidenza, che non ci debbano essere né leggi, né denaro, né polizia. Puoi rompere le loro riserve. Intellettualmente faranno qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa salvo togliersi da sopra la schiena dei lavoratori e dei poveri. Cosa? Poiché il potere corrompe, il potere materiale corrompe. E la borghesia potrà perfino lasciarsi convincere dalla stessa bella azione rivoluzionaria, quando la vedrà. L'accetteranno, non la combatteranno completamente, resa; ma non rovesceranno lo stato, non abbandoneranno il capitale, ce l'hanno nel loro sangue, nel cervello a questo punto. Non possono fare le cose necessarie. E per di più, ancora più importante, non possono perché non hanno i mezzi per farle, non possono impadronirsi dei mezzi di produzione perché non sanno come e non hanno accesso, mancano di impeto perché hanno paura di perdere quello che hanno. Hanno la consapevolezza di una cultura rapace, una cultura-produci-rapaci. Invece il proletariato e il Lumpenproletariato se spinti a agire, possono fare quanto occorre; hanno la conoscenza, l'accesso, non hanno nulla da perdere eccetto le loro catene.

La corsa ora è a risvegliare il popolo all'azione, Prima che il grande campo oppositore lo rinchiuda con catene più pesanti o droghe o altre carote. Perché lo stato industriale moderno sa che un proletariato scontento non farà ciò che deve fare per tenere in piedi la struttura, la macchina che distribuisce i beni. Così prima che il proletariato venga robotizzato dal cibo cattivo dagli orologi dai televisori, prima che si addormentino e si sveglino ritrovandosi gusci di persone, dobbiamo penetrarci dentro.

Il teatro che si indirizza alla borghesia e si nega al popolo, le masse popolari represse e schiavizzate in modo che la borghesia possa acquistare biglietti teatrali, tradisce spesso le sue intenzioni più sentite. Forse questo è uno dei significati del grido di Artaud «Bruciare i testi!»

Affinché la borghesia possa essere in grado di partecipare ai piaceri della liberazione dalla sua tragica esistenza noi creiamo un teatro per chi è colpito dalla povertà, e a cui non vengono solo negati il cibo, la libertà, la cultura: ma anche la verità. È a questo che aspiriamo: a cambiare quando miriamo a creare teatro nelle strade. Per quanto lo stato e il capitale controllino i mass media piega-mente.

«Cosa, - disse il militante Rosso e Nero, quando dicemmo di voler provare a fare teatro per i lavoratori, - pensate di attirare la loro attenzione? Se noi non riusciamo a fargli leggere un volantino!

«Compagno, il teatro comincia con l'essere attraente...»

Appunti:

Mao Tse-tung:

«... tutti i signori della guerra, i burocrati, i compradores e i grandi proprietari terrieri in collusione con gli imperialisti, così come la parte reazionaria degli intellettuali ad essi asservita, sono i nostri nemici. Il proletariato industriale è la forza dirigente della nostra rivoluzione. Tutto il semiproletariato e la piccola borghesia sono i nostri amici migliori. Quanto alla media borghesia, sempre esistente, può esserci l'ala sinistra, e la destra nemica; dobbiamo però sempre stare in guardia e non permettere alla media borghesia di disorganizzare il nostro fronte».

Analisi delle Classi nella Società Cinese (marzo 1926),
in Opere Scelte, vol. I, p. 19.

«Colui che si allea al fianco del popolo rivoluzionario è un rivoluzionario, mentre colui che si allinea al fianco dell'imperialismo, del feudalesimo e del capitalismo burocratico è un controrivoluzionario. Colui che si allinea al fianco del popolo rivoluzionario, ma soltanto n parole, e agisce altrimenti, è un rivoluzionario a parole; è un perfetto rivoluzionario colui che si allinea al fianco del popolo rivoluzionario non soltanto a parole ma anche coi suoi atti».

Discorso di chiusura alla II sessione
del I Comitato nazionale della Conferenza
consultiva del Popolo cinese, 23 giugno 1950.


Commento; apre la possibilità dì farcia rivoluzione al pili largo spettro possibile.

Wilhelm Reich:

«La politica rivoluzionaria, nel contenuto e nel linguaggio usati, o è un'espressione del carattere primitivo, ineducato, legato-alla-vita delle larghe masse, o semplicemente si chiama rivoluzionaria, ma in effetti è reazionaria e sterile». (Cosa È Consapevolezza di Classe?)

Commento: Questo libro (il mio scrivere La Vita del Teatro) questo appello all'élite (nel linguaggio dell'élite educata) è una seduzione per dei valori borghesi? Ci tagliamo fuori dal popolo quando ci parliamo con questi simboli in codice? È in effetti sterile e reazionario?

È nel trovare queste risposte che la mia vita si solleva e sprofonda.

50.
Può l'arte trasformare il mondo?

GLI ELEMENTI BELLA TEMPESTA

Inizia:
1. Il Tuono:
La forma e la sostanza dell'arte sono state modellate dalla classe dominante in qualcosa di segreto: HANNO TRASFORMATO L'ARTE IN SIMBOLI SEGRETI che serve i pochi (essendo comprensibile solo dai pochi) hanno reso l'arte privilegio dei pochi che hanno cultura.

2. Vento:
La cultura è creata dai mezzi di produzione. Dunque non puoi cambiare prima la cultura e poi i mezzi di produzione.
Devi cambiare i mezzi di produzione: ossia il capitalismo poi cambierà la cultura.

3. Le Nuvole:
L'artista che parla di
rivoluzione
specialmente
di rivoluzione nonviolenta
sta solo soffiando parole:
masturbazione (estetica):
(Chiavare richiede un certo genere di coraggio! )
L'azione è valida.

«L'anarchico, - dice Marx parlando di Proudhon, - quando non ha un'idea, può sempre trovare una parola ».

4. L'Elettricità Statica:
Chiavi. Fare chiavi è il compito dell'artista.
Nascondere le chiavi è il compito dei carcerieri. Aprire le porte - solo il popolo può aprirle.

Apri le porte. La proprietà è un furto.

I ladri sono i carcerieri.

5. Fulmine:
Arte per il popolo? Il popolo i cui mostruosi sforzi producono la luce (il carbone turbina a gas dinamo interruttori fili impianti ), le luci che splendono nel buio, le luci che poeti e profeti celebrano, il popolo è troppo stanco per guardare. II lavoro nelle miniere procura all'operaio brasiliano l'equivalente di circa 40 dollari al mese, negli Usa un minatore guadagna quasi venti volte tanto, o di pili, entrambi fanno un lavoro così penoso, così duro, che rende impossibile pensare, lo proibisce. Nelle fabbriche, chi pensa troppo ammattisce - o inizia una rivolta proibita: rivoluzione. II lavoro nelle miniere, nelle fonderie, nelle fabbriche, taglia via il sentimento: chi può sentire e non andare a pezzi? Se vendi te stesso (il lavoro si vende) diventi una cosa e non senti niente.

Quelli che hanno dentro la forza non sanno come liberarla. Il compito del teatro vuoi rendere la gente attiva restituendogli l'abilità di pensare e sentire liberamente, di distribuire stimoli che ne libereranno i corpi, l'immaginazione, e soprattutto la forza.

Questo è sacro terrore dentro la manica.

Brescia (Italia), Saramenha (Brasile), 23 ottobre 1969 - 3 giugno 1971.

CORRENTE D'ARIA

Nuove forme. La polizia si aspetta sempre che la storia si ripeta. Una volta che hai provato una tattica rivoluzionaria, sì aspettano che tu la rifaccia, così prendono le misure necessarie per reprimerla. Il nostro . compito è battere quelli che vogliono togliere le informazioni al popolo, ed ecco perché l'idea dì teatro di guerriglia riesce così istantaneamente affascinante. Implica infatti adattamento e mobilità allo stesso tempo. Anche il coraggio, a cui tutti aspiriamo in questa società che separa il corpo dallo spirito, rendendoci tutti vigliacchi. I guerriglieri danno coraggio alla gente depressa. Per darne devono averlo.

Nota dell'attore: La preparazione essenziale è trovare il coraggio. Il coraggio ci porterà poi alla creazione di spettacoli e ci renderà possibile rappresentarli.

Paris, 22 febbraio 1970.

«Ora mi sembra di vederlo, annuvolandosi la mia visione...» Antigone.

NUVOLE

La corrente tumultuosa della critica repressiva:
a) «La funzione dell'arte è presentare cose solo per contemplarle».
b) «L'artista è neutrale, il pubblico deve essere "libero" di decide
re "come" pensare».

I RICCIOLI DELLA TEMPESTA CHE SI AVVICINA

La presunzione qui è che l'arte dovrebbe indirizzarsi al pubblico come se il pubblico fosse libero di formulare le proprie reazioni. Presume che il pubblico diventi libero per il fatto di essere lusingato a considerarsi libero. Mentre in realtà non lo è.

Critica reazionaria: vorrebbe che l'arte sia oltre le «preoccupazioni mondane dell'economia». Vorrebbe infatti che l'arte non fosse calda ma fredda, roccaforte di compostezza. Non vuole che l'arte guidi, ma solo che stia li, a decorare graziosamente una vita altrimenti sordida e difficile, ornamento che dispensi sapienza inapplicabile, che insegni, se uno si dispone a imparare, che non si indirizzi mai alle masse (pericoloso), ma solo all'individuo isolato.

Ma l'arte sta gettando via le catene. Uso il linguaggio proverbiale poiché è grande e vero. L'arte non servirà più ciò in cui non crede. Se lo fa non è più arte. Non è più arte perché non è più vera.

Arte come verità. Se la visione-di-libertà dell'arte muove il pubblico a abbattere le corti dell'oppressione, a occupare le officine industriali proprietà dei ladri della vita e del tempo, a bruciare la struttura e sostituirla con libere comunità che producono per i nostri bisogni e forniscono tutte le opportunità per soddisfare i nostri desideri, a abbattere la struttura del cervello e la struttura fisica dei nostri stessi esseri, invece di lasciarci semplicemente liberi nella prigione dorata della contemplazione dove veniamo depositati a marcire, incompetenti, e impotenti: allora l'arte serve una funzione; altrimenti è schiava della classe dirigente che ha sempre amato la grande arte contemplativa, pur opponendosi a studi profondi - rendendo gli studi profondi disponibili solo a eremiti isolati, filosofi, ecclesiastici, o esteti - poiché lo studio profondo condurrebbe a un senso di verità a cui nessun dominatore può appoggiarsi e su cui può allo stesso tempo far presa per comandare.

Arte che non spinge all'azione: il coppiere dell'oppressione.

La potenza dell'arte è la potenza della verità. Lo stridulo grido degli eruditi spaventati: «Non influenzare! Lascia stare! » Ma la verità influisce, è potente, raggiunge ogni recesso della mente. Non puoi chiedere alla verità di non usare i suoi poteri. La verità è uno dei più importanti strumenti nella lotta popolare per il cibo e la libertà. Siamo qui per esercitare gli occulti poteri della verità. Ahimsa, la forza della verità: chi può resisterle? Per quanto tempo?

Croissy-sur-Seine (Francia), 2 aprile 1970.

GRANDINE

Breton parla di surrealismo come meccanismo per rilasciare l'immaginazione, che sappiamo rinchiusa, repressa, tanto da non lasciarci neppure immaginare la soluzione. Rimaniamo quel che siamo, marci. Ma tutti gli artisti non hanno forse creduto che il loro lavoro abbia aumentato le possibilità di aprire le porte perché l'immaginazione potesse far scaturire danzando le soluzioni alle nostre miserie? Ora vediamo attraverso le nubi che l'arte non può più opporsi da sola allo schiacciante massacro della cultura creato dal sistema di classe.

Croissy-sur-Seine (Francia), 2 maggio 1970.

VENTI

L'arte è evidenza del contenuto spirituale della vita quotidiana... L'arte lo comunica, ma il contenuto resta rinchiuso, in attesa di essere liberato. JM.

Paris, 18 luglio 1970.

VENTI (SUD)

-«Una rivoluzione implica un cambiamento nella struttura; un cambiamento di stile non è rivoluzione.

-« Una rivoluzione in poesia o pittura o musica è parte di un modello r
rivoluzionario totale. L'arte (moderna) è fondamentalmente sovversiva. La sua spinta è diretta verso una rivoluzione con fine-aperta (continua)». Jerome Rothenberg, Revolutionary Proposition.

Ma non è abbastanza: senza ulteriore attività rivoluzionaria la sua «rivoluzione» non è più sovversiva. È solo un cambiamento nella metafisica dell'atmosfera. E peraltro aiuta solo le classi superiori a conservare il loro vantaggio.

-«Il confronto fra poeta e rivoluzionario politico muove verso una resa di conti che il poeta sembra destinato a perdere. Ma la loro unione durevole potrà segnalare un capovolgimento della storia e
 la restituzione dell'Uomo all'Eden». J. R. (op. cit.) Seconda Serie.

NUVOLE (CUMULI)

«Le Théàtre est une rivolte contre l'ordre établi». Jean Duvignaud.

L'arte è rivolta. È la rivolta che fallisce.

NUVOLE

II critico è un consulente per gli acquisti al supermercato della cultura. Consiglia il compratore e il venditore.

Separa artista da artista e indebolisce il riunirsi delle forze.

La critica si nutre di rivalità, è agganciata alla concorrenza (il principio del capitalismo), è un anticorpo nella società comunitaria: infatti il critico aliena se stesso, si mette da parte, la critica della nostra cultura è frazionante. L'autocritica è unificatrice perché non è né omicida né suicida.

NUVOLE (CUMULI NEMBI)

Domandi a attori, artisti, cosa vogliono fare, perché dipingono o lavorano in teatro oggi, 1971, rispondono: per contribuire alla comunicazione.

Comunicazione, se significa solo comunicazione con le classi già privilegiate, gli intellettuali, i ricchi e i piccoli ricchi, non è comunicazione, è chiusura, è aumento di alienazione.

Ouro Preto (Brasile), 25 novembre 1970 - 27 aprile 1971.

LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA

Forma :

Pierre Biner: «La forma, ah la forma... No, il libro (Procès du Festival d'Avìgnon, supermarché de la culture di Jean-Jacques Lebel) non farà molta sensazione. Ci sono già trecento libri sugli avvenimenti del maggio '68, e chi legge questo tipo di libri li guarderà, ma la gente è stanca della forma».

Cioè, perfino i rivoluzionari si stancano della forma. Ma la gente con cui stiamo cercando di comunicare attraverso i media della dimostrazione e del confronto, gli spettatori, si stanno stancando più rapidamente, perché loro stanno solo a guardare.

Attualità. I pittori moderni hanno trovato il metodo di fornire un'esperienza sensoria accresciuta al ceto medio intellettuale e ai ricchi con il costante reinventare stili.

«I cambiamenti ambientali che richiedono un cambiamento di forma allo scopo di comunicare». Ernst Fischer. Adesso, per ottenere questo dobbiamo trovare nuove forme di azione rivoluzionaria. Non conosciamo ancora il magico lampo che trasformerà le forze demoniache in celestiali. Ma sappiamo che avrà una forma differente.

Da San Francisco a Los Angeles, 23 febbraio 1969.

Gli spettatori votati al capitalismo combattono l'idra luminosa della rivoluzione con l'ammirare la sua forma ignorandone sottilmente la reale bellezza: quell'aspetto dell'idra che è spaventoso e splendente. La chiudono a chiave nella scatola dell'arte sperimentale e ci si decorano le case. Parte della soluzione deve quindi essere l'azione, l'unico rituale che possiamo rappresentare per rompere la resistenza al cambiamento.

È questo l'abisso. Porta via i vecchi voleri. Il corpo desidera funzionare in modo diverso, rielabora la sua costruzione, il sistema nervoso si applica a nuove funzioni, l'immaginazione che produsse il fuoco, il linguaggio, la medicina, troverà altri modi di vivere nel mondo, di comunicare, di curare, perfino di scegliere. Per liberare l'immaginazione del popolo...

Ecco perché l'interprete non cerca rappresentazioni ma modi di essere che provochino un'imitazione. Aristotele. II personaggio senza mutande, senza gli attributi sociali della storia, e il nuovi essere rivoluzionario il cui mondo è basato sui bisogni umani: pane, bellezza, saggezza, amore, unità.

Per diecimila anni abbiamo vissuto nel non-abbastanza, niente è abbastanza, qualunque cosa facciamo. Non possiamo fare di più finché non aumenteremo le nostre capacità dì fare di più. Per aumentare le capacità delle persone a diventare popolo. Allora balleranno intorno all'altare, nudi, espandendosi come speranza, creando dal proprio naufragio (Shelley) la cosa che contemplano.

Quando questo succederà, allora la rivoluzione, Messia, arriverà, perché la vogliamo, e volendola dobbiamo crearla.

Roma, 8 febbraio 1968.

L'ULTIMO ORIZZONTE BLU

Mi affascinavano Mozart e Vermeer. Vent'anni fa. Ora non più. C'è qualcosa di sbagliato in quella luce solare. Quelle perle. Quelle ellissi della mente. Quel sapore di sangue tragico. So che quello non può essere tutto.

La gente privilegiata prende una dose di Mozart, e è così bello che cominciano a pensare, «Ora dobbiamo fare aver Mozart a tutti. Fabbrica transistor, registratori, dischi, a milioni! » La conseguenza è che Mozart diventa o oggetto-di-consumo o simbolo-di-stato-sociale, a sostegno del principio reazionario.

Assalto totale alla cultura. Ed Sanders. Bruciare i testi. Artaud.

La rivoluzione totale cerca ponti avanti o indietro nel tempo? Dopo la rivoluzione il tempo sarà differente.

Ora non ho più bisogno di leggere Racine, per quanto lo studio di Plotino, le civiltà create dai Vandali, i fossili africani, o i canti dei Navajo morti, o l'europeo Bakunin, possano ancora vitalizzare il mio lavoro.

Leggere: a cosa serve?

Latino me che, mio lineare erudito, fuori dal tuo capitalismo dentro completa anarchia. Fuori dal paternalismo nella maternità. Fuori dalle battaglie e dalle competizioni dei sessi nelle nuove ere non-ariane.

Noi che vogliamo bruciare i testi e anche leggerli. L'Albero della Conoscenza e l'Albero della Vita.

Da quelli che fecero il viaggio tanto tempo fa, le cui idee e parole sono ora macchiate dai fatti, la cui luce sta diventando fioca, che vissero per noi, prendo la luce della Kabbala, di Boehme, di Epitteto, di quel contorto politico Seneca, le illuminazioni del Tao Te King, prendo la luce e mi arrampico ai raggi come se fossero elastici per vedere se spandono il loro chiarore fino all'oscurità dei nostri giorni. Per poter trovare la strada fuori di qui.

Luce avvelenata? Dalla terra dei morti? Ci trasuda dentro?

Nel distenderci lungo il tempo per illuminare il presente (e perpetuare quanto è morto) contraiamo il male che la vecchia luce diffonde nel propagarsi?

Potrebbe essere più utile la luce dei falò?

E sebbene legga ancora i vecchi libri, posso immaginare che quest'interesse nei libri sparisca. Trovo ancora più difficile guardare la pittura. Immagini. Quella forma d'arte è finita per me, e perfino gli uccelli di tanta poesia non mi sembrano più tanto vitali, visibili, il loro ruolo solo un volo attraverso un cielo offuscato, mentre i quattro cavalieri viaggiano in carri armati, aviogetti e limousines.

Forse tutto andrà alla deriva, tutti ì miei sacri amanti, come uccelli attraverso il crepuscolo, come i ragazzi con cui giocai certi giochi del corpo venti o trenta anni fa. Si perde anche il gusto. Età? La vita del teatro.

La mia cultura è aggredita, e questo riflettere, questa meditazione, il crepuscolo, ne sono vivide prove.

Rio de Janeiro, 7-14 novembre 1970.

ECLISSE

Confesso: che talvolta sento nostalgia per Gerard de Nerval... e il mare...

JM: «La nostalgia è reazionaria. La derrière-garde guarda sempre al passato e lo loda. "I bei vecchi tempi"».

FIAMME

Paternalistici, patriarcali, sadomasochisti, orientati al capitalismo; tutti questi artisti. La cultura mi abbraccia, seduzione, attraverso l'artista, nella mia mente succhiacazzi, orientata al sadomasochismo, sprofonda giù dentro di me e mi torce le palle finché lascio cadere una debole idea che serve il passato da cui deriva

sì, brucia i testi
questo è quanto mi hanno detto finalmente i maestri
questo è quanto la più grande della loro grandezza
ha mormorato quello che la luce morente
mostra esitante
salta
siamo il fuoco dentro di te
autoimmolazione
i corpi in fiamme della dannata
KULTURA
la torcia
il crepuscolo di quegli dei.

Sao Paulo (Brasile), agosto 1970.

SCOPPIO DI FREDDO:
PIOGGIA: SCORRE PULITA: L'ACQUA DELLA VITA.

L'arte inizia nell'artista come espressione di desideri insoddisfatti. Freud chiarisce che i desideri insoddisfatti sono sessualità repressa. Nella sessualità la concreta realizzazione dell'amore. Ma la gente non ha tempo e forza per esprimere questi desideri, nessun modo di trasformare in fertile esperienza quanto è pesantemente represso. Con lo svilupparsi della civiltà, l'aristocrazia paga l'artista per farlo. O è la Chiesa, il padrone spirituale, a commissionare l'artista. Quindi la borghesia ha il sopravvento. E l'artista esprime tutto il tempo desideri insoddisfatti, il che procura liberazione. Spinti a questo per soddisfare i loro desideri - altrimenti repressi - gli artisti esprimono idee e concetti sublimi. Quando creano fanno l'amore. Facendo l'amore si scaricano energie, e l'aristocrazia e la Chiesa e la borghesia vengono rafforzate da queste scariche.

Ma ora sappiamo che il mondo che vogliamo non è il mondo in cui ognuno diventerà un viscido borghese, no, non un mondo di benessere e di costumi da ceto medio. Recentemente gli artisti si sono occupati di riformare la borghesia perché sono stati pagati per farlo. Perfino i divini poeti. Maledizione a me. Ma ora è finita.

Perché gli architetti smetteranno di progettare case per la cultura borghese, e i pittori incanaleranno il potere del loro colore e del loro disegno per stimolare milioni di occhi spalancati invece di dilatare gli occhi d'ago dei ricchi e dei furbi. Per un secolo abbiamo parlato di dare questa energia alle masse. Non abbiamo mai saputo come farlo. L'Establishment ci ha detto che avremmo degradato la nostra arte. Mentiva. È facile come scivolare sul grasso creare per l'occhio discriminante, per l'anima privilegiata. (Questi tempi sono finiti perché ora sappiamo come creare anti-arte). E i musicisti, i matematici, gli scultori, gli autori dì canzoni creeranno cose che non esaltano il desiderio borghese ma grandi vigorosi gemiti e grugniti trascendentali, chiavare e succhiare. Stanno già facendolo con l'arte del rock e col folk-song contemporaneo - e ne vengono di più, di più, dì più, legioni, coperti di petali di luce, spargendo l'alito di vita nelle baracche dei dannati; e il teatro come vento straccerà il calore oppressivo, sfonderà le porte da Kiev a Gerusalemme: i liberatori stanno arrivando, pazzi, artisti; il Popolo: chi con grande bellezza, foglia a foglia, petalo a petalo, si apre in fiore. La creazione del popolo che è il compito dell'arte, che è tutto, che è ciò che vogliamo dire quando parliamo di rivoluzione.

Rio de Janeiro, 20 ottobre 1970.

ALLARME DI TEMPESTA:
VENTI DI PRUA

« Immaginazione come survival-kit del cervello...»

L'immaginazione vola se c'è vento. L'arte è questo vento. Vento di prua.

L'intera condizione degli schiavi è privazione. L'equivoco termine liberale è «sottoprivilegiati».

Lo schiavo non soltanto ha meno da mangiare, non soltanto ha meno cultura, ma subisce l'eredità di tali privazioni e l'estrema violenza: morte precoce: morte già nella vita: morte dello spirito: morte dello spinto che conduce a: morte della carne.

Quando gli artisti negano la loro arte e l'energia alla lotta degli schiavi, si affiancano ai padroni, collaborano con quelli che bruciano il cibo e torturano i poveri, allora bisogna distruggerli.

Se l'immaginazione non viene stimolata e la mente non si sviluppa, come può il grande animale trovare la via d'uscita dalla fossa?

I DENTI DELL'URAGANO
(VENTI DA OVEST)

1) Uscirne fuori. Esattamente come Gautama usci fuori dal Palazzo del Piacere (la sua prigione dorata) nel mondo. Solo un buddha può fare questo? Allora siamo tutti buddha. 2) La Cultura Borghese è il nostro Palazzo dell'Oppressione. Evadere. 3) Arte come azione.

Sao Paulo (Brasile), 3 gennaio 1970.

51.

«1968 è stato la Morte di una Cultura. La morte non e fuori di noi. È dentro ciascuno. È morta proprio qui». Georges Lapassade, battendosi il petto.

Rb de Janeiro, settembre 1970.

52.
Meditazione I. 1970.

Il procedimento: un piede davanti all'altro, senza tregua, afferrandoci al ghiaccio, scivolando, risalendo, perché non c'è altro da fare. Se trovassimo dei metodi per smettere di morire, dovremmo inventare la morte per impedire che il pianeta diventi densamente e fatalmente popolato? Troveremo un modo per attuarlo.


La morte è corruzione e non è intrinseca alla vita... Siamo oltre la Natura: questo è l'impeto del nostro tempo. Gutkind.

Je ne m'intéresse plus au théàtre. Je ne m'intéresse qu'à la politique. Gènet. Sao Paulo, agosto 1970.

Mi ricordo dì respirare quaranta volte al giorno. Lusingo vene e arterie. Sono confuso, sconvolto, disperato, la maggior parte del tempo, ogni giorno, sono speranza.

C'è un punto in cui il meditare mi rende consapevole dei piedi piegati sotto di me e del calzolaio che mi ha seguito fin da quando ho calzato il mio primo paio, il suo martellare mi ha spinto tutto il tempo, fa camminare i miei piedi sul suolo nudo. Mi porta avanti. Lo pago 75 centesimi.

Avanziamo tutti, come un grande ghiacciaio, il movimento è irreversibile. Il problema è impedire di distruggerci da soli: accidente, disastro, scontro con l'infinita notte della morte. Siamo il ghiacciaio, sopra di lai, e dentro, siamo la storia, non è là di fuori di noi, la facciamo sanguinare a morte, mentre la barca naviga noi affondiamo. I rivoluzionari si alzano, sollevandosi, il ghiaccio si spezza, la struttura glaciale si scioglie, ma la gente è aldisopra, in alto.

Come siamo oggi non saremo domani.

«Siamo oltre la natura! » La nostra gloria!

È necessario trovare che cosa si può fare. Poi studieremo come farlo. E quindi lo faremo. II procedimento.

Sao Paulo (Brasile), 24 agosto 1970.

53.

In cerca del nostro tribalismo perduto: crearne uno nuovo: il collettivo in cui l'individuo non è sacrificato al collettivo né il collettivo all'individuo. Il Collettivo Assoluto.

Essaouira (Marocco), 24 luglio 1969.

54.

La tribù ha il proprio carisma. La tribù è un gruppo di gente legata insieme dall'amore. Perciò troviamo dei modi per sopravvivere, perciò la tribù ha un fascino speciale in una società più o meno senza amore.

La società tollera con riluttanza gli zingari perché a loro affida la conservazione di alcuni segreti, di alcune arti nere. La società tollera le comuni sperimentali finché crede che stiano lavorando alla soluzione di problemi posti da impossibili proposte utopistiche. Se non trovano le soluzioni deperiranno da sé. Se trovano le soluzioni la società tenterà di cooptarle o di eliminarle. Questo è il sinistro segreto nell'arsenale del cervello della società. La cosa di morte.

Diversamente dalla tribù che si espande quando è sana, il clan è chiuso, rinchiuso dal sangue, dalla gerarchia, e da leggi autoimposte. La parola tribù è usata oggi per designare quei gruppi prossimi ai gruppi etnici che non hanno mai perso il loro rapporto con la terra il sole la luna, con vento acqua fuoco carne. Gli elementi primari. Il cui essere testimonia un genere di naturale, cioè non artificiale, tenerezza per la vita non sciupata, vita in armonia con la natura delle cose e tuttavia oltre Ì confini comuni alla natura. La tribù è un modo di godere insieme. Ogni membro si cura dei vantaggi e del benessere di tutti i membri. Costituisce una comunità in cui gli individui non sono alienati a vicenda. Pesando attraverso unti società che sta morendo di solitudine e dei suoi terribili effetti (amore plastico, morte prematura, morte da rivalità e odio, morte da denaro, da macchine e omicidio, morte da sopravvivenza dei più capaci, morte da veleno-gas industriale, morte da tabacco, morte da ossido dì alluminio), la tribù, come gli animali descritti da Kropotkin che sopravvissero alle forze contrarie dei secoli grazie a mutuo soccorso, è totalmente in contatto con forze e armonie misteriose; è il simbolo vivente di un comportamento utile, chiave, ritmo eterno. La tribù passa oltre; e lo spettatore freddo e spaventato, morente nella sua solitudine, guarda gli zingari, guarda gli Ebrei, guarda la carovana di attori e attrici, li disprezza per le loro secrezioni incestuose, invidia la loro abilità a sopravvivere, odia, e spera che possano trascendere il suo odio, e sa che lo potranno.

Fu solo nel 1964 che finalmente la mia vita, il Living Theatre, cominciò la realizzazione della sua natura tribale; e quando nel gennaio 1970, ci dividemmo, non fu per morire, ma per superare una prova autoimposta, allo scopo di ricostituire la nostra realtà tribale con uno sforzo più consapevole, allo scopo di vincere le forze che tentano di distruggere tutte le tribù per sempre. Poiché lo stato moderno non può tollerare alcun gruppo che abbia dei sentimenti più forti della dipendenza al proprio essere alienato-alienante pericoloso gravato da fatalità. La tribù lotta per sopravvivere in tale ambiente. Stiamo lottando. Quando la gente (da dietro le sue finestre) ci vede camminare nelle strade sa chi siamo, riconosce l'andatura archetipa, sa che siamo ì nemici del suo stato, gli amanti segreti del suo corpo che visitiamo la notte, gli incubi del suo inconscio, la carne dei suoi sogni, che lecchiamo il suo spirito, combattiamo la sua forma immateriale, sa che il suo stato è Forte e Grande e Fragile, sa anche che la tribù è debole piccola e infrangibile.

È legata insieme da amore.

Questo libro, come documento della mia vita, come la mia stessa vita, è una registrazione delle battaglie per diventare parte di una comune. Il Living Theatre è quella battaglia. La mia sola vita.

II Living Theatre non potrà mai essere una comunità all'interno di una società capitalistica. È un'illusione immaginare che Io possa. Finché il capitalismo ci circonderà, colandoci dentro, non abbiamo possibilità. Tutto ciò che possiamo fare è lavorare entro questi limiti finché i muri cadranno. I muri cadono. Suonate la musica che li farà cadere. L'influenza della struttura putrefatta è forte, noi siamo deboli. In questa battaglia vincono i deboli, perché i forti sono rigidi e marci. Ma i deboli sono flessibili e vivi.

Rio de Janeiro, ottobre 1970.

55.

Quando inizia l'autentico rituale, quando i Gnaoua arrivano nel cortile e suonano e ballano e partono in trance, ci sei trascinato dentro, apri le finestre, fuori sul balcone, ti apri, perché sai che quel che sta succedendo non è solo musica astratta, sai che è l'esorcismo dei demoni fuori dalla casa, è l'ingresso della buona fortuna, lo spirito della gioia. Quando il vino viene sollevato e vengono pronunciate le parole ebraiche, Benedicendo, ti ricordi e ricordi al tuo intero essere la vita miracolo fisico-chimico-biologico-metafisico: annulla esperienze nude e cieche: santifica l'essere, rende più facile creare e più difficile uccidere.

Il procedimento di compiere un rituale per mezzo di ripetizioni meccaniche è semplicemente controrivoluzione in atto. Per la fatica: perché il lavoro che facciamo per passare attraverso la vita quotidiana dentro questo sistema non ci lascia un residuo di energia sufficiente per prestare alcuna attenzione. Il problema non è centrato nella natura del rituale, ma nella vita che lo contiene. Nello stesso tempo il rituale deve essere connesso alla vita in modo da servire a rinvigorire quella vita. Il rituale non può essere istituzionalizzato. Le istituzioni siedono sopra alla vita. Schiacciandola.
Qui l'ammonimento al creatore di forme rituali nel teatro: il vero rituale vivifica; il falso rituale fa morire: le tecniche sono vuote se l'azione non riempie il corpo col suo significato. Questo non vuoi dire che il significato non sia velato, fertilmente, da mistero che solo l'inconscio può comprendere adeguatamente.

rituale

per accrescere la comunicazione per trovare l'estasi per invocare lo spirito santo per prepararci all'azione rivoluzionaria per aprire la mente per vivificare il corpo per diminuire la paura per esorcizzare i demoni per aumentare la fiducia per dissipare l'esitazione per trasformare il male per liberare il cuore per suscitare energia sessuale per ammollire la durezza per liberare i sogni per liberare tutti i prigionieri per slegare mani per diminuire il dominio della morte un rituale per cacciar fuori dalla testa la vecchia cultura per unificare le forze per innalzare speranza

«Rituale è qualcosa che ha per obiettivo il corpo. Il corpo non è affatto un cadavere in cui è imprigionata l'anima. Senza il corpo l'anima non sarebbe altro che uno spettro privo della finale e inevitabile gravita, la mortale onestà del si e no. Il corpo è l'elemento passivo in noi, il suolo pacifico in cui è radicato il nostro essere. È ciò che viene considerato come normale materia, la costituzione dataci dal destino. Vive nel presente, libero dalla tensione di relazioni estranee, schietto, sicuro di sé, sicuro dei suoi istinti, i suoi errori vengono chiamati malattia. Nel corpo sono conservate tutte le esperienze dei nostri padri, silenziose e inconsce. E non soltanto le esperienze dei nostri progenitori, ma le memorie di epoche svanite nella storia della terra al livello animale e vegetale, anzi le stesse profondità stellate - occupano tutte quante misteriosamente il corpo, silenziose ma forti... L'anima è la sua libertà... Nel rituale non pensiamo con la corteccia, ma col cuore. O piuttosto, diventiamo il veicolo del pensiero... Nel rituale tutto vive solo nel presente, tutto il corpo». Gutkind, L'Assoluto Collettivo.

Se la mente è corrotta, infetta il corpo. JM.

Rivoluzione come atto rituale: purificazione: unificazione: la creazione del corpo del popolo: illuminazione, fine dell'omicidio divisore. Rituali di liberazione: fine del nazionalismo che lega la gente al possesso e all'odio:

«II dovere del nazionalismo è l'oppressione dell'uomo. Non può esserci pace fra le nazioni, perché la biologia conosce solo guerra, crescita, spietata espansione. Tuttavia può esserci e deve esserci fine a tutte le nazioni. La gente vuole liberarsi dei suoi elementi demoniaci e ristabilire tutte le qualità etniche nient'altro che come caratteristiche dell'Assoluto Collettivo. Tutti i legami tettonici sono relativi, tutto ciò che è nazionale o razionale è sostanza diabolica... Il mondo che s'è allontanato dall'idolatria ed è libero dal possesso non conosce più la paura della morte... Nel popolo, Dio, uomo e mondo sono portati insieme in indissolubile unità. In essa sono contenute tutte le creature dalle stelle alla razza umana, dalle forze della natura alle parole del discorso umano». Gutkind, op. cit.

Sacrificio rituale, assassinio rituale, rituali che hanno per oggetto la morte: questi sono i sinistri prodotti di culture orientate alla morte dominate-dalia-morte. La guerra è uno di questi rituali. Il capitale (oro, denaro, come mezzo di scambio e simbolo di possesso) è uno di questi rituali. Lo Stato e il sistema di classe, che sono gerarchici, e che esercitano potere di vita e di morte sopra e contro il corpo della gente, sono rituali. La rivoluzione che crea il Popolo: un atto rituale per abbattere il regno della morte.

La forma rituale è una disciplina, una forma efficiente, un'azione ripetuta, un modo di fare le cose.

56.
23 Janeiro 1971. Sao Paulo, Brazil.

Centro Espiritista de Pai Geronimo, Rua Mucury 107 (Bairro Jaha):

Una cerimonia candomblé alla periferia di Sao Paulo, il terreiro si trova fra strade non asfaltate in un quartiere operaio. La gente, della classe lavoratrice, ha prodigato al piccolo tempio attenzione e denaro. L'altare è contenuto, sul lato destro e sinistro, da due grandi statue di gesso alla ognuna circa quattro piedi, una rappresenta uno schiavo «Vecchio Nero», l'altra un indiano Caboclo. Le persone radunate sono per la maggior parte loro discendenti, II Caboclo ha la testa ricoperta da un grande ornamento di penne, come quelli degli indiani delle pianure nordamericane.

Il Vecchio Nero è carico di collane, del genere popolare portato a Bahia, prevalentemente nera. Dappertutto gladioli bianchi (tinti in giallo e blu) e rose (nel colore originario). Dietro l'altare è ricoperto di carta dorata sgualcita. Le statue dei santi e di Dio Padre sono pili grandi che nei terreiros più poveri, ma la dimensione dei due antenati e la posizione che occupano ne dichiara il conflitto culturale.

Per la cerimonia di questa notte ci sono circa trentacinque medium, di cui ventìcinque sono donne, per la maggior parte sopra i trent'an-ni. Indossano elaborati costumi bahiani.

Ora capisco i pezzi di carta crespata che coprono il soffitto di tutti i terreiros: qui la carta crespata non è blu cielo come di frequente, ma bianca e verde. Sono foglie. Foglie verdi sono sparse sul pavimento. Non siamo soltanto «fuori porta», è come se fossimo sotto un grande albero. I medium muovono in circolo e cantano. Ballano, a volte nel girare si chinano come se raccogliessero messi, a volte sembra che zappino, usando il machete o scavando terra, a volte si stendono a destra o sinistra raccogliendo aria, ma ballano tutto il tempo. Dei tamburi sono l'unico accompagnamento, incessante. Finché qualcuno viene posseduto. Stanotte sono posseduti uno dopo l'altro. Lo sciamano, arrogante e regale, seduto su un trono bianco, dirige la sua corte. Sceglie chi sarà il prossimo a essere posseduto. L'invasamento arriva: quindi la danza cessa, e siedono tutti in circolo, le larghe gonne formano un anello magico di colore dentro al quale balla la persona posseduta. È posseduta dal dio. Il dio è dentro al suo corpo. Il dio si manifesta alla comunità. Il dio balla, il dio balla. Un teatro che è il luogo dove ballano gli dei.

Questa occasione particolare è il festival di San Sebastiano. Lui sta arrivando. Il suo spirito (certamente) entrerà nella comunità. E ballerà.

57.

Teatro religioso. Il difetto essenziale di tutti i rituali popolari, sebbene possa anche esserne la bellezza e la gloria; dissipa l'energia, serve a soddisfare la gente. L'aumento di apatia, l'oppio del popolo.

La domanda fondamentale allora è: come accoppiare strettamente il rituale alla realtà in modo che non possa essere sovvertito e recuperato, costretto a servire ciò che fu creato per distruggere?

La risposta: dissociare il rituale dalla coercizione. La legge, i principi con cui codifichiamo il nostro essere morale, non può venire imposta, ma solo studiata, capita, provata o violata. Il rituale muore, se diventa rigido. Muore e uccide. La rigidità è morte.

58.

Teatro fascista. Quando presentammo i Mysteries a Berlino nel 1965, il pubblico tedesco gridò:

«State usando le stesse tecniche dei nazisti! lo stesso ipnotismo di massa! lo stesso appello alla risposta emotiva, e questo è pericoloso! Dovete essere razionali. Quando Julian Beck siede al centro della scena con uno spot che lo illumina proprio sulla testa e ci ipnotizza con voce magnetica e ci incatena ripetendo slogan, finché non gli facciamo eco e ci seduce a salire sulla scena e a aprire le nostre gole a un'ondata d'estasi, quando ci fate ammattire contorcendovi senza parole, cogli urli di angoscia, fino a farci urlare, ci derubate della nostra capacità razionale di vedere il mondo, valutarlo e agire di conseguenza. Ci trasformate in bestie senza cervello. Non vogliamo sentire, vogliamo pensare».

«La forma rituale distrugge l'abilità di razionalizzare, la forma rituale crea la massa, distrugge l'individuo, lo spazza via, gli fa perdere il controllo fino a seguirla, così quando tutto è perduto, la massa rimane soggetta al Fascismo, il Fascismo che usa questi rituali per schiavizzare le masse». È questo che dissero.

Qual è la differenza fra le tecniche usate nei Mysteries e le cerimonie del Terzo Reich?

La magia dei rituali è contenuta nel loro appello alla psiche. La psiche ama e la psiche odia. A quale delle due cose siamo più proni? Il rituale eccita il sentire, e la violenza deriva da un sentire che è nonsentire, il nuovo mondo verrà dalla sensibilità.

II rituale nazionalistico - che espande la sensibilità e poi la limita -il rituale che si volge all'interno e non di fuori è tossico, micidiale. Nei Mysteries formiamo un circolo e invitiamo il pubblico a unirsi senza farne una norma... Facciamo appello alla libera volontà... La eccitiamo.

59.
Teatro sessuale.

Cerimonie di possessione. Kimbanda. Il rituale proibito inizia a mezzanotte. È il grido della gente per lo spirito della rivoluzione. È l'invocazione delle forze oscure antioppressione, è la cerimonia in cui si convoca Satana, capo della rivolta nel ciclo della classe dominante. Nasce dal riconoscimento del male sfrenato e dalla decisione di trionfarvi sopra per aiutare a liberare la gente dalla miseria eterna, invocazione al genio maligno di Beelzebub per riordinare il mondo, è la rappresentazione di un'antimoralità liberata, una morale in cerca di una realtà più solida di quella prevalente, che ci asservisce tutti. Ila la sua magia, che viene chiamata nera. È l'altra faccia della moneta della Macumba. La Macumba ha due facce: 1 ) l'Utnbanda: rituale di purificazione, tutti in bianco, gli spiriti delle divinità africane, Xango o Ogum, degli indiani venerati (Caboclos), o dei Vecchi schiavi Neri (Pretos Velbos), o di Oriente (Profeta dell'Est, Maometto), entrano nel corpo e portano al posseduto la saggezza che risolve i problemi quotidiani, che cura le malattie: VUmbaitda è la cerimonia della luce; 2) Kimbanda: il rituale che penetra profondamente nell'oscuro pozzo della terra, della mente, negli organi sessuali, è la formula per evadere, conquistare. Rivolta. Nero e Magico e Bianco.

E la cerimonia del popolo represso. E la mappa della loro rivoluzione. È la vera espressione di un sogno popolare: teatro disperato pieno di speranza.

La cerimonia con tamburi, balli e canti porta a essere posseduti da Satana (Exù). Quando entra in un medium il suo raggio dì luce non colpisce il medium in testa o alla schiena (come nelì'Umbanda), ma nel bacino, nella regione genitale, il possesso è sessuale. Il posseduto è scosso da violente convulsioni. Le donne cadono in ginocchio davanti alla porta aperta, si piegano finché la testa tocca il suolo dietro di loro, allargano le cosce aperte, gemono, si lamentano, strillano, tremano, palpitano, strepitano, girano, con l'Imperatore dell'Inferno rosso e nero. Palpebre abbassate, sensuali, le natiche roteano, si alzano, sono Pomba-Gira, l'Amante del Diavolo, la sua donna, sono possedute dalla sapienza del male, possono consigliarti, se cerchi consiglio: come eliminare un rivale, come rubare, controllare, dominare, uccìdere. Come fare tutto quel che fa il padrone capitalista o la polizia, tutto quel che i padroni fingono di aborrire. Exù è rosso. I suoi colori sono rosso e nero. A volte Exù è nero e viene rappresentato in nero nelle statue di gesso, idolatria popolare in Brasile. 11 suo compagno è Tranca-rua, armato di lama e forcone. Questa statuetta rossa e nera, insieme alla sensuale prostituta Pomba-Gira e lo stesso Exù, occupano tempietti all'esterno del terreiro dove ha luogo la cerimonia. Candele nere e rosse bruciano in loro gloria.

Possessione da Potere Nero. Il Nero Potere Sessuale. L'Oscuro Potere del Male. Male Sessuale. «Poiché c'è male nel mondo». Questi brasiliani, fottuti dal diavolo senza aver ottenuto in cambio niente altro che servitù, si arrendono al «male» allo scopo di possederlo, controllarlo, sebbene in realtà siano controllati. La cerimonia è estatica. Da questo atto spirituale-sessuale deriva un genere di esaltazione: «Exù è Libertà», urlò una notte lo sciamano. Sessualità aperta è libertà. Ti libera. L'umanità non inibita è l'umanità che sopravviverà.

Rio de Janeiro, 17 ottobre 1970.

60.

Nella Gente si mescolano gioventù e vecchiaia. Il curioso accorgimento del teatro greco che compose il coro con segmenti della popolazione: coro di anziani, coro di donne, coro di Arconti. È l'omogeneità che da credibilità al popolo. A questo mi volgo come una pianta verso la luce: nella varietà contenuta nella saldezza della massa c'è il passaggio finale, la vittoria.

Un importante impiego del teatro sarebbe far riuscire a ricordare alla folla gli impulsi della gioventù, della sua infanzia, gli impulsi che tentano di afferrare il paradiso, gli impulsi dell'adolescenza verso una fratellanza sessuale, o un amore sublime, gente che si incontra solo per creare l'amore, corpi d'amore come corpi d'acqua, laghi, oceani, le loro onde, da cui la vita, nuova, può di nuovo risalire sulla spiaggia.

Ouro Preto (Brasile), 11 marzo 1971.

61.

il solco della carne nella carne: ricompensa per una vita insufficiente.
Cari Einhorn

El que no comprende el amor no sabe nada sabre el pueblo.
Oswaldo de la Vega

62.
Teatro Popolare.

Uno.

Non mi aspettavo di trovare molta genialità in chi rappresenta le cerimonie di invasamento in Marocco e Brasile. Ero spazzato da raggi di paura, colpito dalla propaganda della cultura bianca, mi stavo accostando a questo teatro con la stessa falsa serietà con cui entro in una chiesa o una sinagoga a New York. Ma questi sono i rituali istituzionalizzati di gente con le labbra serrate e le spine dorsali rigide, la paura è dappertutto. Nella Macumba, o nelle sessioni dei Gnaoua, dove accadono strane cose, non c'è paura. La gente partecipa a questi rituali con gioia. La Djem-alf'tia a Marrakech è una tempesta di gioia. Rituali nati da gente che vive nel dolore. A New York, dove la vita viene costantemente superficializzata, nei nostri rituali religiosi siamo tetri. La cultura rivoluzionaria rovescia il rapporto.

I partecipanti a queste cerimonie in Marocco e Brasile sembrano per lo più i marginali, i poveri a brandelli, la classe lavoratrice, che in questi rituali trascendono la loro impotenza quotidiana, e provano la potenza di cose misteriose - senza possedere una «sapienza erudita»: comunicazione con l'ignoto, comunicazione con ì morti, con il Diavolo se necessario, comunicazione con gli spiriti che elargiscono il coraggio e la forza per sopravvivere, per aggrapparsi un pò più a lungo a una vita crudele.

Cambiare il suono della musica di strada, cantare, ballare, salmodiare finché siamo posseduti da forza (energia) sufficiente a affrontare la vita quotidiana, a poterla cambiare.

La Djem-alf'na: ogni giorno alle 6 di sera a Marrakech cambiano i colori dell'esistenza, si alza la noia, la gente ha dei lampeggiamenti di cosa può essere una vita differente. In quel paese affamato lo spirito della gente si nutre dì teatro visionario, teatro di trance: la funzione è realizzare le visioni.
Sobrietà: l'espediente dei poteri istituzionalizzati per infinocchiare le masse e se stessi. La solennità della Chiesa, architettura egizia: l'orgoglio dei privilegiati, nella loro gravosa letteratura, nella loro filosofia. Come se la faccia di Dio si rivelasse solo in pensieri astratti. Alienati dalla loro vita rispondono solo a manierismi morti, contemplazione, meditazione inattiva, l'aristocrazia dei bramini e dei buddisti contagiati dallo stesso male. Perché appena il buco del culo si restringe, e la testa si muove superba e il cuore si raffredda, la gioia avvizzisce, la vita diviene rigida, ahio.

Il teatro della rivoluzione è il teatro della gioia.

Due.

Il carnaval ufficiale di Rio è uno spettacolo corrotto. È stato pervertito dallo stato, dal Ministero del Turismo, e dalle intangibili forze di psicosi nazionale, in quella spazzatura che si vede nelle fotografie a colori. Tutto quello che può dare ispirazione viene raccolto alla base. Perché è il rituale, l'arte, il sogno dei poveri realizzato nello splendore.

Questo non è un fenomeno di rilievo. Lo stato ha corrotto gli impulsi del popolo fin da quando ha deciso di servire la ricchezza e controllare la lotta di classe.

La musica della samba è di origine africana, solo la percussione, le baterias sono formate da venti a cinquanta o più musicisti che battono un elaborato sviluppo del ritmo 2/4, ritmo che conquista l'atmosfera e cambia la corrente d'aria. Esclude qualunque altra cosa. Cambia il pulsare del sangue e il movimento dei muscoli. È accompagnato da un canto, una voce che galleggia sopra i tamburi, con semplici liriche, genuina poesia.

Il ballo è sospinto dal ritmo. È limitato alle regioni inferiori dei corpo: i piedi e il bacino, ma la forza generata li, pompa il sangue, che ora scorre con un ritmo sconosciuto alla testa che pensa, su nel cervello, nei muscoli della faccia. L'emozione diventa accessibile. La samba si balla da soli, ma viene anche ballata collettivamente, tutti ballano, dandosi reciprocamente forza e ispirazione. Si formano linee, serpenti, disegni complessi, è l'intero popolo che balla insieme, gioia, il segno più sicuro della presenza di Dio. Leon Bloy.

I poveri, i favelados, che abitano nelle baracche hanno preso questa forma e l'hanno sviluppata in linee teatrali superiori. Le liriche diventano il tema per una sagra ambulatoria dì forma elaborata e precisa. La forma fu inventata e sviluppata dai neri nel XIX secolo. I neri nelle loro comunità lavoravano collettivamente per realizzare i loro sogni: formarono confraternite chiamate blocos dove si preparavano per mesi prima del carnaval, contribuivano con il loro denaro al mantenimento della confraternita e alle spese per i costumi, che cucivano da sé. Ogni anno inventavano il tema della parata. Inventavano le parole, la musica, i carri allegorici, lo stile, la coreografia, l'intera mise-en-scène, erano loro stessi gli attori. Facevano tutto loro, lavoravano senza capi.

E quando era il momento uscivano dai loto tuguri, cogli abiti più ricercati, in parata attraverso la città trasformandola per alcuni giorni in campi elisi di estasi esilaranti

Poi per un anno tornavano al loro rituale di prolungata, muta sofferenza.

Le confraternite della samba erano autentici esempi di autogestione.

Ora la cosa è diventata una perversione e ciò che era bello e vero è diventato brutto e falso.

Un organo di repressione.

Forse il seme di questo era già fin dal principio, automaticamente, nell'atmosfera di un'intera società costruita su un modello di padrone-schiavo. Perché tutto l'aspetto della finzione, dell'abbigliarsi si diresse verso l'imitazione, da parte dei poveri, delle caratteristiche dei padroni. Parrucche bianche e crinoline di seta della corte francese. L'amore diventò Hollywood, l'eroismo sciovinismo. Stavano rappresentando il sogno dello schiavo, semplice sogno dì gloria, di trasformazione vendicatrice.

Lo stato fece quindi esplodere la sua aria fetida, uomini d'affari cominciarono a contribuire alle confraternite, esercitando poi ovviamente controllo sui temi e sull'esecuzione. Successivamente lo stato, sotto Vargas, passò una legge, che istituzionalizzò la manifestazione, rendendo obbligatorio che i temi fossero patriottici. E Ì sogni di gloria diventarono sogni di un contenuto ancora pili pervertito. Poi vennero i professionisti, Ì costumisti, i compositori, i coreografi portati dalle confraternite per rendere le sfilate sempre più Folies Bergère e sempre meno la viva aspirazione del popolo.

Oggi i cortei sono grotteschi doppioni di una marcia funebre. Il seppellimento della gente. Nel carnaval si dissipano la loro energia e i loro sogni.

Ma vedo die una forza c'è ancora; e i sogni,, non pervertiti, devono giacere nello spirito.

Usa quest'informazione.

Ti vedo, Papa Clemente VII, vecchio cane, con la tua intera corte, giù fino a Medici - Presidente Emilio Garrastazu Medici del Brasile 1969-19.. - sempre a usare pane e circo per placare i figli di Dio.

Loro non si placheranno. Ouro Preto (Brasile), 10 maggio 1971.

63.

«Abbiamo il nostro Io, che è reale, e il Tu, che è reale. E la nostra fondamentale condizione di amore, l'origine di tutto. Poi viene tutto il resto per interferire e pervertire : economia, sistemi sociali, falsi valori. L'obiettivo è ritornare alle origini. Di qui l'importanza del rituale: perché la sua caratteristica distintiva è il profondo interesse per le origini e la nostra natura originaria». JM.

Oggetto del rituale: il corpo, l'origine di tutto, amore; corpo d'amore: il popolo.

64.
domande. 1969.

Che valore ha avuto rappresentare Paradise Now per il ceto medio? «Almeno così quando i rivoluzionari escono per strada, questi del ceto medio non chiamano immediatamente la polizia». Mel Clay.

come fare la rivoluzione come farla funzionare come nutrire tutti come finirla con gli assassini come fare il paradiso ora

La rappresentazione dello spettacolo - Paradise Now - pone l'interprete di fronte a queste domande a ogni recita: le domande sono la preparazione degli attori a dare Paradise Now.

Etica. Ma perché Pascal o Kant non discussero la natura della posizione etica all'interno dello schema capitalistico autoritario? Perché non conoscevano ancora quello che avrebbero rivelato i movimenti sociali del XIX secolo. Tempo come dimensione; si può vedere fin là dove il tempo, il proprio, lo permette.

Nel nostro sviluppo abbiamo raggiunto il punto - è stata la civiltà a condurvici - in cui le domande sono la sua intera essenza. Non interessa nient'altro. Non importa quel che fai le domande sono sempre li. Domande: l'inizio delle risposte.

Il teatro fa paura perché ha a che fare con i misteri e le domande misteriose. Per secoli il teatro ha chiesto: chi siamo da dove veniamo dove andiamo

Ora domanda: che cos'è dove sta andando cosa si può fare cosa sto facendo con la mia vita in questo momento in cui il genio collettivo dell'umanità deve rispondere alla domanda: come può sopravvivere il nostro pianeta?

Torino (Italia), 19 ottobre 1969.

65.
Appunti dal diario di lavoro.

Antigone: Berlino: 27 agosto 1966:
A quarantuno anni dubito di avere il coraggio, l'abilità per compiere il viaggio di Antigone. Guidare il più lontano possibile senza sapere con quanta benzina nel serbatoio.

Antigone: Kiel: 5 marzo 1967:
ora che il viaggio di Antigone è compiuto
vedo il dubbio sentito all'inizio
era il vuoto

non quello in cui ero entrato ma che era dentro di me:

mi stavo svuotando
per rinnovarmi

Paradise Now: Napoli: 24 maggio 1967: II primo sguardo:
Di nuovo è il vuoto, Non vedo niente. Non ho segni. Solo la determinazione di andare in un posto diverso da dove sono.

Tutto il resto che conosco consapevolmente è sbagliato. Il problema con i logici è che escludono tutto ciò che non conoscono consapevolmente, e esprimono solo quanto sanno consapevolmente. È per questo che sembrano aver sempre torto.

Dal momento che non posso spingere la rivoluzione abbastanza velocemente con la logica, premo verso ciò che mi è impossibile controllare consciamente, mentre il vento ci soffia addosso, lascio venire la rivoluzione. Abbandona il quadro di controllo.

Paradise Now: Parigi: 17 dicembre 1967:
avvolgere gli spettatori in una tale
gioia che l'impossibile sembri
possibile

Paradise Now: New York City: dicembre 1968:
l'intenzione originale:
«avvolgere gli spettatori in una tale
gioia che l'impossibile sembri
possibile»

dunque
paradise now diventò la creazione di
una dialettica per l'azione
che potesse produrre la bella rivoluzione anarchica
non violenta

cos 'altro può produrre «tale gioia»?

66.
facemmo Antigone nel 1967
affinché:
l'esempio di antigone
dopo 2500 anni di fallimenti
potesse finalmente spingere
un pubblico intellettuale e pagante
a mettersi in azione
prima che fosse
troppo tardi.

(«perché lei che aveva visto tutto poté solo aiutare il nemico». . brecht, accusando antigone di essersi svegliata «troppo tardi»).

e noi:
troppo tardi:
credendo che dallo stile
possa venire:
satori politico.

paul goodman:
«gli ateniesi, dopo una rappresentazione delle troiane
sono più tristi e saggi».
MA CONTINUANO A PRECIPITARE!
NELLA PERFIDIA! GUERRA E SCHIAVITÙ!
«nel confrontarci
con un universo più sensato,
(le troiane) ci lasciano con una più sana
completa filosofia
(più congeniale al pacifismo
per quanto pacifismo
è libertà)», p.g.

MA CONTINUIAMO A PRECIPITARE!

e tutto questo tocca il motivo per cui
arte e bellezza
non sono sufficienti

Guarda lì! lì! nell'acqua!
si alza!
la schiuma! spruzzando!
oltre l'arte:
l'atto di sfida
come antigone-
l'atto! che abbatterà la struttura!
e non
troppo tardi.
non curarti delle barche,
non curarti del teatro.
che si solleva

67.
Lettera a una ferita.

Un'arte che non si indirizzi all'orribile problema della divisione del mondo in classi aumenta l'angoscia universale.

Finché il sistema monetario non è finito, esisteranno le classi.

Prima facciamo il difficile, poi faremo l'impossibile. (Piscator, citando il vecchio adagio).

Prima di tutto usciamo dal giogo del sistema economico.

Innalza la consapevolezza per comprendere questo e sentilo sufficientemente da agire. Sospendi tutte le altre attività. Tutto il resto come spreco. Sbrigati.

Bruxelles, 14 dicembre 1969.

68.

Vigilia del nuovo lavoro, 17 dicembre 1969.

A che scopo tutto il passato?

La creazione collettiva.
Concetto dì una compagnia teatrale, un gruppo dì lavoro,
come comune anarchica.
Teatro libero. E in esso improvvisazione: creazione
sul momento.
Compagnia teatrale itinerante come unità programmatrice,
un metodo di vivere al margine, fuori dal centro
ristretto.
Teatro contro-violento. Teatro come portavoce per
l'anarchia, la rivoluzione non violenta,
per la rivoluzione.

Perché sono giù stasera?
Malinconia?
Insufficienza di zuccheri?
La pelle sotto ì miei occhi come quella di una tartaruga, come foglie
secche?
La foresta che brucia? L'insignificanza delle barche?
La stretta nelle mie palle?
Lo svanire del tempo, della speranza, della gente?
Lo svanire, mentre tutto imbianca?

Domande. 1969.

Perché sei quel che mangi
e mangi quello che hai.

Blues della Libido, Blues dell'Io. Ecco ciò che ho: Blues Borghese:
non dobbiamo lasciarli vincere e fermare il lavoro quando
desiderano:
pericolo:
perché avremo queste condizioni: Blues Borghese:
finché non cambieremo il sistema che le produce
e il cibo che ci da e non ci dà da mangiare.

69.

Il Living Theatre funziona, dice Judith, in una maniera tale che l'idea di quello che è diverge nella testa di ciascun individuo. Poi tutti noi permettiamo che ciascuno faccia ciò che desidera per sviluppare quella visione. In tale condizione il Living Theatre è quello che io voglio che sia, quello che Roy Harris o Carl Einhorn vogliono che sia. E se perdiamo l'amore per quella visione, sia che abbia successo o che non riesca a svilupparsi, passiamo oltre. Io le do tutto. Immagino che tutti facciano lo stesso. Se questo succede allora io non sono più autoritaria o pili autorità di chiunque altro.

Nella comunità ci sono sempre problemi, conflitti, e malattie. La comunità è unita (tessuta insieme) dall'amore, che trova la sua espressione continua in un caldo affetto e nel contatto fisico. Abbiamo sempre lavorato con ostacoli sessuali, e sgobbato a appianarli. Siamo un simbolo di libertà sessuale, più che il suo esempio vivente. Ma la forza delle nostre aspirazioni trasmette il messaggio.

Il centro di tutto è il lavoro. Fino a quando il lavoro è terminato.

Le altre cose sono secondane. È l'unico sovrano. Con l'eccezione, die Io rende libero, che il lavoro può sempre venir sacrificato se altri bisogni acquistano priorità: pazzia, gelosia, malattia, conflitti: fino a quando il gruppo sopravvive. O finché ha bisogno dì dissolversi o di trasformarsi.

Molto tempo fa Judith chiese: come può esserci legge senza coercizione? Avere leggi che sono principi che si possono rompere liberamente ogni volta che ciascuno senta il bisogno di farlo senza infrangere l'ordine delle cose.

Questo può avvenire in una situazione comunitaria, dati Ì cambiamenti di carattere e di comportamento che possiamo aspettarci in una cultura anarchico-comunista.

70.
Meditazioni sul Teatro I.

la gente va a teatro per la luce di ornar dove altro la troverebbe la gente va a teatro per vedere il drago sconfitto la gente va a teatro per mescolarsi al vento la gente va a teatro per le chiavi della salvezza la gente va a teatro per imparare a respirare la gente va a teatro per la liberazione sessuale per la liberazione spirituale per il messaggio la gente va a teatro non per cattive intenzioni

II teatro che stiamo annientando
è il teatro che,
invece di liberare,
presta fedeltà alla cultura di classe, all'alienazione,
al cibo insufficiente

Da Avignon a Lyon (Francia), 16 maggio 1970

siamo un movimento
Ì critici tentano di dividerci
e ci mettono l'uno contro l'altro
ci impediscono di essere un movimento
ma noi siamo un movimento

Sao Paulo (Brasile), 23 gennaio 1971.

Dopotutto tutta la tua vita è una pièce. E subito la domanda: di che genere?

La lotta per rompere la forma è di importanza capitale. Perché altrimenti saremmo contenuti in forme che ci negano la possibilità di realizzare una Eorma (una tecnica) per sfuggire al fuoco che ci consuma.

Rio de Janeiro, 14 ottobre 1970.

La Compagnia del Teatro Laboratorio Polacco e il Living Theatre passarono una notte insieme parlando sul tetto di un piccolo albergo vicino a piazza di Spagna a Roma nel luglio 1967.

Abbiamo discusso i nostri rispettivi metodi: come quello di Grotowski sia autoritario e separi gli individui e come il nostro tenti di essere comunitario.

La compensazione, dice Grotowski, indicando il sistema politico delle nazioni in cui vivono entrambi i gruppi. Immediatamente psicoanalizza, lo fissa, nel suo stile.

Le cose sono più semplici e molto più complicate. Gènet.

Per creare la mentalità di massa il culto dell'individuo deve essere distrutto. Mao.

L'individuo consapevole crea una massa vitale, con lo stimolare il dialogo fra le cellule.

La massa che schiaccia gli individui produce carne morta.

La cultura individualistica che ci frammenta - ci taglia a pezzetti -sta compiendo un suicidio.

Ouro Proto (Brasile), 29 novembre 1970.

in tutto il teatro primitivo
(il teatro delle origini) i rituali
del e vicini al popolo,
parlano per simboli,
parabole, il teatro del realismo è invenzione del Duca di
Saxe-Meiningen
un Duca
creato dall'aristocrazia per la
aristocrazia;
il realismo è il linguaggio della
aristocrazia
perché gli aristocratici sono così lontani dalla vita.

Compensazione.

Rio de Janeiro, 23 ottobre 1970.

71.

L'architettura repressiva imperversa. «Musica congelata». Sì, fredda. È la «musica», certamente la musica che fece palpitare la corte. I preti. L'imperatore. I mercanti pretenziosi. Il Collegio dei Direttori. Il Partenone? La sua geometria? Il suo splendore? Bellezza e filosofia non sono abbastanza.

Chi trascinò le pietre? (Brecht). Chi fuse il bronzo per l'edificio del whiskey* di Van der Robe?' [*II Seagram's Building, in Park Avenue a New York].

Quando avevo diciassette anni l'architettura ci riempiva d'orgoglio: finalmente, credevamo, in architettura stavano riprendendo il sopravvento i principi dell'arte, dopo un secolo di dominio del gusto dei filistei.

L'architettura non si sarebbe più dovuta sacrificare sull'altare del commercio. Come eravamo condizionati!

Fondamentalmente non c'è differenza fra l'edificio del whiskey ili Van der Rohe e Versailles. Né fra le dimore per milionari di Frank Lloyd Wright e i tirannici castelli e le ville che dominano il paesaggio europeo. Il gusto che ammiriamo (?) è il gusto dei Dominatori dì Schiavi, questo è il gusto che viene soddisfatto da Wright e Van der Rohe.

Naturalmente Wright e Van der Rohe finirono per progettare tribunali e prigioni.

Buckminster Fuller costruisce per l'Esercito. Attento.

Il Processo della Conspiracy di Chicago (1970) ebbe luogo, fra migliaia di altri processi che sostenevano la corrosa maestà della legge, in un maestoso edificio, una fabbrica di sentenze, il palazzo dell'oppressione di Van der Rohe. La forma dell'edificio è rigida, implacabile. È questo che ammirano gli oppressori: la fredda formalità, che riflette la sua funzione crudele.

Il giudice Julius Hoffman a William Kunstler, avvocato difensore dei Sette di Chicago. «Signor Kunstler, c'era un grande architetto, Mies Van der Rohe, che ci ha lasciato recentemente. Ha disegnato quel leggio e questo intero edificio, quello e un leggio, non è fatto per appoggiarsi. Le ho chiesto di rimanervi dietro quando interroga i testimoni».

Pomposità, inflessibile, scatenata, gli alti rigidi edifici diritti, con uomini diritti e orgogliosi, le spine dorsali come aste, non piegate dalla fatica, le voci educate, tutto progettato per tagliare fuori il cuore. L'architettura forma e viene formata dalla cultura.

I teatri riflettono la stessa cultura, sterilità, pompa, la stessa mentalità. Bruciate i teatri. Dateci un'architettura con valori umani.

Le Sette Lampade dell'Architettura:

La luce dei valori umani.

L'olio che finisce la vita isolata, compartimentalizzata, reciprocamente alienata nelle nostre case.

La lampada che rifiuta di bruciare per denaro. Ma gli architetti lavorano per denaro, hanno perduto la loro umanità, pietre.

La lampada che non brucia per la classe dominante: niente più case per capitalisti, ministri.

La lampada del povero: solo gli sforzi migliori per i poveri, spartirsi la luce.

La lampada dell'invenzione della rivoluzione che verrà accesa dalla domanda: «Ma chi pagherà se costruiamo per i poveri? Chi pagherà i materiali?»

La lampada che illumina l'edificio per il gusto divino degli schiavi, che costruisce per loro teatri dove possano riunirsi per esorcizzare Ì demoni e celebrare la gloria, espandere la mente e i sensi, creare il corpo d'amore...

Da parte mia non voglio più lavorare in questi teatri modellati come tribunali.

Parlo anche dei teatri di Delfi e Siracusa, Taormina e Epidauro, dove lo splendore della vista acceca l'occhio della verità.

Croissy-sur-Seine (Francia), 18 aprile 1970.

72.

L'istinto borghese rifugge dalla terminologia dell'artista socialmente consapevole.

La borghesia sussulta ogni volta che sente il termine le masse. Come se le masse fossero qualcosa di volgare, senza identità, senza io, spaventose.

La borghesia non considera di buon gusto parlare di letteratura proletaria. Vogliono una letteratura per se stessi. Considerano malati i moralisti. «La morale ferisce l'arte; l'arte non deve dare giudizi».

Per la borghesia i bisogni dell'arte possono essere più importanti dei bisogni del popolo.

73.

La filosofia del teatro classico è una pugnalata nella carne viva di donne e uomini. Ripetuta. Lo stesso concetto di fato, della mano, del destino a forma di ventaglio, ci ha trattenuto dal fare quello che avremmo dovuto. Un'intera estetica in cinque atti è stata promossa per farci sentire ancora più impotenti davanti alle ricchezze arbitrarie e alla morte.

I poeti intorbidano le acque per nascondere la loro mancanza di profondità, dice Zarathustra. E, io sono d'accordo, la poesia produce questo sulla carta, ma poesia come vita, la tua o la mia, no, Zarathustra.

Pensavo che tu fossi grande in tutto, nella colpa e nella gloria, non sei altro che un debole, James Joyce, anche tu, non sei altro che un debole con la tua dubbia teoria della storia circolare.

La letteratura con le sue medaglie e le sue biblioteche: tentativo di inventare dei giochi per nascondere la faccenda della morte.

Tutti i grandi lavori teatrali terminavano un tempo con la morte. Elogio della morte. A causa della morente attenzione per quel che avviene. La morte in questi lavori è un viaggio individuale. Non appena i lavori divennero sociali (XIX secolo) la smisero di concludersi sempre con la morte. Perché durante la Rivoluzione Industriale del XIX secolo, il problema divenne quello dell'individuo e della sua battaglia fra virtù e infamia. O, per Strindberg, la vita fu più tragica della morte. Per Strindberg la gloria è sempre a portata di roano, il misterioso viaggio è immediatamente accessibile, ma noi ignoriamo quell'occasione afferrandoci alla pazzia e ai nostri sistemi meschini - al gretto livello che scegliamo per comunicare specialmente nella nostra vita quotidiana. Con il nostro quotidiano sistema psicologico auto-imposto.

La morte non è il soggetto principale del teatro moderno, per quanto siamo considerevolmente posseduti dalla morte e fatichiamo e amiamo sotto la sua ombra. In una società, in una civiltà che sta in effetti facendo una Totentanz, come avviene adesso, tu cosa fai? Il teatro della consapevolezza sociale (non c'è consapevolezza senza consapevolezza sociale) deve essere più interessato a come si vive che a come si muore.

74.
Meditazione II. 1970.

os homens perderam o ritmo da natureza e o poema ajuda os homens a reencontrar esse ritmo, arlindo castro.

gli uomini perdono il ritmo della natura, la poesia li aiuta a ritrovarlo, con quel ritmo, giudizio e azione siamo meno in pericolo, meno nella situazione di essere pericolosi.

il jazz, piega la mente, ti fa pensare in modo diverso, cambia la comprensione della realtà, proietta immagini differenti, non ha niente a che vedere con la politica, ma cambia la politica.

siamo in una rivoluzione, è cominciato a sbocciare poche centinaia di anni fa, questo loto, il jazz è uno dei suoi petali, la psicoanalisi, il pacifismo, petali, petali. trotsky. louise michel. la lotta del XVIII secolo per creare condizioni che avrebbero protetto la libertà di stampa, di parola, di culto religioso, di pubblica assemblea, dì credenza, petali, i diggers*. les phalenstères. nestor makhno. 10,000 petali, 10,000 elementi.

[*II gruppo di San Francisco che aprì negli anni '60 i primi free stores, negozi per la distribuzione gratuita dei beni. Diggers erano stati chiamati trecento anni prima dei gruppi inglesi ribelli alla chiesa cattolica, che si erano scavati (to dig) la Comune di St George Hill nel Surrey].

ma guarda... sta morendo... mentre sta maturando... puoi aspettare ?... quanto tempo ?...

o scegli consapevolmente di essere un elemento di questa lotta (il loto
 è lotta) o ne sei manipolato e soggetto alle sue vicissitudini, le sue vittorie e sconfitte, melma sul fondo del mare, naufragio.

mangio, racimolo denaro, lo trovo sempre, la comunità intellettuale borghese mì manterrà, ho questa sicurezza, lotto perché la mia anima è insoddisfatta: anelo cose che non sono, odo sempre il rumore dei prigionieri che cadono come annegati nelle prigioni: odo l'esplosione di duecento voci dentro la gabbia d'acciaio cemento armato vetro mattoni delle tombe - le barbariche prigioni in white street a new york - tutte le prigioni sono barbariche - odo il fracasso dei piatti di latta, come uno stereo dal volume troppo alto, troppo, quel suono, non mi lascia mai, finché non cadrà l'ultima prigione, mi lega alla realtà, perché la mia vita è stata piacere, devo far presa sul suono di quel fracasso, o morirò appiattito dalla ricompensa.

devo trovare stimoli artificiali (impulsi spirituali) per interpretare l'iconoclasta, il liberatore, il compagno.

quando deliriamo diciamo di vedere la faccia di dio. la faccia di dio è la faccia della gente?
a ogni momento ho bisogno di misure preventive contro il decadentismo, perciò devo innescare la pompa, con retorica fiammeggiante, poesia iperbolica, per impedire di afflosciarmi e soccombere al giardino del piacere.

per questo mantengo vivo il rumore delle tombe, mi vedo accanto, ogni volta che prendo del denaro dalla tasca, gli occhi infetti del bambino mendicante a taxco, 1949.

poiché non sono nero, non sono una creatura del terzo mondo, non appartengo alla classe lavoratrice, non sono lumpen, non sono una donna oppressa, sono ceto medio ebreo brillante aristocratico polacco ungherese francese tedesco americano bohemien beat surrealista vegetariano omosessuale hippie yippie libero e amante, poeta comunista anarchico rivoluzionario, le fionde e le frecce dei ragazzi per strada, la polizia, la legge, sono carburante per la mia macchina, e per la mia mentalità di schiavo, combatto il dolore perché amo il dolore.

i primi sette anni della mia vita ho mangiato bene, lo sviluppo del cervello dipende dal nutrimento che ricevi nei primi sette anni, così ai bambini dei poveri non solo è negato il beneficio della pancia piena, ma la gloria della mente con cui sono nati.

lo stimolo della gente nera è la propria realtà, io posso bruciare, ma
oro sono in fiamme, posso aggiungere il mio olio, il mio fuoco al loro
a la materia del loro teatro è di gran lunga più importante, ora e
 qui, della mia anima (eterna), più importante della realizzazione delle
 mie visioni di un altro stato dell'essere, e loro lo sanno, perciò posso
no rifiutare, con onore, me e le mie offerte, sebbene sappiamo tutti
 che presto dovremo far massa insieme per i prossimi grandi assalti, la
 dura tirata, la nostra lunga marcia.

parlando con la gente ho la sensazione che la gente fondamentalmente voglia la rivoluzione, vorrebbero la bella rivoluzione anarchica nonviolenta ma vogliono che qualcun altro la faccia per loro, questo non ha niente a che fare con la pigrizia, ma con la paura e il tremore prima del momento.

il rito dello studio deve includere delle lezioni sulla gioia di intra
rendere l'azione, proprio come gli iniziati dell'al f'tah che devono
 imparare a strappare coi denti la testa di una gallina viva, hinkemann,
 degradazione, il rito dello studio deve includere delle lezioni sulla gioia di intraprendere l'azione, passaggio dalla passività a una vita attiva, dopo di che forme di vita passiva potranno essere godute piuttosto che sofferte.

quando diciamo che non vogliamo dare giudizi, o quando le persone con cui parlo per strada appaiono spaventate di fare scelte che le trascinerebbero nell'azione, è perché non vogliamo essere colpevoli, non vogliamo fare errori, non vogliamo dichiarare niente o nessuno colpevole, un atteggiamento fondamentalmente anarchico, questa esitazione, non debolezza perché non è indecisione, è un energico atto di rifiuto di comandare.

non sono mai capace di ottenere tutte le informazioni di cui ho bisogno, voglio passare oltre l'intuizione: sono spinto a studiare. sìmon vinkenoog: «tu e io non smettiamo mai di andare a scuola», ma ci sono altri motivi: lo stimolo di essere ben equipaggiato in questa lotta, compagno, la paura di essere impreparato.

una corda su cui bisogna camminare, apocalisse: non abbastanza tempo per completare questo rito dello studio, ecco ciò che intende bobby seale quando, citando mao, dichiara, può essere giusto o sbagliato ma è un dovere, cogliere l'occasione.

i morti e i vivi lontani, nella loro letteratura registrata e ordinata,
on possono darmi tutte le risposte, non importa quante notti spendo a studiare invece che a fare l'amore, c'è sempre un punto in cui
 devi fare scelte da solo. da bambino avevo sempre paura del giorno in
 cui avrei dovuto fare per mio conto, quando mi dicevano che si avvicinava. la sicurezza dei libri, mio padre, la guida autoritaria: come la
 bibbia, il talmud, marx o mao. il momento in cui ti chiarisci tutto da solo senza il libretto rosso, fuori dal cuore della tua esperienza, fuori
 dall'anima della corteccia: entrare nell'attimo: rischiandoci tutto:
 il fiorire esistenziale: essere vivi.

tu lavori a lunga scadenza, il super-obiettivo, il super-obiettivo influisce su qualunque cosa fatta a breve scadenza, e quindi accelera la rivoluzione totale.

se c'è solo uno scopo a breve scadenza, senza comprendere la lunga portata, le migliori intenzioni cadono facilmente nel riformismo e rafforzano lo status quo, le migliori intenzioni servono esattamente la cosa che ha prodotto la cattiva condizione, che creerà sempre la cattiva condizione, che creerà nuove cattive condizioni poiché l'esistenza di cattive condizioni è essenziale per 1) lo stato: le cattive condizioni sono la sua raison d'ètre, deve quindi controllarle e ordinarle,
2) il capitalismo: deve avere schiavi, perciò produce dolore.

il sistema dice che le prigioni esistono a causa del carattere dell'uomo.

lo scopo del teatro è aprire le porte dì tutte le prigioni.

il sistema cerca di diminuire l'impegno col limitare la mente, intorpidendo il corpo, mettendo fuori legge lo spirito, e coprendo di vergogna l'immaginazione: alienazione.

il teatro è una forma popolare di riunione di massa attraverso la quale può passare la rivoluzione permanente, prendendo le armi.

allora tutto dovrà essere teatro, una flotta di barche per trasportarci finché saremo abbastanza forti da volare, per capovolgere l'orientamento verso il cielo basso, l'atmosfera oppressiva, dobbiamo create le nostre condizioni meteorologiche. nel ritmo della vita.

e tuttavia,
anche se è questo che cerco, ritrovo me stesso
perdendo il ritmo della vita, tutto diventa irreale
e mi aiuterà uria poesia
a ritrovarlo di nuovo?

guarda nello specchio ogni giorno della tua vita e vedrai al lavoro la morte, cocteau.

guarda nell'occhio degli organi sessuali del rivoluzionario e vedrai al lavoro la vita.

guarda nell'occhio degli organi sessuali dell'assassino e vedrai la vita che muore per lavorare.

guarda nell'occhio degli organi sessuali del povero e vedrai al lavoro dio.

questo libro non viene mai finito, perché fa parte di un processo che non è destinato a finire: il principio della rivoluzione permanente.

Sao Paulo, Rio de Janeiro, Ouro Preto, 1970.

75.

Zona di crepuscolo. Ultimo sguardo all'indietro.

Parte della mia eredità immediata, leggere, scrivere, innestata in me dalla mia famiglia, ebrea.

Il giudaismo (e di conseguenza la famiglia ebrea) impongono un'enfasi tipo-chiave-sacra al mistero di leggere e scrivere, la parola sacra, la connessione con il passato di ispirazione divina, il messaggio verso il presente e futuro ancora pili sacro e più divino, la parola, parlata, scritta, studiata, amplificata, è stata il centro magnetico della mia infanzia, della giovinezza, fino all'inizio dell'età adulta. Più tardi imparai l'azione. Noi ebrei che ci aggrappiamo cosi fortemente al collettivo, e cerchiamo la realizzazione attraverso la collettività, cerchiamo una comunicazione collettiva per mezzo del leggere e scrivere. Cerchiamo la collettività attraverso lo studio comune. Questo ha a che fare con la conquista della morte.

Un ragazzo di diciannove anni, dai bei capelli lunghi, gennaio 1969, dice, Nessuno legge pili abbiamo mucchi di libri e ci leggiamo dentro, ma nessuno legge più un libro dall'inizio alla fine, non la pensiamo più così. 1969.

La parola parlata, il viso umano: il sommo dell'esperienza. Gutkind.

Alfabetizzazione. Leggere: Rito dello Studio. «Colui che legge troppo corrompe se stesso». Mao, l'avido lettore, Io scrittore della montagna, il generale poeta.

Leggere senza agire è vampirismo: ricevi ma non emetti.

E bene sapere a Wichita ciò che succede a Bogotà. È bene pensare a Chicago ciò che pensò Malatesta a Napoli. L'omaggio di Pound ai traduttori: quelli che traghettano attraverso lo Stige le parole morte. Orfeo. Coro. E bene leggere ciò che scrive il nemico in modo da poterlo usare per sconfiggerlo. È bene leggere i segreti di Lorca perché aprono la bocca dello stomaco quando tanto altro linguaggio e azione legano le cose.

Tutto quanto leggo va nel mio arsenale, nel mio giardino, nella mia fabbrica, nel mìo campo di grano, nella mìa unità di decomposizione.

Alfabetizzazione. Disserrarsi dei misteri. Chiavi. La cerniera scricchiola.

Perché 1 governi moderni che scoraggiarono l'educazione cinquantanni fa ora l'incoraggiano? Perche lo stato tecnocratico ha scoperto che la più grande risorsa di una nazione è la sua intelligenza.

Il tracciarsi dei lati.

Judith: «Sì, leggo letteratura anarchica per esempio, ma non è stato per questo e così che sono diventata anarchica, non col leggere un mucchio di materiale, ma piuttosto per aver letto un singolo articolo che mi capitò in mano per caso. Il pezzo di Emile Armand su Anarchìa Individualista, scritto per l'Enciclopedia Anarchica, l'ho compreso immediatamente e l'ho mostrato a Julian che subito ha preso lo spunto; a volte qualcosa che hai pensato o sentito a lungo trova espressione in uno scritto, e poi ritorni alla storia e allo studio e cerchi risposte a domande che sono attoreigliate nella testa, oggi, 1970, leggo principalmente giornali e la stampa radicale underground». Croissy-sur-Seine (Francia), 13 marzo 1970.

Leggere e imparare molto di più dì quanto leggi. Perché il processo di imparare a leggere educa la mente a fare anche altre cose... a ragionare... decodificare... a mettere insieme parole... a fare più rapide connessioni... a immaginare... a risolvere... a risolvere come rendere la società di post-carestia in società anarchica di post-carestia.

La bellezza dell'informazione.

Croissy-sur-Seine (Francia), 14 marzo 1970:

Arriva la televisione francese e ci chiede di parlare di letteratura, Ì libri nella nostra vita, per la TV a colori. Ecco come fanno. Non leggono - i ricchi, che pensano sempre (Scoti Fitzgerald) dì essere migliori di noi - loro guardano la TV e vogliono vedere qualcuno seduto nella sua casa che parla di letteratura, in modo che loro, i ricchi, possano sentirsi colti. Tu, la persona speciale, gli dici quale libro che bai letto ti ha reso cosi furbo e famoso.

Vogliono che tu parli di poesia. Significherebbe umiliare Neruda, Wordsworth, Breton. Rifiutiamo. Parliamo di anarchia. Parliamo di come la letteratura - comunicazione - non significhi nulla se non sì conclude con l'azione. Sempre la stessa cosa.

Blake, Brecht, Rimbaud hanno avuto qualcosa a vedere col nostro arrivare a fare quello che stiamo facendo adesso: persistenza militante per cambiare il mondo. Ma Rimbaud nel contesto degli ultimi cento anni. Fino a poco tempo fa chi disse changer la vie poteva influenzarti verso il tentativo di farlo. Rimbaud nel 1970 è il piacere del Signor Freddezza e della Signora Piuoro. Lo leggono? Non importa.

Lo contano, come contano oro azioni titoli miniere e beni immobili. Lo contano fra i loro tesori e guadagni, processano Lorca col costruirgli un muro intorno. Lorca che ci ha portato a questo punto e non può portarci oltre.

Dobbiamo andare oltre Rimbaud e Lorca, dobbiamo andare oltre Marx e Bakunin. Oltre Breton e Trockij. Buber e Gutkind. Oltre Gandhi. Loro ci hanno portato cosi lontano. Ieri. Non funziona più. La crudeltà dei nostri tempi è tale che parlare di alberi (Brecht) è come un crimine. Le parole a meno che attivino la rivoluzione sono contro il nostro interesse. Essere sedotti dal linguaggio in piaceri privati (mentre scorre il sangue): in tal senso arte e letteratura, indi-pendentcjTi'.ute dal grado in cui possano sviluppare la consapevolezza consapevole, servono gli interessi degli assassini.

In Francia non puoi vendere Triconttnentale, la rivista che documenta i movimenti rivoluzionari nell'America Latina. In Francia hanno giusto bandito Per la Liberazione del Brasile di Carlos Marighella. In Francia, e in Brasile, puoi comprare Rimbaud. Bada.

76.

Autodistruzione:

I.

Roy Harrìs: « II sistema stesso è molto forte e invade
la vita di ognuno :
ma ìn realtà non funziona: sta distruggendosi da sé:
non soddisfa i bisogni né della società né del popolo:
Gas Nervino! lo stanno seppellendo nel mare! non sanno in che altro
modo sbarazzarsene! sta diventando ovvio per tutti: che mantenere il sistema significherà la fine del pianeta. Il sistema sta cadendo:
possiamo aiutare a farlo cadere più velocemente : spingendo».

Autodistruzione: i nostri sensi di consapevolezza sono cosi tagliati
fuori (alienazione) che non vediamo bene non udiamo cosa sta succedendo non
odoriamo non sentiamo non gustiamo la realtà: e perciò tutte le informazioni che stiamo fornendo al cervello
calcolatori elettronici sono informazioni false.
Ergo: il prodotto del cervello, Ì suoi pensieri, la sua ragione: sono basati su misinformazione: menzogne: ergo: lo stesso cervello è una macchina quasi-menzogna : la grande menzogna.

II.

Rivera, che dipinse gli operai della Ford e la storia della terra nei suoi grandi affreschi a Detroit,
sapeva che le automobili non sarebbero state migliori, non avrebbero funzionato con energia solare, non sarebbero state pure (libere da obsolescenza prestabilita e avidità commerciale)
finché non sarebbe sorta la stella della rivoluzione.

Rivera morì prima che sorgesse la stella e la gente respirasse.

III.

Nel Pantheon dei Liberatori:
Gandhi, Fourier, Goodwin,
Proudhon, Buber, Rudolf Rocker,
con mele per il popolo,
loro che insieme a Liebknecht e Luxembourg
previdero la fine dell'odiato lavoro:
Chief Joseph, Winstanley, Alexander Berkman,
con amore organizzato,
Proudhon e Marx si dilaniano l'un l'altro
per trovare la verità,
Bakunin che proclama che non possono esserci capi,
Emma Goldman, Sìmone Weil, Tolstoi,
Joe Hill, la Creatura di Frankenstein,
Thomas Merton, Eluard,
Lorca, con pinne dorsali
cazzo giallo abbronzato
con i peli del pube e con parole
formate nelle sue gonadi automatiche,
le sue fantastiche susine,
e gli sconosciuti:
Richard Wei, George O'Connor, Wesley Robetts:
le facce die lavoravano nella famosa catena di montaggio
Ford:
tutte le facce che Rivera dipinse nel 1934: tutte queste bellezze morte senza nome:
che si esaurirono nella disperazione :
aspettando ogni mattina il sorgere della stella nera:
(il nostro sole nero contro un cielo rosso)
il mattino della beila rivoluzione anarchica nonviolenta :
e tutti Ì morti con Rivera prima che la stella sorgesse.

IV.

Esaminando possibilità.

Al centro dell'autodistruzione:
può il teatro della rivoluzione rinvigorire la consapevolezza in modo che le informazioni fornite al cervello
non siano più false? in modo che cattivo pane
(la farina imbianchita bianca commercializzato gusto aristocratico)
cessi dì venir prodotta ? Perché gli operai rifiuteranno di farlo, dicendo:
«Niente più autodistruzione! » A questo punto il sistema cadrà. Spingi.
«Niente più capi!» A questo punto la stella di Rivera sorgerà: Spingi. Spingi.

Etie (Pcnnsylvania), Usa, 15 dicembre 1968.

77.

Quando il popolo rappresenterà il ruolo dell'eroico liberatore, rappresenterà il grande teatro del nostro tempo.
Nient'altro può essere grande teatro poiché la grandezza è definita dal grado in cui soddisfa i bisogni e la potenzialità del tempo.

L'interprete non reciterà il liberatore dei propri insignificanti problemi personali, come Amieto, recitato in ambienti ermetici, ma sulla scena del mondo: liberazione.

Davide contro Golia: la gente contro la polizia: ecco dove è stato rappresentato il grande teatro, e nel Sud degli Stati Uniti dove bambine e vecchi hanno messo Ì loro corpi neri di fronte alla massa avanzante di carne bianca, cervelli bianchi per proclamare la svolta del genere umano dall'oscurità alla luce. Siamo stati testimoni della patetica svolta di quel gran movimento, tragico difetto dell'infezione bianca quando i seguaci del dolce Re Luterano domandarono una porzione della produzione borghese, della legge borghese e dell'ordine borghese. Fino a quel momento avevano irradiato verità mai sognate da Amieto. Brillarono nella loro innocente nerezza pii! del vecchio Lear dalla testa bianca nella sua corrotta e regale miseria. Com'è corrotta la storia della drammaturgia, come ci ha ingannato.

Il teatro dei Black Panthers: eloquente, non pretendono, come il nemico, la società bianca, di essere non violenti. Loro combattono per la vita e la libertà e per il popolo. E le forze demoniache che pretendono dì essere ugualitarie provano di essere il contrario perché non ascoltano il lamento del popolo. Stiamo venendo fuori da un periodo di delusione, ora che ci rendiamo conto che le democrazie sono maschere di frode, che la democrazia non può funzionare all'interno di un sistema monetario, che il denaro, in realtà, crea il razzismo.

Frattanto, mentre i neri recitano i loro ruoli, mostrando ai bianchi che i neri sono gli eroi del nostro tempo, noi - gli anarebici-pacifisti-attivisti - facciamo il nostro lavoro preparandoci, imparando le parti, educandoci, finché usciremo e compiremo il nostro atto. La questione della violenza non aliena la lotta anarchico-pacifista dalla lotta dei neri; stiamo creando insieme la pièce chiamata Rivoluzione (nel corso della quale il razzismo, il denaro, la violenza sono destinati a perite). I neri, più di ogni altro artista-profeta del nostro tempo, ci hanno mostrato come rappresentare questa pièce. Senza paura. Soprattutto.

78.

L'urlo. Il processo. Un secondo inizio:

Sta diventando più chiaro, di cosa si tratta. Ci hanno insegnato cosi poco dì quel che era. Perché quello che insegnarono in realtà era qualcos'altro.

Come sia tutto cosi bello, e come siamo belli in questo terribile e bel film del divenire. Come l'esperienza della bellezza convalidi il dolore. Ricompensa? Masochismo. Cosi tanti errori su questo pianeta, legata nelle prigioni delle nostre società e dei nostri metodi, l'umanità deve saltare fuori. Nessuno ti dice come. Devi imparare. Come aprirti al pensiero e al sentimento collettivi. Cosa ti conduce finalmente a questa città? Cosa ci fa cominciare a progettare il modo di uscire dal carcere perpetuo in cui ci spingono tutti. Quale potenza di forze e tempeste riunite ci muove finalmente? Succede contemporaneamente a un'intera generazione: e noi cominciamo a lottare.

Vent'anni fa pensavo fosse l'arte. Pensavo che l'influenza pratica della poesia potesse fare dei poeti «i non riconosciuti legislatori del mondo». Shelley.

Pensavo fosse un grado nel risveglio delle camere morali della mente, cosi che l'immaginazione e lo spirito potessero aprire le loro ali e levarsi dalle ombre del mondo di avidità materiale. Razionalizzazio-ne borghese. Come potrò mai essere sicuro di essere aldilà dell'influenza della classe e della cultura in cui sono nato? Lacerando, navigando. Onda dopo onda, la vita del teatro.

Chi ha fame non può aspettare. Ogni volta che qualcuno muore è troppo tardi. E ogni volta che una generazione cresce e muore (in agonia) è troppo tardi. Quale evento ha toccato il nervo del mio essere che finalmente spasimò al punto di mandarmi di corsa fuori del teatro dentro il mondo? La spìnta edipica di uccidere mio padre? Il bambino cieco mendicante a Taxco? Il tentativo di placare la colpa del ceto medio? Quali grida udì il vecchio Marx?

E sempre presente. È l'urlo degli sciagurati. Lo odono tutti. Ma il sistema, fanaticamente guidato, ottura i nostri sensi.

Lo sentono molti stanotte. II procedimento di rendere udibile il suono.

Quale poesia apre le orecchie? Quale atto sacro o accidente? Una volta che quel suono ti trapassa non lo dimentichi più, non lo senti più, non ti lascerà mai solo, puoi provare a sopprimerlo, il suo fantasma ti perseguiterà. La vita diventa sopportabile solo nel cercare di alleviare il dolore. Per questo in teatro, nella vita, urlo: per essere sentito, per trasmettere il suono, per aprirmi e lasciare urlare la verità.

79.

II Dipartimento di Ordine Politico e Sociale, la polizia segreta del Brasile, si interessa a due cose, e solo due: «sovversione» (rivoluzione) e droghe. Il Dipartimento dì Ordine Politico e Sociale (comunemente citato come Dops, abbreviazione per Departamento de Oriem Polilico e Social) è noto per i metodi che adopera per ottenere informazioni dai rivoluzionari. Hanno un piccolo generatore elettrico portatile, made in Usa, che le truppe americane in Vietnam di solito collegano a telefoni da campo, i cui fili sono attaccati alle mani, ai piedi, al pene delle vittime o vengono strettamente avvolti intorno alle palle o ai seni, A volte, quando la vittima viene appesa al «bastoncino del pappagallo» - una pertica che viene infilata fra l'incavo delle gi-nocchia e i gomiti dopo che i polsi sono stati legati alle caviglie e la pertica sollevata in modo da appoggiare su due scrivanie -, a volte i fili vengono inseriti nella vagina o nel buco del culo. Quindi «l'uomo» aziona il generatore. Il Dops somministra anche severe percosse, rompono ossa, schiacciano dita, infilano tubi dì gomma nella gola e nelle narici e ci versano dentro acqua. Delle vittime sono annegate in questo modo... Questi metodi per ottenere informazioni non sono applicati soltanto ai rivoluzionari, ma abitualmente, ogni giorno della settimana in Brasile, a gente arrestata per marijuana, gente presa per poco meno dt un joint. Sono stato fuori dalla stanza, impotente, prostrato dalla mia incapacità di fare qualcosa mentre le urla dei fumatori torturati mi squarciavano.

Il corollario fra la consapevolezza della droga e drop-out, fra la consapevolezza della droga e la rivolta, fra la consapevolezza della droga e la pelle nera, fra la consapevolezza della droga e la bandiera nera, fra la consapevolezza della droga e la pelle rossa, fra la consapevolezza della droga e la bandiera rossa, fra la consapevolezza della droga e la visione, fra la consapevolezza della droga e l'amore.

Perseguitano i neri e gli Ebrei e gli Arabi e i comunisti e gli studenti di droghe e i bambini a scuola e i lavoratori. Perseguitano, come sempre, diverse minoranze: ma stanno anche perseguitando la maggioranza: in Brasile il 50 per cento della popolazione viene qualificato come Lumpenproletariato. Persecuzione: per provare a spazzar via gli zingari: il Capitale contro la Nazione di Woodstock, Romani contro Cristiani, Inquisizione contro Eretici, Uomo Bianco contro Indiani, Borghesìa contro Viaggiatori (specialmente i viaggiatori politici), i carcerieri contro i liberatori, persecuzione: genocidio spiri-tuale-materiale: ci sono milioni di noi le cui vite sono innalzate dall'uso di droghe. Chi è lo Stato per decidere cosa devo fare con la mia testa? Lo stato non si preoccupa della mia testa, ma della propria. Non il mio stato.

Problema: psicosessualmente il mondo è nella stretta del guanto d'acciaio di una tale perversione e frustrazione che il desiderio di morte viene spremuto fuori come vasellina... quello che Freud scopri nel nostro ripostiglio buio... quel cassetto che si tira fuori dal bacino... e psicosessualmente abbiamo sviluppato una civiltà che è diretta verso la morte, Dottore, pazzia condanna fatale. Ci sono droghe che ci alleviano il desiderio della morte, che portano impulsi forieri di vita: l'immaginazione di vedere le cose per quello che sono e proiettare formule di sviluppo, Dottore. Siamo perseguitati, Dottore, perché stiamo cambiando la direzione delia morte, ma loro sono troppo stupidi per capirlo. Per «loro» intendo le persone al potere che calcolano ogni cosa ma non sanno come calcolare l'impulso di vita.

Stiamo uscendo cosi lontano che non saranno mai capaci di prenderci.

Perché se siamo forzati possiamo volare alti per mezzo del nostro entusiasmo. Entusiasmo per abbattere Io stato. Questa nostra abilità di innalzarci è la nostra singolare protezione. Ci insegna Ì segreti della vita. Questi segreti sono nelle nostre canzoni mentre la pesante mano della morte scrive le leggi dello stato.

«Il guaio dì stare con un genio è che devi rimanertene seduto troppo tempo senza far nulla». Gertrude Stein. Quel che ha detto si riferisce all'entrare in uno stato dì trance autoindotta: fantasticherie... allo... Cibo di Paradiso.

Accendere gli spettatori. Innalzando la consapevolezza consapevole. Portare la testa dove non è mai stata, e il corpo, col trasformarne lo stato chimico. Disfare il potere della volontà. Alterare la volontà. Alterare il corpo, che come sappiamo, Dottore... non va troppo bene.
Chi ha detto che maltrattiamo il corpo con le nostre droghe? Lo stiamo onorando con la sua capacità a cambiare come la luna, come un embrione, come un poema, come un giorno, come una guerra.
Certamente possiamo immaginare il tempo (dopo la grande rivolta) quando, liberi dalle condizioni oppressive del nostro mondo prerivoluzionario che ci proibisce di elevarci iti con l'amore e l'ardore, quando galleggeremo su in alto, alti, sollevati da illimitata immaginazione, dai nostri spiriti liberi. Ma oggi l'illimitata immaginazione, come la libertà, non è parte della nostra realtà di prigione mondiale. Occorre uno sforzo potente, magiche droghe.

lì teatro come veicolo per l'inizio di cambiamenti, quello che abbiamo chiamato il teatro dei cambiamenti: perciò il teatro deve essere il più alto possibile: deve rendere alti gli spettatori: teatro come rituale per liberare la consapevolezza pubblica. Grandi grandi moltitudini stanno andando a teatro, Dottore, per diventare alte... e libere. Via dalla risacca dalla depressione. Teatro alto in cui alla gente viene dato Io stimolo e il carburante per andare oltre se stessi. Rivolta.

... le perdite... le O.D. (Over Dose)... la merda cattiva... la schiavitù di chi è assuefatto... i viaggi d'inferno... le cicatrici,.. Jcnny... tutti quelli che sono stati vittime di droghe perché ribelli contro tutto in un mondo di dolore e proibizione... libertà ora... cambia la vita... droghe come lusinga alla vita - non droghe come ritirata, annientamento: per fare la vita più seducente delle droghe provoca-morte... la strategia è questa niente più rabbia, rigore, crudeltà.

Ci sono droghe che ti liberano e droghe che ti assoggettano. Marijuana e hashish liberano. Eroina e oppio assoggettano. Diventano padroni. I padroni (ci ha mostrato Gènet) diventano un'assuefazione per gli schiavi (e gli schiavi per i padroni). Il rivoluzionario è contro ogni forma di schiavitù.

All'establishment non piacciono le droghe perché si sente insultato dal rifiuto, di chi le usa, delle chiavi alla vita ollcric dal sistema. Rifiuta i metodi delle istituzioni. Vendetta.

All'establishment non piacciono le droglie perché le istituzioni sono crudeli. Hanno il piacere della punizione. Vanno a caccia. Imprigionano. Torturano. II loro sistema di vita (morte) non gli permette di capirlo.

Le istituzioni non sono mai capaci di vedere oltre i limiti prescritti dalla loro visione, dallo stato di insensibilità in cui esistono.

Lo stato non ama Ì liberatori dell'immaginazione perché sente che la libera immaginazione vincerà la battaglia.

1968: l'anno in cui iniziarono a usare elicotteri e prodotti chimici per defogliare i campi di marijuana in Messico, l'anno in cui cominciarono a perquisirci ogni volta che abbiamo attraversato una frontiera, l'anno in cui le istituzioni cominciarono a spazzar via tutte le droghe solo perché tendono a liberare la mente dell'umanità, spazzare via ognì droga che mitre l'immaginazione: immaginazione, fede, bellezza, amore, verità, sono forze come l'atomo: stiamo scoprendo la loro forza poco a poco e sempre più più più velocemente: e scateneremo queste forze: fiorente estasi: le piante all'agguato:

li sogno - il sogno collettivo - la visione del paradiso terrestre ispira il sollevamento rivoluzionario. La Struttura tenta di annientare questo sogno, sostituendolo con la propria «immagine di vita modello». Cannabis e psichedelici distruggono queste immagini e eccitano i sogni collettivi.

Ipocrisia: governi che deplorano la morte da overdose ma attaccano i fili elettrici e fanno le guerre.

L'immaginazione si vendicherà con vapori segreti, campagna chimica, e poesia, con la più alta espressione dei sentimenti più alti e la mente banale fiorirà meravigliosa, la polizia sovvertita...

Impiegheremo 20-30-40 anni, e non è molto perche siamo risoluti: a vivere per farlo: nel corso della nostra vita, lavorare, fumare, sollevarsi, andare in alto, volare, sfidare tutto quello che imprigiona, tortura, uccide, cambiarlo, trasformarlo: «questo è il nostro trionfo» {Vanzctti), la nostra estasi inevitabile, ora sono alto, e mi è chiaro: la. situazione in cui cibo, amore e libertà predominano – comunismo anarchico di postscarsità - è semplicemente irresistibile, inevitabile. Il suo spirito è in erba-li fatto che il governo degli Stati Uniti bruci entrambi grano e marijuana ha più che un semplice significato mistico-Ferrara (Italia), maggio 1966.

Celle di pcteiuione, Dipartimento di Ordine Politico e Sociale, Belo Horizonte (Brasile), 15 agosto 1971.

80.
Le Serve.

La prima volta che indossai le mutandine di seta nera ebbi immediatamente un'erezione. Mi sentivo umiliato dalla cintura delle giarrettiere. Mi sentivo bene. Nelle scarpe coi tacchi alti diventai un prigioniero. Subivo lampi di freddo e dì calore. Deliravo. Volevo inchinarmi e farmi calpestare. Indossai l'uniforme nera dello schiavo, e ero cosf sbilanciato dalla sensazione di sottomissione che esigevo, di cui avevo bisogno, da avvertire che il dominio di Madame mi rimetteva in equilibrio.

«È una pièce sull'uomo nella posizione della serva di una signora». Judith. «È una pièce sulla struttura di classe. La tortura. È una pièce sulla rivolta delle classi oppresse e anche sulla loro incapacità a consumare la rivolta. Infatti non potranno mai smettere di imitare e voler imitare, di voler essere Madame». «Toujours l'esclave a singé le maltre». Proudhon.

Quando mi misi le mutandine mi sembrava una cosa reale, mi piaceva proprio. Come se mi fossi tolto la maschera invece di mettermela. I piaceri, le umiliazioni, tutte le illusioni: ecco cosa rappresentavo quando recitai Le Serve: le umiliazioni e le illusioni della classe dei servi, la grandiosità a buon mercato delle classi superiori, la meschina grandiosità delle illusioni, la pantomima porcina, la corrotta psiche delle Serve, di me stesso, del genere umano.

Per questo ho voluto recitare nelle Serve, per questo ho voluto mostrarlo. La pièce è brillante: voglio dire che emette luce, rayonnante. Non si può più rappresentarla perché lo stile del teatro in cui è stata concepita parla solo alla classe la cui posizione deve essere distrutta. Che Gènet cerca di distruggere. Come tutti noi.

Le classi per cui furono scritte Le Serve, le classi superiori e la loro intelligentsia, incantano le masse non solo con gonne di Chanel ma con balletti intellettuali, panacbes de mots, cascate di parole, abbaglio, mistificazione, la frusta.

La natura della mia attrazione verso gli uomini, per il corpo maschile, a volte è masochistica, a volte sadica. Sono omosessuale fino alla cintola. II più delle notti. E dal collo in giù. La natura della mia attrazione per il corpo femminile, è abitualmente erotica; ma è raro che il mio corpo risponda con la purezza di Eros.

Non possiamo forse contare fra i sottoprodotti del capitale industriale svariate generazioni dì padri meccanicizzati, freddi, alienati? E non potrebbe questo spiegare anche un fenomeno psicosociale: la perduta razza dei papa: un aspetto della sindrome omosessuale: la gente che cerca, tenta di riacquistare l'amore alienato dei loro padri perduti da tempo : la battaglia fra Eros e il sistema di casta?

Masochismo come connessione con l'amore altruistico. Judith.

Nella mia ricerca personale dell'amore maschile reciproco cerco di ritrovare il calore del corpo nell'età glaciale dell'industria. Diventa parte della mia rivolta. Se la relazione è sadomasochistica, è nata in qualche modo dall'insensibilità di un'età glaciale; e Sadismo-Masochismo sono meccanismi per provare qualcosa, anche se è dolore. Ma sentire il dolore, come ipotetizzò Artaud, può aprite la porta a altri sentimenti, che possono spiegare la connessione fra masochismo e amore di cui parla Judith. L'altruismo è rivoluzionario. Come l'amore.

Sentendosi da schiavo {a causa delle sue inclinazioni sessuali), il masochista s'identifica presto con l'intera classe degli schiavi e con Li (loro) sofferenza: e ciò evoca sentimenti altruistici. L'atto di identificazione genera sollecitudine per il benessere degli schiavi come classe. Ciò conduce all'azione rivoluzionaria che - Génet enfatizza ripetuta-mente - avrà successo se gli schiavi (le Serve) potranno spogliarsi del desiderio schizofrenico di impersonare i padroni. Questo è il trucco: l'opera di infondere sessualmente nuovi piaceri (valori) nella cultura (la psiche).

81.
Meditazioni sul Teatro II.

L'intera teoria di Stanislavskij mirava a far ricreare all'interprete esperienze quasi esistenziali. Il teatro del nostro tempo, con il suo ritorno al rituale e il suo programma d'azione sta cercando di creare forme in cui l'alienazione dalla vita si trasformi in integrazione con la vita.

Ouro Proto (Brasile), 29 novembre 1970.

Nel lavoro che sto facendo ora mi ribello perfino contro me stesso. Spingo l'ordine della mia vita nelle strade, faccio cadere il muro intorno all'arte, mi espongo alla luce del giorno e guardo e scopro che l'arte non è li, non ancora, forse non ci arriverà mai, forse non dovrà mai esserci, mi sento come se stessi creando qualcosa di cui non so nulla, ma che scopro creandolo.

L'attore ha sempre paura di andare in scena. Rischiando tutta la vita. Ho paura di uscire per strada. Rischiando tutta la vita. Buber.

Il teatro: una forma che abbiamo creato per aiutarci a chiarire questo, che ci fa viaggiare verso le Ìsole inesplorate della mente, del corpo, dell'essere.

Croissy-sur-Seine (Francia), 27 gennaio 1970.

«La poesia rende immortale tutto quanto vi è di meglio e di più bello nel mondo». Shelley.

Ma il 50 per cento dell'opera di Whìtman è sovvertito dal suo sciocco patriottismo, dalla mancanza di visione nel campo dell'azione politica, dal grottesco mercanteggiare guerra: caduta a un livello di consapevolezza inferiore.

Il 50 per cento dell'opera di Shakespeare è viziato dalla sua posizione neutrale, l'elegante equilibrio in un mondo squilibrato, l'abilità a tender soltanto all'accrescimento delle strutture, l'insensibilità che annuncia e proclama l'era di Churchill, con un linguaggio glorioso che diffonde le menzogne, umiliando con falsità la parola sacra, non c'è da meravigliarsi se gridiamo, «Bruciare i testi! »

Sono consapevole della perdita del mìo stesso sangue. Il 50 per cento della mia vita...

Reggio Emilia (Italia), aprile 1966. Cefalù (Sicilia), marzo 1963.

Creando Paradise a Cefalù - il momento in cui ci rendemmo conto che faceva parte di una trilogia in cui Frankenstein era l'Inferno, Paradise Now il Purgatorio, e che forse il prossimo lavoro sarebbe stato il Paradiso. Lo chiamiamo: L'Eredità di Caino (da Sacher-Masoch).

Attori-Attrici! Abbasso Stanislavskij! Colui che coltivò l'Arte del Recitare come l'arte della caratterizzazione: alienazione che è la nostra lenta morte.
I demoni, le furie. Aiuto. Presto. libasse ronzio, Tutto il tempo.

Sao Paulo, 7 gennaio 1971


Ora stiamo cominciando a capire che la conversazione, come la vita stessa è arte. Il magnetofono cambia il nostro concetto del mondo in modo rivoluzionario col fornire un nuovo valore che promuove la rivoluzione. La risvegliata consapevolezza del dialogo che non è conversazione modellata sulle battute dell'ingegno. L'ingegno: una barriera. Non siamo più interessati a vincere ma a comunicare perché la comunicazione sta vincendo. Ecco perché i media, come ci mostra McLuhan, sono l'influenza che controlla il nostro comportamento. Afferrare Ì media: comunicare. Controllare i media, o meglio, inventarli, e tu controlli il comportamento.

Per aiutare la gente a capire che la sua vita è arte e sorpassa l'arte, che tutti sono artisti e sublimi. Allora potremo versare questa genialità nelle nostre vite. Non possiamo aspettare l'accidentale.

Da San Francisco a Los Angeles, 23 febbraio 1969.

L'artista: le antenne della razza. Pound (citato da McLuhan).

È necessario bloccare certe cose per incominciarne altre. Proprio come la vita del teatro deve fermarsi per restare viva. Esattamente come deve terminare per ricominciare.

Proprio come devo finire questo libro a cui mi tengo attaccato nella maniera in cui teniamo idee o bambini. Convertendo la vita in proprietà, qualcosa che hai, avere invece di essere (Guy Debord), cosi devo finire questo libro, vita e contatti che sono passato, per dare vita al sogno.

Sao Paulo, 7 gennaio 1971.

Il compito del teatro come liberazione dei sogni: la trasformatone di idee in azioni pratiche.

Porto Alegre (Brasile), 14 febbraio I971


82.
Meditazioni 1967-71 (1930-71).

La speranza esiste soltanto nell'immaginazione. Non possiamo sopravvivere senza speranza e quindi non possiamo sopravvivere senza l'immaginazione. Si riferisce all'opera di scatenare l'immaginazione della gente.

Rio de Janeiro, 13 settembre 1970.

Quel miscuglio di oscurità e di luce che è l'immaginazione della gente: il mistero dell'immaginazione è un'estensione dell'universo. Ed è possibile immaginare ciò che non è reale? L'universo è misterioso e nella misura in cui è misterioso io sono un mistico... non faccio assegnamento su forze misteriose che non comprendo, ma non dimentico che dovremo farne conto...

Da Modane a Salieu (Francia), 4 dicembre 1969.

Ci sono demoni quindi?... Agnosticismo: Demonologia: le Furie: ci posseggono tutti. Chi è libero? Le Furie? No, neppure loro. Aggiungi gli altri problemi: nessuno sarà libero finché non saremo tutti liberi dai nostri demoni. Perché i miei demoni possono spingermi a farti a pezzi. Demoni del carattere, della personalità, disposizione, ambizione, potere, vendetta, sesso, demoni del sesso, demoni senza sesso.

Studia demonologia. Poi il processo dell'esorcismo.

Per quanto voglia mandarli via, loro non se ne vanno. Non se ne vanno perché li vedo (coscienza consapevole): non spariscono con la luce del sole. Restano li, perché, come la materia, non sì possono distruggere. Ma, come la materia, possono venire trasformati, ma non per tuo o mio volere. SÌ trasformano in: angeli? Angeli! II Celestiale! Quando il bene verrà reso più interessante del male. Berdyaev.

Entraci dentro, la via dell'esorcismo
Brescia (Italia), 24 ottobre 1969.

Sciogliere l'immaginazione: alto linguaggio: la libertà deve trovarsi qui: Coleridge!

Il bisogno di uccidere la letteratura nella mia vita. II fascino lineare, i miei occhi ebrei. Acquisizione: mangiare dall'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, e non, non ancora, dall'Albero della Vita.

Paris, a dicembre 1967.

Sono più di dieci anni che ho iniziato a lavorare su questo libro. Scrivere. Prendo dei frammenti della mia mente e li muovo in giro finché acquistano qualche coerenza. Il demone, lui insiste che sono troppo occupato a vìvere questo libro per essere capace di riuscire a compierlo.

Judith: scrivere - devo farlo nel corso di altre cose; letteratura - non lasciarla mai infilare nel lavoro.

Sao Paulo, 6 febbraio 1971.

I giovani del nostro tempo - la generazione elettrica - non stanno recitando una commedia in tre atti che si svolge su un palcoscenico con proscenio. Non stanno scrivendo la loro vita in quel modo, stanno scrivendo le loro vite non come personaggi con piccole trame, il loro dramma comunica elettricamente, ha dimensioni planetarie, in armonìa con cicli e megacicli, il contenuto è nuovo, la forma è libera da letteratura, hanno dentro dì loro il sapere dei papiri egiziani, l'Antologia greca, senza essere legati emozionalmente, per loro la letteratura non ha demagoghi, non venerano autori come le Serve venerano Madame nella pièce di Gcnet - fino allo sfacelo; stanno componendo un nuovo tipo di lavoro, elettrico, libero; e la legge scritta non può assoggettarli. La speranza esiste nella loro immaginazione... se può venir liberata...

Mohammedia (Marocco), 9 luglio 1969.

Da dove sono venuto io, e questo libro?... Referenze autobiografiche: 1930: mia madre che non voleva che giocassimo coi fucili? 1931: una rappresentazione di Hànsel e Gretel di Humperdinck? Retorica precoce, 1936, ai miei amici: «Non mi batto a pugni!» {tuttavia lo feci). Sedici anni: rapporti omosessuali con fantasie masochistiche. Avevo riconosciuto il sesso, aldìfuori dei limiti prescritti dalla «società», specialmente con ragazzi e uomini, da rivoluzionario. L'artista come uno che sperimenta con la propria vita cercando di allargare i limiti del comportamento. La forma scelta: bohème 1942. 1943: lascio Yale, perché come tutti i drop-outs, non posso servire quello in cui non credo pili, si chiami casa, patria o chiesa. 1943: politica: la crìtica dell'artista americano alla vita Usa. Pound. 1943: comunismo: chiaro già allora che il sistema democratico-capitalistico è un inganno. 1948: Judith mi mostra il pezzo di Armand su Anarchia Individualista (ristampato in «Resistenza») che ci da la folgorazione; Paul Goodman, guru, contìnua a ripetere, «Anarchia! Sono un anarchico», e Io spiega, nel 1949 accettiamo i dogmi fondamentali sociali e politici dell'anarchìa che stanno ancora sviluppandosi su tutto il pianeta, l'anarchìa era stata spazzata via dagli stalinisti in Spagna negli anni 1930 e da Trockij e Lenin a ICronstadt 1921, e in Ucraina, 1919, ma i princìpi fondamentali sono rimasti vivi e hanno cominciato a riapparire con forza negli anni i960: la politica e lo stile-di-vita del movimento della nuova generazione rivoluzionaria ha scoperto la luce nelle braci, e nutrendole con l'alito della sua vita, combatte le istituzioni socialiste e capitaliste: verso una libera società con cibo e libertà incondizionata per tutti...

II lavoro teatrale. Che cos'era? Solo una vocazione, un modo per arrivare là.

Rio ile Janeiro, 17 novembre 1970.

Brasile, dicembre 1970:
Panico. Un'urgenza sentita nella pancia, paura. Mancano diciotto giorni alla prima rappresentazione in programma del Progetto Favela #1: Dolce di Natale per il Buco Caldo e il Buco Freddo* [Chrismas Cake for the Hot Hole and the Cold Hole è il nome della favela dove sarebbe stato realizzato Io spettacolo]: la prima stella dell'Eredità di Caino.

L'Eredità di Caino: concepita come una costellazione, con nebulose, supergiganti rosse, masse di gas luminoso, grappoli composti da dozzine di stelle (nelle Hiades, le corna del Toro: circa 150 stelle), stelle di seconda grandezza, le Pleiadi nelle spalle del Toro: un grappolo aperto di almeno diverse centinaia di stelle, stelle di terza e quarta grandezza, nane blu, cintura di asteroidi, sistemi planetari, una costellazione che brilla dentro una città o un villaggio, soffermandosi più a lungo nelle città - forse due settimane o tre o forse di più, forse lampeggiando in un villaggio per uno o due giorni come una cometa.

L'intero lavoro è stato uno work ìn progress per mesi. È iniziato a Croìssy-sur-Seine l'inverno scorso sicché è già quasi un anno; e a questo punto, a diciotto giorni dalla rappresentazione, la pièce della Fa-vela non è neppure finita a metà,.. Ma poggia su solide basi.

Come tutta la mia vita mi abbia portato a questo punto: il teatro nella strada.

Panico, l'urgenza sentita nella pancia. Mettemmo in scena Antigone in diciassette giorni dopo cinque mesi passati seduti intorno a discuterla, da tredici a quattordici ore di prove ogni giorno. Spesso facciamo cosi. Adrenalina, la musa.

La maggior parte del lavoro su Vrankenstein, durato undici mesi, si svolse negli ultimi due mesi, le settimane finali prima delle premières a Venezia e Cassis furono un giudizio di dio.

Ci siamo sempre buttati affannosamente negli ultimi mesi di lavoro di ogni nostro spettacolo. Come se la musa arrivasse solo quando il terrore colpisce. Paura di fallire? Anche quello. Il bambino in Messico. 11 suo urlo silenzioso. Lavoro febbrilmente per placarlo.

1949: Judith e io camminavamo lungo le strade di Taxco, Messico. Un bambino ci viene dietro. Chiede l'elemosina. Ci giriamo. Non ha gli occhi. Nelle orbite piaghe che colano. Gli diedi tutti gli spiccioli che avevo in tasca. Non gli diedi tutto il denaro. Gli diedi tutti 1 pochi spiccioli. E corremmo via, corremmo lontano da lui, eppure tutto il tempo verso di lui, verso Ì milioni dei suoi doppi.

Judith non ha mai abbandonato l'intesa di allora: che il nostro lavoro deve in conclusione mirare a cancellare il suo dolore, la sua miseria, la sua malattia... e le loro cause. Il giuramento di Taxco.

Solo adesso preparando il Progetto Favela, solo adesso, 1970 ci stiamo mettendo di fronte a lui e ai milioni dei suoi doppi. Ma abbiamo corso così lontano. E ci è chiaro nella faccia dell'oceano della sua sofferenza che il teatro è solo grande così... In fretta.

Ouro Preto (Brasile), 1 dicembre 1970.

Domande 1969 (II):

Demoni. Interpretazioni agnostiche: Cosa è bene? Cosa è male? Cioè, cosa è l'etica?

Come possiamo organizzarci?

«La poesia e il principio dell'Io, di cui il denaro è l'incarnazione visibile, sono il Dio e Mammone del mondo». Shelley. Cos'è il denaro?

Artaud: «Sono un uomo non completamente me stesso». Per forza! Perché questo è quel che voglio: non voglio essere me stesso. L'Io deve essere trasformato, come, prima che siamo pronti a liberarcene? Non possiamo aspettare cosf a lungo, deve esserci un punto in cui siamo sufficientemente preparati a andare oltre noi stessi. Qual è questo punto?

Quando siamo tutti insieme contro le autorità, come Adamo e Èva siamo per il rovesciamento della nostra immatura concettualizzazione dell'universo come lotta per il potere. Ci sarà abbastanza tempo fra adesso e quel momento?

Toulouse (Francia), maggio 1969.

«Nulla è facile, no, non procurarsi il cibo, né inghiottirlo, né tenerlo dentro»: Judith.

Mai fatto nulla in teatro che abbia trovato facile. Cosa significa?

Non intendo dire di aver scelto deliberatamente solo cose difficili, ma che non è mai stato facile. Andare in scena e sempre difficile. Una volta pensavo che fosse per il terrore di dimenticare le battute, o di inciampare. Umiliazione. Troppo semplice come spiegazione. Pensavo anche che il terrore che l'interprete prova prima di andare in scena venisse dal fatto che il pubblico seduto nell'oscurità è qualcosa di pauroso, il bruto anonimo, il re che manda lettres-de-cachet a chi non gradisce, il pazzo che massacra senza ragione, la folla che lancia uova marce e pomodori, il plotone d'esecuzione, l'uomo in tunica nera seduto sul palco fra l'aquila d'ottone e la bandiera, l'ombra. Poi seppi che il pubblico era nn amante c}v avevo paura di deludere. Poi il pubblico diventò la gente sulla riva a cui gli attori portavano messaggi dallo spazio esterno: potevamo forse dirgli che là fuori non c'è niente? o clic non siamo riusciti ad arrivarci? o che nessuno può? Quindi l'ipotesi cominciò a venir messa alla prova; cominciai a recitare in cose dove non c'erano battute da imparare a memoria, si accesero le luci in sala e noi ci incontrammo col pubblico e gli parlammo, gli spettatori diventarono persone e quindi individui con cui noi avevamo un dialogo. Poi vennero a tirare uova e pomodori: in Francia nella primavera del 1969 quando i fascisti ci diedero un finale-omelette a una rappresentazione di Mysteries per esprimere la loro disapprovazione a quel che stavamo facendo e dicendo, e dei militanti di sinistra bombardarono la scena con pomodori e petardi per esprimere la rabbia e la delusione per il fatto che noi, che portavamo l'impronta del pensiero radicale, che portavamo la bandiera nera dell'anarchia, issavamo quella bandiera sulla scena di un bastione borghese. Noi, che dicevamo a una società: «Respingi la struttura, effettua la metamorfosi, abbandona il bozzolo, tiratene fuori», eravamo ancora li, ancora dentro Ì teatri: gli studenti ci stavano aggredendo con la verità: dovevamo uscircene fuori. Difficile da fare, ma non cosi difficile da essere impossibile. Ciò che si deve fare è difficile e io voglio renderlo ancora più difficile, e quanto più è difficile è ancora più facile: si tratta di liberare energia.

Cioissy-sur-Seinc (Francia), 6 maggio 1970.

«Sono nella foresta» (Jackson Pollock) «Sono nella foresta e è la città e io la dipingo». Io sono nel teatro, e lo sto facendo. Sono nel teatro e il teatro è nella strada e sto lasciando il teatro e entrando nella strada e il teatro è la strada e li to lo vado a fare.

Bruxelles, 14 dicembre 1969.

La contraddizione della mia vita: la contraddizione di questo libro: questo libro è la difesa della mìa vita, sono io che imploro il mio mondo, inno alla bellezza intellettuale, per finirla dì indirizzarci a noi stessi, onanismo, incesto, solitario, e quindi nel tempo, indirizzarsi alla gente con la bellezza che scioglie enigmi e eccita la loro avidità per la vita. Quando questo libro sarà finito, potrà finire la vita bidimensionale nella mia classe su quest'unico livello, e, sollevandosi, una vita a quante dimensioni... la vita contro la morte, unione...

La contraddizione di questo libro, di questa vita: il tentativo dì creare (o esprimere) una morale (fra altre cose) che non sia borghese, quando io, e il mio sapere, il mio essere, il mio condizionamento, sono borghesi. Sono colui che si sforza di essere il traditore della sua classe, senza tregua, poiché ho visto l'uccello del paradiso, in volo, come l'estate, udito il suo canto il suo favoloso canto che comincia, «II migliore governo è nessun governo. Cambia le penne, cambia le penne...»

Drain (Oregon),Usa, 27 1971.

83.

Avignone, 1968, l'anno in cui mori la cultura, noi creammo Paradise Noto. Mentre ci lavoravamo nel tardo inverno e inizio primavera di quell'anno nella città siciliana di Cefalù, mentre componevamo la dialettica per una rivoluzione anarchica nonviolenta, facevamo già parte del movimento che fiori quell'anno in tutto il mondo, e in Francia a Maggio. Zeitgeist.

Spinti dalle circostanze a ritirarci dal festival, non avemmo cuore di continuarlo, ci accorgemmo infatti cbe tutti quei festival erano controrivoluzione.

Quell'anno cominciò a sparire tutta l'arte, tutta la bella arte che tutti apprezziamo, tutta l'arte che credevamo una forma del massimo genere d'esperienza. Quell'anno cominciammo a vedere l'arte come ciò che rinforza la struttura. Tutta quell'arte di festival che fa credere al pubblico privilegiato che nel prodotto di un Festival sia imminenle la faccia di Dio. Ora la visione della faccia di Dio è sempre vicina per chi guarda, come si dice. Ma guardare significa che non puoi nascondere. «Adamo si nasconde per sfuggire alla responsabilità della sua vita, riduce l'esistenza a un sistema di nascondigli. E con questo continuo nascondersi alla "faccia di Dio", s'impastoia sempre più profondamente nella perversione». Buber. Quando ci si nasconde dal popolo, ci si nasconde da quella faccia. Quando tu osservi l'arte, i festival dove la gente non può essere presente perché tenuta lontana da ragioni economiche, sociali, o culturali, è un modo di nascondersi a Dio.

Due incidenti specifici ci diedero il pretesto che ci serviva per ritirarci dal Festival. La prima fu la proibizione di ulteriori rappresentazioni di Paradise Now {ci chiesero di sostituirlo con Antigone); e la seconda la proibizione di rappresentazioni gratuite nelle strade di Avigno-ne. (La sera prima che annunciassimo il nostro ritiro dal Festival, quando andammo nel quartiere operaio di Champfleury per dare una rappresentazione gratuita dì Mysteries nella strada, ci trovammo di fronte settantacinque poliziotti ben armati). Ma nella dichiarazione che compilammo volevamo chiarire le reali ragioni della nostra azione. Fornimmo undici ragioni, e, giusto a metà, le ragioni numero sei e sette spiegavano che ci ritiravamo perché:

6. Non si può servire nello stesso tempo Dio e Mammone, non
ì può servire nello stesso tempo il popolo e lo stato, non sì
uò dire la verità e mentire nello stesso tempo...
7. È venuto finalmente per noi il momento di cominciare a ri
iutare di servire quelli che vogliono che la conoscenza e il
otere dell'arte siano esclusivo appannaggio di chi può pa
are, di quelli stessi che vogliono tenere il popolo all'oscu
o, che lavorano per il Potere d'Elite, che vogliono control
are la vita dell'artista e quelle degli altri uomini.

Dopo il '68, colpita in petto la cultura, entra in atto la rivolta internazionale. Cerchiamo altre vìe fuori dal labirinto, non abbiamo mappe, il Minotauro (Mammone) è in agguato dietro ogni angolo e mentre ci muovìamo furtivamente lungo i corridoi ripetendo il mantra « Vence-remos... venceremos...» ci troviamo, ottobre 1970, strisciando nella giungla di Rio de Janeiro: Dove? Cosa? Come? Circostanze difficili, problemi inconsueti, un terreno diverso. Attraversare le barriere di classe mi riempie di una specie di terrore, sudo, torcendomi le dita: credo sia il senso di inadeguatezza fra i lavoratori, il Lumpenproleta-riato, Ì contadini, i marginali, i più poveri dei poveri, non li conosco, non ho il linguaggio fluido per parlargli. Non sono attrezzato!

Peggio: la notte mi addormento, scivolando in fantasticherie nostal-giche sugli anni in cui viaggiavamo in Europa in pulmini V\V, fatti, osservando il paesaggio, facendocela a stento ma facendocela sempre, ricordo teatri dove spettatori che ci apprezzavano ci hanno ricevuto e ringraziato. «La nostalgia è reazionaria...»

Ora la certezza è sparita del tutto. Niente sta più insieme, è un po' tutto fuori posto, dice Joe Chaikin...

Fortunatamente. Lo so. Ma ancora non lo sento. Ora sono disilluso. Bene. Ma sono anche a disagio; questo viaggio non è una tournee teatrale. La struttura borghese dispensa conforto per un numero limitato di persone, benessere materiale, benessere intellettuale. E per trovarsi a proprio agio in questo ambito, è necessaria l'alienazione. Viene creata una cultura alienante, in cui è possibile semicomprendere tutto e non fare niente al riguardo, avere sollievo intellettuale-culturale, sopportare l'insopportabile, vivere una vita breve e morire. La via confortevole alla morte.

Forse per vivere, come l'uomo paleolitico che cercava di capirci qualcosa, in tutta scomodità, si trovano gli arnesi. Che «piaccia» non significa nulla. Neppure che il suo lavoro «piaccia» alla persona che fabbrica la stoffa per il mio cappotto {Marx}. Ora non riuscirà più a piacere all'operaio tessile fin quando l'intera struttura verrà cambiata. Ma io resto sempre privilegiato; faccio sempre tutto quello che voglio, anche se non mi piace.

Trascinandomi sulla pancia lungo le favelas di Rio, nel fango e nella merda, spaventato, a tentoni, insicuro, vento furioso intorno a me, notte, mi trovo col presentimento di qualcosa che non ho mai sentito, mi domando cosa, è difficile identificarlo perché è cosf nuovo, ma il mio cuore battendo lo caccia fuori: questo strano sentimento è un senso di forza, è la paura che provo, non è debolezza - nel passato, nella mia sicurezza, e nella fama crescente c'era solo in realtà una crescente debolezza - la paura e il timore che viene con la consapevolezza della forza, e per la prima volta nella mia vita inizio a realizzare clic nella cultura passata, il modo di vita, mi svuotava, rendendomi più debole anche se mi conferiva medaglie e benessere, ma ora sto aspettando la transizione dal basso in alto, da illusione a forza.

Rio de Janeiro, 11 ottobre 1970.

84.

DOCUMENTI
R. D. Laing sulla Politica

1.
«Il rimanere sani di mente in questo processo di civilizzazione rende necessaria la criminalizzazione dell'io...»

2.
«Quelli che sono sopravvissuti hanno avuto qualità eccezionali — una capacità di segretezza, ipocrisia, abilità...»

2.
«La concentrazione o repressione di una parte della sua sessualità in una parte del corpo - i genitali - e la sua tirannia come una parte sopra l'interezza del corpo...»
«L'essere dell'uomo come una totalità, o come totalmente umano, presuppone la liberazione dell'uomo come essere sensuale o estetico per cui esiste il mondo (l'uomo e la natura)...»

3.
« L'esterno separato da ogni illuminazione dall'interno e m una condizione di oscurità».

Murray Bookchin sul Teatro di Guerriglia

1.
«Conoscenza e relazione sociale sono state represse e strozzate dalla riduzione della comunicazione drammatica-sociale a mere forme verbali e visuali».

2.
«La concentrazione o repressione di una parte della sua sessualità in una parte del corpo - i genitali - e la sua tirannia come una parte sopra l'interezza del corpo...»

3.
«L'essere dell'uomo come una totalità, o come totalmente umano, presuppone la liberazione dell'uomo come essere sensuale o estetico per cui esiste il mondo (l'uomo e la natura)...»

4.
«Non c'è rivoluzione senza la liberazione della vita quotidiana e della realtà sensuale».

5.
«La perversione polimorfa deve essere vista come la conquista dell'umanità del suo auto-estraneamente e ri-ascesa del principio del piacere che ri-unisce i sensi».

6. «L'anarchia... comporta... una realtà Dionisiaca».

7.
« Attraverso la comunità l'uomo ritorna a se stesso, ristabilendo l'unità della relazione sociale e l'unità del suo corpo smembrato nella storia».

8.
«Lo scopo della rivoluzione è la liberazione assoluta dell'umanità».

9.
«L'uomo non teorizzerà più sulla natura della bellezza, egli stesso sarà diventato bellezza ».



John Cage sulle Tecniche

1.
« Verranno scoperti nuovi metodi che comporteranno un rapporto definito col sistema dei dodici toni di Schoenberg. Il metodo di Schoenberg assegna a ciascun materiale in un gruppo di materiali identici le sue funzioni rispetto al gruppo. L'armonia assegnata a ciascun materiale in un gruppo dì materiali disuguali ha (unzione in rapporto al materiale fondamentale o più importante nel gruppo. Il metodo di Schoenberg è analogo a una società in cui si accentua il gruppo e l'integrazione dell'individuo nel gruppo».

(Questa è politica come arte tantrica: la forma esprime una sublime illuminazione. Neh" invade re la cultura con simili forme rivelatrici, cambia la nostra comprensione della natura, noi cambiarne, cambia la vita, e le sue forme. JB).

2.
«La coesistenza dei dissimili».

3.
«La disarmonia è semplicemente un'armonia a cui molti non sono abituati». (Bergson-Cage).

4.
«Qual è lo scopo dello scrivere? Non ci si occupa di scopi ma di suoni. O la risposta deve assumere la forma di un paradosso: pieno di scopo senza scopo o un gioco senza significato: questo gioco, tuttavia, è un'affermazione di vita — non un tentativo di produrre ordine dal caos, né un suggerimento di perfezionamenti nella creazione, ma semplicemente un modo di risvegliare la stessa vita che stiamo vivendo, che è così bella non appena uno si toglie dai piedi la propria mente e i propri desideri e la lascia accadere spontaneamente».

5.
«Da qui dove andremo? Verso il teatro. Quell'arte assomiglia alla natura più che la musica. Abbiamo occhi e anche orecchi ed è affare nostro usarli finché siamo vivi».

6.
«Se a questo punto uno dice, "Si, non faccio differenza fra intenzioni e non-intenzioni", gli spacchi, soggetto-oggetto, arte-vita, spariscono; viene fatta un'identificazione con il materiale, e le azioni sono quindi quelle rilevanti alla propria natura».

7.
«amore
giubilo
l'eroica
meraviglia
le emozioni tranquillità sono nel pubblico
paura
rabbia
dolore
disgusto».

«Un suono non realizza niente; senza di esso la vita non durerebbe un istante».

9.
«Lo scopo dell'indeterminatezza pare sia U fare accadere situazioni impreviste».

10.
«Il metodo per ottenere idee è fare qualcosa di noioso. Volano dentro la testa come uccelli».

Buenaventura Durruti sul Carburante (Spagna 1936)

«Nessun governo al mondo combatte il fascismo fino alla morte. Quando la borghesia si vede sfuggire il potere, diventa fascista per conservarsi».

«Non mi aspetto aiuto per una rivoluzione libertaria da nessun governo nel mondo. Forse il conflitto di interessi fra i vari imperialismi può avere qualche influenza sulla nostra battaglia. È abbastanza possibile. Franco sta facendo del suo meglio per trascinare nel conflitto l'Europa. Non esiterà a lanciare contro di noi la Germania. Ma noi in ultima analisi, non ci aspettiamo nessun aiuto, neppure dal nostro governo - il Fronte Popolare -».

Intervistatore (Pierre Van Passen): «Sarete seduti su un mucchio di rovine se vincerete».

«Abbiamo sempre vissuto in tuguri e buchi nel muro. Sappiamo come adattarci per il momento. Perché, non devi dimenticare, possiamo anche costruire. Siamo stati noi che abbiamo costruito questi palazzi e queste città qui in Spagna e in America e in ogni altro luogo. Noi, i lavoratori, possiamo costruirne altri che prendano il loro posto. E di migliori. Non siamo affatto spaventati dalle rovine. Noi erediteremo la terra. Su questo non c'è il minimo dubbio. La borghesia può far esplodere e distruggere il proprio mondo prima di abbandonare la scena della storia. Noi portiamo un nuovo mondo, qui, nei nostri cuori. Quel mondo sta crescendo in questo istante».

(Buenaventura Durruti: partigiano anarchico vittima delle pallottole di Franco del fucile fornito dalla Germania di Hitler caricato dall'Italia di Mussolini pagato dall'Amerika di Roosevelt oliato dalla borghesia francese di Blum, i quali - attraverso attiva partecipazione o attiva non-partecipazione - hanno tutti ucciso. Ecco come lo fanno.

Domanda. 1971.E110Ì come lo facciamo?)

Eric Gutkind su Quello che Si Deve Fare

1.
« II movimento Messianico ora è con Marx e non con Gesù».

2.
« " L'Uomo è il Messia della natura ". Novalis. Dio ha un destino mondano».

3.
«Dio è assente perché noi siamo assenti».

4.
«Il cambiamento reale non verrà dalla politica ma dalla filosofia».

5.
« II rituale produce sempre un “lasciare-libero" ».

6.
«Il nuovo Zimzum ("lasciare-libero") viene delegato da Dio all'Uomo. L'Uomo risponde. Risponde allo Zimzum, ritirandosi dai tre "niente" o dai tre neutri (immagini, poteri, cose), e ritorna alla propria "essenza", il proprio "destino". È senza limiti. Ogni forma di possesso, potere e privilegio è la più effettiva forma di perversione dell'essere. Perciò una rivoluzione genuina, nel suo senso più profondo, sarebbe un modello rituale».

7.
«II rituale del sacrificio era un dire no a "quanto-sì-ha", un atto dì lasciare-libero (Zimzum). II nuovo lasciare-libero (Zimzum), il nuovo dissolversi (Shevirah), la nuova scelta primaria (Kissutz), è la vera linea di demarcazione».

8.
«II rituale è l'innalzarsi al massimo di tutte le nostre facoltà e ci rende capaci di vivere con la massima intensità. La maledetta forza fisica della gente riunita è quasi senza limiti. Mette a fuoco il centro».

9.
«Nel regno della natura non ci sono etiche, solo potenza. La natura è senza pietà. Etica è esclusivamente la legge del genere umano».

10.
«L'Uomo è la libertà dell'universo, della natura. Può trascendere se stesso».
il.

11.
«Nella genuina comunione lui sarebbe emerso. La paura dell'uomo è la paura del suo emergere».

12.
«La Strada - il Salto - Là! ! La subitaneità è speranza, piuttosto che evoluzione».

13.
«II nuovo grande passo è il lasciare-libero (Zimzum) dell'Uomo! »

14.
«"AI di sopra e al di là" non sono paradiso; c'è solo l'Uomo che s'innalza sempre più in alto».

15.
«L'abbandono dell'Io - Se Stesso: l'abbandono di Capitale e Stato».

16. «Santità (Kadosh) significa "innalzato sopra", "sollevato libero"».

Yeats sull'Arte

1.
«Per quasi tre secoli l'invenzione ha fatto apparire la voce umana e i movimenti del corpo sempre meno espressivi ».

2.
«Amo tutte le arti che possono ancora ricordarmi la loro origine fra la gente comune, e le mie orecchie sono a loro agio solo quando il cantante canta come se il semplice discorso avesse preso fuoco, quando sembra essere passato nella canzone quasi impercettibilmente. Sono annoiato e infelice, una limitazione che mi dispiace profondamente, quando lui non sembra essere più un essere umano ma un'invenzione della scienza».

3.
«È bene essere abbastanza vicini a un artista da sentire per lui una attrazione personale, abbastanza vicino forse da poter sentire ricambiata la nostra predilezione».

4.
«Crediamo solo in quei pensieri che non sono stati concepiti nel cervello ma nel corpo».

5.
« Ora è tempo dì copiare l'Est e vivere volutamente ».

6.
« È persino possibile che l'essere sia soltanto posseduto completamente dai morti, ed è una certa conoscenza di questo che ci fa contemplare con tale emozione la faccia della Sfinge o del Buddha».
«Non appena hai finito di scrivere qualcosa, diventa antiquato», Luke Theodore in una conversazione. Paris, 24 maggio 1970.

85.

«Uno spettro perseguita l'Europa
il mondo
Lo chiamiamo Compagno».
Rafael Alberti, Spagna 1936.

«II delirio verbale degli intellettuali».
Luìs Mercier Vega, Strade al Potere in America Latina.

La retorica utopistica, metterle fine col soddisfarla.

La retorica utopistica, la poesia utopistica, il sogno utopistico infatti, ci attirano sempre, come l'eterna donna (ispirazione).

Ora fino a quando l'economia rimane un'economia monetaria, saranno obbligatorie (dal servo d'officina al presidente della Società o perfino al presidente della Repubblica) procedure autoritarie.

Infatti il denaro ci ha corrotti così totalmente che la gente crede necessarie procedure autoritarie a un'equa distribuzione delle cose. Romperla coi miti del denaro-, il compito del rivoluzionario.

C'è un punto in cui la soddisfazione dei desideri, come dei bisogni, deve venire riconosciuta perché ne dipendono la sanità di mente e l'immaginazione.

La corsa: denaro e autorità continueranno a diventare più forti allo stesso tempo che Ì rivoluzionari continuano a aumentare e diventare più forti. Stiamo correndo su un computer meccanizzato: il «Mostro di Frankenstein» che abbiamo creato per risolvere i nostri problemi -questo «Mostro di Frankenstein» in realtà ci controlla. Ma questo mostro si deteriora crescendo. La domanda è se possiamo sopravvivere alla sua morte che minaccia di abbattere tutto insieme a sé.

La retorica utopistica ci implora e incoraggia a uscire dalla trappola della rivoluzione industriale; la poesia utopistica tenta di cambiare la consapevolezza, senza farci mai dimenticare la fame, ma dicendoci di andare oltre la sopravvivenza, perfino oltre il successo del socialismo: rivoluzione totale. Il sogno utopistico unifica i nostri obiettivi.

Gli usi dell'iperbole: non per inventare nuove forme ma per affrettare nuove nascite. L'intensità della retorica utopistica: per sollevare i culi della gente e farla lavorare, per liberare noi stessi dalle contraddizioni e dalle nuove contraddizioni che verranno: shock verbale: stimolo:

poi, al momento di sovrastimolazione: sospendere il trattamento: fare ricorso a più sottili accorgimenti: il processo passerà attraverso varie fasi nelle prossime decadi: imparare a variare la strategia: essere più veloci di: sconfiggere: il lugubre mostro:

riconoscere il momento di andare sottoterra:

e quando emergere.

Bologna (Italia), 5 novembre 1969.

86.

Questo libro, questo esame: per scoprire se è vero che tutto quel che viene concepito in termini di teatro, e in termini dei bisogni del nostro tempo, può venire accordato, scalpellato, rigirato, pressato, spremuto finché dichiari la sua affinità con le proposte rivoluzionarie dell'anarchia e delle relazioni umane senzaviolenza. esamino e vedo riunirsi le forze: lo Zimzum: quell'avvenimento assolutamente tremendo quando lo Spirito Creatore si ritirò da tutti gli esseri umani - lasciandoci liberi- in maniera tale che potessimo veramente essere liberi di creare noi stessi: Liberi, abbiamo scelto le catene per perversione psicologica; ma liberi possiamo anche liberare noi stessi. Lo Spinto Creatore ci mette in libertà abbandonando il controllo, la posizione di capo, di autorità, di governo. L'esempio di quest'azione divina è l'anima dell'anarchia. In questo modo anarchia (libertà) è uguale a relazioni umane senzaviolenza (non-coercitive).

Da Aix-en-Provence ad Avignon (Francia), 16 maggio 1970.

87.

Enumerazione, poesia enumerativa, l'occhio lineare, Solomon, "Whitman, Breton, Rimbaud, Pound, Lorca, Smart, Ginsberg, la niente lineare, McLuhan, sommare Pascal, Stein, Guy Debord, sommare i loro libri, numerologia, il fuoco lineare, la lista, le liste della mia vita, liste della lavanderia, liste della spesa, liste di commedie viste, musica ascoltata, libri letti, liste di cose da fare, giorno dopo giorno, ora dopo ora, è così che vivo, lo metto tutto insieme nelle pièces, nell'azione, Paradise Now è lineare, dieci gradini, una scala verticale con ali orizzontali, questo libro per esempio inette tutto in fila, come una strada su cui camminare, attraverso una città, un labirinto, una svolta dopo l'altra, di nuovo attraverso la stessa strada in un tempo diverso con una luce differente e di nuovo fuori, trovando la strada, un isolato dopo l'altro, la strada su cui ho camminato infatti per dieci anni, questo libro, per tutta la mia vita, sono nella foresta, cammino da albero a albero, pietra dopo pietra, uccelli, felci, visi, mosche, lavori, letti, mendicanti, radio, venditori d'acqua, miniere, caffè, torni, camerini, eventi, obitori, conservo tutti i particolari, sommandoli. Dove c'è forma tutto combacia. Ma la mia vita, che è in questo elenco di parole, questo libro, non ne vedo la forma, solo accumulazione, acquisizione, avidità, cose, giorno per giorno, esperienza dietro esperienza, è così che vedo da faccia a faccia, la mia strada, la mia realtà, il viaggio del pellegrino, il mio Libro dei Numeri.

Alla fine credo che diventi tutto circolare, sferico, globale; cioè universale. Quando un momento non è un passo fra l'ultimo e il successivo, quando il contare sparisce, e tu ci esisti dentro, irradiando avanti e indietro in tutte le dimensioni, fuori dalla storia, fuga dal tempo come una porta che si apre e chiude da un istante all'altro. Ora mi vedo e ti chiedo di vedermi come agente della Morte, condizionato dalla Morte, vivo la mia vita morendo, la vita una cosa che passa da cosa a cosa, assorbendo e espellendo, crescendo, cambiando, sommando, e sottraendo-per-dimenticanza. Sto aspettando che venga tutta insieme, niente Atto I, II, III, solo l'azione presente.

Aspetto il momento in cui fare la somma non sia più l'ossessione. E possibile solo quando i problemi della vita non sono più aritmetici? La matematica non si arresta mai. Aspetto la geometria solida. La fisica.

Vita a tre dimensioni è il privilegio dei privilegiati. Quando non c'è fame, quando un pasto non conduce soltanto al prossimo, come fiori in tutte le direzioni, non si ammucchia, possiede, produce, riproduce, sopravvive, confronta il multidimensionale. Forse faccio dei conti allo scopo di vedere se sto camminando o sono fermo.

In una delle opere cinesi che io e Judith abbiamo visto rappresentate dalla Sun Opera Company in un teatro sotto il Manhattan Bridge a New York nel 1950, un loto meccanico gigante di cartone si apriva lentamente sulla scena, ci impiegò quarantacinque minuti mentre delle attrici, rannicchiate nella matrice, cantavano e cantavano, alzandosi e aprendosi lentamente, svolgendo lentamente le maniche, stendendo lentamente le braccia, senza mai fare un passo, i muscoli serrati, sollevando lentamente il corpo col fiorire del loto. Il tempo passava, nota dopo nota, parola dopo parola che lei cantava, perché lei era H Fiore d'Oro, e io posso solo comprendere la mia vita come un processo di divenire, e vedo in quel modo l'intera società, contando le nostre benedizioni, recitando i nostri peccati, tentando di aprirci petalo per petalo.

Quando ero bambino credevo che la gente vivesse fino a cento anni e poi morisse.

A scuola fecero in modo che cento fosse il numero finale, perfetto, se in un test prendevi cento sapevi tutto. Sto contando il sinistro passare del tempo.

In India, fa notare Mann, se chiedi a un uomo quanti anni ha lui ti risponde, circa cinquantacinque.

Quanti atti ci sono, quanti angeli possono ballare sulla testa dello spillo, quando ti sarà abbastanza gente per intraprendere le azioni necessarie, di quanti abbiamo bisogno per rovesciare il capitalismo e lo stato, per farcela, contare il battere delle ore, contare, l'atto sessuale.
Sbagliare il conto.

Rio de Janeiro, Belo Horizonte(Brasile), 11 ottobre 1970, 19 luglio 1971.

88.

Lavoro. Non succede niente. Lavoro. Non succede niente. Cosa ho mangiato oggi, come va la mia testa, è bruciata, è bagnata, sono distratto perché C è andato via, o perché J è morta? Quali sono le condizioni per l'evento creativo?

La domanda: quali sono le condizioni migliori per l'evento creativo?

La risposta: Radendosi? Cacando? Andando in metropolitana? Addormentandosi nel mezzo di una discussione sull'assassinio di Ben Barka o su The Who, o su come fare una pièce su Venezia che affonda? O biascicando per la 606° volta l'informazione fondamentale, non annunziata, misteriosa, come uccelli, ricorda, l'idea creatrice vola dentro la testa. John Cage.

Nessuna direzione rigida per quel che produce il passaggio creativo. Una funzione fisica di cui sappiamo poco. Onde theta? Finché non aumenteremo le nostre capacità cerebrali sembra impossibile che potremo conoscere quale sia la forza che spinge il fiore attraverso il fuso verde.

Provo, recito, a volte vado fortissimo, a volte no. Cercando formule perché sia sempre al massimo, perché succeda sempre. Chi lo sa? Nessuno. Com'è bello non sapere: limitazione illimitata : il segreto della vita: creatività. Non sappiamo molto più dell'aver a che fare con l'entrata in uno stato di sempre-presenza. Impegno sempre presente nella ricerca. Che cosa blocca, cosa attrae la Musa, lo Spirito Creatore, cosa precipita l'atto creativo, il momento eroico? Concentrazione sempre presente nella ricerca così che qualunque cosa tu faccia incluso il mangiare, il sesso, la lettura di fumetti, coinvolga, abbia relazione, con il problema. Come una lunga gravidanza. E il processo non deve essere consapevole. Se l'ossessione metafisica è abbastanza grande, arriva quando meno te l'aspetti.

Non escludere l'ignoto.

In che altro modo possiamo sperare di risolvere il problema di creare l'evento teatrale che spingerà la gente a bruciare i quartieri miserabili e occupare il Ritz? Tutto gira intorno a quella domanda: non c'è altra emergenza.

Dicono che a scuola insegnavano il latino e l'algebra con l'idea che educassero la mente a pensare (linearmente). Questo c'entra con la supposizione che ci sia qualcosa che conduce all'evento creativo, ma ora sappiamo che può venire da ogni direzione. Devi essere come una campana, appesa nello spazio, aperta e sensibile al vento, tutte le volte che venga l'impulso e da qualsiasi direzione, pronta a suonare.

È questo il punto cruciale: quando la mente è aperta all'impulso, allo Spirito Creatore, lo riceve e lo trasmette. Condizione sacra. Quando la comunità è aperta ad esso, lo riconosce collettivamente, lo afferma e ci lavora assieme.

Quando il popolo sarà pronto per la rivoluzione, aspettando, speran do, concentrandosi, invocando, ossessionato, sempre presente nella ricerca, allora l'evento avverrà. È questo che intendiamo noi Ebrei quando diciamo che il Messia verrà quando tutti piangeranno - o pregheranno - o rideranno. E nessuno può calcolare in anticipo, con una formula lineare, quando ciò semplicemente succederà. Nessuno sa quando verrà il ladro notturno, di Bakunin.

Bong, clang, e attraversiamo la linea.

Croissy-sur-Seine (Francia), 27 gennaio 1970.

89.
Tecniche di Confronto Politico:
New York City, marzo 1969:

II Living Theatre X « II Teatro delle Idee» :
L'Insopportabilità del Benessere dell'Intellettuale:
Cos'è Distacco? Cos'è Passione? Cos'è Amore? :
Cos'è Passività? Cos'è Azione?
A che punto siamo?

La notte che noi, il Living Theatre, sconvolgemmo la forma istituzionalizzata per il discorso intellettuale, esplosero degli ascessi. Avresti creduto che fosse crollata la volta interna del cielo. Il frantumarsi dell'illusione? No. Non ancora. Non abbastanza.

Shirley Broughton aveva organizzato una serie dì seminali per discussioni intellettuali di problemi specifici, riunendo un'élite, un «gruppo di pari grado», più o meno.

Nella prima parte un gruppo di tre conferenzieri, esperti, presumibilmente qualificati per discutere l'argomento, parlavano per circa un'ora; poi seguiva un dibattito. La sera cui mi riferisco, l'esclusività degli spettatori veniva garantita dalla richiesta di pagare una considerevole tariffa d'ingresso (10 dollari) per il privilegio di riunirsi e impegnarsi in discorsi, non di natura tecnica, ma piuttosto di argomento estetico. Non ideologia. E niente rivoluzione. E sempre riforma. Di solito riforma di punti di vista. Per allargare l'area del campo di gioco, l'area ristretta, dove l'intelletto può confortevolmente misurare gli aspetti limitati di problemi e questioni che riguardano il piccolo terreno in cui l'intellettuale si colloca, vive la propria vita, gioca, mangia.

In questa circostanza tentammo di estendere i giochi dell'intelletto includendo il confronto con il bisogno fisico e emotivo. Gli intellettuali, al sicuro nella loro classe, sempre protetti dal morir di fame (anche se talvolta sperano e pregano per un piccolo assegno come compenso per una poesìa o un articolo). La loro classe in definitiva li proteggerà dalle peggiori forme di sfruttamento, in maniera tale che sono semplicemente tagliati fuori da un senso realistico di necessità pressante. Il senso di necessità è sempre paralizzato dalla naturale tendenza della mente a temporeggiare, a nutrirsi di scrupoli, a posporre l'azione, in realtà così separati dalla vita da aver orrore dell'azione. Aggrappati all'Albero della Conoscenza, inghiottendolo, senza prestare attenzione all'Albero della Vita, gli intellettuali hanno orrore dell'emozione, rinculano davanti ai problemi essenziali giocando astutamente con le contraddizioni. Non ci sorprende che Amleto sia la loro opera teatrale preferita. Ci vedono se stessi innalzati a eroi, «la tragedia di un uomo che non sapeva decidersi».

L'impotenza attraverso l'intellettualizzazione: il corpo (la vita stessa) diventa inattivo.

Stiamo cercando di mettere al servizio del popolo l'intelligenza e l'energia dell'intellettuale. Collocare l'intellettuale fra la gente. Dove dimora lo Spirito Creatore. Nel Mezzo. Gutkind.

Da Passivo a Attivo. Attività necessaria adesso.

In quale grado l'intellettuale (la filosofia) influenza il popolo?

Il caso di Lenin, dice Judith, lui riuscì a operare la combinazione. È possibile per il socialismo statale non inibire la libera produzione dell'arte e dell'espressione? È possibile per la democrazia capitalista non inibire la mente?

Le circostanze: al «Teatro delle Idee», serata dì gala per il teatro. Ecco perché era così caro entrare; ma c'era whiskey; la gente aveva pagato io dollari e pili per vedere uno spettacolo del Living Theatre, e questo è altrettanto brutto. Si svolgeva alla Quaker Meeting House, un monumento pubblico, abbiamo recitato in molti luoghi simili, vicino a Gramercy Park, e l'attraente soggetto era «Teatro o Terapia? », moderatore Nat Hentoff, interventi di Paul Goodman, Robert Brustein, Judith Malina e Julian Beck. A quale livello di vita ci muoviamo, quanti alla volta?

Così facemmo tutto a pezzi. Spontaneamente. Rufus, Jenny, Henry, Steve Israel, Steve Thompson, Pierre Biner, fecero un'improvvisazione totale. Questa verità non fu creduta da molti. Perché l'intellettuale non può nemmeno concepire la spontaneità. Anche Lenin si trovò in difficoltà con il concetto di spontaneità, la voleva controllata, e il sistema da lui iniziato è ancora severamente controllato. L'influenza dell'intellettuale sulla cultura popolare in un sistema quale il capitalismo ha un effetto repressivo. Paradossalmente deve stimolare l'azione, ma tutto quanto continua a stimolare è l'azione intellettuale, razionalizza l'urgenza in qualcosa di cui si occuperà il tempo se solo la mente continuerà a svilupparsi, rischiando di far precipitare la sola cosa che potrebbe in definitiva redimerla: l'azione, da parte del popolo.

Stavamo anche dando una lezione di azione diretta alla comprensione della spontaneità.
La serata diventò simile a un trance collettivo. Il fragore delle persone che si parlano, molte con rabbia, ti fa alzare ancora di più la voce e questo porta a urlare in maniera esaltata, e quando sei esaltato sei in trance. Posseduto. E attraverso Ì simboli che erompono con la rabbia talvolta dilaga il grande spirito.

Gli resi difficile giustificare quel che stavo facendo. Strappai a una donna cappello cappotto occhiali, gridando: «II peso delle tue pellicce rende impossibile toccarti ai bisogni della gente!» Gettai cose per tutto il locale, misi in crisi rapporti umani. «Ho perduto la speranza che l'intellettuale possa mai prendere realmente parte alla vera rivoluzione quando ci si troverà davanti. Le giriamo intorno ai margini. Ho perduto la speranza in me stesso! »

Noi del Living Theatre, fummo accusati di cadere nel fascismo perché quello che avevamo fatto fu considerato come una rottura del processo democratico, un'assenza di ritegno emotivo, della violenza fisica - gettare il cappotto di una donna per la stanza, strapparglielo dalle spalle! Una donna! Occhiali! Borsetta! Proprietà private! Con dei suoni sfondai la mia strada attraverso il muro fra noi, mi battei, contro la proprietà, urlai la mia disperazione, disperazione di non poterci mai toccare o amare, di non poter neppure comunicare adeguatamente. Ma questo il vacillante intellettuale lo confonde col fascismo. «Chiamate la polizia!» gridarono, poiché gli intellettuali non sono affamati.

E non sono oppressi. E da borghesi che sono, fanno sempre ricorso alla polizia, come dice Durutti, quando si sentono la schiena contro il muro, fanno ricorso al fascismo.

Gli intellettuali parlano vigorosamente del loro bisogno di libertà intellettuale ma nella maggior parte dei casi non riescono a conseguirla perché non possono intraprendere l'azione; continuano a indirizzarsi alla propria classe, sperando che nel migliore dei casi possa filtrare giù un pò di «luce», verso il

basso, da sola verso le classi più basse.

Gli intellettuali al «Teatro delle Idee» adoravano tutti Artaud, ma quando trasformammo il simposio in Teatro della Crudeltà in cui loro stessi sperimentavano l'oltraggio, la rabbia, le menzogne, l'isterismo, l'irrazionalità, il furore, la veemenza, gli sputi, il limite della violenza fisica, e il trance, indietreggiarono immediatamente.

Forse si devono distruggere le forme istituzionali: poi gli intellettuali saranno liberi di estendere se stessi. Allora forse saranno più disponibili alle emozioni. La bocca dello stomaco, il bacino, dove si provano le sensazioni, i genitali, dove c'è fame e dolore, sono la via d'entrata, la porta d'ingresso. E allora, sensibilizzati al dolore, forse intraprenderanno le azioni per curare il male adesso che è stato localizzato. Questa esile possibilità può essere la sola via degli intellettuali per liberare il loro essere limitato, la loro vita limitata, dall'uso limitato alla trascendenza.

Il soggetto di questo è la rivoluzione culturale. Dobbiamo renderci conto che nessuno, nessuno sarà indenne dalla rivoluzione. Dobbiamo metterci nella condizione dì scorrere assieme in modo da poter sopravvivere a questo inevitabile periodo di trasformazione, a questo evento scientificamente inevitabile.

La rigidità si spaccherà, ramoscelli secchi schioccano nella tempesta ora in fermento nei caldi altipiani, gli aridi deserti, inevitabili vengono i grandi venti. Non aggrapparti più agli steli secchi, alle nostre antiquate forme biologiche, dobbiamo liberarci come semi, rendendoci disponibili al sollevamento degli elementi, in modo tale che il vento dell'ovest possa compiere la sua opera.

Vento: l'aria che si precipita a riempire un vuoto. Il vuoto creato dall'inspirare della gente, che soffoca, ansante per bisogno di aria.

Rio de Janeiro, 3 novembre 1970.

90.
La Nazione di Woodstock: la Rivoluzione Hippy dell'Amore Rock Stile-di-Vita Musica. L'establishment l'incoraggia: possiede potere d'acquisto. Abbie* (Abbie Hoffmann, uno degli Otto del Processo di Chicago, autore, tra l'altro, di Woodstock Nation) chiarisce nel suo libro: l'establishment l'incoraggia allo scopo di circoscriverla e sfruttarla economicamente.

«Time», «Life» e «Newsweek» elogiano la droga (la roba leggera), elogiano lo stile di vita-amore, elogiano la musica, le perline di vetro e i costumi.

La Nazione di Woodstock libera i figli della borghesia dalla forma di vita borghese.

Ma non libera l'operaio che fabbrica i dischi o il tipo che miete l'erba, o il contadino che raccoglie le uova per tutte le insalate di uova, chi
accoglie il malto per la birra e i frullati di latte.

Né ci incoraggia l'esempio del figlio-figlia della borghesia che si sganciano fuori dalla gabbia borghese. «Non si può vivere senza soldi! » Questo lo sanno tutti; ed è chiaro al manovale che spacca pietre per strada che lo stile di vita alternativo della Nazione di Woodstock vive delle briciole della torta sulla tavola del Capitale.

La ribellione di Woodstock non libera il Terzo Mondo, i contadini brasiliani senza istruzione dal loro padrone dell'AIuminium Corporation of America. Non li fa ribellare. Loro ci guardano soltanto, ammesso che riescano a vederci con i loro occhi stanchi, con invidia.


Questa rivoluzione - fin quando rifiuta l'azione politica e sociale - sostiene il sistema esattamente come il sistema sostiene lei.

I lamenti del popolo presto affogheranno il suono di questa musica. Ma allora sarà troppo tardi. E il suono del lamento aumenta col rafforzarsi della repressione. E le guerre continueranno perché la protesta e il sentimento non faranno cadere il sistema che può contenere protesta e sentimento e continuare a fare tutto quello che desidera fare.

Più il sistema è tecnocraticamente avanzato entro limiti geografici (parlo di nazioni come entità sociologiche), e più ricche sono queste entità, più facilmente le può contenere e controllare. Quindi il sistema capitalistico più avrà successo, e ancora più formidabile diventerà nella sua forza sottile flessibile, per quanto la massa enorme lo faccia scricchiolare alle fondamenta.

Canta. Balla. Amore. Pace. Fatti Alto. Pascola. Impazza. Viaggia. Liberati. Fatti le tue cose. La rivoluzione dell'espressione individuale che si sveste degli attributi borghesi continuando a aver cittadinanza nel mondo capitalista non è sufficiente per i bisogni di questo pianeta.

Questa rivoluzione, questo edonismo sfruttano gentilmente, mentre la democrazia capitalista sfrutta spietatamente. È questo il modo di farlo?

La Nazione di Woodstock: Prodotto Superiore della Cultura Borghese.

È tutto privilegio. Privilegio vuoi dire classi. Renditene conto.

Contro il muro, Nazione di Woodstock! Gli affamati stanno puntando i fucili. Contro di noi. I Poeti Aristocratici del Partito Borghese.

La Nazione di Woodstock balla la bella danza di Bacco mentre gli Apollinei dirigono e operano.

Se la Nazione dì Woodstock non attacca l'ingranaggio economico, sociale, e politico con la stessa forza con cui trasforma i prodotti di quel meccanismo, non è altro che un fanciullo eccezionale, un genio, un prodigio, come Mozart, che suonò tutto il tempo per i re.

Esattamente come Mozart o il ribelle Joyce e Beardsley erano i germogli e la continuazione della Civiltà d'Oro.

Il mio mestiere è dirti questo, assillarti. Perché so chi sono e chi sei tu, e so cosa possiamo fare tu e io.

Io sono il profeta e vedo la Sciagura d'Oro, il sangue carbonato, disastro, il chiavare eccitante, la consapevolezza cosmica che conosce tutto sulla Galassia di Andromeda ma non ode i singhiozzi dell'Africa, i gemiti nel Perù di coca, a causa della sua repulsione verso il mondo del denaro e dello stato, perché si è ritirata davanti alla rivoluzione dell'azione.

Ecco perché la Nazione di Woodstock è una scommessa sicura per «Life».

Poiché le forze della repressione possono tollerare cambiamenti nello stile di vita: la storia dell'arte, per esempio, è la storia di rivoluzioni dello stile che sono dapprima rigettate e poi accettate.

Bada.

«Ho assassinato tuo padre. Ho assassinato tua madre. Adesso bada».

Stanno assassinando i nostri fratelli. Adesso bada.

Perché tutta la meravigliosa bellezza del nostro stile-di-vita verrà spazzata via da una di queste due cose:

1. La rabbia diabolica del capitalismo ferito

oppure

2. Il bagno di sangue che avverrà quando il sacro mostro il popolo si solleverà, non toccato dalle nostre vibrazioni nonviolente, dalle nostre canzoni cantate mentre loro si trascinavano a lavorare, sanguinando nelle fabbriche, pulsando nelle calde paludi umide dove vivono riso e zanzare, barcollando e azzuffandosi fra loro nelle terre dei ghetti infestati di merda, in lotta con pidocchi, pulci, topi.

Siamo così fottutamene consapevoli, così aperti, nel ritmo, così belli, così santi nelle nostre speranze e nei nostri metodi.

«Ho posto davanti a te vita e morte: scegli».

È chiaro, non lo è, che cos'è «Life»?

Avaloketesvera: «Non abbandonerò il giardino della tortura finché tutti non ne saranno fuori».

Ma nessuno in realtà ne esce fuori finché non lo facciamo tutti realmente: perché siamo legati insieme dalla magia dell'intero insieme, il nostro amore reciproco, la nostra interdipendenza, il flusso mutuale di vita.

Se siamo infelici non è solo a causa delle nostre meschinità e dei nostri problemi. Per provare: accendere la luce nell'inconscio collettivo.

È tempo di accendere tutte le luci. Accendere tutte le luci in questo teatro-scatola-del-mondo in cui siamo tutti, in modo che non rimanga un solo frammento di falso mistero. Poi, nella luce dell'azione, balleremo la nostra via d'uscita O Nazione di Woodstock.

Arezzo (Italia), 19 novembre 1969.

91.
L'Occupazione dell'Odèon. Parte I.

È stato importante occupare l'Odèon solo per il fatto che era il Théàtre de Frutice dove il governo ha offerto alla Compagnia Bar-rault-Renaud la possibilità di rappresentare Beckett e Adamov e Ionesco e Gènet. Génet! Perché gli studenti e i loro compagni nel Maggio 1968 rifiutarono di concedere al governo il privilegio di illudere se stesso e il pubblico con la credenza che lo stato appoggi una rispettabile arte d'avanguardia contra-sistemo. Ogni arte sostenuta dall'establishment è sfruttamento, ogni arte sostenuta dall'establishment è già infetta. Così potenti sono 1 germi della corruzione. Stiamo combattendo una pestilenza. L'occupazione dell'Odeon rappresentò il tentativo dì occupare uno dei meccanismi di co-opzione.

Era importante trovare un brillante stratagemma per mostrare la nostra coscienza che ogni arte fatta per il privilegio di una classe (quelli che possono pagare la tariffa di ingresso) funziona contro le altre classi. Non diamo alla borghesia il privilegio di aguzzare il suo spirito con Gènet e Beckett a spese dei poveri die sono privi di una adeguata alimentazione per un adeguato sviluppo biologico sia del cervello che delle fondamentali necessità culturali e sodali.

Era importante dire che i teatri - anche i migliori nel loro genere -devono essere luoghi al servizio del popolo dove il popolo possa riunirsi non per vedere rappresentate le vite dei suoi mitici superiori, ma per interpretare ritualmente fino in fondo il dramma della rivoluzione, ogni spettatore per progettare e creare le trasformazioni che possono cambiare il cosmo.

Un teatro per chi è nella strada ha più significato di un teatro che ospiti Shakespeare, Claudel, Gide e Génet. Tutto il potere al popolo.

Ciò che ebbe luogo nell'Odèon quella notte del 15 maggio 1968, è stata la cosa più bella che io abbia mai visto in un teatro.

L'occupazione dell'Odeon ebbe tutti gli elementi del grande teatro: un cast di brillanti personaggi, grandi tirate poetiche, conflitti di idee, lo scontro di potenti ideologie, una realtà che superava gli espedienti dei drammaturghi, l'emergere del popolo come eroe, e la fine che arrivò un mese dopo come una goffa tragedia con l'invasione della polizia, tragica come l'intera storia della Francia in maggio, come la Spagna, come Kronstadt, come tutti i grandi drammi anarchici.

L'essenza della tragedia: proprio quando l'eroe maschile o femminile riesce a conoscere tutto, la verità, proprio quando è più pronto alla vita, ad agire, muore, pugnalato dalla civiltà, vittima inutile del nostro destino artificiale.

L'Occupazione dell'Odeon. Parte II.

in una rivoluzione di traditori vengono prese le folìes bergère
per farci rappresentare ionesco
in un cotip d'état fascista la comédie francaìse non può inscenare
antifone o le baccanti
in una rivoluzione socialista in francia gli esperimenti di
barrault verrebbero incoraggiati perché significherebbero
prestigio all'interno e all'estero
ma una posizione politica dovrà sempre essere coperta

ma ciò che succedeva in francia a maggio 1968 non era una rivoluzione contro lo stalinismo era una rivoluzione contro il capitale
e i suoi generosi atteggiamenti

La Rivolta Francese del '68 turbò chiunque perché l'idolo dell'Ovest - la Francia - il migliore campione del capitalismo (migliore di quello Usa perché più «colto») - veniva contestato dai suoi stessi cittadini, la sua stessa gente urlava e si metteva in azione. Dicevano vogliamo il miracolo: paradiso subito!


e sognavano che sarebbe accaduto
e provarono a mettere in atto il sogno...

11 000 000 in sciopero in un paese di 50 000 000 - e era chiaro che a ogni scioperante c'erano d'aggiungere 2-3 simpatizzanti - più di mezzo paese era fatto, davvero fatto, nell'idea che sarebbe successo il miracolo dei miracoli, e che quando si fosse concluso, la vita di ingiustizie e degradazioni sarebbe stata cosa passata, perché cominciava una nuova fase dello sviluppo umano.

Con profondo dolore venimmo a sapere che noi, il popolo, non eravamo preparati. Ma tutti, inclusa la polizia, e i ministri, lo fecero andare avanti quanto più a lungo poterono perché ogni inconscio umano desiderava che arrivasse il deus ex machina, l'impossibile; che una Francia impreparata potesse svestirsi all'improvviso del capitalismo evitando le paralizzanti malattie del Socialismo di Stato, e diventare una società produttrice comunitaria in cui ognuno avrebbe dato e ricevuto a seconda del suo potere e dei suoi bisogni.

Il teatro di quella primavera in Francia fu la cosa più sollevante e intossicante che il popolo francese abbia provato in questo secolo: stavano rappresentando, rappresentando ruoli grandiosi.

Fu evidente all'Odèon. Il dramma era nella sala, non sulla scena, ma nel teatro dove gli spettatori erano diventati i protagonisti e rappresentavano la Tribuna della Rivoluzione, un grande dramma in 30 giorni. Ogni terribile discorso che durò mezz'ora di annoiato ascolto fu più importante nella storia delle nostre anime immortali e dei nostri corpi mortali di tutte le grandi tirate celebri di Racìne e Corneille.

Questi drammi venivano scritti nel Libro della Vita. Amen.

Il recitare-ruoli: ognuno era in trance e interprete nel trance del divino teatro d'autore sacro, follemente spinto verso la propria liberazione. Gli elementi teatrali della cultura fornivano modelli per l'azione, grande improvvisazione. La vita divenne importante, ogni momento risplendente, alto, non dramma stanco corrotto, ma lassù, oltre il rituale della morte.

Sao Paulo (Brasile), 19 agosto 1970.

92.

Il Genio del Popolo. Pensavo che quella del genio fosse una caratteristica individuale. Il genio del popolo dell'India che insiste a fare della vita un'avventura spirituale, la sua comprensione del processo storico. Il genio del popolo cinese a far massa comune per terminare cinquemila anni di sofferenza. II genio del Popolo Ebreo (non come nazione) che riconosce il bisogno di santificare la vita attraverso il rituale, il costante ricreare la santità, il genio di desiderare ardentemente l'unità, evocando la presenza di Dio.

Marx e Eschilo. Marx attribuisce la nascita e crescita della borghesia e della democrazia borghese alla furia mercantile contro il feudalesimo. La borghesia ha interpretato una funzione rivoluzionaria, ma storicamente non ha più una funzione rivoluzionaria. La borghesia è stata distrutta dalla potenza che ha conquistato, dalla forma di vita che ha scelto. Assorbiti dalle cose che desideravano, gli stessi borghesi sono diventati una cosa, non sono più popolo, ma piuttosto una pietra sopra il popolo, da rovesciare. Marx era interessato alla creazione del popolo.

Come posso dirti che non ti auguro nessun male, O Ceto Medio, devo amarti con la forza dell'amore, Ahimsa, con tutto me stesso. I tuoi figli (il popolo della Nazione di Woodstock) ti stanno dicendo, ascolta, abbandona le tue paure...

Da dove veniamo? Chi siamo? Gli ideali della borghesia sono scomparsi nel deserto in cui abbiamo trasformato la terra. Il pianeta contaminato. II lavoratore, ormai non vuole più nemmeno la libertà. Desidera fare quanti più soldi possibile. La sindrome del Vitello d'Oro.

Vestigi della cosa borghese: puoi avere libertà di parola, ma puoi star sicuro che tutti ì mezzi di comunicazione sono controllati da un'elite. Goodman. Gli Stati Uniti hanno la Dichiarazione d'Indipendenza e la Legge sui Diritti del Cittadino, ma servono solo a mascherare la realtà della nostra schiavitù.

Non puoi essere Cristiano all'interno della struttura capitalistica. Gesù cacciò gli usurai fuori dal tempio. Ma ora sappiamo che il mondo intero è un tempio. Ora sappiamo che non riusciremo a unirci come il popolo in modo definitivo fino a quando il denaro ci divida. Eschilo: C'è un coro e c'è un protagonista. Ma ciascun membro del coro è un protagonista nella propria vita, un dramma ugualmente favoloso, ugualmente bello, e meno coperto da colpa reale e morte-omicidio.

II coro pronuncia sempre le grandi parole del dramma, esprime la grande saggezza.

La forma del lavoro, tuttavia, non consente mai in realtà allo spettatore di sapere questo.

Eschilo è la cultura dell'Eroe e della Massa. Questa democrazia e fascismo Io proclamano con audacia. Il Socialismo lo fa sinistramente.

Assalto alla cultura. Ciò che manca in Eschilo e il concetto pieno dell'organismo: il genio del popolo viene subordinato - ecco il vecchio errore - al potere individuale degli aristocratici. Ma la santità, dio (genio incontestabile), sì trova nel Popolo. E questo Marx lo sapeva.

Milano, 1° novembre 1969.

93.

L'opinione che la gente sia cattiva (il concetto della Caduta dell'Uomo) e che perciò si devono avere leggi, governo e denaro non è il giudizio del popolo ma della classe dominante, appioppataci dal clero corrotto onde mantenere l'elite e i suoi sacerdoti in una posizione di potere.

Se, come dice Gandhi, il capitale produce avidità e competizione come tratti caratteristici, può l'anarco-comunismo produrre generosità e cooperazione? La teoria della rivoluzione non è basata sull'idea che il carattere dell'uomo sia «buono», ma che se cambieremo le condizioni generali di funzionamento, il nostro carattere cambierà.

Celle di Dentizione. D.O.P.S. (Dipartimento di Ordine Politico e Sociale). Belo Horizonte (Brasile), 16 agosto 1971.

94.

La ristrutturazione non verrà
diretta da capi e gruppuscoli.
Ristrutturazione può soltanto significare:
creata da tutto
il popolo.

Il lavoro essenziale: costruire il movimento di massa.

L'essenziale del nostro lavoro è il costruire un movimento di MASSA.

Il lavoro essenziale è costruire un movimento di massa.

Dobbiamo costruire un movimento di massa.

Il nostro lavoro è costruire un movimento di massa.

Croissy-sur-Seine (Francia), 15 febbraio 1970.

95.

Come costruire un movimento di massa?

Da dove viene l'avanguardia rivoluzionaria? La contraddizione: dagli intellettuali déclassé (di solito borghesia illuminata), non dal proletariato, non dai poveri, non dalle masse senzaterra. A questa rivelazione il teatro che conosciamo ha dato un contributo sostanziale. Ha aiutato a condurre quei membri della borghesia entrati nel-processo-di-illuminazione a rendersi conto che anche ciò che sta illuminandoli deve essere trasformato: perché il processo che viene loro presentato è troppo lento per la massa che sta scoppiando come una sacca dì sangue sotto il peso della struttura.

Per costruire un movimento di massa:
Cosa può fare il teatro? Liberare l'impeto creativo nel popolo. Cambiare l'atmosfera. Cambiare i valori morali. Cambiare la percezione. Cambiare il modo di pensare. Cambiare la musica. Scendere in Egitto. Dagli schiavi. Cosa può fare il teatro? Può sedurre, folgorare, trascinare, informare, lusingare, e ispirare apertamente il proletariato, il Lumpenproletariato, i poveri, i più poveri dei poveri.

Cosa può fare il teatro?
Può provocare
il bisogno e il desiderio.
Può scatenare
l'energia compressa sotto il peso
della struttura piramidale
egitto
in maniera tale che il fondo si muova
verso l'alto.

Il resto avviene quindi
più o meno spontaneamente.

Cannes (Francia), 14 maggio 1970.


96.
Meditazione. 1988.

Segna vent'anni di lotta. Mentre la struttura tecnocratica consolida il suo potere. I maggiori interessi, mostra il compagno Roszak, appartengono a quelli che finanziano generosamente la loro ricerca delle armi, tecniche di controllo sociale. Controllo: lo spirito segnala da sotto paurosi congegni, sorveglianza, spionaggio interno: nessun governo Sia fiducia nel proprio popolo.

Sinistro: l'aggettivo descrive tutto. Buono. Non resta niente oltre la spinta verticale della ribellione. Verso il basso domina l'oscurità. Mandiamo luci indicatrici, sottili lance, raggi laser, verso l'alto. La contestazione aperta non è più possibile in nessun luogo. Le autorità
vogliono
stretto controllo della niente umana.

La prima opera del rivoluzionario: tenere libera la mente.

La lotta continua.

Abbiamo Ì nostri sistemi segreti. Mezzi umani. Portiamo pane e poesia agli schiavi nei campi e nelle miniere. Possono proibirci il pane?

97.
Meditazione. 1998.

Spaccature nella tundra! Le fondamenta! lo stato d'acciaio sta incrinandosi, la macchina del denaro stride verso l'arresto, il rumore è spaventoso. Tumori maligni, l'accumulo di «grosse bolle» predetto cento e venticinque anni fa dai dottori Marx, Bakunin, Freud. La peste: «il collasso della struttura sociale» di Artaud. La massa soffre le carestie di Malthus. Il sussurro è «nuovo mattino»: la banderuola indica massima portata. Le classi dominanti: reparto mentale gigante: richiesta la massima cura. La massa sta accumulando energia per fare l'amore (Goodman) « per chiavare il suo unico universo ».

La stessa morte, riferiscono ì biologi underground, è soltanto una malattia! Uno stato mentale! Nuovi venti, valori in trasformazione.

«Chi ha mai visto combinarsi l'idrogeno e l'ossigeno per fare l'acqua? » (la domanda di Gutkind). Nessuno ha ancora visto cosa esplode dalle nostre viri, dalle nostre dita, che si spingono in alto verso la luce, nuovo mattino, la lutte continue.

98.
Meditazioni. 2008.

l'estasi penetra nelle masse... prima fase di ere anarchiche...

«II fatto non è più ciò che è più certo, è diventato la cosa più enigmatica». (E. Gutkind, profeta).

lavoro, lavoro su quel che è stato rovinato, mettere insieme la mentalità spaccata... pensi che ora sia più facile di prima? non è meno difficile, ma meno doloroso, meno triste, la vita non è più un dramma sordido.

la lotta... la lucha... continua... mentre ci prepariamo... ci stiamo preparando... per il ritorno... nelle nostre anime... fra noi... della... gioia... a lungo esiliata...

99.
Meditazione. 1970.

Bah. Giù nella bocca. Quando relazioni personali indeboliscono il corpo, spezzano lo spirito. Passiamo la nostra vita dimenticando t caratteri con cui siamo nati. Stein. Se non c'è pati; fra gli amici, come può esserci pace nel mondo. Pound. Parlo di masse, di rivoluzione, ma che cosa dell'amore personale? Bah. Giù in bocca.

Cosi tanta poesia e filosofia che dicono sempre, «Innanzitutto trova le stesso». Yoga e Tantra attaccati li. Sicuramente devo trovare me stesso, ma certo non ci riuscirò se non trovo te, e non ti troverò se non abbatterò lo stato prepotente, di cui io, io l'anarchico, sono tuttavia uno schiavo. Non avrò gioia in una società libera finché non mi sarò svestito delle mie nevrosi, le mie morbose particelle. Non potremo mai (Freud) essere liberi dalle nostre inclinazioni nevrotiche in questa sciocca società. Nessuno di noi è libero finché non saremo tutti liberi, tutto o niente, questa è l'unica realtà. Utopia. Paradiso subito. Amore è perfezione.

Nessuno che non soffra può sentire. Nessuno che non sia triste è drogato da menzogne. La consapevolezza della sofferenza girerà la chiave... a metà strada.

Croissy-sur-Seine (Francia), 7 giugno 1970.

100.

Bomb Culture. Jeff Nuttall. Il suono cambiò nel 1945. Millenarie Paure Apocalittiche e Visioni assumono senso comune coll'avvicinarsi dell'anno 2000.

Dall «Brazil Herald» (pubblicato a Rio de Janeiro):

«Washington (UPI), 15 ottobre 1970-La Cina Comunista e l'Unione Sovietica hanno fatto esplodere ieri ordigni nucleari multi-megatonici a un'ora e mezza di distanza riferisce la Commissione per l'Energia Atomica. L'esplosione russa è stata la più grande dal tempo delle prove delle "bombe del Giudizio Universale" del 1961-62»*. (Il 6 novembre 1971, la Commissione P« l'energia atomica ha fatto esplodere un ordigno nucleare da 3 megaton sull'isola di Amchitka, nelle Aleutine.)

I suoni che non udiamo sono quelli del Teatro Misterioso. La gente
 più primitiva ode il mondo degli spiriti. Sa che c'è. I suoni che non
diamo: il lamento degli oppressi (se lo udissimo non potremmo dormire), la bomba (aboliremmo lo stato), il gemito affamato della nera
ola riarsa spaccata (aboliremmo il denaro), il monotono brontolio
ella vita che scorre mentre lasciamo scivolare la nostra esistenza in lavoro inutile per mantenere un sistema senza amore. No. Sbagliato.
 Ho torto. Non è abbastanza udire il suono della pallottola che entra
 nel corpo, thuck, per buttare via il fucile, devi intonarti al suono che
 può essere udito solo quando Kundalini sale in alto fra i Chakras.
 Che suono è? Om? Il suono della voce dopo la Rivoluzione? Con
 mezzi teatrali si può evocare questo suono.

La vita quotidiana concentra l'orecchio su ciò che è fisicamente immediatamente udibile. Il teatro, il rituale, il trance lo alterano. Passi oltre la barriera sonora quotidiana.

Il teatro deve creare suoni che aprano l'orecchio alla natura delle cose
 al loro ordine - al terribile e al magnifico, al muto suono dei succhiati gemiti sfruttati e alla luna, alle grandi orbite che girano nello
spazio, allo scricchiolare della barca su cui ci troviamo, ai ronzio del
a società dì schiavi, e al suono dello spirito umano dopo la Rivoluzione , il suono dell'intero mondo che mangia, il piccolo pianeta che
ira in pace.

Rio de Janeiro, 16 ottobre 1970.

101.
Lettera sulla Liberazione della Donna, Judith Malina a Cari Eirt-
horn.

Croissy-sur-Seine
9 aptile 1970

Caro Compagno-Amante-Amico,
Appena alzata, mi sono districata dal collo il braccino di Isha, mentre lei nel sonno diceva Mamma e prima che tutti si sveglino mi sono seduta vicino al fuoco per scriverti.
Lasciami andare al centro della questione - ho pensato moltissimo, letto, parlato riguardo alla «posizione» della donna. Cerca di ricordare che non siamo tipici - nel lavorare per la grande rivoluzione sociale della sinistra, il rivoluzionario cerca di lottare costantemente verso e per quelli che sono tipici. Nessuno è tipico nella Rivoluzione Sessuale e nella Liberazione della Donna. Tu non sei tipico e io non sono tipica. L'importante è che tu sei lo schiavo della tua situazione programmata come ogni padrone, soldato, poliziotto; allo stesso modo in cui io sono schiava della mia situazione femminile programmata come ogni contadino, salariato, nero... (o soldato o poliziotto), ma noi ci preoccupiamo anche per le masse di uomini che schiavizzano le loro mogli e amiche nei tipici modi: Kinder-Kuche-Kunt. E quello che dobbiamo fare e imparare riguarda loro: per andare al centrò della questione: la posizione realmente radicale delle donne deve essere: è molto meglio abbandonare le relazioni sessuali piuttosto che permettere di continuarle in condizioni sessiste! Questo non è né più né meno radicale che domandare a un lavoratore di far sciopero (non lavorare, non prestare i suoi servizi o approfittare dei benefici del lavoro sia materiali che spirituali) finché non può lavorare in condizioni degne di un essere umano. Tuttavia, in termini di educazione dei bambini, in termini di economia sociale il problema è speciale. Psicologicamente non è speciale! Questa è la grande bugia! Le Stupide Conigliette dicono, «Ma le donne hanno bisogno degli uomini», o, «Ma io amo gli uomini» e lo fanno (anch'io) - e non c'è argomento contrario all'insistenza per soddisfare i nostri bisogni e il nostro amore senza degradazione e ingiustizia sociale.
È importante che tutto ciò non venga ridotto solo a una dichiarazione del tipo «Non dormirò con te finché non mi tratti bene», perché sì tratterebbe ancora di una forma di commercio e asservimento - sebbene in molti casi queste cose debbano essere dette ancora di pili e effettivamente vengano dette ora e siano destinate a essere dette ancora di più -. Deve diventare una forte posizione politica: non solo una posizione per un guadagno individuale. Ti è piaciuta la discussione di Bobby Seale sulle donne nella sua intervista in The Movement?Ho letto una citazione in The Great Speckled Bird - ha proprio ragione! Dice che «la globale oppressione di gente diversa non potrà essere risolta senza la liberazione delle donne» — e questo viene dalla bocca di un Black Panther.
Sto dentro agli stivali inzuppati di tutte le mogli di contadini o nelle scarpe eleganti di tutte le segretarie dalle 9 alle 5 - sono le mie sorelle e ci siamo ritrovate a vicenda — e anche le giovani donne usate come oggetti sessuali sono mie sorelle; lo schiavo che dice amo il mio lavoro, amo il mio padrone, è ancora più schiavizzato a causa dell'intorpidimento dello spirito.
Nella Rivoluzione Sessuale Reich mostra come nessuno possa essere sessualmente libero in una società repressiva, e lui era piuttosto pessimista in quel grigio periodo prima che il nostro Movement venisse a dare speranza. Ma ora siamo venuti fuori per cambiare tutto questo - e («Ma cosa posso fare io?») dobbiamo agire in base a questo principio: Fin quando non emergerà la Situazione Rivoluzionaria saremo tutti coinvolti nella Vecchia Struttura. Comprendiamo questo in termini economici quando usiamo lo slogan «Nessuno è libero finché non saremo tutti liberi». Dobbiamo agire con questo principio: nessuno è sessualmente incontaminato finché continua la repressione sessuale. Due persone non possono creare un piccolo Eden nel Mezzo dell'Inferno.
Per quanto ci proviamo, Dio sa quanto ci proviamo!
Ma quelli che hanno barlumi dì amore, barlumi di felicità non devono essere corrotti a credere che non si sia fatto nient'altro che nutrire la nostra ingordigia. Nel migliore dei casi, abbiamo solo reso possibile «continuare a vivere un poco» e fare il nostro lavoro.
Ho sempre detestato gli uomini che maltrattano le donne.
Rivoluzione totale significa niente più fottuti sessisti!
Quando tu - e quelli come te - capiranno primo che voi siete gli sfruttatori e secondo che questo potere vi verrà tolto sia che combattiate per difendere la vostra supremazia maschile o no! :
Allora lavoreremo insieme - occhio nell'occhio e mano nella mano - e nessuno comanderà, e gli uomini non comanderanno le donne, né i ricchi abuseranno dei poveri, né i forti opprimeranno i deboli, né gli aggressivi intimidiranno i timidi.
Ma nessuna di queste cose può succedere finché qualcuno di voi non porterà un realistico accento di speranza a quella parte della rivoluzione che riguarda la rottura del vecchio ordine -
No, non saranno annacquati pacifisti a farlo -
Né il lanciare pietre alla polizia su fiammeggianti barricate teatrali -
Né battaglie in cui ci sono cacce ancora più grosse-

Queste pagine è stato difficile scriverle. Ti amo. E sto venendo a liberare gli schiavi! LIBERA LE NOSTRE SORELLE! Liberami!

Continua
10 aprile 1970

Per il compleanno di Lenin, leggo Lenin e Krupskaya. Le Memorie di Lenin della Krupskaya - e lei è uno schianto di donna, audace, forte, che ispira tutti intorno a sé. Perché mi riempiono di speranza, quando sappiamo bene cosa è successo dopo? E anche Mao, seriamente per la prima volta - se non fosse per l'ossessione del militarismo.
Ti mando in un pacco una copia di un interessante supplemento de «L'Idiot International» che Jean-Jacques (Lebel) e altri anarchici hanno fatto in collaborazione con i Maoisti. È stato il primo tentativo di collaborazione e J-J ha descritto con grande intensità l'agonia di questo tentativo - « Ha fatto i nervi a pezzi. È stato un rompersi di nervi quasi sessuale lavorare con gente con cui eravamo in conflitto su quel livello». Che sottile intuito - «rompersi-di-nervi sessuale». Pensaci sopra.

Continua
11 apr. - '70

teoria:

I. La Sofferenza non può venire trasformata in energia,
II. L'Odio può essere trasformato in energia,.
III. La Sofferenza può essere trasformata in odio.
I
V. E quindi: l'Odio in energia.

A. La teoria di Fanon sull'inevitabilità della violenza da parte degli oppressi.
B. La rabbia dei giovani bianchi Amerikani (ricchi) nel rifiutare il ruolo di oppressore.
C. La mia personale necessità di rabbia nel rendermi conto del mio ruolo dì Donna in una situazione di cambiamento.

Cioè: mi piacerebbe compiere il Grado 1 - «Sofferenza in Energia» l'intera lotta. Ma non posso. Come pacifista vorrei vedere completamente eliminato il Grado III - Ma non so come.

Il totale rifiuto dei Gradi II e III sembra condurre a

1. Sottomissione (fine della linea liberale), o
2. Enorme Disperazione

Domande:

L'inevitabile odio {se è inevitabile) dovrà condurre a sentimenti distruttivi: cioè, la differenza fra il desiderio di vincere e la rabbia annientatrice, implicano entrambi violenza?

Gautama, Gesù, Gandhi costruiscono una teoria in cui chi soffre diventa l'Agente Attivo e la sofferenza diventa l'Atto Energizzatore. La storia mostra che questa Azione a un certo punto si sfascia e diventa di nuovo violenza o sottomissione.

A che punto avviene questo sfacelo?

Quali sono le alternative?

Sto cercando di aprite una strada nella giungla della confusione. Ma non sono d'accordo che sia chiara «solo nel farlo». Per quanto ovviamente è qui che avviene la chiarificazione finale. Certo che abbiamo bisogno di azioni esemplari (come Parigi, maggio '68) anche se dobbiamo procedere senza teoria, senza mappe, anche se comunque sappiamo che le mappe saranno, dovranno essere imprecise. Apprezzo la distinzione che mi indichi fra «una parte essenziale teoretica» e i «progetti pratici». Hai ragione.

Non aspetto nessuno che venga a «chiarirlo».
Mettiamoci al lavoro. Tutti noi, come Lenin e Krupskaya, per fare qualcosa di utile con le nostre brevi vite.
Lavoro tutto il tempo, vegliando e dormendo, nei sogni, nei discorsi, leggendo, al cinema, mangiando, cacando, Insegnando a Isha.
Sto lavorandoci. Anche tu, lo so.

A FOTTERSI TUTTI GLISLOGAN
(eccetto)
TI AMO

Judith

102.
Meditazioni sulla Rivoluzione.

Compagni,

Siamo divisi in fazioni, e il grande campo avversario, il nemico comune non lo è. Nessun essere umano è mio nemico. Lo affermerò «fino al giorno della mia morte». Ma nel sistema che ha cosi tanta gente al suo servigio — nella sua reificazione, nelle sue immagini, fra i suoi idoli e le icone, vedo il mio nemico. Distruggi gli idoli, non il popolo. Abramo.

Ma quelli che costituiscono il potere dominante, per quanto si acca-piglino fra loro - democratici e repubblicani, conservatori e liberali, socialisti e destristi, fascisti e peronisti - loro sono uniti contro di noi. Noi siamo uniti contro di loro, ma noi, i rivoluzionari radicali, sgomentati dagli errori grossolani del Fronte Popolare, accettiamo il fazionalismo nella nostra lotta contro la grande balena., pesce di morte, ci agitiamo per la purezza, sapendo che se la purezza fosse raffinata come la pechblenda nel radio, una goccia dì essa sarebbe sufficiente a precipitare la caduta del Capitale. Ora vogliamo batterci fra noi fino alla fine, perché quando vinceremo vogliamo che sia perfetto. Ma non lo sarà, non ora, né poi, dopo la caduta di Mammone, non dopo la venuta del Messia, è sempre un processo di raffinazione e di miscuglio.

I critici teatrali non si stancano mai di metterci l'uno contro l'altro. Non avranno che un leone, e noi siamo tutti gli animali. Di grandezza uguale, trovo sbagliato il sistema di Mao, ma nutre tutti, e non mi piace quello di Stalin, e posso trovare errori in Castro e Makhno, in Trockij, in Kropotkin e Bakunin, in tutti: non voglio violenza, non voglio spietato socialismo, non voglio una cultura di massa che indurisce, non voglio burocrazia, non voglio imperialismo ideologico, ma soprattutto non voglio più uno stato di polizia, compagni, soprattutto non voglio più sopra di noi il demone Capitale che ci spinge alla morte con il suo sfruttamento inumano, soprattutto voglio che termini la tortura razzista.

Sono con il popolo che vende la propria fatica, il suo corpo, la sua vita, per sfuggire alla fame nella lotta per l'esistenza. Penso alle donne che devono portare acqua sulla testa sopra le alte colline di Rio per permettere che qualcuno possa aprire il rubinetto in California, penso ai bambini che muoiono affamati in India per permettere che i professori nel Kansas possano parlare di libertà, penso al mondo in squilibrio, al pianeta inquinato, all'imminente disastro apocalittico quando, pazzia, il mondo crollerà, e la luce si spegnerà, e noi annegheremo, troppo presto.

Questo è un appello all'unificazione delle nostre forze per abbattere la struttura. Nel conseguente disordine creativo troveremo di nuovo la nostra strada. Siamo uniti, ricordiamolo, dal nostro comune sogno utopistico.

Rio de Janeiro, I° novembre 1970.

La rivoluzione continua ora, non ti sbagliare, si può vedere, la stiamo vivendo e ce ne annunziamo reciprocamente le azioni.

Gli attori stanno arrivando a quel punto dì consapevolezza in cui non sì vedono più come parti di un processo su cui non hanno controllo. Non si considerano interpreti di drammi privati riguardanti perdite personali, guadagni, tragedie e trionfi. Vedono se stessi in qualità di interpreti con una consapevolezza di dimensioni planetarie.

Abbiamo cambiato la pièce. L'abbiamo già cambiata.

La creiamo rappresentandola, è lunga, è Teatro Epico.

Sao Paulo (Brasile), 20 agosto 1970.

Organizzazione e spontaneità. Sulla preparazione delle masse.

La massa: sarà spaventata, esiterà, si aggrapperà al passato, alle costrizioni, all'amore perverso.

Ma devono sapere cosa aspettarsi, così quando succede - quando lo faranno succedere - non rimarranno sbalorditi, sapranno cosa si deve fare, avranno un campo di riferimento con cui combattere la propaganda controrivoluzionaria, e un po' dì esperienza, almeno nell'immaginazione - per proiettare il loro lavoro, il loro ruolo potente. Tutta questa energia alimentatrice è necessaria per l'eventuale azione spontanea.

Cesoie per tagliare le catene che impediscono l'azione. Le lame sono le idee che non sono mai state trattenute. Questo è il compito del teatro, come mezzo d'informazione.

L'altra metà del lavoro: l'organizzazione dell'avanguardia rivoluzionaria, di quei lavoratori ispirati e coraggiosi, quelle masse infiammate, smaniose, stracciate, sante, feroci, dolci, insieme ai folli, eroi, santi, amanti, avventurieri, poeti, tecnici, intellettuali, atleti, studenti, pazzi, bellezze, che si impadroniranno dei mezzi di produzione. I gruppi da 5 a 50 che per primi prenderanno il controllo delle fabbriche e mostreranno ai loro compagni lavoratori: Ecco cosa succede! Questo è quel che potete fare! I gruppi che occupano le stazioni radio e tv e annunciano: La rivoluzione è in atto! I gruppi che guidano a impadronirsi dei sistemi idrici e dell'elettricità, delle strade, delle scorte di cibo. Chi lo farà allo scopo di distribuire beni e servizi senza le remore del denaro.

Ecco un altro genere di teatro. La preparazione. Meno pubblica. Le prove tutte a porte chiuse. Nessuno spettatore fin quando accadrà.

Oura Preto (Brasile), 27 novembre 1970.

La rivoluzione non può essere il ri-montaggio della vecchia struttura con un nuovo cast di personaggi, e i ruoli che rimangono quelli che erano. Non vogliamo avere un nuovo re, ma essere un popolo con la santità in mezzo a noi.

Detroit, 12 dicembre 1968.

Non credo che il Socialismo sia un passo intermedio necessario. Penso che il Socialismo sia revisionista. William Shari, Hancock, New York, aprile 1970.

Quando parliamo di rivoluzione stiamo parlando dell'unica cosa valida da discutere nella nostra epoca. Altre età hanno avuto altri fulcri. Il nostro è il cambiamento.

Contraddizioni: E chiaro che questo cambiamento ha diversi aspetti e che il diritto al cibo viene prima del diritto alla libertà di parola, che la morale viene dopo il mangiare (Brecht), Cioè, la Rivoluzione Totale consiste di molte rivoluzioni, e dar da mangiare a tutti e finirla con gli assassini sono solo i primi di molti cambiamenti futuri, il cibo gratis e la libertà di parola possono dipendere l'uno dall'altro; gli schiavi sono nutriti perché lavorano.

Rio de Janeiro, 16 ottobre 1970.

Che non si sprechi il delirio. II problema è che le donne si muovono con tale facilità, inconsciamente, nella rete del recupero (contenimento), anche se si muovono inconsciamente in quella che è forse l'area più profonda della rivoluzione stessa. Com'è sempre stato da quando il pianeta si è mosso nel ciclo dell'egemonia patriarcale. I patriarchi, nella loro rivolta contro il matriarcato, nel pauroso annientamento finale di metà del potere creativo della specie, nel loro sadico relegare la donna in una posizione inferiore, considerano come uno scherzo ogni impulso creativo femminile per liberare la bellezza ricettiva delle donne. Quando la donna alza la voce, e agisce anche, è uno scherzo, e l'intero vizioso cervello maschile, paternalistico, dai muscoli induriti, riduce la femmina schiava a un'immagine di gesti da fumetto. Il Movimento per la Liberazione della Donna tocca i centri fisici più cruciali della rivoluzione della nostra epoca.

Lo so perché sono in parte donna.

Le donne dicono che il contratto amoroso non è più valido.

Il pene è un randello. Ecco come viene usato. Fottere, la forma fisica caratteristica dell'amore, è un processo di dolore, dominazione e sottomissione, di forza e debolezza, di orgoglio e umiliazione, di padrone e schiavo.

Ciò che siamo non è quello che siamo destinati a essere. Ciò che facciamo non è quello che siamo destinati a fare per sempre. II modello del nostro comportamento non è destino e non è fatale.

Il Contratto Sociale, Padrone e Schiavo, sia nei paesi capitalisti che in quelli socialisti è un'estensione del Contratto Sessuale. Ecco perché nei nuovi paesi socialisti la classe lavoratrice continua a rimanere schiava, perché comprendiamo l'intera vita, e la estendiamo, in termini di, e a partire dalla comprensione del Contratto Sessuale.

Il contratto (redatto da una società patriarcale) è basato su dominio e sottomissione, l'uomo domina la donna, questa è la matrice del contratto, e da questo tutte le relazioni umane vengono concepite in termini di dominio e sottomissione, di possesso e proprietà, di capitale e lavoro, la forma di comportamento sessuale viene a funzionare come modello di tutto il nostro comportamento. Così la persona che lavora, per esempio, comprendendo la vita in termini di dominio e sottomissione, si sottomette economicamente, permette al padrone di dominarla socialmente, nello stesso tempo, ovviamente, in cui il padrone sta attivamente cercando di dominarla e mantenere il controllo (perché fa «bene»). Ma la complicità degli schiavi deve venire denunciata o moriremo come schiavi, come abbiamo fatto per migliaia di anni.

Ma, ohimè, lavoratori del mondo, le catene non si disintegreranno col desiderarlo, mai. Non finché gli schiavi, le donne, si solleveranno e disarmeranno i padroni.

Il Movimento per la Liberazione della Donna mette a fuoco l'origine della malattia.

Cosa ci dicono i sogni, e le ricerche antropologiche? Che tutto iniziò, il mito, in un'Età dell'Oro, quando vivevamo insieme in equilibrio e armonia allo stato tribale, nutriti e guidati dalla fertilità delle donne, protetti e diretti dalla forza dell'uomo. Poi venne l'agricoltura, il grano, e con esso il matriarcato, una società comune piena di virtù e produttività; ma l'innalzarsi di un sesso al disopra dell'altro portò alla malattia, e la Donna venerata, la Dea, diventò crudele: corrotta dallo stesso potere che i suoi fratelli e sorelle avevano affidato alla sua persona in amorosa fiducia, imparò la paura: paura di poter fallire nelle sue responsabilità, e la paura si sviluppò e offuscò la realtà, e le confuse il timore della sua inadeguatezza con il timore di perdere il potere. Potere. E confuse il potere investito in lei, affidato a lei, con il potere che inondava il suo essere interiore durante l'atto d'amore, e i suoi amanti vennero annualmente sottoposti al sacrificio, e gli uomini furono resi schiavi, e finalmente gli schiavi si ribellarono e fuggirono e diventarono cacciatori, allora l'agricoltura fu conquistata dai cacciatori, e venne il patriarcato. E ancora più corruzione.

Abele è il cacciatore, Caino è l'agricoltura. E Dio il Padre - che è un cacciatore di anime (de la Vega) - preferisce il sacrificio di Abele (la carne motta), e rigetta il sacrificio di Caino (il grano) non gradito, e Caino si ribella e uccide, e diviene l'assassino e il cacciato e il cacciatore, e il patriarca Padre-Dio regna sicuro, e i suoi preti danno giustificazione a tutto. Dio porge a Caino, che ora è anche un cacciatore - avendo ucciso Abele - la Sua benedizione, il Suo marchio sulla fronte, affinché venga protetto, nessuno gli faccia del male, perché è amato, lui l'assassino, l'amato assassino-cacciatore di Dio.

Lo sviluppo successivo nell'uomo. Il nuovo principio euristico. Lancelot Lowes White. Euristica: i modi di imparare, modi di pensare.

C'è una ricetta per l'amore fisico che non si trova nel Kama Sutra né nel Manuale Arabo d'Amore, ma che è stata descritta dai discepoli dello Yoga Tantrico. Voi due diventate entrambi alti. Alti nello spirito, nell'universo, nella contemplazione del corpo, alti nella percezione dei sensi, toccare, vedere, gustare, udire, alti sul Gange, sulla musica, incenso, odori, desideri immortali, alti nel tempo, alti uno per l'altro. Esplori il mondo, esplori il mondo del corpo, esplori la sua geografia. Ogni contatto un viaggio oltre le isole segrete, oltre le acque della luna, oltre la baia della carne, il lago del desiderio. Quanto tempo dura, il tempo si allunga, la sua maniera dì scivolare. Il maschio siede come un loto, la donna, yoni, avvolge il lingam scivolandogli intorno, come notte intorno alla terra, abbraccia con le gambe incurvate le anche dell'uomo, le braccia attorcigliate come viti, come raggi di stelle, corpi senza fine, il tempo trattiene il respiro e respira, è il mare, la montagna. Mente penetra mente, l'infinito si curva su se stesso, lei tiene l'universo nelle sue braccia, è lui, lui tiene il cosmo nelle sue braccia, è lei. Si scambiano l'un l'altro con vita superiore, fatti, vibrazione, suono, estasi, orgasmo. Senza che lingam colpisca mai yoni, né aggressione né passività, né pena inflitta né ricevuta, unione fisica e spirituale, trascendenza, nuovo mondo, galleggiando, all'infinito, oltre il piacere: gioia. La parola hindu: Maithuna: Unione.

Quando il masochista (su questo so tutto, perché è il mio nome, la mia natura e modello) raggiunge quel momento di sensazioni in cui il parallelo fra le sue abitudini sessuali e i modelli quotidiani di comportamento viene oggettivato, allora inizieranno i cambiamenti. Quando il superego comprende attraverso le sensazioni che sta agendo e soffrendo secondo i modelli formati intorno alla libido, allora inizieranno i cambiamenti. Quando il superego è folgorato dal fatto che sta abusando di se stesso, nel sottomettersi a dolore psicologico, privazioni culturali, schiavitù economica, umiliazione politica, e imprigionamento sociale, tutto perché sta accettando incondizionatamente 1 modelli-base dì un comportamento apparentemente normale, allora inizieranno i cambiamenti. Comprendiamo il mondo attraverso la comprensione delle nostre abitudini sessuali; quando il superego (furbo, brillante superintelligente) si ribella a questo, cercherà una via d'uscita; e i modelli fondamentali, che neppure le rivoluzioni d'orientamento comunista possono sfuggire, subiranno tali scosse da incrinare le porte d'acciaio. Fine di quella frattura originale: Sado-Masochismo. Cosi che non dovremo più interpretare ruoli, il Padrone-Sadico e il Masochista-Schiavo: immagini simboliche e marchi vengono strappati, e la realtà appare e noi appariamo: reali l'uno per l'altro, in rapporto reale l'uno con l'altro: Io e Tu.

«Vogliamo la rivoluzione Socialista con la natura umana com'è adesso: da sé la natura umana non può funzionare senza subordinazione, senza controllo, senza direttori e impiegati... Non siamo Utopisti, non indulgiamo in 'sogni' su come abolire immediatamente tutte le gestioni, tutte le subordinazioni. Questi sono sogni anarchici fondati sulla mancanza di comprensione dei compiti della dittatura del proletariato. Sono estranei nella loro essenza al Marxismo, e in realtà, non servono altro che a rimandare la rivoluzione Socialista a quando la natura umana sarà differente». Lenin, Stato e Rivoluzione.

La rivoluzione socialista di cui parla il grande Lenin dipende da una contraddizione: la continuazione dì un'intollerabile condizione psicosessuale: di sofferenza, «subordinazione... controllo... direttori... impiegati...»

La fondamentale rivoluzione della cultura è la liberazione dei modelli sessuali: la liberazione dalla schiavitù al nostro carattere sadomasochista.

Questo non è «sognare», questo non è «Utopistico»: questo è bisogno umano fondamentale: essere liberi da agonia, essere liberi da una mentalità psicosessuale che partorisce costantemente sistemi di schiavitù.

E' un'illusione, compagni, fratello Vladimir Ilyich, che la rivoluzione possa avvenire diversamente: l'illusione è controrivoluzionaria. Né socialismo, né comunismo, né anarchia saranno altro che tristi travisamenti finché non effettueremo questa trasformazione.

Rio de Janeiro, io novembre 1970- Celle di De tensione, D.O.P.S. (Dipartimento di Ordine Politico e Sociale). Belo Horizonte (Brasile), 27 luglio 1971.

La rivoluzione sessuale è la rivoluzione proletaria. Murray Bookchin.

La liberazione degli schiavi attraverso la trasformazione della mentalità servile squilibrata in una mentalità d'equilibrio: l'uguaglianza rivoluzionaria di cui abbiamo parlato per centinaia di anni: da pazzia a sanità mentale: la fuga degli schiavi: fuga dallo stato (il padrone), dalla legge (la frusta), dal denaro (l'idolo davanti al quale dobbiamo strisciare), dalla proprietà (il fardello da portare), dalla guerra-polizia-armi-prigione-violenza (il dolore cui ci sottoponiamo).

Uno studio di letteratura sadomasochistica, de Sade, Sacher-Masoch, Paulìne Réage, Apollinaire, R. Crumb: il rito sadomasochista conduce sempre alla morte del masochista. La fuga dello schiavo può segnare l'inizio della fuga dalla morte che, nel rito sadomasochista, è l'inevitabile conclusione. Sta attento.

Iowa City (Iowa), Usa, 10 gennaio 1969. Celle di Detenzione, D.O.P.S. (Dipartimento di Ordine Politico e Sociale). Belo Horizonte (Brasile), 23 luglio

103.
Meditazioni sulla Violenza.

OM SRI MAITREYA

La violenza è il tema centrale del teatro del nostro tempo. Per la prima volta l'autorità della violenza viene contestata in ogni angolo del mondo, in ogni compartimento della mente.

OM SRI MAITREYA

«Fatemi dire a rischio di sembrare ridicolo che il vero rivoluzionario è sempre guidato da grandi sentimenti d'amore». Che Guevara.

OM SRI MAITREYA

Solo un'alternativa che sia più efficace della violenza può conseguire. ciò che è realmente la rivoluzione.

OM SRI MAITREYA

I fucili sono il Vitello d'Oro della rivoluzione.

OM SRI MAITREYA

L'azione violenta, la rivoluzione violenta, cambiano, le cose, ma la gente resta quello che è.

OM SRI MAITREYA

«Cosa pensano le masse della violenza? L'esperienza rivela che sono pacifiste e spaventate dalla violenza. La seconda domanda è: Qual è la relazione fra l'uso della violenza (che noi conosciamo essere necessaria) e l'atteggiamento delle masse verso di essa? La risposta a entrambe le domande è, e può essere solo, la stessa. Più larga è la base di massa della rivoluzione, minore la violenza necessaria, e anche maggiormente !e masse perderanno la loro paura della rivoluzione». Wilhelm Reich, Cosa è Coscienza dì Classe?

OM SRI MAITREYA

Non bisogna confondere la lotta armata con la rivoluzione. JM.

OM SRI MAITREYA

Lotta di classe e guerra di classe. Lotta non significa automaticamente e inevitabilmente guerra.

OM SRI MAITREYA

«Ogni uso della forza demoralizza chi la usa». Duhring. «Un modo di pensare da prete». Lenin.

Ma la derisione dì Lenin non invalida il peso di quella che è forse, l'unica cosa mai detta da Duhring che resista al vento.

OM SRIMAITREYA

Rivoluzione violenta significa potere al partito. Rivoluzione non violenta significa potere al popolo. William Shari.

OM SRI MAITREYA

Nessuno è libero finché c'è la polizia. Non c'è comunismo finché c'è polizia, perché non c'è comunità dovunque ci sia polizia.

OM SRI MAITREYA

Appena ti rendi conto delle implicazioni della rivoluzione totale, diventa chiaro che tutte le rivoluzioni parziali sono inaccettabili nel grado in cui innalzano barriere ai propri obiettivi.

OM SRIMAITREYA

Non possiamo accettare i principi della violenza o dell'autorità a lungo andare. La persona che appoggia la violenza è fratturata, Schizofrenia. E il problema per il rivoluzionario favorevole alla violenza è che la gente trova la violenza naturalmente estranea, repellente. Possono sognare dì violentare e squarciare l'amante bianca, di incendiare i! palazzo, di sparare ai padroni e ai generali. Ma sognano anche di diventare padrone, di comportarsi come lui e possedere, in gran quantità, candelabri e donne e lacchè, come fa il padrone. Cosa prova ciò. Che i sogni vengono influenzati dagli agenti corruttori del sistema. Si può anche dire che ogni pomeriggio alle quattro si sognano l'amore e un'altra vita.

OM SRI MAITREYA

II Primo Tentatore
(un ex pacifista)

Nutri tutti, se necessario uccidi i ricchi, uccidi lo stato maggiore, uccidi comunque gli schifosi militari, uccidi i fottuti agenti di cambio, pena capitale, hanno rubato tutto ai poveri alla classe operaia, uccidi i parassiti che proteggono i ricchi, uccidi la polizia, stendili morti e fuori dai piedi, basta, fallo, ma da' da mangiare alla gente, ai bambini, gli oppressi scalzi affamati sofferenti.

OM SRI MAITREYA

II Secondo Tentatore
(un mistico radicale)

Tutto è uno. Il seme deve morire. Non uccidere l'assassino è uccidere. Non uccidere il germe è uccidere il bambino. II bambino è puro. Il popolo è bambino. Non uccidere l'assassino è impuro. Uccidere è dare alla luce la vita.

OM SRI MAITREYA

Winterdale R.D.
Hancock (N.Y.)
Metà-Aprile 1970

Caro Julian,
... Eccoti un'opinione, o meglio, una raccolta di pensieri sul nostro mutuo problema che, espresso nel mio differente linguaggio (nulla di realmente nuovo), può suggerire una tattica differente... La verità è che quando tu sei preoccupato io sono preoccupato e quando tu sei infelice io sono infelice e rilevanti o irrilevanti eccoti i miei 2 cents di quel che può valere.
Anarchia e nonviolenza non sono mezzi o fini una dell'altra, ma sinonimi reciproci. Non sono tattiche o strategie ma uno stile di vita, la meta rivoluzionaria che, una volta raggiunta, può essere considerata il futuro dell'umanità. Violenza è lo Stato. Lo Stato è violenza. Considerare una rivoluzione violenta è come considerare uno Stato provvisorio. Nessuno dei due sparirà.
Ma cosa dire dei nostri compagni che non sono convinti? La risposta non è isolarci da loro. Gli eremiti sono pieni di merda. Il Lavoro del Mondo è nel mondo. E i nostri compagni sono là fuori a lavorare. Il nostro posto è con loro, a mostrare con la mente e il corpo, la forza e la chiarezza del nostro lavoro insieme a loro, che le nostre vite sono le vite, le nostre azioni la giusta azione. Lavorare con loro non significa che dobbiamo andare a far saltare centrali di polizia o imparare karaté ma creare intorno, dentro e per loro le giuste azioni alternative; dobbiamo agire con forza e senza paura, fargli propaganda, ma con la Propaganda dell'Azione; agire con forza e di comune accordo con i nostri fratelli.
Naturalmente adesso nutrire tutti è fondamentale e naturalmente una 'rivoluzione' socialista nutrirà pili persone (almeno per un po') ma queste 'rivoluzioni' sono movimenti riformistici (avrei quasi detto soltanto movimenti riformistici ma per un affamato è valido qualsiasi sollievo? Tanto il cibo del Presidente Mao che quello del Presidente Nixon riempiono degli stornaci). Ed è importante che i nostri fratelli li riconoscano per quello che sono. (Una distribuzione parti-giana, per esempio, sarebbe meno efficace?) Dobbiamo dar la carica all'alternativa, vivere nella società alternativa, trattare con le nostre sorelle e fratelli come se dividessero i nostri ideali. Lo faranno. Lo fanno. Hanno solo bisogno del coraggio del nostro esempio.
Hanno solo bisogno di essere rieducati dalla nozione tragica e mortale che la nonviolenza è una tattica, come gli hanno suggerito cinicamente i filistei. La Società Anarchica è lo scopo strategico. Il Lavoro è la tattica. La non-violenza è lo stile-di-vita, la forma-di-vita, la non-morte da cui sono formate le armi della rivoluzione. Vita-fede è il seme che fertilizzerà l'uovo del malcontento, è il tiepido ambiente in cui matura in azione rivoluzionaria, il nutrimento che gli permetterà di crescere in Rivoluzione Permanente. La violenza è morte, pane bianco, il freddo bruciante, la distruzione finale dei cromosomi. La non-violenza non è una nozione filosofica, né un'abile arma tattica contro cui il Grande Campo Oppositore è talvolta incapace di innalzare una difesa. E la forza-vitale, la fonte cicatrice.
Non dobbiamo temere per i nostri 'ideali' o essere prudenti per il nostro 'comportamento' nella 'situazione violenta'. Agiremo. Più tardi criticheremo. Le nostre azioni altrettanto corrette della nostra fede nella vita, altrettanto potenti della nostra energia creativa, efficaci quanto il nostro contatto con la realtà. La nostra critica non ci frena, è costruttiva. Ci istruisce e ispira verso ulteriori delizie, ulteriori azioni. E l'accompagnamento musicale al nostro Ballo della Rivoluzione e ballare è lo stimolo terreno del volo.

Il nostro desiderio è la nostra parola d'ordine, l'unica di questi tempi,
Amore e Pace nella Rivoluzione Bill (Shari)

OM SRI MAITREYA

E che dire della violenza, contro la proprietà?

Il guaio della violenza contro la proprietà è che la gente ci trova una giustificazione per la violenza inflitta a esseri umani. Evoca paura. Provoca violenza in difesa della proprietà.

Qual è l'utilità della violenza contro la proprietà? Efficacia simbolica? A parte quello sì potrebbe, per esempio, distruggere armi, bruciare denaro, archivi di polizia...

Come definire allora le circostanze in cui la violenza contro la proprietà non-distrugge vita e spirito-vitale. Non potrebbe essere un metodo migliore per esprimere rabbia violenta piuttosto che agire violentemente contro la gente?

II suggerimento che tutta la violenza - contro la vita come contro la proprietà - sia male è forse la falsa etica di una classe dirigente violenta che rispetta la proprietà più della vita? Che spara ai ladri?

Traversare il fiume verso la ragione.

OM SRIMAITREYA

Sono non-violento perché riconosco la mia natura violenta.

Sono anti-violento perché vedo anche la violenza della struttura, del nemico, del teatro, dei miei compagni.

Sono anti-violento perché vedo che la violenza che non abbiamo ancora rinnegato ci ha portati a una società basata sulla paura. E i pericoli di questa diffusa paura sono così enormi (potrebbero alla fine essere fatali) che bisogna immediatamente prendere provvedimenti. La paura è radicata nella violenza che ammettiamo, permettiamo, scusiamo e rafforziamo.

OM SRIMAITREYA

di fronte al diffondersi di guerre dì liberazione nazionale
il culto della violenza armata offensiva e difensiva
l'iconografia della guerriglia eroica

di fronte alla colpa generata nei lombi dalla crema imperialista
e capitalista
di fronte al successo delle strategie armate del f l n in algeria
di castro e guevara e del f l n in Vietnam
e della cina
il pacifista anarchico deve analizzare le guerre di liberazione
e le alternative

e deve
creare
una logica strategia nonviolenta

che dia speranza
alla distruzione dell'imperialismo

OM SRIMAITREYA

Se qualcuno mi domanda cosa penso della violenza, dice Judith, direi che (penso sia inevitabile eccetto che) sto lavorando per diminuire la sua stretta dittatoriale sull'azione e la storia; considero il mio lavoro lo sforzo per allentare quella stretta.

OM SRI MAITREYA

Rudi Dutschke, 7 marzo 1968:

«La Rivoluzione non è un evento che prenda due o tre giorni, con fucilazioni e impiccagioni. È un processo dibattuto a lungo in cui vengono create persone nuove, capaci di rinnovare la società in modo tale che la rivoluzione non sostituisca un'elite con un'altra, ma crei una nuova struttura anti-autoritaria in cui delle persone anti-autoritarie a loro volta ri-organizzino la società per trasformarla in una società umana non-alienata, libera da guerra, fame e sfruttamento».

OM SRI MAITREYA

La chiave per l'esorcismo della violenza è la rivoluzione sessuale.

OM SRI MAITREYA

Ci sarà violenza nella rivoluzione. Come potrebbe essere altrimenti? Non possiamo posporre la rivoluzione a quando la violenza verrà eliminata dalla terra. Ma nel corso della rivoluzione la violenza cederà completamente il passo alla forza d'amore (Ahimsa), probabilmente nello stesso momento in cui la rivoluzione sessuale completerà la sua prima fase di operazione con l'esorcismo della colpa del corpo e la liberazione di alcuni dei terribili punti di pressione causati da paura e frustrazione sessuale. Perciò cominciamo da adesso con i bambini.
OM SRI MAITKEYA

benedetto sii o signore nostro dio
che hai creato il male
che possiamo escogitare contro il male stesso

OM SRI MAITREYA

Salute al Buddha che verrà!

OM SRI MAITREYA

il Buddha che verrà è la pace
che esiste solo nel popolo
unito

OM SRI MAITKEYA

104.

Progetto: Un Film: come rivoltarsi:

L'uso di film o video per comunicare informazioni sulla rivoluzione. Con compendio di strategie nonviolente. Da mostrarsi sui muri, per le strade, in sale sociali, appartamenti, cantine, dovunque si possa riunire gente. Ma finché questo film non è rappresentato fino in fondo nella vita... e finché non avremo a nostra disposizione tecniche nonviolente per realizzare questi cambiamenti, la trasformazione rivoluzionaria dipenderà da soluzioni violente, e subirà l'inevitabile corruzione destinata a seguire la rivoluzione violenta. Perciò parliamo della necessità, inevitabile, della rivoluzione nonviolenta.

San Francisco, 18 novembre1971


105.
Meditazione sull'Anarchia.

Anarchia è ordine. Governo è guerra civile. Anselme Bellegarrigue. 1848.

Anarchia è organizzazione, più organizzazione, e ancora più organizzazione. Alexander Berkman. 1928.

So che la mia mente è incontrollata o anarchica per natura cosi penso debba essere la società. Allen Ginsberg. 1970.

anarchia è ordine incontrollato
governare è reprimere
la mente di Allen è «incontrollata» perché è libera

coercizione è forza
non libera
è violenza

anarchia
è
non violenza

libera organizzazione è armonia
l'armonia dell'anarchia è l'armonia a cui non siamo abituati
lo stato è sempre coercitivo

organizzazione è cooperazione
la cooperazione è libera
e non conosce coercizione

cooperazione è organizzazione è armonia è anarchia
armonia non è caos è cooperazione
e è libera

anarchia è armonia
non è caos
è libera

anarchia non è coercizione
non è violenza
è organizzata

e libera

106.

La grande cosa è finire in bellezza (Gènet).

Allora come creare la Pièce della Grande Bellezza, quella bellezza che non è stata vista?

Perché la bellezza come la conosciamo e la proviamo non è abbastanza.

E perché l'etica (la mano destra del corpo di cui la bellezza è il seno) è un ramo appassito così come è stata modellata dal regime autoritario e dal capitale.

Ecco perché abbiamo bisogno di creare un'altra estetica. Cos'è allora questa nuova bellezza?

È qualcosa, come-arcobaleno, che rende libero da influenza maligna l'aspetto della vita, come-stella sopra alle stelle, che tocca il cuore in modo di trasformarne il battito e eccita il desiderio che apre la forza che dobbiamo sbloccare per fare quanto dev'essere fatto.

Grenoble (Francia), 5 maggio 1969.

La Pièce della Grande Bellezza:

Inzuppare la gente di tale bellezza
da volerci precipitare tutti fuori dalla bruttezza,
distruggerla e trasformare la sua energia in vita.

Inzuppare la gente di una tale bellezza
da spingerci fuori dalla palude di dolore che è la civiltà

attirandoci tutti irresistibilmente, magneticamente,
con la grande forza attrattiva dì bellezza che non abbiamo mai
conosciuto,
la cui conoscenza ci è sempre stata negata.

Granville (Ohio), Usa, 5 dicembre 1968.

107.
La Pièce della Grande Bellezza:

E la dimostrazione dell'efficacia efficiente
dell'azione rivoluzionaria contro-violenta
attraverso U successo di una campagna nonviolenta.

Cioè, possiamo pronunciare grandi meravigliose
parole volanti alte larghe aperture alari
sull'azione senza violenza,
ma il parlare rimarrà retorico
e romantico
finché non proveremo che funziona:

Trova una strada.
Falla funzionare. Jackson MacLow.

Dobbiamo muoverci dalla teoria
all'azione.
Questo durerà più di cinque ore:
forse dieci anni o più

Questa epica che dobbiamo rappresentare:
Per trovare la strategia:
Per pianificare la campagna:
Per radunare insieme

il grande cast di personaggi:
tutti i buoni interpreti anarchici pacifisti:
e entrarci.

Fino alla consumazione.

Se la rivoluzione
come la capiamo oggi
impiegherà da 30 a 50 anni:

allora il primo stadio
dovrebbe essere ultimato entro
i prossimi 10-15 anni.

Questa pièce avviene nella realtà:
Dobbiamo impadronirci
di un'area da qualche parte:

e creare
ENCLAVE I
una libera comunità anarchica non-coercitiva
di parecchie migliaia o più persone.

E dobbiamo far questo in maniera tale che:
tutti ì soldati si dimettano,
tutte le porte si aprano,
tutti i fucili vengano accecati
tutta la gente abbia da mangiare e tutti
gli assassini finiscano.

Questa è la sceneggiatura
per l'unico spettacolo
che mi interessa.

Seguirà la contro-rivoluzione internazionale.
La contro-rivoluzione internazionale probabilmente
sconfiggerà ENCLAVE I

Ma noi avremo trovato
le tecniche:
le gambe per portarci avanti.

Bar-sur-Aube (Francia), 28 aprile 1969.

108.
Meditazioni sull'Autodifesa. Domande. 1971.

Prima dobbiamo essere sicuri che sia autodifesa e non aggressione mascherata da autodifesa.
Poi non dobbiamo usare un fatto eccezionale come se fosse la norma: il maniaco sta per uccidere un bambino, cosa facciamo? Bene, cerchi di vivere la tua vita in maniera tale da fare una buona scelta in quel momento decisivo - (cos'è una buona scelta? o una giusta scelta?) -; o, cerchi di sopraffare il maniaco senza ucciderlo; oppure, data la scelta fra uccidere il maniaco (chi è il maniaco?) e permettere che il maniaco uccida il bambino, o non fai niente, o uccidi il maniaco. Ma non devi permettere che questo incidente eccezionale diventi la scusa per generalizzare l'attacco violento e dei modi di comportamento vendicativi.

Allora cos'è lanciare una bomba? E autodifesa considerando che i poteri istituzionalizzati ci stanno uccidendo?

Terrorismo come autodifesa?

L'esitazione è embourgeoisement? Corruzione morale borghese?

L'azione creativa metterà fine, o tenterà di mettere fine, al ciclo della violenza, il lusso di quelli che mangiano?

Siamo responsabili di quello che pensiamo?

O è discutibile se siamo responsabili o no verso ì nostri pensieri e anime borghesi (di sfruttamento)? Se questi pensieri e anime sono stati acquistati con il privilegio e la forza delle armi?

Primo nutrire tutti, dopo finirla con gli assassini?

Se con l'ucciderne qualche migliaio, o pochi milioni, o dieci o venti milioni, potessi dare da mangiare a miliardi di persone...?

Il riconoscimento del potere militare nelle mani del capitale come equivalente dell'essere minacciato da un maniaco?

Il giogo della violenza inizia con una privazione economica, una frustrazione sessuale o col principio dell'autodifesa?

È facile (più facile?) abbandonare il principio di autodifesa quando non c'è alcun nemico, e solo a quel punto?

Quando ci difendiamo contro noi stessi, contro le nostre frustrazioni sessuali, contro i principi morali del nostro ambiente violento? Quando ci solleviamo?

È meglio morire piuttosto che uccidere?

Cosa significa meglio in quella frase?

Non uccidere mai?

È questo il filosofare astratto che da consapevolezza alla classe superiore? Sono filosofia, morale, santità-in-astratto, sono questi i pensieri condizionati del privilegio che non tiene conto delle sacre necessità (vita) di chi è stato condannato dalla società alla sofferenza fisica?

È morale che la gente affamata uccida per pane, o per il pane dei suoi bambini morenti? Non uccidere mai? Questo dobbiamo dirgli? Dobbiamo dirgli, Ahimsa, Forza d'Amore, verità, santità, la vita è sacra, muori ma non uccidere?

Gandhi dice che il Satyagraha, il guerriero armato di verità e amore - deve, come ogni soldato, essere pronto a morire, ma, diversamente dal soldato, deve rifiutare di uccidere: deve essere ancora più coraggioso...

Cos'è autodifesa per gli affamati?

Possono i rivoluzionari - che riescono a mangiare - intendo gli intellettuali che riempiono oggi largamente i ranghi dei rivoluzionari - incaricarsi di uccidere per «autodifesa» degli affamati se, per esempio, gli affamati sono troppo deboli, apatici, troppo inconsapevoli, disorganizzati, ecc, per agire (violentemente) in propria difesa?

Dì fronte a tale ragionamento può il pacifista anarchico dire, «Basta con le tattiche della violenza!»?

Il pacifista anarchico può dire, «Basta con le tattiche della violenza», solo se la sua opera fornisce uno schema di azione per alleviare la sofferenza degli affamati, delle masse, immediatamente?

Se non riusciamo a far questo... le conseguenze... della storia...

Se non riusciamo a far questo dobbiamo usare la violenza.

Se usiamo la violenza, non rischiamo di aumentare la spirale della violenza finché la razza umana morirà, la gente affamata?

OK?

Tutti?

Forse?

OK?

Nell'autodifesa del pianeta, del popolo, dei bambini affamati, una fine alla violenza, all'assassinio, assolutamente?

II ciclo si chiude così sulla violenza, l'invalida, e la disarma.

C'è nessun'altra scelta, se non la vita?

San Francisco, 20 novembre 1971.

109.

Il teatro è il Cavallo di Legno per prendere la città.

Paris, 30 ottobre 1967.

110.
da 2 Conversazioni sulla Teoria Rivoluzionaria

JM: Non è forse chiaro, per esempio,
che gli studenti abbracciano l'anarchia
perché la poesia dell'anarchia
suona vera per loro.
E hanno ragione.
Ma la gente che si guadagna il pane
con il sudore della fronte
cammina sempre su terreno malfermo,
e l'anarchismo e la sua poesia
appaiono troppo rischiosi.
Hanno bisogno della poesia della praticità. Chiarificazione.
Bisogna che qualcuno faccia questo lavoro,
in modo che ciò non trasformi questo qualcuno
in un capo.
Anche se siamo tutti condizionati
a seguire il capo.

JB: Una società basata sull'insicurezza
porta alla creazione
di gente psicologicamente incerta
alla ricerca di qualcuno su cui appoggiarsi.

JM: Forse
un gruppo di persone
una cellula,
o quello che si usava chiamare
un congresso può creare questa chiarezza.

Ovviamente
gli anarchici schivano questo progetto
perché vogliono lasciare aperto
quanto più spazio possibile
alla spontaneità

II popolo
sarà spontaneo
quando non avrà paura del grande vuoto,
quando, come un attore che improvvisa,
avrà chiaro l'obiettivo.

JB: È questo che ci ha insegnato la nostra ricerca:
quando rappresentavamo teatro libero in Paradise Now
eravamo più liberi
se l'obiettivo era più chiaro

e quando raggiungevamo l'obiettivo
c'era ancora ampio spazio e tempo
per lo spontaneo,
per l'imprevisto.



Lenin, citando Karl Kautsky:
« " La moderna consapevolezza socialista può sorgere
solo sulla base di una profonda conoscenza scientifica.
I veicoli della scienza non sono il proletariato
ma l'intelligentsia borghese.
È stato dalle teste dei membri di questo strato
che ha avuto origine il moderno Socialismo,
e sono stati loro
che l'hanno comunicato
ai proletari più sviluppati intellettualmente
che a loro volta
l'hanno introdotto nella lotta
della classe proletaria..." »

DanielGuérin:
«L'anarchico si trova,
proprio come il suo fratello-nemico il marxista,
preso da una grave contraddizione.
La spontaneità delle masse
è essenziale,
ha la precedenza su tutto,
ma non è abbastanza.
Allo scopo di raggiungere la consapevolezza della massa
si rivela indispensabile
l'assistenza di una minoranza rivoluzionaria
capace dì capire la rivoluzione.
Come evitare
questa élite che capitalizza sul suo intellettualismo
superiore,
mettendolo al posto delle masse,
in verità, imponendo loro
un nuovo dominio?»

Proudhon:
«Tutte le rivoluzioni
sono effettuate
dalla spontaneità
della gente...
Le rivoluzioni
non riconoscono
iniziatori:
Avvengono
quando sono proclamate
dal segnale dato
da quelli cui sono destinate;
terminano
quando la forza misteriosa,
che le ha fatto esplodere si esaurisce».

JM: La contraddizione intrinseca:
la force mystérieuse
non si libererà
finché i blocchi psicologici
che ci impediscono
di condividere il cibo tra tutti
verranno rimossi,
finché non ci sarà almeno un progetto
che diffonda chiara luce su come si possa fare.

II.

JM: II successivo problema teorico
che l'anarchico nonviolento deve fronteggiare è:
l'unificazione delle classi
attraverso la distruzione del sistema di classe.
Il grande problema è sollevare la nostra umanità comune
in modo che rompa
le pesanti croste di classe
passata l'ostilità
nella realtà
del nostro bisogno umano di amore.

Paris, 30 marzo 1970.

111.

La teatralizzazione della vita ci attirerà in un dramma-sogno in cui sceglieremo i nostri ruoli. La libera volontà che lo Spirito Creatore ci ha conferito quando fuggì via strappandosi da noi (lo Zimzum) ci lascia liberi di emergere dalle acque oscure prigioni.

E poi il profondo io si solleva dal fondo dell'oceano, emerge come eroe, eroico il solo precipitarsi verso l'alto: tutte le fughe sono eroiche.

Questo è il raggio invisibile. Perciò l'opera di trasformare la rivoluzione in teatro consapevole è essenziale alla nostra strategia: il teatro è un sogno, e anche vita. Tutto ha condotto a questo momento, questa realizzazione: la realizzazione del sogno.

Il contenuto del sogno è sempre la trasformazione. Tutti noi interpreteremo fino in fondo tutti i cambiamenti. Cambiando prima dal sogno pauroso dell'individuo alienato al sogno di unità in cui «loro» o «esso» non esistono più.

Uccidere: il sogno dell'azione alienatrice finale. Morte: il sogno dell'annientamento finale (l'io). Vita: il sogno di essere: unioni; definitiva e consapevole (tutto e ogni cosa: Uno).

112.

Non ci sarà compiacimento nell'arte che parla al popolo. L:i borghesia è flaccida perché condizionata da un flaccido sistema di vira: e la debolezza della sua mente, dello spirito, dell'aspetto fisico, aspetta, domanda condiscendenza all'arte, a tutto.

Il teatro del popolo non è mai compiacente. Compiacere quelli che tengono le chiavi alla nostra salvezza? Quelli che sono più vicini a Dio? Quelli che sono più lontani dalla corruzione? Quelli che sanno come sopportare? Quelli che un giorno forse verranno a liberarci? Quelli con cui speliamo di essere Uno?

113.

L'impulso a vivere, per la pietra a parlare, l'oceano, madre di cose, a far nascere, a salire sulla spiaggia: quest'impulso sopravvive nel desiderio quasi istintivo in tutti di essere attori o attrici, d'intraprendere il viaggio fuori da se stessi, fuori dalle malvagità della vita quotidiana, fuori dall'esistenza inappagata verso il vero essere. Ognuno vuole essere qualcun altro, o quell'aspetto di se stesso che è cosi differente da sembrare qualcun altro. Questo è il fondamento della speranza rivoluzionaria: il divino malcontento. Diventare parte dì quello che si potrebbe essere. Rappresentare l'immaginario, agire, soddisfare il desiderio. L'essenza dell'anarchia: la condizione in cui ognuno può scegliere nella vita qualsiasi ruolo e rappresentarlo fino in fondo.

Ergo: tutto il potere al popolo.

Da Cannes ad Aix-en-Provence (Francia), 16 maggio 1970.

114.

dopo la rivoluzione
ci sarà vino sotto gli alberi
ci saranno forme d'amore modellate come l'orsa maggiore
quando dico che il mio amore nasce in un altro paese dirò la verità
immergerò profonda la testa dentro il tuo vino oscura fica le umide
labbra come il lambire di acqua salata che mi scorre dietro
le orecchie piegandosi indietro sopra il collo e allora
respirerò a fatica
il pane sarà scarso e tutti ne mangeranno
quando verrà la rivoluzione
finirà la romanticheria
salvo quel che è iniziato

dopo la rivoluzione
quando saremo tutti esausti come amanti
tasterò liberamente il droghiere con tutte le mie dita
io e te giaceremo limpidi e affamati
il problema della distribuzione del cibo debiliterà la causa

ma l'odore dei fianchi liberati
e il meraviglioso tempo autunnale
manterranno eretti i nostri cazzi

quando verrà la rivoluzione
sarai a prua e il vento salato ti soffierà in faccia
per centinaia dì anni hai sognato l'oceano
ora sei bagnato

da «Canti della Rivoluzione»:
New York City, 1964.

115.

FACTA NON VERBA

Non parlare; fallo.

Da questo punto in poi la retorica rivoluzionaria serve solo a sprecare la passione; diventa una scusa per non agire. È il momento, forse, 1971, per una fase in cui essere più tranquilli. Metodici. Chiari. Diretti. E attivi.

116.
che azioni possiamo intraprendere

1. insegnare ai bambini quelli piccoli

infiltrare il sistema educativo
far esplodere le menti dei bambini prepararli

formare libere scuole
dare via tutto il nostro sapere
studiare la rivoluzione e insegnarla

allargare lo spirito
iniziare grandi sogni

2. infiltrare l'industria
parlare ai braccianti ai lavoratori ai poveri
aiutarli a organizzarsi
a combattere la loro quotidiana miseria
affitto assistenza medica sfruttamento persecuzione
aiutarli a riconoscere la realtà della loro oppressione

3. infiltrare i media

chiunque può farlo
ma ricordare che sono meccanismi che parlano per il sistema

4. fondare comuni
ci serve capire problemi
quali come rifornirci di quanto abbiamo bisogno
occorre anche fornire esempi di soluzioni comuni
e relazioni sociali che funzionano

5. fondare giornali riviste fare manifesti radio tv illegali
stazioni che possano trasmettere e intasare le linee
principali
con brillanti informazioni
dire alla gente per cosa è la rivoluzione e contro che cosa
come farla
aprire orecchie al nuovo suono di tutta la terra

6. fare magazzini gratuiti
abituare la gente
all'idea del gratuito
dar via se stessi

7. infiltrare l'esercito la polizia

8. formare cellule
gruppi di cinque vanno bene
gente che conosci intimamente e di cui ti puoi fidare
presto per noi potrà non essere cosi facile com'è adesso
gente con cui puoi lavorare facilmente insieme
imparare un mestiere
o un lavoro che dovrà essere necessario ai nostri bisogni
in tempi più duri
studiare insieme la rivoluzione
organizzare un posto per discussioni pubbliche
far conoscenza della polizia della tua città
studiare medicina
pronto soccorso
tattiche militari e dì polizia e come sovvertirle
studiare le prigioni l'architettura
studiare i tribunali
olio e scienza
studiare elettronica
e cibernetica

e rendere pubblica l'informazione
studiare le piante delle città
come bloccarle e farle funzionare come poesie

9. consegnare posta gratuitamente
trovare il tempo nella propria vita per rendere servizi gratuiti
riparare auto
pulire strade
la cosa dei diggers
indebolisce i sostegni del sistema
fa esplodere le menti della gente
fa entrare la luce
solleva lo spirito

10. scrivere sui muri

11. immaginare come impadronirsi del sistema
come distribuire il cibo
come produrlo
e tutta l'altra roba di cui abbiamo bisogno
e essere sicuri che ci saranno pronti abbastanza lavoratori e
gente per iniziare a vivere senza denaro senza polizia
esercito stato e prigioni tutte le forme di coercizione
e farlo

12. la cellula che folgora il popolo con
un'esperienza di bellezza
tale che abbia qualcosa verso cui spingerci
e allontanarci dalla bruttezza
perché se n'è andato il senso di bellezza
e con esso il senso di dio bontà e il creativo
e ciò che rimane è l'abbietta distruzione
cui si può solo rispondere con la nostra bellezza
perciò
ovunque
solo per la nostra presenza avviene il confronto
quando camminiamo per la strada e in luoghi pubblici
con in faccia la forza d'amore

ricordando sempre
che dobbiamo ricreare bellezza e amore
perché la bellezza e l'amore come li conosciamo sono stati
formati
dal capitalismo autoritario e gravati dal suo contenuto

13. grappoli che lavorano insieme
rete di gruppi d'affinità nel processo di teoria anarchica
e pratica

14. sindacati d'autogestione
rete di lavoratori uniti liberamente nel processo anarchico
di teoria e pratica

15. essere più specifici

se necessario
sviluppare esercizi
per aguzzare il nostro pensiero

il duro lavoro
di trasformare la poesia
in progetti
i progetti
in azione

Ithaca (New York), Boston, l'Atlantico (da New York City a Cherbourg), dicembre 1968 - aprile 1969. Paris, luglio 1970.

16. continuare a inventare ulteriori azioni
fino a quando sarà necessario
quanto ci vorrà
fino a che saremo fuori dalla portata della morte

quanto ci vorrà
fino a che saremo fuori dal regno della morte

San Francisco, 5 dicembre 1971.

117.
Meditazione. Da New York a Berlino. 1964-70.

Tremo al pensiero che un giorno tutto questo possa andare in frantumi e dissolversi: delicata sfera entro cui mi muovo cosi piacevolmente sostenuto: famiglia, comunità, lavoro, teatro, abbastanza da mangiare, il privilegio di viaggiare di paese in paese rappresentando i nostri spettacoli, monto su un pulmino VW e talvolta un pelo della criniera del cavallo della Fama temporale mi sfiora una guancia, fuori dalla finestra in movimento e dentro il cervello in moto, è come troppa fortuna, e sempre andandocene in giro con questi pullman, tutti questi anni, vivo nel terrore che un giorno possa semplicemente svanire.

Ma dato che è diventato evidente che il privilegio di cui godiamo non è mantenibile, e che sono illusori i piaceri e le soddisfazioni della vita che conduciamo, e dal momento che tutti i nostri studi, gli esercizi, le rappresentazioni, gli incontri, tutto quanto abbiamo imparato, e forse tutte le droghe che abbiamo preso ci sveglieranno: satori:

la vita è un sogno
sveglio è solo
chi ha messo da parte il mondo

Cosi abbiamo deciso di dover abbandonare il teatro e tutti gli incanti che secerne:

Quando ci dividemmo a Berlino continuavo a ripetere le parole di Garga nel finale di Nella Giungla delle Città: «È stato il tempo migliore». E ci buttavamo l'uno al collo dell'altro per piangere. Perché il meglio non era stato abbastanza.

La fine è sempre l'inizio, come sì dice. Lo sforzo per la mutazione, ossia, il vigoroso tentativo di produrre quel cambiamento che ci spingerà veramente avanti nel prossimo sviluppo dell'umanità. Ovviamente sapendo sempre che non si può precipitare con molte probabilità questo cambiamento consapevole. Quando verrà il Messia diremo tutti: Ah, ecco come!

Rivoluzione Permanente! Il giro della ruota! La scoperta della ruota è stata infatti la conquista meccanica dello spazio, e U giro della ruota, chakra, nella mente, nello spirito, la conquista psico-consapevole-meccanica del ristagno.

L'estate del 1969: consapevolezza, finalmente, per noi, il Living Theatre, che è venuto il tempo dì rappresentare il cambiamento. Dobbiamo farlo, abbiamo vissuto le nostre vite in modo di non aver altra scelta. Il Living Theatre, come istituzione (che era il suo destino, vivendo la vita che ha vissuto), il Living Theatre come proiezione di comunità anarchica (che è soltanto nel processo di divenire) deve mutarsi. 1969: la decisione di dissolverci e riformarci, come cellule, per far fronte ai nostri bisogni personali e alle necessità del tempo.

È a bordo della Cristoforo Colombo in rotta da Malaga a Palermo che avviene la prise-de-conscience. Dopo due mesi di ritiro in Marocco lavorando a un nuovo spettacolo che avevamo chiamato alternativamente La Città Assoluta, Città Saturazione e Città Penetrazione.

II lavoro: buono, per quanto laborioso.

Il progetto dello spettacolo: Andare in una città, un paese, un villaggio: stare lì da due a sei settimane a seconda della dimensione del luogo: rappresentare spettacoli dovunque, nelle strade, nei mercati, nelle piazze, nelle fabbriche, nei supermercati, nei grandi magazzini, davanti a edifici pubblici, centrali dì polizia, autobus, metropolitane, air terminals, cortili di scuole, vetrine, nei parchi, sui tetti, cortili, in tende, corridoi, vicoli, terreni liberi. Cambiare le vibrazioni della città. Lampeggiare consapevolezza nella strada. Abituare la gente all'azione, iniziare col condurre all'azione la gente all'interno degli spettacoli...

Settembre 1969: non scontenti del lavoro, né di noi stessi, ma sappiamo che né le idee per La Città Assoluta né la loro esecuzione possono venir realizzate se non cambiamo noi stessi. Il Living Theatre è diventato una istituzione, circa trentaquattro adulti e nove bambini: una situazione non pratica. Le istituzioni vengono create dal successo e il nostro successo ci ha reso dipendenti dal guadagno che ricevevamo per il fatto di essere un'istituzione. Dipendente dal denaro degli ingressi a pagamento nei grandi teatri. Dandoci questo successo la società ci ha reso dipendenti dal suo sistema. Tutto quanto abbiamo imparato negli anni del nostro meraviglioso esilio insieme, vagando da città a città facendo spettacoli, carovana di zingari, suonatori girovaghi onorati dal tempo, tutto quanto abbiamo imparato dal viaggio di Paradise Now, ci ha portato a questo momento. Non abbiamo forse condotto gli spettatori di Paradise Now alle porte del teatro dicendo, «II Teatro È Nella Strada!»? E, non siamo stati li, sulla porta, faccia a faccia con la polizia? La polizia che non permette teatro nella strada, che non vuole che la vita raggiunga e sorpassi la posizione privilegiata occupata dall'arte, che non vuole che le strade siano libere. È stato li, sulle porte dei Teatri, che abbiamo saputo che era nella strada che dovevamo andare.

Per fare questo nuovo spettacolo, per andare fuori nelle strade, ci occorre una forza speciale. La forma del vecchio Living Theatre non può darci la forza per questo tipo di arte e lavoro. Il vecchio Living Theatre era stato formato per fare un altro genere di lavoro e qualcosa nella sua natura ci impedirebbe dal prendere le decisioni necessarie. Questo era chiaro.

Nonostante ciò mentre abitavamo come comunità nella nostra vecchia conchiglia ci è stato possibile concepire La Città Assoluta, una forma da rappresentare nelle strade. Allo stesso modo, per la nostra società presente è possibile concepire una vita senza le strette del capitalismo e la burocrazia. Possibile a concepirsi ma impossibile a realizzarsi. Per la nostra società, per esempio, è possibile concepire la pace e non averla mai perché la natura della forma di vita che viviamo non lo permette e non lo permetterà mai.

118.

per judith
con la speranza che un giorno potremo Vedere insieme la bella
rivoluzione anarchica nonviolenta

119.

ci occorre
come loro
dicono
organizzarci

ci occorre
creare
cellule

ci occorre
riunire
le forze

ci occorre
imparare
l'uno dall'altro

ci occorre
dare
l'uno all'altro

suggerisco
di riunirci
insieme

tutti noi
il cui lavoro
è il teatro

e studiare
come lenin
i provvedimenti

da prendere
per girare la ruota
del mondo

poi le cellule
come semi
si disperdono

e fertilizzano il mondo

questo è un appello
per elaborare la nostra salvezza
insieme

perché ho bisogno di te
e siamo tutti
in profondo bisogno

perciò dobbiamo
trovare un luogo
trovare un tempo

emettere l'appello
trovare la gente
riunirci

farlo

Paris, 15 dicembre 1967.

120.
Note dal Libro di Lavoro: Trascrizione integrale: Prova n. 151:

Ouro Preto (Brasile), 4 aprile 1971:

Andrew Nadelson:
Judith, quando parlavi di masochismo e altruismo
hai parlato di Politica Erotica
e quando discutevamo la Struttura Sociale
ci preoccupava quale alternativa offrire
alla gente nella strada. II modo di dare
alla gente nella strada la conoscenza del loro potere
sarebbe di metterci in loro potere:
questo è masochismo: la loro risposta naturale
sarà sadismo.

Judith:
Esattamente, allora il punto è: a che punto della rappresentazione
prenderli e dirigerli verso l'erotico,
e questo è il trucco:
se ci mettiamo nella posizione in cui
la gente ci controlla, allora siamo vulnerabili,
e per loro la tradizionale risposta
è essere sadici. Ora al momento in cui loro
diventano sadici, noi dobbiamo dirigerli
verso un'azione erotica. Quando Io schiavo diventa
padrone diventa sadico e vendicativo.
La cosa da fare è dirigerlo verso l'erotico.

Birgit Knabe:
La parola erotico mi da fastidio.

Steven Ben Israel:
Nella reale essenza della parola,
l'erotico è vicino a Dio.
La società nevrotica soffoca l'erotico
e lo pervertisce.

Birgit Knabe:
Credo che il nome Eros sia molto confuso su questo pianeta:
Afrodite non lo punì perché era gelosa di lui?

Judith:
Psiche, era l'anima, - Afrodite naturalmente è la Dea dell'amore fisico - Afrodite, la dea dell'amore, è gelosa dell'anima e questa è la storia della battaglia fra amore fisico e spirituale; e Eros, l'elemento erotico, viene qui usato come punto di svolta fra l'amore fisico e spirituale. Eros, l'elemento erotico, è legato in matrimonio all'anima, e a causa della gelosia della dea dell'amore, gli viene posto un limite...

Birgit:
Ma fu posto come punizione...
Psiche incapace di guardare Eros...

Judith:
Questa è un'interpretazione moderna:
È un limite posto al corpo da una
posizione afrodisiaca.
Nella storia, Psiche e Eros potevano visitarsi solo la notte,
ma Psiche volle vedere l'amante e una notte
accese una candela e quando tentò di
vederlo alla luce gli fece cadere addosso della cera
calda, lui si svegliò e fini tutto...
perché i Greci non potevano accettare una relazione, fra
l'erotico e lo spirituale. Perché venivano da una
società di schiavi in cui le donne erano
oppresse e disprezzate, una società degenerata
come la nostra. Ma videro le cose in questa maniera
chiara - le videro perché erano attaccati
a Afrodite - che è una figura sado-masochista -
videro che Afrodite ha paura dell'anima, spaventata
di essere vista dall'anima.
Adesso questa civiltà è finita:
per questo motivo.
E se non troviamo un modo di rendere visibile questa luce -
la luce sotto cui si uniscono lo spirituale e l'erotico
eroticamente e spiritualmente -
allora per noi sarà la fine,
e potremo solo avere relazioni sadiche e masochiste
Padrone-Schiavo.

Steven Ben Israel:
Questa è la base de L'Assassinio di Cristo di Wilhelm Reich.

Judith:
È la base di tutta la teoria di Reich.
Ogni comunicazione inizia con Eros.

Vicente:
La gente, quando diventa padrone,
dimentica di essere stata una volta schiava
e se trasformiamo gli schiavi in padroni,
allora...

Judith:
Sto dicendo che lo schiavo deve essere trasformato
senza diventare un padrone.
Quando il popolo si ribella,
al momento in cui sente di poter prendere il potere
può si diventare padrone, o può cambiare il mondo
e non divenire Padrone
ma Grande Amante:
nel gran senso della parola.
E questa sacra condizione:
in cui uno non è né schiavo né padrone
la chiamo erotica.
Birgit fa obiezioni alla parola erotico.
Io suggerirei di usare la parola sacro.
Preferisco la parola erotico perché ha rapporti
specialmente col problema del Masochismo e Sadismo.
Convenzionalmente la gente pensa a masochismo e sadismo
come forme erotiche e infatti certamente ci eccitano
eroticamente e ognuno ha un po' di questo dentro
dì sé, qualcuno ne ha molto. Ma sappiamo
che questa forma di comunicazione è in realtà un
rifiuto di vera comunicazione umana -
è un tagliare fuori ì sentimenti.
Ma nelle nostre limitate vite nevrotiche,
a volte sono i soli sentimenti che possiamo trovare.
Se la gente si picchia per ragioni nevrotiche,
è perché c'è una limitazione
alle sue condizioni erotiche:
Poiché non possono sentire, eccitano il sentire
per mezzo di queste perversioni perché
infine è almeno una sensazione.
Gente che non può sentire assolutamente nulla
o che ha paura di sentire può ancora sentire il dolore.
Questa è l'ultima sensazione disponibile.
È il fondo della scala delle sensazioni.
Se sappiamo che Masochismo e Sadismo
sono sostitutivi dell'amore erotico,
sono un metodo per sentire qualcosa
quando non puoi sentire la cosa vera,
il modo di sbarazzarsi di Masochismo e Sadismo,.
è trascenderli:
è scoprire il vero amore erotico.
Questo è vero socialmente, culturalmente, sessualmente,
e politicamente.

Vicente:
È più facile per il Masochista assumere la posizione del Sadico...

Judith:
Certo, perché la struttura sociale è così,
sostiene la spinta da Masochista a Sadico.
Tutti gli schiavi vogliono essere padroni.
Ma parlando socialmente, non sessualmente,
ma politicamente, se consideriamo, per esempio,
che i sadici in Brasile sono per l'I % classe dominante,
se la classe dominante è la classe sadica,
allora è solo l'I % della popolazione.
Questo I% deve cambiare.
Ma niente li farà cambiare
perché hanno tutti i fucili, il potere, i calcolatori.
L'unica cosa che li farà cambiare
è che li faccia cambiare l'altro 99%.
In questo senso non sono una gradualista,
ma una rivoluzionaria.
Non credo che il mondo
cambierà col fare appello
all'I %.
Credo che il 99% abbia migliori probabilità se rifiuta di essere
schiavo e gli toglie il loro potere sadico.
Altrimenti, come dici tu, questo I % non abbandonerà il potere
perché l'intera struttura sostiene
questo sistema gerarchico.
Ma il popolo può rifiutare di essere schiavo.
E perché sono cosi tanti più dì loro
possono cambiare tutto.

Steve Israel:
Veramente non puoi dire
che solo l'I % della società sia sadico
ma che lo sia il 100%:
perché per la natura propria del sopraffarsi
reciprocamente ogni giorno
dobbiamo essere sadici lo si voglia o no.

Judith:
Quelli che son diventati ricchi lo sono perché
sono i più spietati. I più crudeli.

Steve Israel:
I super-perversi. Sì.

Ivanildo:
Ma gli schiavi non collaborano?
La loro condizione non implica accettazione della loro parte?

Judith:
Direi questo:
la relazione organizzata padrone-schiavo
inizia con una spinta al potere
che è essenzialmente un desiderio sadico
e è accompagnato da crudeltà.
La persona più crudele prende il potere
e con la forza fisica e economica
asservisce un altro gruppo di persone.
Nessuno vuole essere uno schiavo.
Chiaro.
Originariamente viene data la scelta:
schiavitù o morte.
Per fare l'esempio brasiliano:
i Neri sì sono sottomessi alla schiavitù,
gli indiani hanno scelto la morte.
Gilberto Freyre lo mostra chiaramente.
Ora, una volta fatta la scelta di vivere
come schiavo piuttosto di morire,
che non è una scelta masochista,
ma una scelta umana,
la questione è:
come vivi da schiavo e sopravvivi?
Due possibilità; storicamente:
aspettare il momento rivoluzionario
di liberarti
o accettare la condizione.
Finora l'accettare la posizione è masochistico.
Per quanto non lo sia se è usato come terreno per la ribellione.
Al momento rivoluzionario -
che può essere ogni momento -
non c'è più una scelta fra
Rivoluzione e Morte
ma fra Masochismo e Libertà.
A questo punto tutti i popoli del mondo
stanno cominciando a scegliere contro la schiavitù.
La nostra opera è risvegliare in ognuno il suo potenziale
rivoluzionario,
mostrare che c'è un'altra posizione che rompe col masochismo, che l'accettazione del masochismo non è più necessaria. Freyre, da porco fascista, ammira il ruolo masochista degli schiavi brasiliani, e - da padrone intelligente qual è, sapendo come capovolgere la posizione-dice:
« Senza gli schiavi, il Brasile non si sarebbe mai sviluppato». E dato che è bene che il Brasile si sia sviluppato, ribatte, è bene che ci fossero gli schiavi:
questa è la sua posizione,
e perciò sottoscrive la storia della schiavitù in Brasile.
Freyre esemplifica l'attitudine del Padrone intellettuale
verso Io schiavo masochista:
«Schiavitù e Masochismo vanno bene».
Noi diciamo che entrambe le cose sono male.
Ma finché non riconosceremo il masochismo quale masochismo
non avremo una situazione rivoluzionaria
perché la gente dirà:
«Ovviamente nessuno vuole essere uno schiavo,
Ognuno vuole essere libero,
Cosi se la gente è schiava deve esserci una ragione —
perché nessuno l'accetterebbe -
deve solo essere il potere dei padroni...»

Ma una rivolta contro il Sadismo dei padroni è insufficiente,
non è totale.
La gente deve anche rivoltarsi
contro la sua schiavitù masochistica.
Quando la gente vedrà l'accettazione della propria condizione
come masochismo
può cambiarlo,
può fare la rivoluzione.

La rivoluzione:
al posto della politica di Sadismo e Masochismo;
erotismo, politica erotica.

121.
Note, Piani d'Azione, Temi per Spettacoli, Opuscoli, Discussioni, Materiale per comunicazione-conversazione-discorso-lavoro con la Gente nella Strada, il Lavoratore, il Disoccupato.

Cosa dire alla gente nella strada:
Che il denaro non è essenziale all'ordine naturale; che possiamo vivere meglio senza.
Che non abbiamo bisogno neppure del baratto.
Che il popolo ha solo bisogno di produrre ciò che è necessario per ognuno, e distribuirlo senza usare denaro.
Che i cibi e materiali di cui abbiamo bisogno possono essere portati in mercati aperti e in depositi, e la gente può venire e prendere quello che gli serve.
Che allo scopo di produrre abbastanza cibo, vestiario, abitazioni, ecc, per chiunque nel mondo è sufficiente che ognuno lavori circa due mesi all'anno.
Che il tempo rimanente può essere usato per svago, amore, lavoro creativo, divertimento, estasi, come ognuno desidera.
Che possiamo, in associazione con la gente con cui viviamo e lavoriamo, decidere quali sono i nostri bisogni: unità amichevoli e efficienti.
Che questi bisogni possono essere elaborati con l'aiuto di computers, e si possono trovare metodi semplici per inoltrare i materiali dove sono richiesti-necessari.
Che il lavoratore può dirigere da sé l'industria (la fabbrica} senza ordini da 'superiori', senza una classe direttiva che gli dica cosa fare.
AUTOGESTIONE.
Che una volta abolito il denaro, possiamo abolire il governo, la polizia, gli eserciti. Fine del sistema punitivo. Fine del possesso. Fine della proprietà privata significa apertura di possibilità, apertura del cuore, significa che puoi ottenere qualsiasi cosa ti serva. Significa mutuo aiuto, sopravvivenza, libertà, la vita contro la mone.
Che possiamo fare a meno di prigioni. Il furto cessa di esistere nel momento in cui si abbandona la proprietà privata.
Che non abbiamo bisogno di istituzioni mentali (prigioni mal-dissimulate). Possiamo prenderci cura dei nostri fratelli senza metallo né sbarre.
Che si può iniziare (più o meno) a un certo punto (presto) quando il popolo intraprende l'azione e rifiuta definitivamente di usare i! denaro
s'impadronisce dei mezzi di produzione - le fabbriche i campi - e continua a produrre,
distribuendo i prodotti
gratis
e producendo solo ciò che è necessario,
non più merda (spreco).
La differenza fra merda (spreco) e il piacere.
Piaceri come necessi tà.
Ridefinizione di piaceri come desideri, desideri connessi
ai sacri bisogni fisici umani,
non le necessità de! denaro, prestigio, privilegio, potere...

Chiarire:
Che la forza lavorativa mondiale aumenterà di milioni e milioni di persone - tutti quelli che sono ora occupati nel lavoro superfluo: per esempio, tutte le persone che lavorano nei magazzini, poiché non ci saranno più transazioni monetarie, niente tempo e fatica da consumare nel processo di comprare e vendere - tutte queste persone saranno libere di fare altri lavori. Tutti quelli che fanno lavoro inutile smetteranno di farlo:

tutte le persone che lavorano negli uffici
per fare registrazioni riguardanti il denaro,
le entrate e le uscite, quelle che lavorano nelle banche, tutti i muratori che costruiscono banche
e posti dove si fa questo genere di lavoro, tutti quelli che estraggono il ferro per questi edifici,
che cavano la pietra, che cuociono i mattoni,
li trasportano,
fabbricano la carta su cui scrivono cose inutili, e tutti quelli che sono negli eserciti, e nella polizia, che fabbricano fucili,
carri armati e bombe la lista continua
per milioni e milioni di persone! :
Tutte queste persone saranno libere di fare cose utili e riposare, sognare, far l'amore, creare il mondo.

Chiarire che:
Non c'è bisogno di fare scarpe che si consumeranno troppo presto
perché ci sono già materiali molto più resistenti
e modi migliori di far durare le cose.
Non abbiamo bisogno di pubblicità e propaganda
che ci dica cosa comprare,
rendendoci avidi di cose che non vogliamo e dì cui non
abbiamo bisogno;
perché ci basta un semplice annuncio
che ci comunichi cos'è disponibile.

Ulteriore INFORMAZIONE:
Sul MOVIMENTO: c'è un movimento di gente dappertutto sul pianeta,
quasi in ogni paese, che sta cercando di cambiate il mondo.

Sul modo in cui stiamo vivendo nella prima fase di un movimento di trasformazione che potrà impiegare 30 o 50 anni a completarsi.

Su come questo cambiamento verso i reali desideri dei popolo sarà attuato da una combinazione di studio e preparazione seguirà dall'azione.

Su come la gente dovrà inventarselo da solo,
senza alcun capo,
tranne il popolo
che conosce quanto sia orribile,
che soffre,
e che sta cominciando a capire
come potrebbe essere bello se fosse differente.

Su come possiamo far questo - come possiamo conseguire gli obiettivi della rivoluzione anarchica nonviolenta - se iniziamo adesso, e lavoriamo con passione.

Sulla vita in armonia con la terra e l'uno con l'altro.

Sul Periodo di Lotta: quando la classe dirigente dice, «no! Dobbiamo usare il denaro! », e prendono i fucili: cosa si può fare per disarmarli. Sul lavoro preparatorio all'interno dell'esercito, della polizia, e nel cervello della gente.

Sulla preparazione a essere liberi, liberi di pensare e agire. Su come la nostra mente non sia libera nella società in cui viviamo ora.

Sulla relazione fra la libertà sessuale e tutte le altre libertà.

Sulla preparazione a agire senza violenza. Sull'esorcismo della propensione alla violenza, risposte violente agli stimoli. Sulla fine del ciclo della violenza.

Sull'allevare i nostri bambini con permissività in modo che si abituino alla libertà e ne vogliano di più. Ne vogliano più di quanta possiamo dargliene adesso. In modo che loro possano andare più lontano. Sull'insegnargli a amare e a amare la libertà. In dieci o quindici anni i bambini costituiranno il movimento...

Sull'insegnare ai bambini di non vergognarsi del sesso o del proprio corpo. Sesso come celebrazione di vita e amore, come celebrazione del corpo, della gloria dello Spirito Creatore in noi.

AMMONIMENTI

Ricordare che il sistema - il governo e la polizia e tutte le persone che sono pazze per il denaro, che amano il denaro più della vita - dirà al popolo che quest'idea non può funzionare.

Ricordare che il vecchio sistema lavora notte e giorno a mantenere il popolo convinto della necessità di tale forza, che la polizia e la legge e le prigioni e il denaro sono necessari: che il vecchio sistema non ha mai immaginato che possa essere altrimenti. Ricordare che l'amore può a mala pena esprimersi in una società dove sesso e amore sono repressi, e dove il denaro ci spinge alla reciproca concorrenza mettendoci continuamente uno contro l'altro.

Rendersi conto che non abbiamo bisogno di essere divisi in nazioni. Ognuno di noi è nato su questo pianeta fra le stelle. Possiamo lavorare insieme e non uno contro l'altro. Riconoscere la guerra come figlia del nazionalismo, della proprietà e del denaro, di sistemi che producono odio.

Che solo il popolo ha la forza necessaria: che solo il popolo può liberare il popolo.

NOTA SU PRECEDENTI STORICI

Cosa avvenne in Ucraina in Russia fra il 1917-21, e cosa avvenne in Spagna nel 1936-37: I contadini, la gente che è vicina alla terra e al modo naturale di fare le cose trovarono rapidamente con molta facilità il modo di mettersi insieme e formare collettivi, di sbarazzarsi di tutte le forme dì governo locale, di mantenere la terra collettivamente, di alimentare i propri bisogni, e di incrementare la produzione in maniera tale da portare alle città quantità di cibo maggiori di quanto si fosse mai fatto prima. Alcuni di loro andarono tanto lontano da abolire il denaro nei loro villaggi, e quanto se ne sa testimonia che provarono

in loro il ritorno
di una gioia a lungo in esilio.

122.
La massima felicità dì uno
dipende dalla
massima felicità di tutti. Jose Oticica.

E la vita,
o ciò che chiamiamo vita,
sta diventando sempre meno separabile dal pensiero. Artaud.

Nella rivoluzione queste due realtà si dissolvono l'una nell'altra:

La reciproca disalienazione della gente:
la creazione finalmente di un sacro corpo di pensiero e azione (vita)
che non può essere separato dal popolo, che è il popolo.

La miseria del corpo e della mente sì risolvono nella nostra disalienazione reciproca.

L'unificazione non potrà effettuarsi in una condizione di oppressione dove il movimento e il pensiero sono soppressi.

Spingere in alto. Rivolta.

La domanda, 1972, è come?

La sola risposta, 1972, è nell'iniziare adesso. Come? Mobiiita2ione per la rivoluzione totale.

Vedere intorno agli angoli, attraverso le cose. Visione che penetra l'oscurità. Ma come possiamo essere sicuri dì questo? L'orecchio. Ascolta. Udire i suoni che circondano la terra. Om Sh'ma Ascolta.

La divisione di classe è una frattura fondamentale. Distruzione di unità. Cosmo fratturato collocato nel sistema di classe.

Chiuso, privato: le qualità della persona borghese: armadi, serrature, chiavi che rinchiudono le cose e non sono per aprire: proprietà privata: allontanata dalla massa: tenuta da parte: Dio si trova nel popolo. Non nelle cose.

Primo: diventare consapevole della nostra condizione, di essere in stato di arresto, della nostra classe. Secondo: eclisse della classe. Terzo: Come? Rivoltandoci.

Per stabilire la nostra identità come persone dobbiamo distruggere il mondo pieno-di-odio del nazionalismo che ci divide reciprocamente. Unificazione. Andare da terra a terra, non da «nazione a nazione», ricreare la nostra identità di unico popolo: perché la santità è nel popolo e mai in mezzo a una nazione.

La vita del teatro.

Attendiamo che venga la vita: la vita verrà quando la convocheremo. Amore. Quando non lo rigetteremo più. Fine della solitudine. L'inizio senza fine. L'oceano. Finalmente. Di vita.

Il desiderio dei nostri cuori, la richiesta delle nostre labbra, il valore delle nostre mani.

Ognuno potrà dunque dire, «II mondo è stato creato per il mio beneficio»; e la gente potrà dire, «Il mondo è stato creato per tutti».

123.

Notte. Sogni. Ammutinamento. Notte. Notte. Lavorando. Sempre. Ammutinamento. Rivolta di schiavi. Notte. Ammutinamento. Prigione. Parlo dì vita e di morte. Parlando. Scrivendo. Notte. Cerchi. Sogni circolari. Prigione. In prigione diventiamo persino prigionieri dei nostri sogni. Sogno di fuggire ma è sempre un sogno. Notte, Lavorando. Lavorando. Fuga. Fuga. Prigione. Notte. Trappola. Notte. Ammutinamento. Rivolta.

Rivolta. Come?

Ispira. Studia. Organizza. Mobilita. Amare. Agisci.

Erompere dalla prigione, dal teatro, nel mondo.

Celle di Detenzione. D.O.P.S. (Dipartimento di Ordine Politico Sociale). Belo Horizonte (Brasile), 1° agosto 1971.



Indice

1.Sofferenza, Teatro, Rivolta, e Rivoluzione
2.Sono uno schiavo
3.Frankenstein, atto III
4.La Creatura
5.L'immaginazione come survival-kit
6.Meditazione. 1961
7.Meditazione. 1962
8.Meditazione 1.1963
9.Meditazione II. 1963
10.domande. 1963
11.domande. 1968
12.Ai, Aiooo. Penetrare. Taglio
13.Tre Meditazioni sulle Strategie
14.respirazione: Note per la Prima Lezione
15.Meditazione. 1966
16.Per Abbattere la Struttura. Teatro di Polizia I
17.Essendo verticale, innalzandomi in alto,
18.Quando si libererà l'energia sessuale del popolo
19.Ci sono sempre stati arresti banali
20.II grande assassino
21.Teatro di Polizia II
22.Teatro di Polizia III
23.Teatro di Polizia IV
24.Sofismi del liberalismo
25.Meditazione. 1969
26.Meditazione su Recitazione e Anarchia
27.E allora Mogador divento pcricolosa e tutto il mondo divento
28.pericoloso
29.« Le rivoluzioni vengono come un ladro nella notte»
30.Nomadi
31.Note per una Dichiarazione sull'Anarchia e il Teatro
32.Esercizi di Recitazione: Note per una Lezione Elementare
33.Corpo
34.Rompere la resistenza sia dell'attore che dcllo spettatore
35.Lo stato di trance dell'attore
36.Riflessioni su interpretazioni
37.Televisione
38.Stelle
39.Perché dobbiamo cambiare la mise-en-scene
40.L'eroico viaggio dell'interprete
41.I Sette Imperativi del Teatro Contemporaneo
Scenografia
42.Santità
43.Lettera sulla Rivoluzione. Judith Malina a Carl Einhorn
44.Il lavoro urgente
45.Improvvisazione: Teatro Libero
46.La Creazione collettiva
47.«Non puoi fidarti dell'ispirazione»
48.Alchimia
49.La borghesia
50.Può l'arte trasformare il mondo?
51.«1968 e stato 3a Morte di una Cultura»
52.Meditazione I. 1970
53.L'Assoluto Collettivo
54.La tribu
55.Il rituale
56.Candomble
57.Teatro religioso
58.Teatro fascista
59.Teatro sessuale
60.Gioventu e vecchiaia si mescolano nella Gente
61.il solco della carne nella came
62.Teatro Popolare
63.Il rituale(II)
64.domande. 1969
65.Appunti dal diario di lavoro
66.Antigone
67.Lettera a una ferita
68.Vigilia del nuovo lavoro
69.La comunita'
70.Meditazioni sul Teatro I
71.Le Sette Lampade dell'Architettura
72.L'istinto borghese
73.La filosofia del teatro classico e' una pugnalata nella carne di uomini e donne viventi
74.Meditazione II. 1970
75.Zona di crepuscolo
76.Autodistruzione
77.Quando la Gente recitera il ruolo del grande liberatore, rappresentera il grande teatro del nostro tempo
78.L'urlo della Gente
79.II Dipartimento di Ordine Politico e Sociale
80.Le Serve
81.Meditazioni sul Teatro II
82.Meditazioni 1967-71 (1930-71)
83.Avignone, 1968
84.Documenti
85.Retorica utopistica
86.Questo libro
87.Enumerazione
88.Quali sono le condizioni per l'evento creativo?
89.Tecniche di Confronto Politico: II Living Theatre X «II Teatro delle Idee »
90.La Nazione di Woodstock
91.L'Occupazione dell'Odeon
92.II Genio del Popolo
93.II concetto della Caduta
94.Costruite un movimento di massa
95.Come costruite un movimento di massa?
96.Meditazione. 1988
97.Meditazione. 1998
98.Meditazioni, 2008
99.Meditazione. 1970 .
100.Cultura della Bomba
101. Lettera sulla Liberazione della Donna. Judith Malina a Carl Einhorn
102. Meditazioni sulla Rivoluzione
103. Meditazioni sulla Violenza
104. Progetto: Un Film: COME RIVOLTARSI
105. Meditazione sull'Anarchia
106. La grande cosa e finire in bellezza
107. La Piece della Grande Bellezza
108. Meditazioni sull'Autodifesa. Domande. 1971
109. II teatro e il Cavallo di Legno
110. Da 2 Conversazioni sulla Teoria Rivoluzionaria
111. La teatralizzazione della vita
112. Non ci sara' compiacimento nell'arte che parla al popolo
113.Tutto il potere al popolo
114. dopo la rivoluzione
115. FACTA NON VERBA
116. che azioni possiamo intraprendere
117. Meditazione. Da New York a Berlino. 1964-70
118. per judith
119. ci occorre j come loro j dicono 1 organizzarci
120. Note dal Libro di Lavoro: Trascrizione integrale: Prova n. 151
121. Note, Piani d'Azione, Temi per Spettacoli, Opuscoli, Discussioni, Materiale per comunicazione-conversazione-discorso-lavoro con la Gente nella Strada, il Lavoratore, il Disoccupato
122. La massima felicita di uno dipende dalla massima felicita di tutti
123. Notte